Io e Lachiliuc sabato finalmente siamo riusciti a fare il giro del Catinaccio, esplorando anche la tanto agognata val Ciamin.
Siamo partiti da poco prima di Pera di Fassa per salire verso il rifugio Gardeccia e il Rif. Vajolet, salita già conosciuta e già percorsa varie volte, fino al rif. Principe.
Il piacere che si prova ad ammirare la bellezza dei luoghi e i colori autunnali è amplificato dalla pace che si respira in questa stagione, sembra quasi che le montagne e i boschi tirino un sospiro di sollievo, dopo linvasione dei turisti, che nei mesi estivi da queste parti sono veramente tantissimi.
Purtroppo non ero molto in forma, da venerdi sera mi sembrava già di covare qualcosa di simile ad uninfluenza per fortuna laspirina e la voglia di andare in montagna hanno fatto miracoli e sono riuscito a fare lo stesso la gita ..però alle prime rampe del Vajolet, che altre volte ho superato in bici quasi completamente, sono sceso senza vergogna e ho spinto la bici .pazienza ..tra laltro la strada è molto rovinata e anche con buona gamba devessere molto difficile salire in ogni caso il giro è lungo, la bici non è più leggera come una volta (ma vuoi mettere come va in giù?) .quindi conviene risparmiare muscoli e polmoni.
Dal Vajolet al Principe invece hanno fatto il sentiero nuovo e si pedala parecchio, meno male.
Incredibilmente il rifugio era ancora aperto (ultimo giorno ieri) e abbiamo innaffiato i nostri due panini a testa con ottima birretta, complimenti al Gestore per i restauri del rifugio e per la simpatia e gentilezza!
Ma poi è venuto il bello! Le altre volte da qui eravamo saliti bici in spalla fino al passo Antermoia e poi scesi in val de Dona, anche quello bellissimo giro ma la discesa dal punto di vista ciclistico non è proprio da 110 e lode
Stavolta invece il programma era quello di scendere a nord, verso il Rif. Bergamo e la Val Ciamin .questa discesa era un po unincognita .mi pare che nessuno del forum lavesse già provata, a parte Dallas (& C.) che lavevano percorsa ma in salita!!!!! Bestiale! inoltre cera anche il dubbio su quanta neve avremmo trovato ..però ero abbastanza fiducioso che non fosse troppa .infatti, anche se a inizio ottobre da queste parti ne aveva fatta quasi mezzo metro, dopo tre settimane di bel tempo e di caldo la maggior parte si era sciolta e la poca rimasta era diventata abbastanza compatta da poter essere calcata dalle gomme della bici (in pratica un ottimo firn vellutato! ma che va ben per la bici non per la tavola!!!!!)
A parte un piccolo tratto ripido e ghiaioso infatti siamo riusciti a scendere in bici tutto il ghiaione giù per la neve sulla massima pendenza .provando anche a fare delle curve bloccando la ruota dietro .divertentissimo! anzi forse siamo andati meglio con la neve che senza dato che il sentiero è molto ripido e ghiaioso ..
Ad un certo punto cè la possibilità di tenere il sentiero sulla destra e fare un giro un po più largo .forse è meglio fare così perché invece noi siamo andati dritti e siamo incappati in un piccolo tratto con grossi massi che costringe a scendere dalla bici ..
Superato questo, il sentiero diventa facile e, dopo aver documentato qualche numero acrobatico di lachiliuc,
e dopo un tratto di vero ciclo alpinismo (ovviamente mi ero dimenticato in macchina la cinghia per le bici )
siamo arrivati al Rif. Bergamo. Da qui comincia un single track molto tecnico, con alcuni tratti esposti (a momenti lachiliuc perdeva la bici nel burrone o peggio ci finiva anche lui .) con gradoni, sassi e radici che richiederebbe capacità superiori alle mie e direi anche escursioni superiori a 130 mm ..
Comunque ci è piaciuto molto e da parte mia devo ammettere che qualche gradone in più del solito lho passato bene
La difficoltà del sentiero non accenna a diminuire finche non si incontra la sterrata della val Ciamin, lungo la quale si incontrano varie sorgenti di acqua fresca.
Un giro così poteva non avere difetti? Impossibile! Infatti, una volta arrivati sulla strada asfaltata che da Tires risale al Passo Nigra, per tornare in Val di Fassa ci sono poche alternative al bitume, soprattutto se si è stanchi (e noi, dopo 1300 m di salita e altrettanti di discesa e non certo facili, lo eravamo parecchio, con o senza mezza influenza ) e se fa buio presto ..quindi abbiamo spento il cervello e con tanta pazienza ci siamo sparati tutti i km di asfalto che bisognava fare ..per fortuna il dislivello non è molto .circa 500 m .ma la strada è lunga ..
Lo smaronamento finisce al Passo Costalunga, dove comincia la discesa (o quasi cè ancora qualche km di falsopiano uff!!!) almeno il panorama è sempre da urlo
Varianti possibili: con un buon (ma tanto!) allenamento e voglia si può tornare al Costalunga per le sterrate che abbondano in zona
oppure lasciare unauto o farsi venire a prendere oppure informarsi se gli autobus (che abbiamo visto passare) caricano anche le bici.
Altra possibilità: con limpianto del rif. Fronza funzionante (ma eviterei assolutamente agosto, anche per la questione divieti, soprattutto in parte trentina) si possono provare i sentieri 549 e 552
Si può anche scendere a Moena per il sentiero 520, facile ma divertente, solo che poi cè sempre i rientro a Pera di Fassa in strada o in pista ciclabile.
Siamo partiti da poco prima di Pera di Fassa per salire verso il rifugio Gardeccia e il Rif. Vajolet, salita già conosciuta e già percorsa varie volte, fino al rif. Principe.
Il piacere che si prova ad ammirare la bellezza dei luoghi e i colori autunnali è amplificato dalla pace che si respira in questa stagione, sembra quasi che le montagne e i boschi tirino un sospiro di sollievo, dopo linvasione dei turisti, che nei mesi estivi da queste parti sono veramente tantissimi.
Purtroppo non ero molto in forma, da venerdi sera mi sembrava già di covare qualcosa di simile ad uninfluenza per fortuna laspirina e la voglia di andare in montagna hanno fatto miracoli e sono riuscito a fare lo stesso la gita ..però alle prime rampe del Vajolet, che altre volte ho superato in bici quasi completamente, sono sceso senza vergogna e ho spinto la bici .pazienza ..tra laltro la strada è molto rovinata e anche con buona gamba devessere molto difficile salire in ogni caso il giro è lungo, la bici non è più leggera come una volta (ma vuoi mettere come va in giù?) .quindi conviene risparmiare muscoli e polmoni.
Dal Vajolet al Principe invece hanno fatto il sentiero nuovo e si pedala parecchio, meno male.
Incredibilmente il rifugio era ancora aperto (ultimo giorno ieri) e abbiamo innaffiato i nostri due panini a testa con ottima birretta, complimenti al Gestore per i restauri del rifugio e per la simpatia e gentilezza!
Ma poi è venuto il bello! Le altre volte da qui eravamo saliti bici in spalla fino al passo Antermoia e poi scesi in val de Dona, anche quello bellissimo giro ma la discesa dal punto di vista ciclistico non è proprio da 110 e lode
Stavolta invece il programma era quello di scendere a nord, verso il Rif. Bergamo e la Val Ciamin .questa discesa era un po unincognita .mi pare che nessuno del forum lavesse già provata, a parte Dallas (& C.) che lavevano percorsa ma in salita!!!!! Bestiale! inoltre cera anche il dubbio su quanta neve avremmo trovato ..però ero abbastanza fiducioso che non fosse troppa .infatti, anche se a inizio ottobre da queste parti ne aveva fatta quasi mezzo metro, dopo tre settimane di bel tempo e di caldo la maggior parte si era sciolta e la poca rimasta era diventata abbastanza compatta da poter essere calcata dalle gomme della bici (in pratica un ottimo firn vellutato! ma che va ben per la bici non per la tavola!!!!!)
A parte un piccolo tratto ripido e ghiaioso infatti siamo riusciti a scendere in bici tutto il ghiaione giù per la neve sulla massima pendenza .provando anche a fare delle curve bloccando la ruota dietro .divertentissimo! anzi forse siamo andati meglio con la neve che senza dato che il sentiero è molto ripido e ghiaioso ..
Ad un certo punto cè la possibilità di tenere il sentiero sulla destra e fare un giro un po più largo .forse è meglio fare così perché invece noi siamo andati dritti e siamo incappati in un piccolo tratto con grossi massi che costringe a scendere dalla bici ..
Superato questo, il sentiero diventa facile e, dopo aver documentato qualche numero acrobatico di lachiliuc,
e dopo un tratto di vero ciclo alpinismo (ovviamente mi ero dimenticato in macchina la cinghia per le bici )
siamo arrivati al Rif. Bergamo. Da qui comincia un single track molto tecnico, con alcuni tratti esposti (a momenti lachiliuc perdeva la bici nel burrone o peggio ci finiva anche lui .) con gradoni, sassi e radici che richiederebbe capacità superiori alle mie e direi anche escursioni superiori a 130 mm ..
Comunque ci è piaciuto molto e da parte mia devo ammettere che qualche gradone in più del solito lho passato bene
La difficoltà del sentiero non accenna a diminuire finche non si incontra la sterrata della val Ciamin, lungo la quale si incontrano varie sorgenti di acqua fresca.
Un giro così poteva non avere difetti? Impossibile! Infatti, una volta arrivati sulla strada asfaltata che da Tires risale al Passo Nigra, per tornare in Val di Fassa ci sono poche alternative al bitume, soprattutto se si è stanchi (e noi, dopo 1300 m di salita e altrettanti di discesa e non certo facili, lo eravamo parecchio, con o senza mezza influenza ) e se fa buio presto ..quindi abbiamo spento il cervello e con tanta pazienza ci siamo sparati tutti i km di asfalto che bisognava fare ..per fortuna il dislivello non è molto .circa 500 m .ma la strada è lunga ..
Lo smaronamento finisce al Passo Costalunga, dove comincia la discesa (o quasi cè ancora qualche km di falsopiano uff!!!) almeno il panorama è sempre da urlo
Varianti possibili: con un buon (ma tanto!) allenamento e voglia si può tornare al Costalunga per le sterrate che abbondano in zona
oppure lasciare unauto o farsi venire a prendere oppure informarsi se gli autobus (che abbiamo visto passare) caricano anche le bici.
Altra possibilità: con limpianto del rif. Fronza funzionante (ma eviterei assolutamente agosto, anche per la questione divieti, soprattutto in parte trentina) si possono provare i sentieri 549 e 552
Si può anche scendere a Moena per il sentiero 520, facile ma divertente, solo che poi cè sempre i rientro a Pera di Fassa in strada o in pista ciclabile.