Non sono solito frequentare questa sezione, stante il mio utilizzo tipico della mtb (orientato più al trail disimpegnato), ma mi sembrava interessante - considerato quanto poco popolare dalle nostre parti sia questa bici - dare qualche impressione sull’utilizzo della medesima, sia pur limitato ad una breve presa di contatto, trattandosi di una sola giornata su alcuni trails di Sedona.
Come certo molti sapranno, Sedona è un’amena località statunitense (in Arizona, per la precisione) piuttosto famosa per i suoi innumerevoli chilometri di sentieri (anche per escursionisti a piedi, beninteso), che spaziano da percorsi estremamente tecnici (uno per tutti, l’Hangover - un nome un programma…) a trails decisamente più abbordabili per i novizi o per chi, come il sottoscritto (magari accompagnato dalla moglie), prediliga tracce più consone alle proprie (scarse) capacità.
Approfittando di un recente tour negli States, cascava a fagiolo una capatina in quei luoghi e, pertanto, ho preventivamente verificato la disponibilità di bici a noleggio, così da non arrivare all’ultimo momento e trovarsi necessitati a prendere una bella graziella…
Tra le varie strutture, e leggendo i pareri di altri utenti, ho optato per Over the Edge bike (otesports.com) che, a prezzi assolutamente in linea con la concorrenza (ma tutt’altro che bassi rispetto ai nostri canoni…) offriva una buona scelta di mezzi, unita all’indiscussa disponibilità degli addetti a consigliare i percorsi più idonei per le proprie capacità e preferenze.
Un po’ di indecisione iniziale con la Intense Tracer ma, alla fine, anche per la curiosità di provare il sistema di sospensione di Dave Weagle, ho preferito la Evil the Insurgent, qui offerta nel montaggio meno nobile (e costoso) XT, ma comunque funzionale e del tutto adeguato alla bisogna (eccettuato forse per lo sviluppo dei rapporti dato dalla cassetta).
La bici era infatti equipaggiata con gruppo Shimano XT 1x11, corona 32T e cassetta 11-42. Considerato l’aggravio di peso e costo (entrambi risibili), ed in funzione delle ottime caratteristiche di pedalabilità della bici, avrei ritenuto più funzionale un pignone da 46, sempre utile nelle rampe più impegnative.
Nulla da dire sui freni (Shimano XT), caratterizzati da un’ottima modulabilità e potenza, tali da permettere decelerazioni in tutta sicurezza anche nei punti più scabrosi. Peraltro, l’impianto si è mostrato costante e affidabile, visto che non ha mai manifestato alcun fenomeno, nel corso della giornata, di allungamento della corsa della leva.
Reparto sospensioni firmato Rockshox: Monarch Plus RC3 Debonair posteriore e, contrariamente al consueto montaggio della versione XT, forcella Lyric al posto della Pike. Pur essendo un “foxiano”, devo ammettere di averle trovate ottime, come progressività iniziale e capacità di copiare gli ostacoli senza far risultare in alcun modo ballerina la bici.
Non mi hanno entusiasmato, per contro, le gomme installate (Bontrager SE5), per via di una certa carenza di progressività nell’andare sui fianchi e per una presa non così grippante come avrei voluto nei passaggi (non pochi, a Sedona) di risalita su roccioni lisci. Lo stesso dicasi per il dropper installato (KS), in cui ho ravvisato alcuni impuntamenti che mi hanno fatto rimpiangere la funzionalità del mio Reverb (Reverb che, peraltro, dovrebbe essere presente nel montaggio di serie della Insurgent).
Ma, ferme le considerazioni di cui sopra, è la guidabilità del mezzo che mi ha entusiasmato. Nelle successioni di curve strette, la bici si muove agile come i serpenti che popolano le alture circostanti, forte di un telaio che trasmette una percepibile sensazione di rigidità e precisione, al contempo assistito da uno schema ammortizzante che permette di mangiare gli ostacoli quasi come si guidasse una 29er.
Le discese sembrano mutare come d’incanto in dolci falsopiani, lo scassato pesante pare quasi un proforma da espletare prima di arrivare a bere un goccio d’acqua a valle (eh sì, perchè bisogna scordarsi di poter ospitare un portaborraccia sull’obliquo! Per fortuna, la Trek Fuel di mia moglie non pativa di tale handicap, anche perchè i 24 gradi di temperatura, sotto il sole a picco dei 1400 mt di altitudine, sembravano ben di più…).
In salita, se possibile, la bici mi ha stupito ancora di più. Si arrampica agile come una trailbike, forte di un’efficienza in pedalata impensabile (per uno schema non firmato DW) senza alcun bisogno di azionare piattaforme stabili, e di un cockpit pressochè perfetto, che permette di assumere la postura più profittevole.
Temevo (per essere alto - ehm, basso… - 1,70) che le misure della taglia M (619 di orizzontale) si sarebbero rivelate eccessive ma, forse anche grazie a un tubo sella (425mm) non eccessivamente sdraiato (74,3°), le ho trovate perfette per i miei gusti. Taglierei solo un poco il manubrio, che con i suoi 800mm mi ha portato in alcuni passaggi stretti a sfregare i gomiti contro gli alberi (anche perchè sono solito impugnare le manopole più verso le estremità). 780mm sarebbero per me più che sufficienti, senza andare a pregiudicare la guidabilità in discesa.
Con trasmissione e ruote più leggere (sebbene non abbia avuto nulla da recriminare sulle Stans Flow mk3 montate), diventerebbe una bici totale. L’assegno finale, però, non sarebbe dei più contenuti…
Due parole , per finire, sui luoghi visitati e sul negozio dove ho noleggiato il mezzo.
Sui primi , direi che la parola “magico” (citando Zack Galifianakis in Hangover) renda l’idea, più che le foto allegate.
Peraltro, vorrei sottolineare che, per un appassionato, si dovrebbero spendere non meno di 3-4 giorni in loco, per avere la possibilità di percorrere in maniera soddisfacente gli innumerevoli sentieri e percorsi (accuratamente segnalati e manutenuti) che si snodano fra le alture.
Avendo una sola giornata a disposizione, e con moglie al seguito, mi sono limitato a gironzolare per l’Adobe Jack, il Grand Central, il Javelina, il Crusty e il Jordan, come da cartina riportata.
La cittadina è poi molto carina e tranquilla (scordatevi di andare a cena dopo le 21…), con le costruzioni che devono rispettare i criteri di armonizzazione con l’ambiente (ed infatti sembrano quasi sparire, nel loro colore terra bruciata, che le confonde con le chine rosse).
I ragazzi di Over The Bike, poi, sono stati gentilissimi, disponibili a dare tutte le indicazioni del caso ed hanno preparato con cura le bici (i sag erano pre-settati sui pesi comunicati in anticipo). Oltretutto, il negozio è anche ben fornito (avevo dimenticato di inserire in valigia i miei sottopantaloncini, e ne ho comprato da loro un paio con un fondello eccellente per 30 dollari).
La bici? Bhe, mi è piaciuta, e molto. Nell’assetto standard, ha mostrato inaspettate doti di scalatrice, oltre che divoratrice di discese, a dispetto di escursioni che, in questo momento, sembrano limitate (160 + 150) rispetto agli ultimi modelli presentati dai maggiori competitor.
Se poi la si volesse configurare in modalità X-low (con angolo di sterzo da 64,8º, invece che da 65,6° "di base") e con coperture più uniformi, diventerebbe probabilmente un’arma da bike park. Alla faccia di boost, metrico e compagnia cantando.
La comprerei? Se non fosse che i miei soliti percorsi sono un po’ diversi (portage incluso!), bhe, un pensierino serio ce lo farei…
Saluti e buone pedalate a tutti
Come certo molti sapranno, Sedona è un’amena località statunitense (in Arizona, per la precisione) piuttosto famosa per i suoi innumerevoli chilometri di sentieri (anche per escursionisti a piedi, beninteso), che spaziano da percorsi estremamente tecnici (uno per tutti, l’Hangover - un nome un programma…) a trails decisamente più abbordabili per i novizi o per chi, come il sottoscritto (magari accompagnato dalla moglie), prediliga tracce più consone alle proprie (scarse) capacità.
Approfittando di un recente tour negli States, cascava a fagiolo una capatina in quei luoghi e, pertanto, ho preventivamente verificato la disponibilità di bici a noleggio, così da non arrivare all’ultimo momento e trovarsi necessitati a prendere una bella graziella…
Tra le varie strutture, e leggendo i pareri di altri utenti, ho optato per Over the Edge bike (otesports.com) che, a prezzi assolutamente in linea con la concorrenza (ma tutt’altro che bassi rispetto ai nostri canoni…) offriva una buona scelta di mezzi, unita all’indiscussa disponibilità degli addetti a consigliare i percorsi più idonei per le proprie capacità e preferenze.
Un po’ di indecisione iniziale con la Intense Tracer ma, alla fine, anche per la curiosità di provare il sistema di sospensione di Dave Weagle, ho preferito la Evil the Insurgent, qui offerta nel montaggio meno nobile (e costoso) XT, ma comunque funzionale e del tutto adeguato alla bisogna (eccettuato forse per lo sviluppo dei rapporti dato dalla cassetta).
La bici era infatti equipaggiata con gruppo Shimano XT 1x11, corona 32T e cassetta 11-42. Considerato l’aggravio di peso e costo (entrambi risibili), ed in funzione delle ottime caratteristiche di pedalabilità della bici, avrei ritenuto più funzionale un pignone da 46, sempre utile nelle rampe più impegnative.
Nulla da dire sui freni (Shimano XT), caratterizzati da un’ottima modulabilità e potenza, tali da permettere decelerazioni in tutta sicurezza anche nei punti più scabrosi. Peraltro, l’impianto si è mostrato costante e affidabile, visto che non ha mai manifestato alcun fenomeno, nel corso della giornata, di allungamento della corsa della leva.
Reparto sospensioni firmato Rockshox: Monarch Plus RC3 Debonair posteriore e, contrariamente al consueto montaggio della versione XT, forcella Lyric al posto della Pike. Pur essendo un “foxiano”, devo ammettere di averle trovate ottime, come progressività iniziale e capacità di copiare gli ostacoli senza far risultare in alcun modo ballerina la bici.
Non mi hanno entusiasmato, per contro, le gomme installate (Bontrager SE5), per via di una certa carenza di progressività nell’andare sui fianchi e per una presa non così grippante come avrei voluto nei passaggi (non pochi, a Sedona) di risalita su roccioni lisci. Lo stesso dicasi per il dropper installato (KS), in cui ho ravvisato alcuni impuntamenti che mi hanno fatto rimpiangere la funzionalità del mio Reverb (Reverb che, peraltro, dovrebbe essere presente nel montaggio di serie della Insurgent).
Ma, ferme le considerazioni di cui sopra, è la guidabilità del mezzo che mi ha entusiasmato. Nelle successioni di curve strette, la bici si muove agile come i serpenti che popolano le alture circostanti, forte di un telaio che trasmette una percepibile sensazione di rigidità e precisione, al contempo assistito da uno schema ammortizzante che permette di mangiare gli ostacoli quasi come si guidasse una 29er.
Le discese sembrano mutare come d’incanto in dolci falsopiani, lo scassato pesante pare quasi un proforma da espletare prima di arrivare a bere un goccio d’acqua a valle (eh sì, perchè bisogna scordarsi di poter ospitare un portaborraccia sull’obliquo! Per fortuna, la Trek Fuel di mia moglie non pativa di tale handicap, anche perchè i 24 gradi di temperatura, sotto il sole a picco dei 1400 mt di altitudine, sembravano ben di più…).
In salita, se possibile, la bici mi ha stupito ancora di più. Si arrampica agile come una trailbike, forte di un’efficienza in pedalata impensabile (per uno schema non firmato DW) senza alcun bisogno di azionare piattaforme stabili, e di un cockpit pressochè perfetto, che permette di assumere la postura più profittevole.
Temevo (per essere alto - ehm, basso… - 1,70) che le misure della taglia M (619 di orizzontale) si sarebbero rivelate eccessive ma, forse anche grazie a un tubo sella (425mm) non eccessivamente sdraiato (74,3°), le ho trovate perfette per i miei gusti. Taglierei solo un poco il manubrio, che con i suoi 800mm mi ha portato in alcuni passaggi stretti a sfregare i gomiti contro gli alberi (anche perchè sono solito impugnare le manopole più verso le estremità). 780mm sarebbero per me più che sufficienti, senza andare a pregiudicare la guidabilità in discesa.
Con trasmissione e ruote più leggere (sebbene non abbia avuto nulla da recriminare sulle Stans Flow mk3 montate), diventerebbe una bici totale. L’assegno finale, però, non sarebbe dei più contenuti…
Due parole , per finire, sui luoghi visitati e sul negozio dove ho noleggiato il mezzo.
Sui primi , direi che la parola “magico” (citando Zack Galifianakis in Hangover) renda l’idea, più che le foto allegate.
Peraltro, vorrei sottolineare che, per un appassionato, si dovrebbero spendere non meno di 3-4 giorni in loco, per avere la possibilità di percorrere in maniera soddisfacente gli innumerevoli sentieri e percorsi (accuratamente segnalati e manutenuti) che si snodano fra le alture.
Avendo una sola giornata a disposizione, e con moglie al seguito, mi sono limitato a gironzolare per l’Adobe Jack, il Grand Central, il Javelina, il Crusty e il Jordan, come da cartina riportata.
La cittadina è poi molto carina e tranquilla (scordatevi di andare a cena dopo le 21…), con le costruzioni che devono rispettare i criteri di armonizzazione con l’ambiente (ed infatti sembrano quasi sparire, nel loro colore terra bruciata, che le confonde con le chine rosse).
I ragazzi di Over The Bike, poi, sono stati gentilissimi, disponibili a dare tutte le indicazioni del caso ed hanno preparato con cura le bici (i sag erano pre-settati sui pesi comunicati in anticipo). Oltretutto, il negozio è anche ben fornito (avevo dimenticato di inserire in valigia i miei sottopantaloncini, e ne ho comprato da loro un paio con un fondello eccellente per 30 dollari).
La bici? Bhe, mi è piaciuta, e molto. Nell’assetto standard, ha mostrato inaspettate doti di scalatrice, oltre che divoratrice di discese, a dispetto di escursioni che, in questo momento, sembrano limitate (160 + 150) rispetto agli ultimi modelli presentati dai maggiori competitor.
Se poi la si volesse configurare in modalità X-low (con angolo di sterzo da 64,8º, invece che da 65,6° "di base") e con coperture più uniformi, diventerebbe probabilmente un’arma da bike park. Alla faccia di boost, metrico e compagnia cantando.
La comprerei? Se non fosse che i miei soliti percorsi sono un po’ diversi (portage incluso!), bhe, un pensierino serio ce lo farei…
Saluti e buone pedalate a tutti