Come dice chi mi precede, le motivazioni possono essere molte.
Il composito non è come il metallo. Il primo se cede perché difettato si crepa a fronte di un carico applicato che non è in grado di reggere "sul momento"; il composito di fatto non cede per fatica, non in tempi paragonabili alla vita del prodotto, se non altro. Un telaio in lega di alluminio può cedere di schianto se il difetto è "pesante" o può durare anni nei quali una cricca cresce per effetto di fatica del materiale.
Ne viene dunque che, a meno che tu non utilizzi la bici davvero poco e solo per andare a fare la spesa, se hai un telaio in composito dovresti verificare in tempi relativamente brevi se c'è qualcosa che non va. Lo stesso non vale per i telai in lega di alluminio (che pure sono soggetti a fatica in tempi più brevi di quelli in acciaio o lega di titanio).
Ci sono sicuramente molte altre spiegazioni, che hanno a che fare con il taglio dei costi, la qualità e la gestione della garanzia. Ad esempio, un tempo i telai in composito erano appannaggio praticamente solo degli agonisti. Aveva senso una garanzia a vita per gente che li cambiava ogni stagione? Ora che i telai in composito sono accessibili anche al ciclista della domenica, che non lo sfrutta mai a pieno, ha senso una garanzia a vita?
La risposta a queste due domande dipende molto dalla strategia di marketing dell'azienda, e non denota necessariamente una qualità inferiore del prodotto ma anche/solo una gestione diversa della qualità e dell'immagine.