Disintossicarsi…
da Roma,
dal traffico,
dalle file a sorpresa neanche tanto sul raccordo,
dalla metro carro bestiame,
dall’esasperato di turno che non è che vuole far presto ma solo prima di te,
da quella stanza dove passi 8 ore,
dalla voglia che la giornata finisca presto.
Intossicarsi…
col vento fresco che scende giù dal passo in questa giornata bollente di inizio estate,
con la montagna verde e immensa tutt’intorno,
con gli scorci nebbiosi della parete scura dove è successo qualcosa che ti ha fermato la vita e sembra ormai tanto lontano… tanto vicino,
col senso di vuoto prima della discesa,
con ognuno dei sassi del sentiero,
con le placconate di calcare friabile che vorresti passarci sopra con la bici ma … magari la prossima volta,
con i faggi piegati a valle dal peso della neve che reggono ogni inverno sul pendio,
con il tappeto spesso di foglie secche,
con la danza dei tornantini, che sembrano non finire più ma quando poi finiscono ne vorresti ancora,
con la foresta tolkiniana popolata di massoni coperti di muschio, piena di fruscii e di invisibili presenze,
col verde straripante della campagna,
col calore che emana profumi intensi,
col fresco dei guadi sui ruscelli,
col sudore sotto la plastica delle protezioni,
con la compagnia degli amici di oggi e col ricordo indelebile di quelli di ieri.
Questa giornata resterà con me per sempre.
24 giugno: Vado di Corno, S.Pietro, Isola
Siamo scesi da lassù...
da Roma,
dal traffico,
dalle file a sorpresa neanche tanto sul raccordo,
dalla metro carro bestiame,
dall’esasperato di turno che non è che vuole far presto ma solo prima di te,
da quella stanza dove passi 8 ore,
dalla voglia che la giornata finisca presto.
Intossicarsi…
col vento fresco che scende giù dal passo in questa giornata bollente di inizio estate,
con la montagna verde e immensa tutt’intorno,
con gli scorci nebbiosi della parete scura dove è successo qualcosa che ti ha fermato la vita e sembra ormai tanto lontano… tanto vicino,
col senso di vuoto prima della discesa,
con ognuno dei sassi del sentiero,
con le placconate di calcare friabile che vorresti passarci sopra con la bici ma … magari la prossima volta,
con i faggi piegati a valle dal peso della neve che reggono ogni inverno sul pendio,
con il tappeto spesso di foglie secche,
con la danza dei tornantini, che sembrano non finire più ma quando poi finiscono ne vorresti ancora,
con la foresta tolkiniana popolata di massoni coperti di muschio, piena di fruscii e di invisibili presenze,
col verde straripante della campagna,
col calore che emana profumi intensi,
col fresco dei guadi sui ruscelli,
col sudore sotto la plastica delle protezioni,
con la compagnia degli amici di oggi e col ricordo indelebile di quelli di ieri.
Questa giornata resterà con me per sempre.
24 giugno: Vado di Corno, S.Pietro, Isola
Siamo scesi da lassù...