Ciao a tutti,
due pensieri veloci sulla discussione.
Concordo sull'enfasi esagerata data agli anni di sviluppo, comunque in IBIS ci lavorano da 6 anni, non è marketing.
Sono partiti con un'idea di DW Link ad eccentrico (un progetto di Dave Weagle del 2005) e pian piano la hanno sviluppata passando da diversi step tra i quali l'idea di fare una bici in cui letaglie piccole fossero 26" e le grosse 29". Durante lo sviluppo sono intervenuti diversi cambiamenti nella componentistica a disposizione delle 29", forcelle in particolare che hanno ridotto la sezione "tapered" del cannotto, che hanno permesso di ripensare ad una bici da 29" con un tubo sterzo sufficientemente corto da non compromettere il posizionamento del rider sulle taglie piccole (S ed M). Altro elemento fondamentale, la possibilità di raggiungere una quota di trail che garantisse guidabilità alla bici.
Per IBIS era ed è importante la qualità della guida. E' un elemento su cui IBIS non scende a compromessi. Chi ha una IBIS o ne ha provata una può esprimersi in tal senso.
Ci sono poi alcuni altri elementi quali la scelta di una posizione del fulcro principale "pensata" intorno ad una corona da 33, cioè che renda il massimo tra 32 e 34 e pensata esperessamente per l'uso con la doppia. La rapportatura più piccola rispetto alle 26 crea inoltre un altro problema nella zona di montaggio del deragliatore che deve essere abbastanza lontano dal fodero basso quando questo va a fine corsa.
La soluzione dei link ad eccentrici nel tubo sella risolve in modo pulito anche questo problema, permettendo di attaccare il deragliatore direttamente sul carro che risulta ben più compatto e rigido, di conseguenza.
Sempre il sistema ad eccentrici annegati nel tubo sella presenta un paio di ulteriori vantaggi quali peso (circa 140gr in meno del DW Link della SL-R), maggiore rigidità, migliore protezione dagli agenti atmosferici e dagli "spruzzi della ruota" e maggiore spazio per i componenti che ruotano "attorno" alla zona del sistema di sospensione.
Concordo che a prima vista sia diversa da ciò che siamo abituati a vedere da IBIS, la Mojo disegnata da Roxy nel 2005 è ancora un punto di riferimento nel design delle MTB moderne. Ma credo che chi la definisce una copia della Specy non abbia davvero approfondito i dettagli.
Per IBIS la genesi di una bici è un processo diverso da quello che percorrono le aziende che fanno grosse produzioni in serie e che sono costrette a cambiare con grande frequenza i modelli, vendendo una supposta "rivoluzione" per una piccola evoluzione ben supportatata dalla comunicazione.
Ritengo che oggi
Specialized,
Cannondale,
Trek, GT, Giant e molti altri marchi europei facciano ottimi mezzi, performanti anche oltre le possibilità dei molti biker che le acquistano (me compreso) ma ritengo anche, concedetemelo, che un'IBIS sia qualcosa di diverso. Perché sono diverse le motivazioni che Hans, Colin, Tom, Roxy e
Scott mettono in ogni loro progetto. Basta pensare che la geometria ed il concetto di base della Mojo SL-R (una delle bici più premiate dalla stampa internazionale) risale al 2004 quando veniva pensata la prima Mojo.
Avrei molte altre cose da raccontare sulla storia di IBIS ma vi lascio con un video di presentazione della Ripley che hanno fatto i ragazzi di BIKE USA:
Ibis Ripley 29er--Bike Magazine's Exclusive "Blueprint" R&D Story - YouTube
PS: se qualcuno sa come embeddarlo nel topic lo faccia pure, non avendolo mai fatto non mi cimento alle 11 di sera.
Notte