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cicloalpinismo sul monte...........

pippixe

Biker grossissimus
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Può piacere e non piacere..........


Questo a me è piaciuto parecchio.
Conoscevo la salita perchè l'avevo fatta il giorno prima e quindi sapevo dove erano i punti critici. Oggi era parecchio più caldo di ieri e qundi si è faticato un po'. In ogni caso abbiamo tenuto una buona andatura che ci ha consentito di arrivare presto in cima.
Poi la sosta per il pranzo al Rifugio A.Sebastiani che merita una citazione speciale: ottimo cibo e prezzi assolutamente onesti. Con meno di 10 Euro si è mangiato salsiccia, patate al forno e bibita. Consigliatissimo a chi decide di scalare il monte.

Poi la discesa "a sorpresa" perchè mai provata.
Davvero selvaggia e ignorante. Secondo me nel sentiero non passavano cristiani da mesi. Parecchio "sporca" a causa della presenza di tantissimi sassi e rami, ma forse proprio per questo stimolante. Mantenere l'equilibrio era un'impresa. Mi sono divertito tanto e ovviamente ho filmato.

Ringrazio i miei compagni di avventura Anellomancante, Maxdrome Sr. e Maxdrome Jr., tutti ottimi pedalatori.


ps Fede non sbaglia un colpo. Fortuna? Intuito? Non so. Certo che questo è il secondo giro da veri esploratori e entrambe le esperienze mi sono piaciute tantissimo. Grazie Fefefefefefe
 

ilbaronerosso

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x curiosità il sentiero 406 da dove sei sceso è la valle ravara? che sulla carta dei M.Reatini è contraddistinto con il n.ro 6
 

Simbad

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21/12/07
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Bravissimi......missimi....
PS: Perchè non postate il tutto anche sella sezione "Viaggi e uscite in MTB" così da renderlo più visibile?


Di nuovo bravissimi...
Ciao
 

pippixe

Biker grossissimus
29/2/08
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Rispolvero questo topic per parlare di una nuova avventura vissuta con altri 6 bikers con modalità analoghe alla traversata del Velino.

Questa volta la nostra meta è la cima del Sirente (2348 slm) facente parte dello stesso gruppo montuoso del Velino.

Da circa un anno studiavo con alcuni amici il modo per arrivare lassù, a quota 2348 e poi scendere lungo un sentiero che in parte avevo già fatto e, soprattutto, apprezzato.

Alla fine l’amico Anellomancante prepara la traccia finale. In realtà anche io avevo preparato una traccia che in gran parte ricalcava quella di Sergio ma, a conti fatti, è stato decisamente meglio seguire quella di Anellomancante. In soldoni si tratta di fare circa 30 Km per 1200 metri circa di dislivello. Peccato che di quei 1200 circa 600 siano da fare con bici in spalla.

Per quanto mi sia dato da fare non ho trovato nessuna informazione sulla “ciclabilità” della cresta del Sirente e quindi si va davvero all’avventura.

Giorno 2 giugno.
Approfittiamo della festa per puntare finalmente al Sirente. Le previsioni meteo non sono delle migliori: mattinata con nuvole e schiarite, pomeriggio con pioggia leggera. Decidiamo comunque di provarci.

Partiti da Rovere cominciamo ad attraversare un vasto campo fiorito. Decido di fare un po’ di foto al gruppo e mi allontano dal sentiero.






















Mentre pedalo finisco in un pantano e poggio il piedone in un ammasso melmoso facendolo sprofondare fino a metà gamba. Faccio schifo e ho tutta la scarpa bagnata (cominciamo bene). Poco più avanti troviamo una piccola fattoria dove mi viene permesso di pulirmi con acqua corrente. Tolgo la melma (o forse è altro e basta cambiare una consonante) ma resto fradicio. Da questo momento ad ogni pedalata dalla mia scarpa esce un rumore simile ad un peto a causa dello strofinamento delle superfici bagnate.

Comincia la salita che per diversi Km è dolce e pedalabile. Percorriamo il sentiero 13 fino alla ricerca del bivio da cui la traccia punta decisamente verso la cima del Sirente.













































Non troviamo niente e quindi decidiamo di puntare alla vetta “dritto per dritto”. Le pendenze sono mostruose e il fondo a molto roccioso. Si spinge alla ricerca della migliore via e ogni tanto siamo costretti a riscendere per superare tratti non accessibili.











A meno di 200 metri di disl. dalla cima cominciano ad addensarsi sinistre nuvole. Il cielo si ingrigisce e la visuale si riduce a non più di 10 metri. Seguendo le indicazioni del GPS finalmente raggiungiamo la vetta mentre comincia a gocciolare.







La temperatura è di circa 6 gradi. Comincia la traversata della cresta. I tratti pedalabili sono pochini e spesso siamo costretti a scendere dalla bici per superare le pietre. Il fondo bagnato è insidioso. Peccato per la scarsissima visibilità: chi conosce la conformazione del Sirente sa che sarebbe stato spettacolare percorrere la cresta con il sole e buona visibilità. Infatti un lato della cresta è un salto di diverse centinaia di metri, una vera parete dolomitica di dimensioni impressionanti. L’altro lato è decisamente più dolce ma comunque non certo banale da fare in bici. La cresta è lunga un paio di Km. E mano mano perde quota. Arrivati a circa quota 2000 finalmente le nuvole si diradano e il sole ci mostra la bellezza di queste pareti rocciose a strapiombo.








Attraversiamo alcune vallette e finalmente cominciamo a ritrovare i segnali CAI dipinti sulle pietre. Da qui il sentiero comincia a diventare pedalabile e si trasforma in un magnifico serpentone largo non più di mezzo metro. Il cielo si è completamente pulito dalle nuvole e il sole finalmente ci mostra tutta la bellezza di questa valle. Qualche Km e comincia la parte più tecnica: il ST attraversa tratti di bosco, tornanti rocciosi, tratti con sassi smossi, gradini, insomma tutto quello che si può richiedere ad una gran bella discesa. GODURIA.



Arriviamo al parcheggio felici e sorridenti, soddisfatti per l’avventura appena conclusa. Il pomeriggio è stupendo. Ci rammarichiamo solo per il fatto che tali condizioni non si siano trovate nella parte più alta della montagna.



I partecipanti all’avventura sono stati: Presidente Randagio, Ekappa62, Carnialman, StaniMTB, Dumil, Anellomancante ed il sottoscritto.
 

tostarello

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eeeh la montagna è sempre bella, anche quando la giornata non è delle migliori

belle foto e complimenti a tutti

o-o
 

pippixe

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eeeh la montagna è sempre bella, anche quando la giornata non è delle migliori

belle foto e complimenti a tutti

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Ti avevo detto che oggi andavo a Rocca Calascio? Ebbene ieri notte cambio di programma e nuova avventura cicloalpinistica sul Monte Orsello (Velino). Spettacolare. La discesa è roba da ribaltarsi per le pendenze estreme. Praticamente mi sono bruciato il culo con la ruota posteriore.

Devo montare i video del Sirente e del Monte Orsello e poi vedrete qualcosa di bello davvero
 

pippixe

Biker grossissimus
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Che bel giro ragazzi. La discesa del Sebastiani la si conosceva e quindi sapevamo che ci avrebbe riservato divertimento assoluto. Ma la sorpresa è stato Monte Rotondo con un panorama mozzafiato.

Ma andiamo con ordine.

Alle 8 precise arriviamo al casello di Tornimparte. Un Punto è ferma sulla destra. Ci avviciniamo e vediamo un Clamp bello addormentato, con le infradito ai piedi e una bolla che dal naso scandisce i respiri (RONF RONF). Lo svegliamo e ci dice che ha urgente bisogno di fare colazione. Arriviamo sulla Piana e ci fermiamo al bar. Non c'è un barista ma un tizio di probabile origine magrebina ci dice che è possibile fare il caffè. Accettiamo l'offerta e il tizio comincia a rimuovere la leva dalla macchinetta del caffè, togli i fondi usati, ricarica e comincia a litigare con la macchina per inserire la leva. Al ventesimo tentativo il Grande Capo Clamp dichiara di avere dei precedenti di barman, scavalca il bancone, afferra la leva e comincia ad imitare il quasi-barman. Non c'è verso: la leva non si inserisce. Ma....le leve sono due!!!! Rimuove l'altra e inserisce quella pronta. Ecco subito pronti due caffè dal sapore disgustoso. Ingurgitiamo la strana bevanda e raggiungiamo il punto di partenza. Abili e arruolati in 6: Anellomancante, Dumil, Ekappa62, GabGT, Clamp e Pippixe. Comincia la salita che ci porta al Sebastiani. Non è tanto il dislivello, ma chi la conosce sa che esige un contributo di sangue a causa dei suoi continui strappi mostruosi su fondo instabile. Di buona lena raggiungiamo il Rifugio. Gabriellino non sta bene e in effetti lo si capiva anche in salita. Preferisce tornare dalla stessa strada percorsa mentre gli altri cominciano la tostissima discesa verso i Piani di Pezza. Dopo poco mi impunto e poggio la mano sinistra sulle pietre piegando tre dita. Mi si gonfiano e sento parecchio dolore e quindi continuerò la discesa stringendo i denti.

La discesa del Sebastiani ha 4 punti critici che vengono superati alla grande (chi in un modo, chi nell'altro) da tutti i partecipanti. Enrico da alcuni saggi di bravura tracciando traiettorie davvero impensabili ma di grande effetto.

Quasi alla fine, in un tratto di bosco umido, Anello scivola e da una brutta botta con il torace. Fortunatamente ha il casco integrale che gli protegge la faccia. Arriviamo ai Piani di Pezza, li attraversiamo quasi del tutto e cominciamo la salita verso la cresta del Monte Rotondo. Dopo circa un centinaio di metri di disl. comincia il tratto a spinta che alla fine sarà di circa 400 metri di disl. a cui si aggiungeranno altri tratti a spinta a causa di pendenze e fondo impedalabili.

Arriviamo alla cima del Monte Rotondo e la vista a 360 gradi è pazzesca. Vediamo non troppo lontano il Sirente e gridiamo il nome dei nostri compagni impegnati nei suoi sentieri. Anche oggi, come quando andammo la prima volta, sulla vetta si addensano minacciose nubi nere.

Ci buttiamo in discesa, inizialmente su un pratone molto ripido ma dove le gomme tengono benissimo. Ma presto ci troviamo sopra un breccia dove le ruote affondano. Inoltre la pendenza è mostruosa. Siamo incerti sul da farsi finché Enrico sale in sella e comincia a scendere in modo pazzesca: la ruota di dietro è completamente bloccata e ondeggia a destra e sinistra affondando sulla breccia mentre lui con il culo, tocca quasi la ruota posteriore. Dapprima incerti, poi tutti lo imitiamo, ciascuno per la sua strada. In effetti ci si rende conto che, seppur si debba sempre mantenere l'assoluto controllo del mezzo, impedendogli di prendere velocità, alla fin fine la bici va. Arriviamo su un pianoro e ci giriamo mentre Dumil sta scendendo e, nell'osservarlo ci rendiamo conto di quanto sia mostruosa la pendenza. Incredibile: abbiamo percorso pochissima strada e siamo scesi tantissimo. Facciamo visita alla statua della Madonna alta 3 o 4 metri e scendiamo su una carrareccia comoda che porta alla base degli impianti. Infine percorriamo la parte finale del Bike Park, quella con i dossi.

Arriviamo alle macchine, ci cambiamo, raggiungiamo il caseificio/spaccio di Campofelice e ci rifocilliamo per bene.

Cominciamo con qualche fotarella giusto come assaggio.

https://picasaweb.google.com/1113633060756...4/MonteRotondo#
 

tostarello

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intrigante!

bella prova

Clamp che ronfa con la bolla al naso...

quindi siete risaliti lungo le piste dello swup, e non per forca miccia, giusto?

p.s. il link alle foto non funziona
 

pippixe

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luogo straordinario e bellissimo report o-o

"Chiudevo gli occhi e mi sforzavo di ricominciare a sognare, di riprendere da dove avevo interrotto, ma non ci sono mai riuscito"

e allora toccherà tornarci
 

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Mistico!!

 

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Ecco il video dell'ascesa sul Vettore, discesa ai Laghi di Pilato e la splendida pedalata sul Monte Banditello

[VIDEO=914]Sibillini: Laghi di Pilato e Monte Banditello[/VIDEO]


Mariuccio, stavolta ho sintetizzato parecchio
 

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