Vogliamo dire alcune cose riguardo ai fatti di domenica a Castel del Rio. Mi ero perso la discussione iniziale perchè è stata aperta in una parte del forum non idonea. C'è la sezione dh/castel del rio apposta, dove la mettiamo la discussione, in AAA cercasi?
Io (Daniele) sono uno dei due corridori che erano davanti all'incriminato "missile" e che si è trovato coinvolto nella bagarre. Innanzitutto, arrivo al muretto/droppettino del tratto finale e sbuca una persona che mi urla di rallentare. Non lo vedo, perchè è fuori dal campo visivo, focalizzato sul percorso, ma lo sento. Perchè rallentare? Mi viene da pensare che visto il tratto pericoloso e le varie cadute, raccomandino attenzione e io un pò rallento (comunque la mia andatura è sempre entro il mio limite, mi è cara la pelle !), quello si mette a urlare di più, ma io sono sul drop e che faccio, freno e cappotto?, così tiro diritto e solo dopo capisco che forse è successo qualcosa, ma mancano pochi metri all'arrivo e mi tolgo dal mezzo, non sono mica matto a fermarmi sotto al drop con il pilota che segue alle costole e anche lui più o meno impossibilitato a fermarsi e con dietro il "missile" che ci carica tutti quanti. All'arrivo, cento metri sotto, i cronometristi sono nel pallone, dicono di fermare la gara, ma cosa fermano?. Sono rimasti quattro o cinque concorrenti e anche telefonando l'ordine alla partenza, quanti ne avrebbero bloccati, con la successione di 30 secondi uno dall'altro, forse neanche uno, erano già tutti in strada.
Il problema è stato tutto di comunicazione fra gli addetti. I cronometristi all'arrivo non sanno cosa è successo sul percorso e così pure gli addetti alla partenza. Si sà solo che qualcuno è caduto, ma non se è grave oppure no, e fermare la gara se poi è un falso allarme non è il caso, come pure non fermarla non è il caso , se poi succede che il tipo è grave e muore o peggio. Il tipo è caduto, credeva di essersi fatto molto male (chi non lo crede, a botta calda?), e si è fatto prendere dal panico, per cui anzichè cercare di capire cosa gli sia successo, si è messo a urlare e non ha pensato a scansarsi anche solo qualche metro da dove era; le persone attorno a lui si sono fatte prendere dal panico pure loro, pensando che fosse grave e quindi non utile spostarlo e si sono messe in mezzo alla pista, per giunta in un punto pericoloso, a sbraitare. Per fermare i concorrenti, se non c'è un marshal, occorre il buon senso di risalire al primo punto idoneo, quindi parecchi metri PRIMA di un drop o una curva e urlare cose chiare, tipo INCIDENTE, FERMA, non rallenta (che cavolo vuole dire? invito alla prudenza?) e soprattuto non mettersi in mezzo in punti non visibili o pericolosi in quanto il pilota spesso è talmente impegnato a guardare i pochi metri davanti a lui che non si accorge di ciò che succede vicino a lui; io ad esempio il caduto non l'ho neanche visto (era sulla variante?) . Quindi IMPORTANTISSIMO se non si riesce a fermare la gara, non stare in mezzo al percorso, se non si vuole cercare di ammazzare anche quelli che seguono. Altra cosa: se gli addetti all'ambulanza chiamati a fronteggiare le emergenze in una gara di mountain bike, che notoriamente si svolge in impervi sentieri di montagna, la montagna la vedono solo in vacanza ad agosto e non riescono a trasportare un ferito a 100 metri dall'automezzo, cosa succede se il morituro si trova a 1 chilometro di salita scoscesa e fangosa in mezzo agli alberi, dove non atterra neppure l'elicottero? Meglio sarebbe affidarsi da subito al soccorso alpino o a addetti del 118 competenti in questo settore.
Comunque, al di là di tutto, a una gara ci si và per gareggiare, per cui se un corridore si iscrive a una GARA per non viverla come tale, COSA CI VA A FARE? Meglio se se ne sta a casina sua a raidare coi suoi compagni di notti in bianco e fiumi di birra. Per chi corre serve determinazione,riflessi pronti, controllo emotivo e poche storie.
Ciao a tutti, stavolta siamo lunghetti! Ora tocca alla mia esperienza! Sono Gloria, in primis saluto tutti e tutte, un caloroso abbraccio all'amico Muflone (nome mai azzeccato così bene, eheheheheh!), che ha portato sana la pelle a casa, non è poco.
Sono scesa tra gli ultimi, a causa di un problema alla bici, per fortuna risolto, ma tardando la mia seconda manche alla fine. Tutto bene, grazie alle splendide gomme scelte (qualcosa da ridire sul rilancio della bici, ma non si può avere tutto dalla vita, in salita probabilmente se l'avessi spinta a piedi sarei andata più veloce!), il percorso non mi ha dato strane soprese, giunta alla parte finale, intravedo Barbara che mi suggerisce prudenza. Scendo dal piccolo muretto e tutti iniziano a suggerirmi di rallentare (a me?), la prima cosa che ho pensato nell'annebbiamento della fatica è stato: sanno che a casa mi aspettano due bambine e raccomandano attenzione, oppure scendo così spedita che...non è il mio caso! Mah! Ad ogni modo ho riattivato tutta la mia concentrazione, sul terreno, credevo che le raccomandazioni fossero legate "solo" al disastro che nel frattempo era avvenuto agli ultimi metri del percorso, quindi la prudenza per me andava bene. In effetti pareva che fossero passati a scrofolare un migliaio di cinghiali. Ma vi garantisco che non ho visto nessun ferito, non ho capito nulla di ciò che stesse accadendo. A me raccomandare la prudenza ha fatto bene, ma non sono tutti col cervello sintonizzato sull'onda di questi messaggi e non vedere nulla di strano se non tanto fango, una persona effettivamente può fare davvero fatica a comprendere che le voci, poco professionali, ma solo spaventate suggeriscono altro.
Sono felice che sia andato tutto bene. Le polemiche lasciano davvero il tempo che trovano e nessuno di noi potrebbe mai riuscire a trovare un accordo, se non per stilare un LINGUAGGIO COMUNE, per cui PERICOLO è PERICOLO e non una parola variabile solo dal tono di drammaticità che ciascuno di noi sa portare alla propria voce. Non basta! Il pilota potrebbe essere solo confuso e distolto dalla importante concentrazione che in quei momenti necessita e che non lo rende fenomeno al cospetto di cronometro , ma nel gestire tutto un insieme di cose che vanno sempre incastrate.
Faccio gare da due anni, è poco , ma dopo anni di alpinismo capisco cosa significhi avere la testa a posto. La dh non perdona nessuno di noi e non è nemmeno però scontato ( e nemmeno giustificati) dire che non stiamo facendo l'uncinetto! Non ci si può improvvisare dei fenomeni o sperare nei miracoli, anche se alle volte ci sono per fortuna anche questi. Chi crede che scendere in una gara non faccia la differenza, se si ha mangiato bene o dormito bene la notte prima si sbaglia, non voglio fare la moralista, ma ammettiamo che sono davvero pochi coloro che si possono permettere il lusso di gestire il proprio corpo con tanta facilità. Improvvisare passaggi o sequenze alle volte va bene, ma alla stragrande maggioraza di noi, molte volte lascia brutti segni, più alla testa che al corpo. Ancora prima di additare organizzatori, cronometristi suggerirei a ciascuno di noi un atto di coscienza, nel momento esatto in cui ci iscrive ad una gara di dh, poi ok ci sta tutto il resto! Altrimenti ben venga altro genere di svago, a ciscuno il suo, senza limite in questo, purché ciò che decidiamo non vada MAI A MOLESTARE gli altri e le scelte diverse che ciascuno di noi vuole fare del poco, esiguo tempo che si ha a disposizione.
Io sto bene in casa a cucire, come in bici e nei percorsi facili o duri, sto bene con gli amici come sola, mi dispiace per tutti coloro che si pongono il limite alle proprie possibilità di divertimento! Giudicando gli altri soprattutto! Un abbraccio a tutti e a tutte.