Un po' di storia, per ricordare a tutti noi come un grande Paese e un grande sport (come quello del ciclismo) è fatto da uomini straordinari ora dimenticati, ma che dovrebbero essere ricordati da tutti perchè possano tracciare ancora con le loro gesta un esempio ripercorribile da tutti in un'epoca dominata da egoismi e superficialità che come non mai abbisogna di sentimenti in cui credere e ideali da inseguire sulle orme di grandi uomini.
Questa è la stpria di Enrico Toti eroe della prima guerra mondiale e del ciclismo italiano.
Romano di nascita, perse una gamba in seguito ad un incidente ferroviario.
Da allora, con l'uso di una protesi (era il 1907) si costruì una bicicletta e fece il giro dell'Europa sconfinando in Libia.
Arruolatosi tra i bersaglieri in bicicletta, morì da eroe nella battaglia di Monfalcone sull'Isonzo il 2 agosto 1916 dopo che, già colpito due volte dalle pallottole austriache, saltò fuori dalla trincea e gettò la stampella contro il nemico gridando "Nun moro mai,Viva l'italia viva i Bersaglieri".
Colpito da un terzo colpo spirò.
Questa è la stpria di Enrico Toti eroe della prima guerra mondiale e del ciclismo italiano.
Romano di nascita, perse una gamba in seguito ad un incidente ferroviario.
Da allora, con l'uso di una protesi (era il 1907) si costruì una bicicletta e fece il giro dell'Europa sconfinando in Libia.
Arruolatosi tra i bersaglieri in bicicletta, morì da eroe nella battaglia di Monfalcone sull'Isonzo il 2 agosto 1916 dopo che, già colpito due volte dalle pallottole austriache, saltò fuori dalla trincea e gettò la stampella contro il nemico gridando "Nun moro mai,Viva l'italia viva i Bersaglieri".
Colpito da un terzo colpo spirò.