Enrico Toti

zeratul

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Un po' di storia, per ricordare a tutti noi come un grande Paese e un grande sport (come quello del ciclismo) è fatto da uomini straordinari ora dimenticati, ma che dovrebbero essere ricordati da tutti perchè possano tracciare ancora con le loro gesta un esempio ripercorribile da tutti in un'epoca dominata da egoismi e superficialità che come non mai abbisogna di sentimenti in cui credere e ideali da inseguire sulle orme di grandi uomini.

Questa è la stpria di Enrico Toti eroe della prima guerra mondiale e del ciclismo italiano.

Romano di nascita, perse una gamba in seguito ad un incidente ferroviario.
Da allora, con l'uso di una protesi (era il 1907) si costruì una bicicletta e fece il giro dell'Europa sconfinando in Libia.

Arruolatosi tra i bersaglieri in bicicletta, morì da eroe nella battaglia di Monfalcone sull'Isonzo il 2 agosto 1916 dopo che, già colpito due volte dalle pallottole austriache, saltò fuori dalla trincea e gettò la stampella contro il nemico gridando "Nun moro mai,Viva l'italia viva i Bersaglieri".

Colpito da un terzo colpo spirò.
 

Wu Ming

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Sperando che il tuo sia uno scherzo, la lezione che ho imparato io è:

INTESA:morti circa 5.165.000 militari e 3.155.000 civili, 13.990.000 feriti.

IMPERI CENTRALI:morti circa 3.385.000 militari e 3.485.000 civili, 8.390.000 feriti.
(fonte Wikipedia)
 

zeratul

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Non ho certo voluto inneggiare alla guerra ma solo allo spirito e al coraggio indomito di una persona che pur senza una gamba ha fatto cose che molti non avrebbero il coraggio neanche di immaginare.
L'esempio non è andare in guerra ma quello di vivere la propria vita affrontando tutti gli ostacoli che ci sipongono innanzi con forza, senza rassegnarsi mai al proprio stato.
sono stato sufficentemente chiaro stavolta?
 
Non ho certo voluto inneggiare alla guerra ma solo allo spirito e al coraggio indomito di una persona che pur senza una gamba ha fatto cose che molti non avrebbero il coraggio neanche di immaginare.
L'esempio non è andare in guerra ma quello di vivere la propria vita affrontando tutti gli ostacoli che ci sipongono innanzi con forza, senza rassegnarsi mai al proprio stato.
sono stato sufficentemente chiaro stavolta?

Ed è un messaggio che condivido per il quale sarebbero bastati i primi 3 paragrafi del primo intervento .

I successivi due invece chiamano automaticamente un intervento come quello di Wu Ming .
 
D

dolomia

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momento: sono pacifista dalla nascita (sarà anche perché il mio babbo è una vittima CIVILE di guerra?). Però credo si debba ricordare che TOTI in quel momento difendeva i confini dell'Italia da una invasione. E che lo fece pur invalido e intignando, perché la stampella non la lanciò (se lo fece) in quanto desideroso di copertine della Domenica del Corriere, ma perché aveva finito le pallottole (i soldati si mandavano al fronte con armi risibili e dotazioni irrilevanti) e la stampella era l'unico attrezzo contundente rimastogli.

Credo che se vi stesse arrivando addosso la carica dei settecento e foste disarmati gli tirereste probabilmente anche voi qualsiasi cosa, biga compresa.

Poi continuiamo pure a osteggiare la guerra in tutti i modi (ma soprattutto provando a costruire la pace: e c'è dei modi quotidiani e normalissimi per farlo, credo). Ma quella è la storia significativa di una patria che non c'era, come non c'era e non c'è un Grande paese; ma forse c'era un Bel paese, una città, una famiglia, una idea di futuro e qualcuno si giocava la vita per difenderla.
 
D

dolomia

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e al proposito vi chiedo una conferma: mi pare che tutti gli eroi bellici che ricordiamo in piazze, strade, monumenti.. siano caduti tutti in posizione difensiva, mai all'attacco. sbaglio? ditemi che non sbaglio, sarebbe di una certa consolazione.
 

G i a n

Biker perfektus
9/11/06
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Jesolo (VE)
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momento: sono pacifista dalla nascita (sarà anche perché il mio babbo è una vittima CIVILE di guerra?). Però credo si debba ricordare che TOTI in quel momento difendeva i confini dell'Italia da una invasione. E che lo fece pur invalido e intignando, perché la stampella non la lanciò (se lo fece) in quanto desideroso di copertine della Domenica del Corriere, ma perché aveva finito le pallottole (i soldati si mandavano al fronte con armi risibili e dotazioni irrilevanti) e la stampella era l'unico attrezzo contundente rimastogli.

Credo che se vi stesse arrivando addosso la carica dei settecento e foste disarmati gli tirereste probabilmente anche voi qualsiasi cosa, biga compresa.

Poi continuiamo pure a osteggiare la guerra in tutti i modi (ma soprattutto provando a costruire la pace: e c'è dei modi quotidiani e normalissimi per farlo, credo). Ma quella è la storia significativa di una patria che non c'era, come non c'era e non c'è un Grande paese; ma forse c'era un Bel paese, una città, una famiglia, una idea di futuro e qualcuno si giocava la vita per difenderla.

......quotissimo...
 

Wu Ming

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Torniamo a terra, ecco un eroe, uno che mi ispira più di Enrico Toti, pace all'anima sua:

http://www.solobike.it/visualizzanotizia.php?0&pag=47&qstr=&tiponotizia=&tiporicerca=&news_id=24083

Dolomia: mi spiace deluderti, ma alla stragrande maggioranza dei ragazzi "italiani" che sono andati alla prima guerra mondiale non fregava nulla della patria etc. (basta leggere qualche testimonianza tipo "Un anno sull'altipiano" "il mondo dei vinti" etc.) , semplicemente venivano fucilati se non andavano all'assalto, molti non parlavano neanche l'italiano e venivano mandati a combattere a mille chilometri dalla loro "patria", fanno eccezione gli irredentisti tridentini, i nazionalisti convinti (perlopiù gente istruita con ruoli di comando) e gli esaltati.
 
D

dolomia

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Torniamo a terra, ecco un eroe, uno che mi ispira più di Enrico Toti, pace all'anima sua:

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Dolomia: mi spiace deluderti, ma alla stragrande maggioranza dei ragazzi "italiani" che sono andati alla prima guerra mondiale non fregava nulla della patria etc. (basta leggere qualche testimonianza tipo "Un anno sull'altipiano" "il mondo dei vinti" etc.) , semplicemente venivano fucilati se non andavano all'assalto, molti non parlavano neanche l'italiano e venivano mandati a combattere a mille chilometri dalla loro "patria", fanno eccezione gli irredentisti tridentini, i nazionalisti convinti (perlopiù gente istruita con ruoli di comando) e gli esaltati.

fratello, mi tocca quotarti nonostante l'apparente dissidio.. ho detto non a caso "una patria che non c'era". o-o
 

Billo

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18/1/05
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Nella Fucina di eroi.
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Torniamo a terra, ecco un eroe, uno che mi ispira più di Enrico Toti, pace all'anima sua:

http://www.solobike.it/visualizzanotizia.php?0&pag=47&qstr=&tiponotizia=&tiporicerca=&news_id=24083

Dolomia: mi spiace deluderti, ma alla stragrande maggioranza dei ragazzi "italiani" che sono andati alla prima guerra mondiale non fregava nulla della patria etc. (basta leggere qualche testimonianza tipo "Un anno sull'altipiano" "il mondo dei vinti" etc.) , semplicemente venivano fucilati se non andavano all'assalto, molti non parlavano neanche l'italiano e venivano mandati a combattere a mille chilometri dalla loro "patria", fanno eccezione gli irredentisti tridentini, i nazionalisti convinti (perlopiù gente istruita con ruoli di comando) e gli esaltati.

purtroppo è come dici te, ma da buon conoscitore della prima guerra mondiale (italiana ovviamente) quale mi reputo, è innegabile l'abnegazione dei tanti, perlomeno di quelli di cui vengono narrate le storie. sopratutto sul fronte alpino, di cui ho molti libri a casa,ci sono storie esemplari.
perlomeno a me affascinano e inorridiscono allo stesso tempo. in cima all'ortles o all'adamello in inverno per tre anni, con i vestiti di cento anni fa...brrrrrrrr
 

bambasoft

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27/9/05
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Sembra che Toti che ha scorrazzato per il carso sopra a casa mia, fosse uno un po' scemo del villaggio e nemmeno arruolato, ma visto la sua simpatia verso i soldati, gli fu data una vecchia divisa...... poi la caduta in battagia e tutto il resto del racconto, con chissà quali storpiature e l'immolazione a eroe.
Meno male che sono passati cento anni da queste commedie.
Fate l'amore e non la guerra.
No ai cannoni, ma fatevi i cannoni..........:mrgreen:
 

Wu Ming

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purtroppo è come dici te, ma da buon conoscitore della prima guerra mondiale (italiana ovviamente) quale mi reputo, è innegabile l'abnegazione dei tanti, perlomeno di quelli di cui vengono narrate le storie. sopratutto sul fronte alpino, di cui ho molti libri a casa,ci sono storie esemplari.
perlomeno a me affascinano e inorridiscono allo stesso tempo. in cima all'ortles o all'adamello in inverno per tre anni, con i vestiti di cento anni fa...brrrrrrrr


condivido l'"affascinano ed inorridiscono", l'ammirazione per l'abnegazione di certi soldati, mossi più da umana solidarietà che da "slancio guerresco ed amor di patria" (come per la storia di Sepp Innerkofler e del recupero del suo corpo);
PERO' mi risulta che quei poveri cristi non erano là per scelta (come gli equivalenti tirolesi, che difendevano le loro valli) ma col moschetto dei carabinieri pronto a fucilare alla schiena i disertori.
Insomma, di eroi ne abbiamo tanti tra i pacifici italiani illustri (..Poeti, Esploratori, Inventori, Scienziati, Artisti, Industriali..) e lascerei gli eroi di guerra a chi non ha di meglio e più utile al genere umano.

Poi Il mio eroe MTB è il ragazzo del link http://www.solobike.it/visualizzanotizia.php?0&pag=47&qstr=&tiponotizia=&tiporicerca=&news_id=24083
 

zeratul

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Ci rinuncio!
continuate a non voler capire il senso del messaggio....forse è colpa mia che ho colorato di eccessivo patriottismo il messaggio.
Vabbhè! Spero che l'immagine dell'atleta disabile Brett Wolfe, sopra suggeritaci, metta tutti d'accordo...........
 

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