Non si tratta di manubri "da
gravel", ma semplicemente di manubri curvi (o drop bar) da fuoristrada, detti anche dirty drops.
La loro nascita risale a molto prima del tormentone gravel, ovvero a quando, a cavallo tra gli '80 e i '90, ci fu una breve esplosione di "drop-bar mtb". Non si tratta solo di freak-bikes, come d'altronde bici come la Fargo testimoniano; personalmente mi sono da poco allestito una 29er rigida con un Midge, trovandola fantastica sulle lunghe distanze e perfettamente a suo agio in tutte le situazioni in cui una mtb può trovarsi, in particolare nel tecnico dove il manubrio più stretto rispetto ad un flat/riser aiuta, pur senza rimetterci niente come controllo.
In realtà, le forme che caratterizzano questi manubri risalgono a molto prima ancora, all'epoca del ciclismo eroico anteguerra, quando le gare si svolgevano su interminabili sterrate di montagna e la priorità non era l'aerodinamica, ma il comfort e il controllo.
La particolarità di questi manubri é di avere la parte verticale e quella bassa più o meno piegate verso l'esterno, favorendo una posizione più naturale delle mani e un miglior controllo -anche per via della conseguente maggiore larghezza. Tuttavia, sono pensati principalmente per essere usati in presa bassa (montandoli quindi ben più in alto dei classici stradali pensati per la presa sopra le leve), quindi non si adattano granché ad un uso realmente gravel, a meno che non si voglia includere anche carrarecce e sentieri oltre alle strade bianche.
L'unico manubrio di questa tipologia che vedo a suo agio su una bici da gravel é il Cowbell e magari l'introvabile in Europa Origin8 Gary II serie, le cui forme meno estreme consentono posizioni più convenzionali. Questi ultimi sono sicuramente preferibili rispetto ad una compact classica su una gravel bike, sempre che ci si dia il tempo di abituarcisi.