cuffietta

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olivia 73

Biker tremendus
7/10/07
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Cupra Marittima (AP)
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Alla mattina mi alzo presto costringendo mio figlio a “levatacce” assurde. Nel giro di ¾ d’ora faccio di tutto. Mi vesto, vesto mio figlio, andiamo a casa dei nonni, che abitano a pochi passi da noi, gli faccio fare colazione, faccio colazione, mi preparo qualcosa per mangiare velocemente e svogliatamente alla pausa pranzo, e alle 7.15 sono già in macchina in direzione LAVORO. Mentre mi faccio 25 km per arrivare alla mia piccola azienda, con la mente vago tra le liste delle cose che dovevo fare prima della mia partenza, nella speranza di non essermi dimenticata nulla, e la mtb e a quello che mi piacerebbe creare per mio figlio, per gli altri, per me. Alle 7.45 sono già al lavoro, di nuovo cambiata. Lavoro in una ditta alimentare come controllo qualità. Ci dobbiamo vestire tutti di bianco, dalla casacca alle scarpe. Niente collane, niente bracciali, niente anelli né orologi. In condizioni del tutto igieniche e per questo anche con una BUFFOSISSIMA cuffietta in testa per i capelli. Per chi non mi conosce questo può sembrare del tutto normale, comune a molte persone. Chi mi conosce a fondo sa, invece, che questo è indice di sofferenza mia, interiore. Amo il sole, amo l’aria aperta, amo i colori vivaci, amo vestire provocando, amo cospargermi di creme profumate e d’estate di brillantini, amo provocare in modo del tutto innocente e smaliziato. Tutto questo è nella mia indole ed è difficile da “nascondere”. Tutta questa NORMALITA’ è inconsueta e strana per me. La cosa che più al mondo odio in questo momento è la cuffia per i capelli. Sono cresciuta con una cugina parrucchiera. Fin da piccola sono stata abituata, grazie a lei, a cambiare look, a cambiare il mio aspetto esteriore a seconda dei miei umori, per non stancarmi di vedermi sempre uguale, giorno dopo giorno. Mia cugina è morta poco più di un anno fa, devastata da un tumore, mangiata nella carne nel giro di 3 mesi ma non nello spirito, perché non ha mai pianto, non si è mai lamentata, non ha mai pensato di non farcela. E’morta con il sorriso in bocca e la speranza negli occhi, continuando fino all’ultimo a fare progetti su viaggi e cene che avrebbe fatto dopo la malattia. Mia cugina (mia sorella per me) si chiamava Giuseppina, Pina per tutti. Con lei è morta una parte di me, quella più speranzosa, quella più solare. Con lei è morta anche parte della mia femminilità e della mia “civetteria”.
Ora ho capelli lunghi che non curo poi molto. Vado dal parrucchiere solo in casi eccezionali ed andarci è comunque un travaglio per me, perché nessuno è come lei, nessuno saprà farmi uscire dal negozio come sapeva farlo lei.
In ogni modo non ha più senso neanche curarli perché i miei capelli ora sono legati e nascosti sotto una cuffia. Insieme alla mia femminilità, nascosta dentro ad una divisa abbondante e del tutto “amorfa”, come è amorfa e totalmente piatta la mia vita di adesso. E così i giorni passano, tutti uguali. L’unico giorno simpatico da un anno e poco più che lavoro qui, è stato un pomeriggio di novembre.
Erano le 16.15 e il mio capo mi chiama e mi dice che dovevo preparare camice e cappelli ad una troupe televisiva della rai, perché stavano facendo un servizio sulle Marche o meglio sul mare delle Marche e su alcune ditte che lavoravano grazie al mare e ai suoi “frutti”. Tra queste c’eravamo anche noi. Non contento del mio “panico” mi dice anche che la presentatrice mi avrebbe sicuramente fatto un intervista. Vedendomi sbiancare mi dice da gran signore di esperienze vissute: “tranquilla Catia, tanto ti faranno dire due parole. Tu dici quello che sai e poi non è detto che ti mandano in onda..tranquilla dai!!!”
Tranquilla un cazzo. La ditta era totalmente sottosopra. La produzione si ferma alle 17 erano ormai le 16.30 e capite bene in che condizioni poteva essere la sala lavorazione. Era il caos allo stato puro. Si respirava aria di stanchezza, di noia, di routine, di voglia di andare a casa, di grigiore come grige erano ormai le divise delle operaie dopo quasi 8 h di lavoro. La troupe è entrata in quelle condizioni, incurante degli animi delle persone, incurante dell’odore penetrante e forte, incurante del rumore e del caos. Doveva fare un servizio e il servizio ci sarebbe stato..in qualsiasi condizione.
In quello scenario apocalittico, le persone che “contano” vengono messe ciascuna al posto giusto, mentre dietro le operaie continuano incessanti il lavoro, macchine sopra altre macchine.
Quando il quadro è più o meno perfetto si accendono i riflettori ed inizia l’intervista e mentre io parlo su come l’azienda lavora e che cosa fa, la mia mente vaga ad un solo pensiero, Il BRUFOLO, causato da stress e maritozzi con la nutella, che giusto giusto la sera prima avevo deciso di schiacciarmi perché non volevo vederlo più. Così facendo però, avevo peggiorato la situazione ed ora eccolo in bella vista, davanti alla RAI. La mia prima intervista, con una cuffietta in testa ed un brufolo al lato del mento. Parlo parlo ma non mi rendo conto di quello che dico e come lo dico perché ho la mente occupata. Finita l’intervista, si spengono le luci, la produzione chiude e tutti vanno negli spogliatoi per cambiarsi, per la terza volta. Io sono la prima di tutte. Mi svesto e mi rivesto nel giro di un secondo; e nel giro di un secondo sono già in macchina. Questa volta nel viaggio di ritorno la mia mente vaga su come raccontare e cosa raccontare di questa avventura ai miei familiari. Decido di tenerla segreta a tutti, eccezione fatta alla cerchia strettissima di parenti ed amici. Passano i giorni, anche questi monotoni e “normali”. Poi arriva l’8 Dicembre, il giorno del servizio sul canale nazionale. Subito dopo il telegiornale danno la notizia, dicendo che “XXXXX” sarebbe stata a San benedetto del Tronto. Sparecchio come meglio capita, ammucchiando i piatti sul lavandino e mi “affondo” sulla poltrona con mio figlio ed aspetto. Il servizio inizia e appena mio figlio mi vede sullo schermo mi dice:”mamma, ma sei davvero in tv!!!”. Non l’ho neanche considerato. Ero concentrata sul mio brufolo in mondo visione. Non stavo attenta a quello che dicevo e non ho visto neanche passare la scritta con il mio nome e cognome ed il mio ruolo nell’azienda. Speravo solo che il servizio così come fosse iniziato finisse, senza tanto clamore e senza tanta “pubblicità”.
Il clamore invece c’è stato; complice il tempo. Quel giorno di festa, infatti, pioveva, anzi diluviava, anzi cadevano dal cielo secchiate d’acqua. Era un tempo di merda. L’unica possibilità di rilassarsi era quello di svagarsi davanti alla televisione. Questo pensiero ce l’hanno avuti in tanti, perché finito il servizio mi sono fioccate telefonate e sms di conoscenti e parenti che mi avevano visto. Tutta Cupra marittima e paesi limitrofi hanno visto il programma. Mamma e babbo erano contenti xchè hanno visto la figlia in tv e xchè hanno avuto una notorietà anche loro, che continua ancora adesso. L’ultimo complimento l’ho avuto circa un mese fa. Ero al supermercato ed ho incontrato una signora. Mi si avvicina e mi dice:”tu sei la figlia di Clelia, vero? Complimenti, ti ho visto in televisione”
Il lunedì seguente all’andata in onda del programma, vado al lavoro ed incontro il mio capo. Mi saluta.era stracontento e come non esserlo del resto. Ha fatto pubblicità alla sua azienda senza sborsare un soldo. Ma per me neanche un grazie o un commento da parte sua; solo il ricordo di una cuffietta in testa, di un brufolo in mondovisione e la speranza che nessuno, navigando su youtube tiri di nuovo fuori questo video.
 

Titti DH

Biker celestialis
8/2/07
7.875
-3
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Osimo-Italy
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...bella storia...giuro x la prima volta non ti prendo in giro...complimenti davvero...ade' xo' non te monta' la testa e non te illude xche tanto quel video lo trovero!:smile:Brava Ca...daje gasse!!!:smile:
 

olivia 73

Biker tremendus
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...bella storia...giuro x la prima volta non ti prendo in giro...complimenti davvero...ade' xo' non te monta' la testa e non te illude xche tanto quel video lo trovero!:smile:Brava Ca...daje gasse!!!:smile:


...anche xchè daje de benzina è troppo costoso sto periodo!!!!!:smile::smile:
...a me non piace invece...come succede sempre ai pasticceri con le torte:smile:...ma ormai te l'avevo promessa e l'ho inserita...in realtà te la volevo fare divertente...ma mi è scappata un pò triste..il punto è che quando "scrivicchi" le tue emozioni escono fuori...e la storia prende forma a seconda delle emozioni...
x la prox aspetto di avere l'umore alle stelle così uscira "comica":smile:
 

Titti DH

Biker celestialis
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...anche xchè daje de benzina è troppo costoso sto periodo!!!!!:smile::smile:
...a me non piace invece...come succede sempre ai pasticceri con le torte:smile:...ma ormai te l'avevo promessa e l'ho inserita...in realtà te la volevo fare divertente...ma mi è scappata un pò triste..il punto è che quando "scrivicchi" le tue emozioni escono fuori...e la storia prende forma a seconda delle emozioni...
x la prox aspetto di avere l'umore alle stelle così uscira "comica":smile:
Almeno gli altri forumendoli capiscono (ma ndo?:smile:) che sei umana...e "quasi NORMALE":omertà:...:smile:
 

BRETT

Biker poeticus
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Alla mattina mi alzo presto costringendo mio figlio a “levatacce” assurde. Nel giro di ¾ d’ora faccio di tutto. Mi vesto, vesto mio figlio, andiamo a casa dei nonni, che abitano a pochi passi da noi, gli faccio fare colazione, faccio colazione, mi preparo qualcosa per mangiare velocemente e svogliatamente alla pausa pranzo, e alle 7.15 sono già in macchina in direzione LAVORO. Mentre mi faccio 25 km per arrivare alla mia piccola azienda, con la mente vago tra le liste delle cose che dovevo fare prima della mia partenza, nella speranza di non essermi dimenticata nulla, e la mtb e a quello che mi piacerebbe creare per mio figlio, per gli altri, per me. Alle 7.45 sono già al lavoro, di nuovo cambiata. Lavoro in una ditta alimentare come controllo qualità. Ci dobbiamo vestire tutti di bianco, dalla casacca alle scarpe. Niente collane, niente bracciali, niente anelli né orologi. In condizioni del tutto igieniche e per questo anche con una BUFFOSISSIMA cuffietta in testa per i capelli. Per chi non mi conosce questo può sembrare del tutto normale, comune a molte persone. Chi mi conosce a fondo sa, invece, che questo è indice di sofferenza mia, interiore. Amo il sole, amo l’aria aperta, amo i colori vivaci, amo vestire provocando, amo cospargermi di creme profumate e d’estate di brillantini, amo provocare in modo del tutto innocente e smaliziato. Tutto questo è nella mia indole ed è difficile da “nascondere”. Tutta questa NORMALITA’ è inconsueta e strana per me. La cosa che più al mondo odio in questo momento è la cuffia per i capelli. Sono cresciuta con una cugina parrucchiera. Fin da piccola sono stata abituata, grazie a lei, a cambiare look, a cambiare il mio aspetto esteriore a seconda dei miei umori, per non stancarmi di vedermi sempre uguale, giorno dopo giorno. Mia cugina è morta poco più di un anno fa, devastata da un tumore, mangiata nella carne nel giro di 3 mesi ma non nello spirito, perché non ha mai pianto, non si è mai lamentata, non ha mai pensato di non farcela. E’morta con il sorriso in bocca e la speranza negli occhi, continuando fino all’ultimo a fare progetti su viaggi e cene che avrebbe fatto dopo la malattia. Mia cugina (mia sorella per me) si chiamava Giuseppina, Pina per tutti. Con lei è morta una parte di me, quella più speranzosa, quella più solare. Con lei è morta anche parte della mia femminilità e della mia “civetteria”.
Ora ho capelli lunghi che non curo poi molto. Vado dal parrucchiere solo in casi eccezionali ed andarci è comunque un travaglio per me, perché nessuno è come lei, nessuno saprà farmi uscire dal negozio come sapeva farlo lei.
In ogni modo non ha più senso neanche curarli perché i miei capelli ora sono legati e nascosti sotto una cuffia. Insieme alla mia femminilità, nascosta dentro ad una divisa abbondante e del tutto “amorfa”, come è amorfa e totalmente piatta la mia vita di adesso. E così i giorni passano, tutti uguali. L’unico giorno simpatico da un anno e poco più che lavoro qui, è stato un pomeriggio di novembre.
Erano le 16.15 e il mio capo mi chiama e mi dice che dovevo preparare camice e cappelli ad una troupe televisiva della rai, perché stavano facendo un servizio sulle Marche o meglio sul mare delle Marche e su alcune ditte che lavoravano grazie al mare e ai suoi “frutti”. Tra queste c’eravamo anche noi. Non contento del mio “panico” mi dice anche che la presentatrice mi avrebbe sicuramente fatto un intervista. Vedendomi sbiancare mi dice da gran signore di esperienze vissute: “tranquilla Catia, tanto ti faranno dire due parole. Tu dici quello che sai e poi non è detto che ti mandano in onda..tranquilla dai!!!”
Tranquilla un cazzo. La ditta era totalmente sottosopra. La produzione si ferma alle 17 erano ormai le 16.30 e capite bene in che condizioni poteva essere la sala lavorazione. Era il caos allo stato puro. Si respirava aria di stanchezza, di noia, di routine, di voglia di andare a casa, di grigiore come grige erano ormai le divise delle operaie dopo quasi 8 h di lavoro. La troupe è entrata in quelle condizioni, incurante degli animi delle persone, incurante dell’odore penetrante e forte, incurante del rumore e del caos. Doveva fare un servizio e il servizio ci sarebbe stato..in qualsiasi condizione.
In quello scenario apocalittico, le persone che “contano” vengono messe ciascuna al posto giusto, mentre dietro le operaie continuano incessanti il lavoro, macchine sopra altre macchine.
Quando il quadro è più o meno perfetto si accendono i riflettori ed inizia l’intervista e mentre io parlo su come l’azienda lavora e che cosa fa, la mia mente vaga ad un solo pensiero, Il BRUFOLO, causato da stress e maritozzi con la nutella, che giusto giusto la sera prima avevo deciso di schiacciarmi perché non volevo vederlo più. Così facendo però, avevo peggiorato la situazione ed ora eccolo in bella vista, davanti alla RAI. La mia prima intervista, con una cuffietta in testa ed un brufolo al lato del mento. Parlo parlo ma non mi rendo conto di quello che dico e come lo dico perché ho la mente occupata. Finita l’intervista, si spengono le luci, la produzione chiude e tutti vanno negli spogliatoi per cambiarsi, per la terza volta. Io sono la prima di tutte. Mi svesto e mi rivesto nel giro di un secondo; e nel giro di un secondo sono già in macchina. Questa volta nel viaggio di ritorno la mia mente vaga su come raccontare e cosa raccontare di questa avventura ai miei familiari. Decido di tenerla segreta a tutti, eccezione fatta alla cerchia strettissima di parenti ed amici. Passano i giorni, anche questi monotoni e “normali”. Poi arriva l’8 Dicembre, il giorno del servizio sul canale nazionale. Subito dopo il telegiornale danno la notizia, dicendo che “XXXXX” sarebbe stata a San benedetto del Tronto. Sparecchio come meglio capita, ammucchiando i piatti sul lavandino e mi “affondo” sulla poltrona con mio figlio ed aspetto. Il servizio inizia e appena mio figlio mi vede sullo schermo mi dice:”mamma, ma sei davvero in tv!!!”. Non l’ho neanche considerato. Ero concentrata sul mio brufolo in mondo visione. Non stavo attenta a quello che dicevo e non ho visto neanche passare la scritta con il mio nome e cognome ed il mio ruolo nell’azienda. Speravo solo che il servizio così come fosse iniziato finisse, senza tanto clamore e senza tanta “pubblicità”.
Il clamore invece c’è stato; complice il tempo. Quel giorno di festa, infatti, pioveva, anzi diluviava, anzi cadevano dal cielo secchiate d’acqua. Era un tempo di merda. L’unica possibilità di rilassarsi era quello di svagarsi davanti alla televisione. Questo pensiero ce l’hanno avuti in tanti, perché finito il servizio mi sono fioccate telefonate e sms di conoscenti e parenti che mi avevano visto. Tutta Cupra marittima e paesi limitrofi hanno visto il programma. Mamma e babbo erano contenti xchè hanno visto la figlia in tv e xchè hanno avuto una notorietà anche loro, che continua ancora adesso. L’ultimo complimento l’ho avuto circa un mese fa. Ero al supermercato ed ho incontrato una signora. Mi si avvicina e mi dice:”tu sei la figlia di Clelia, vero? Complimenti, ti ho visto in televisione”
Il lunedì seguente all’andata in onda del programma, vado al lavoro ed incontro il mio capo. Mi saluta.era stracontento e come non esserlo del resto. Ha fatto pubblicità alla sua azienda senza sborsare un soldo. Ma per me neanche un grazie o un commento da parte sua; solo il ricordo di una cuffietta in testa, di un brufolo in mondovisione e la speranza che nessuno, navigando su youtube tiri di nuovo fuori questo video.

Cappello!

Alla faccia della candida crocerossina. Racconto intimo, molto intimo, profondo e che si legge d'un fiato.

Inutile dire che farò una proficua ricerca su youtube: hai dato molti indizi, non casuali. Narcisa.

Dimmi, sei dei pesci? Ah! Ah! Ah!
 

Musty

Biker paradisiacus
Questa secondo me è la storia dell'anno!

Stupenda, splendida, ironica e quto-ironica ma soprattutto... non è difficile immaginare le scene leggendo la storia!

COMPLIMENTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

P.S.: hai vinto un ritratto con cuffietta in testa e BRUFOLONE! Quando ricompare avvisami :-)
 

olivia 73

Biker tremendus
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Cupra Marittima (AP)
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..il racconto della macchina l'avevo cestinato davvero...e poi oggi pomeriggio l'ho recuperato dal cestino..nei prox giorni te lo posto magari al "bar"..così visto che l'argomento non è la mtb, lì non darà fastidio a nessuno...questo racconto lo dedicherò a BRETT...visto che sei convinto che le donne non sono brave in macchina...ed io sono d'accordo con te :smile::smile: e te lo dimostrerò!!!
cmq grazie a BRETT e a MUSTY dei complimenti...ma non servono...anche se fanno piacere sentirli!!!!
 

BRETT

Biker poeticus
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..il racconto della macchina l'avevo cestinato davvero...e poi oggi pomeriggio l'ho recuperato dal cestino..nei prox giorni te lo posto magari al "bar"..così visto che l'argomento non è la mtb, lì non darà fastidio a nessuno...questo racconto lo dedicherò a BRETT...visto che sei convinto che le donne non sono brave in macchina...ed io sono d'accordo con te :smile::smile: e te lo dimostrerò!!!
cmq grazie a BRETT e a MUSTY dei complimenti...ma non servono...anche se fanno piacere sentirli!!!!

Perché? L'hai scritto con la macchina da scrivere?

Proprio ieri sera in autostrada c'era una simpatica fanciulla in seconda corsia a 50km/h. Poco prima, però, un maturo signore si è messo di traverso tra due corsie telepass.

Leggerò volentieri, dedica e racconto.
 

olivia 73

Biker tremendus
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Perché? L'hai scritto con la macchina da scrivere?

Proprio ieri sera in autostrada c'era una simpatica fanciulla in seconda corsia a 50km/h. Poco prima, però, un maturo signore si è messo di traverso tra due corsie telepass.

Leggerò volentieri, dedica e racconto.

scrivo sempre a mano...mi piace usare penna e fogli che vado buttando qua e là..e poi assemblo tutto sul computer..cercando di dare una continuità..non credo che siano proprio racconti i miei...ma ritagli di "libertà"...
cmq il racconto della mia avventura con la mia macchina l'ho inserisco ora nella sezione del bar..te lo dedico..come lo dedico a tittidh..che involontariamente è diventato coprotagonista dei mie racconti!!!:-)
e lo dedico a tutte le donne..forse un pò imbranate come me in macchina ma che non si vergognano di essere quelle che sono...nè si nascondono dietro un computer..nè dietro una facciata falsa!!!!!
ciao..spero che vi piaccia:celopiùg:
lo inserisco e poi me ne vado la mare!!!:bollicine:devo chiedere a marco di inserirmi tra le "faccine" contente anche una che sta sdraiata al mare a prendere il sole...con una palmetta accanto!!!!!:-)ma voi di montagna non prendete mai il sole????:-)
 

BRETT

Biker poeticus
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scrivo sempre a mano...mi piace usare penna e fogli che vado buttando qua e là..

Interessante. Capita anche a me per alcune cose che devo scrivere.

:-)ma voi di montagna non prendete mai il sole????:-)

A Mi la cima più alta è il monte Stella.
 

Titti DH

Biker celestialis
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scrivo sempre a mano...mi piace usare penna e fogli che vado buttando qua e là..e poi assemblo tutto sul computer..cercando di dare una continuità..non credo che siano proprio racconti i miei...ma ritagli di "libertà"...
cmq il racconto della mia avventura con la mia macchina l'ho inserisco ora nella sezione del bar..te lo dedico..come lo dedico a tittidh..che involontariamente è diventato coprotagonista dei mie racconti!!!:-)
e lo dedico a tutte le donne..forse un pò imbranate come me in macchina ma che non si vergognano di essere quelle che sono...nè si nascondono dietro un computer..nè dietro una facciata falsa!!!!!
ciao..spero che vi piaccia:celopiùg:
lo inserisco e poi me ne vado la mare!!!:bollicine:devo chiedere a marco di inserirmi tra le "faccine" contente anche una che sta sdraiata al mare a prendere il sole...con una palmetta accanto!!!!!:-)ma voi di montagna non prendete mai il sole????:-)
...io comincio ad esse veramente preoccupato...:nunsacci:...no...te non stai proprio be'!:nunsacci::smile:
 

sembola

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Moderatur
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una nera e l'altra pure
Morale della favola: mai mangiare la nutella, il tuo quarto d'ora di celebrità potrebbe essere guastato da un brufolo. :smile:
 

MtbLu

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Como
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Specialized Stumpjumper FSR Comp Woman
Ti ho conosciuta quasi di sfuggita, ma mi è bastata qualche ora in bici e una chiacchierata per quanto superficiale per capire che eri una persona sensibile e grande.
Grazie di tutto, spero che approfondiremo la nostra conoscenza e la trasformeremo in amicizia vera.
 

olivia 73

Biker tremendus
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Cupra Marittima (AP)
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Ti ho conosciuta quasi di sfuggita, ma mi è bastata qualche ora in bici e una chiacchierata per quanto superficiale per capire che eri una persona sensibile e grande.
Grazie di tutto, spero che approfondiremo la nostra conoscenza e la trasformeremo in amicizia vera.


hey..non ti "aspettavo" e di certo non ti aspettavo qui...dentro la mia "cuffietta";-)..grazie delle belle parole...anche a me ha fatto molto piacere conoscerti...e questo inverno spero di essere pronta x le ciaspole con te:volo::celopiùg:
 

nencio

Biker delirius tremens
25/1/06
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Cecina
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e brava la nostra Olivia
ho letto i due racconti, scrivi molto bene e sai regalare le emozioni che vivi, complimenti

ho fatto un lavoro per una grossa azienda di insaccati della mia zona e ho conosciuto una ragazza che odia le cuffiette, prima o poi vi troverete tutte insieme per ribellarvi e mettere le cuffiette al capufficio e all'amministratore delegato

Comunque il Sembola ha ragione: datti una regolata con la Nutella
 

pierlo8961

Biker ciceronis
.... la mia femminilità, nascosta dentro ad una divisa abbondante e del tutto “amorfa”, come è amorfa e totalmente piatta la mia vita di adesso. .

Non ci credo...... non trapela, in quello che ho letto (ed anche in altri 3D dove hai scritto) che dentro "ti si sono spente le luci".... non non ci credo proprio, il tuo racconto parla di una grande sofferenza, ma anche questo sentimento è segno di vita, altro che di piattume.

Ho pianto per la perdita di un caro amico ed ancora oggi quando ci pernso mi brillano gli occhi, ma mai un momento ho pensato che la mia vita fosse diventata piatta...... diversa in un certo senso, ma comuque arricchita da tutto quello che mi può aver dato quella profonda amicizia...... tu non sei amorfa..... si legge bene e si legge anche che hai grinta..... e che hai voglia di vivere......
 

olivia 73

Biker tremendus
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..il piattume è legato ad un periodo..in cui mi è successo un pò di tutto non solo l'evento della morte...in cui ho fatto fatica a rimanere a "galla" e sinceramente cosa mi ha salvato da una probabile depressione è stato proprio la voglia di ridere e scherzare...e la rabbia..che mi ha portato a reagire!!!
cmq in questo periodo ho lasciato perdere la nutella...ora sto andando avanti con panini al prosciutto...quindi non dovrei aver problemi con brufoli e con un eventuale intervista:smile::smile:
:bacetto:grazie ragazzi!!!
 

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