[Comelico] Valle del Piave-Tudaio

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Biker assatanatus
30/10/05
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Tra gli anni ’70 e ’80, parte della strada statale Carnica che metteva in comunicazione Auronzo e Santo Stefano di Cadore venne sostituita da una lunga galleria sotto il Monte Piedo. In questo itinerario andremo ad esplorare la vecchia strada ormai in disuso, immersa nella spettacolare Valle del Tudaio, e costruita a strapiombo sul fiume Piave.

Dalla piazza di Santo Stefano imbocchiamo via VI Novembre verso est; attraversiamo il torrente Padola, svoltiamo a destra e subito dopo a sinistra, iniziando a salire decisamente verso Danta di Cadore. La prima parte, ripida e impegnativa, alterna asfalto e sterrato, ma dopo meno di un chilometro le pendenze si fanno più dolci.

La salita si snoda ora sinuosa nei boschi con pendenze abbordabili, se si esclude un tratto cementato a metà ascesa; dopo i fienili all’uscita del bosco, un’ultima rampa ci conduce all’asfalto in località Tabiariol. Svoltiamo a sinistra e rapidamente giungiamo al Ponte Mauria, da dove inizia un’altra ascesa piuttosto facile; seguendo sempre la strada principale, che diventa successivamente sterrata, ignoriamo le molte diramazioni secondarie che si incontrano arrivando, circa 1200 metri dopo il Ponte Mauria, ad un trivio.

A destra e a sinistra strade bianche, in mezzo una traccia ripida e poco battuta; svoltiamo a destra in leggera salita e poco dopo scendiamo per la ripida strada bianca sulla destra: inizialmente veloce e tortuosa, dopo un chilometro diventa ripida e pericolosa, con due difficili tornanti dal fondo smosso. Terminata l’ultima rampa giungiamo su una sterrata più battuta e svoltiamo a sinistra continuando la discesa fino ad Auronzo. Se dopo i due tornanti, invece, ci imbattiamo in una frana, non disperiamoci: bastano 20 metri con la bici in spalla nel bosco verso destra e ritroviamo la carrareccia per il fondovalle.

Giunti nei pressi della diga del Lago di Auronzo, svoltiamo a sinistra su asfalto in direzione Belluno e dopo pochi chilometri, appena prima della località Cima Gogna, imbocchiamo la vecchia strada statale Carnica sulla sinistra: superata una casa cantoniera abbandonata entriamo nella Valle del Tudaio.

Lo spettacolo della natura che col tempo si è riappropriata della strada è stupendo: pedaliamo tra le pareti rocciose quasi verticali dei Monti Tudaio e Piedo, tra la vegetazione sempre più rigogliosa che si fa largo tra le crepe dell’asfalto rovinato dal tempo, mentre in fondo alla gola scorre rumoroso il Piave, il fiume Sacro alla Patria. Dopo qualche chilometro, attraversata una breve ma buia galleria, la valle si allarga un po’ ed ecco dinanzi a noi la diga del Tudaio e la centrale idroelettrica, unici segni di modernità dell’intera valle.

Proseguiamo in leggerissima salita, costeggiando il lago artificiale e percorrendo alcune gallerie, sbucando infine proprio all’uscita del tunnel che segnò il destino del vecchio tratto della statale Carnica. Continuiamo per circa 900 metri lungo la statale, ora quella “nuova”, e deviamo sullo sterrato a destra dopo la casa cantoniera.

La salita, inizialmente ripida, diventa più agevole dopo il bivio con una strada bianca (tenere la sinistra) inoltrandosi nei boschi del Col Trondo fino a terminare in un quadrivio: ignoriamo la strada a destra e imbocchiamo il single track tra le due altre sterrate. Con divertenti saliscendi e tratti tecnici il sentiero termina su una mulattiera: scendiamo a destra e, all’incrocio, saliamo a destra per poche decine di metri per poi girare subito a sinistra nelle vicinanze delle Sorgenti di Valle. Se il single track non dovesse essere percorribile, scendiamo sulla carrareccia di destra e, al bivio delle sorgenti posto poche centinaia di metri dopo, ancora a destra.

Da qui saliamo brevemente per poi imboccare il sentiero che scende a sinistra verso Santo Stefano e che termina in corrispondenza del ristorante Krissin, da dove torniamo in breve a Santo Stefano seguendo la strada statale.
L’itinerario, piuttosto facile se si esclude qualche tratto della discesa verso Auronzo, si snoda spesso lungo sentieri e carrarecce mal segnalate e spesso neanche presenti sulle cartine: si raccomanda quindi di prestare molta attenzione a bivi e diramazioni soprattutto nei saliscendi dopo la prima salita e, se si porta con sé una carta topografica, accertarsi che questa sia stata aggiornata di recente.


Foto, mappa e altimetria su www.tmb.135.it
(http://www.webalice.it/stefano.demarchi/index.htm)
 

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