I like smoke and lightning
Heavy metal thunder
Racin' with the wind
And the feelin' that I'm under
...cantavano gli Steppenwolf nel 1968 nella canzone Born to be Wild.
Con queste parole pare essere apparso per la prima volta il termine "Heavy Metal" in contesto rock. Rock duro come quello di questa canzone (almeno per l'epoca).
Da allora probabilmente ci sono state miliardi di discussioni su cosa fosse o non fosse "heavy metal" e su chi fosse o non fosse un vero "metallaro". Unica cosa che ha sempre messo d'accordo tutti, dai fan dei Manowar col perizoma di peluche a quelli del black metal che si rincorrevano per i boschi vestiti col trucco da Pulcinella: l'odio per i discotecari (e tanti altri generi).
Pochi anni dopo, nel 1972, fa l'apparizione un altro termine che seguirà la stessa parabola. Ad opera dell'Edgar Winter Group, con il ritornello della canzone Freeride:
The mountain is high, the valley is low
And you’re confused ’bout which way to go
So I flew here to give you a hand
And lead you into the promised land So, come on and take a free ride (free ride)
Come on and take it by my side
Come on and take a free ride
Da allora il "movimento" Freeride ha cominciato la propria esistenza travagliata. Perlopiù in montagna grazie agli snowboarder, e poi per estensione agli amanti della mountainbike.
Anche in questo campo le discussioni sono state costanti, infinite e tendenzialmente inconcludenti.
Praticamante chiunque ha rivendicato di essere un "freerider". Nello stesso stile dei metallari. Anche qui con un nemico in comune (in ambito ciclistico) a mettere tutti d'accordo: il bitumaro. Che sarebbe colui che va in bici da corsa su strade bitumate (e si depila, si dopa, non saluta, etc...)
In realtà anche tra i bitumari c'è un ampio spettro di vedute. E tutto sommato pure un "tourer" (quei tipi con la barba lunga e la bici coperta di borsoni che girano tutto il mondo) ed i "randonneurs" (dei tipi cha hanno abbracciato l'usanza francese di mandarsi in decubito il deretano coprendo distanze siderali in tappe monodose) potrebbero vantarsi di essere un pochino "freeriders". E forse non a torto visto che assomigliano più loro al compianto Dennis Hopper di Easy Rider che non le tartarughe ninja da bikepark.
In ogni caso è inutile sprecare tempo pensando a cosa o chi sia più freeride dell'altro. Men che mai cosa sia questo inafferabile concetto astratto.
Questi due esempi mi sono venuti in mente a pretesto.
Mi pare infatti che molte di queste discussioni, se non la maggior parte di quelle per cui la gente si fa venire il sangue amaro nei forum dipendano fondamentalmente dalla certezza della propria identità e dall'ignoranza (nel senso lato di ignorare) di quella egli altri.
Alzi la mano chi non si è mai detto guardando le foto o i video nei forum "ma quella non è mountainbike". O "che palle, io quella roba non la farei mai".
Io la alzo, perchè me lo sono detto molte volte.
Pero' poi c'è una vocina pedante che mi ha sempre detto: "ma tu quelle cose le hai mai fatte?"
E pure questa volta non ho potuto non rispondere di no.
Un sacco di volte ho criticato cose che non ho mai fatto e soprattutto che non conosco bene o che non conosco proprio.
E questo tendenzialmente non (mi) porta da nessuna parte.
A volte mi sono detto: "ma porca ****, perchè lo sheriffo Muldox fa solo percorsi sadomasochistici in cui il tempo di percorrenza spesso è più lungo che a piedi?"
Altre volte mi sono detto: "ma perchè sti'tizi si ostinano a dire che con "la front ci fai tutto" quando secondo me è una panzana?
Altre volte ancora mi sono detto: "la bicicletta è fatta per pedalare e far fatica, non per buttarsi giù per pendii tanto per divertirsi a cui si è arrivati in cima senza fatica". Da sempre il ciclismo è salita. A parte Fiorenzo Magni nessuno è mai diventato un ciclista famoso per le proprie abilità discesistiche.
Beh, col tempo, tradito da una curiosità infida, ho potuto constatare che o avevo torto o parlavo per ignoranza.
Lo sheriffo Muldox non è (solamente) sadomaso, ma fa i sentieri che gli stanno attorno a casa. E vivendo in un paese dove devono mettere un sacchetto sotto al culo delle galline per non trovare ogni mattina un'omelette a valle chiaramente si è specializzato in (o si è fatto piacere) quel che il territorio gli consente.
Idem per i tizi con la front che magari abitano nella pianura più sparata o hanno montagne vere a molti km di macchina: chiaro che per i percorsi che fanno abitualmente con la front si puo' ragionevolmente fare tutto. O cmq con altri mezzi lo si potrebbe fare forse meglio, ma non senza un contrappasso che elimina il "meglio" generale.
E seppur con ritrosia, alla fine ho potuto constatare sulle mie stanche ossa che anche andare solo in discesa non è questione di pochi neuroni e atteggiamenti, ma è realmente faticoso.
I grafici del cardiofrequenzimetro sono la prova provata del mio experimentum crucis (senza contare mani doloranti, lividi all'interno delle gambe e la schiena che ti si accartoccia come dopo 3h di equitazione).
Chiaramente non si puo' provare e conoscere tutto (provarci pero' è meglio che no secondo me. Proprio per il fatto che si sa che non ci si riuscirà mai. Come tutte le cose faticose che non servono a niente danno disciplina).
L'importante pero' è sapere che non si sa (so che qualche tizio barbuto e famoso l'ha già detto, ma non mi ricordo il nome).
Cosa che purtroppo ci si dimentica spesso. E cosi' si tende a sottovalutare quello che fanno gli altri, e peggio ancora a generalizzare "gli altri".
Dimenticandosi che gli altri sono individui e non una setta che ci vuole male.
Anche se si vestono più o meno uguali o fanno le stesse cose che fanno gli altri.
In fondo anche noi ci vestiamo e facciamo le stesse cose di altri (la statistica fregherà sempre anche i più anticonformisti) e probabilmente starebbe sulle palle a tutti essere identificati come facente parte di una setta o di una moda: "ma si, è uno di quegli sfigati con la barba che si vestono sempre di marrone e/o verde e/o blu che fa un po' di allmountain e di bicidacorsa e che scrive cazzate su un forum marrone".
Nonostante io sia moderatamente paranoico non credo che tutti "gli altri" (o peggio "loro") ce l'abbiano con me.
Naturalmente il fatto che io sia moderatamente paranoico non esclude che qualcuno ce l'abbia veramente con me (anzi ), ma già il fatto di non ragionare generalizzando penso sia una cosa positiva. Perlomeno cosi' asserisce il mio psicologo. Ma ne sono convinto anche io: meglio che ce l'abbia con me solo lo sheriffo Muldox piuttosto che tutti i crosscountristy no? (la statistica a volte frega a volte conforta)
Quindi, per chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, posso proporre una strategia che potrebbe rendere l'uso di questo forum più proficua:
cercare di conoscere o fare quello che non conosco o non ho mai fatto prima di criticarlo o rifiutarlo.
Poi, per carità, una volta conosciuto o fatto si potrà criticarlo senza pietà e litigarci.
Io sono figlio unico, ma mi pare che tra fratelli si faccia cosi'
www.youtube.com/watch?v=CWpND8GhBuU
Heavy metal thunder
Racin' with the wind
And the feelin' that I'm under
...cantavano gli Steppenwolf nel 1968 nella canzone Born to be Wild.
Con queste parole pare essere apparso per la prima volta il termine "Heavy Metal" in contesto rock. Rock duro come quello di questa canzone (almeno per l'epoca).
Da allora probabilmente ci sono state miliardi di discussioni su cosa fosse o non fosse "heavy metal" e su chi fosse o non fosse un vero "metallaro". Unica cosa che ha sempre messo d'accordo tutti, dai fan dei Manowar col perizoma di peluche a quelli del black metal che si rincorrevano per i boschi vestiti col trucco da Pulcinella: l'odio per i discotecari (e tanti altri generi).
Pochi anni dopo, nel 1972, fa l'apparizione un altro termine che seguirà la stessa parabola. Ad opera dell'Edgar Winter Group, con il ritornello della canzone Freeride:
The mountain is high, the valley is low
And you’re confused ’bout which way to go
So I flew here to give you a hand
And lead you into the promised land So, come on and take a free ride (free ride)
Come on and take it by my side
Come on and take a free ride
Da allora il "movimento" Freeride ha cominciato la propria esistenza travagliata. Perlopiù in montagna grazie agli snowboarder, e poi per estensione agli amanti della mountainbike.
Anche in questo campo le discussioni sono state costanti, infinite e tendenzialmente inconcludenti.
Praticamante chiunque ha rivendicato di essere un "freerider". Nello stesso stile dei metallari. Anche qui con un nemico in comune (in ambito ciclistico) a mettere tutti d'accordo: il bitumaro. Che sarebbe colui che va in bici da corsa su strade bitumate (e si depila, si dopa, non saluta, etc...)
In realtà anche tra i bitumari c'è un ampio spettro di vedute. E tutto sommato pure un "tourer" (quei tipi con la barba lunga e la bici coperta di borsoni che girano tutto il mondo) ed i "randonneurs" (dei tipi cha hanno abbracciato l'usanza francese di mandarsi in decubito il deretano coprendo distanze siderali in tappe monodose) potrebbero vantarsi di essere un pochino "freeriders". E forse non a torto visto che assomigliano più loro al compianto Dennis Hopper di Easy Rider che non le tartarughe ninja da bikepark.
In ogni caso è inutile sprecare tempo pensando a cosa o chi sia più freeride dell'altro. Men che mai cosa sia questo inafferabile concetto astratto.
Questi due esempi mi sono venuti in mente a pretesto.
Mi pare infatti che molte di queste discussioni, se non la maggior parte di quelle per cui la gente si fa venire il sangue amaro nei forum dipendano fondamentalmente dalla certezza della propria identità e dall'ignoranza (nel senso lato di ignorare) di quella egli altri.
Alzi la mano chi non si è mai detto guardando le foto o i video nei forum "ma quella non è mountainbike". O "che palle, io quella roba non la farei mai".
Io la alzo, perchè me lo sono detto molte volte.
Pero' poi c'è una vocina pedante che mi ha sempre detto: "ma tu quelle cose le hai mai fatte?"
E pure questa volta non ho potuto non rispondere di no.
Un sacco di volte ho criticato cose che non ho mai fatto e soprattutto che non conosco bene o che non conosco proprio.
E questo tendenzialmente non (mi) porta da nessuna parte.
A volte mi sono detto: "ma porca ****, perchè lo sheriffo Muldox fa solo percorsi sadomasochistici in cui il tempo di percorrenza spesso è più lungo che a piedi?"
Altre volte mi sono detto: "ma perchè sti'tizi si ostinano a dire che con "la front ci fai tutto" quando secondo me è una panzana?
Altre volte ancora mi sono detto: "la bicicletta è fatta per pedalare e far fatica, non per buttarsi giù per pendii tanto per divertirsi a cui si è arrivati in cima senza fatica". Da sempre il ciclismo è salita. A parte Fiorenzo Magni nessuno è mai diventato un ciclista famoso per le proprie abilità discesistiche.
Beh, col tempo, tradito da una curiosità infida, ho potuto constatare che o avevo torto o parlavo per ignoranza.
Lo sheriffo Muldox non è (solamente) sadomaso, ma fa i sentieri che gli stanno attorno a casa. E vivendo in un paese dove devono mettere un sacchetto sotto al culo delle galline per non trovare ogni mattina un'omelette a valle chiaramente si è specializzato in (o si è fatto piacere) quel che il territorio gli consente.
Idem per i tizi con la front che magari abitano nella pianura più sparata o hanno montagne vere a molti km di macchina: chiaro che per i percorsi che fanno abitualmente con la front si puo' ragionevolmente fare tutto. O cmq con altri mezzi lo si potrebbe fare forse meglio, ma non senza un contrappasso che elimina il "meglio" generale.
E seppur con ritrosia, alla fine ho potuto constatare sulle mie stanche ossa che anche andare solo in discesa non è questione di pochi neuroni e atteggiamenti, ma è realmente faticoso.
I grafici del cardiofrequenzimetro sono la prova provata del mio experimentum crucis (senza contare mani doloranti, lividi all'interno delle gambe e la schiena che ti si accartoccia come dopo 3h di equitazione).
Chiaramente non si puo' provare e conoscere tutto (provarci pero' è meglio che no secondo me. Proprio per il fatto che si sa che non ci si riuscirà mai. Come tutte le cose faticose che non servono a niente danno disciplina).
L'importante pero' è sapere che non si sa (so che qualche tizio barbuto e famoso l'ha già detto, ma non mi ricordo il nome).
Cosa che purtroppo ci si dimentica spesso. E cosi' si tende a sottovalutare quello che fanno gli altri, e peggio ancora a generalizzare "gli altri".
Dimenticandosi che gli altri sono individui e non una setta che ci vuole male.
Anche se si vestono più o meno uguali o fanno le stesse cose che fanno gli altri.
In fondo anche noi ci vestiamo e facciamo le stesse cose di altri (la statistica fregherà sempre anche i più anticonformisti) e probabilmente starebbe sulle palle a tutti essere identificati come facente parte di una setta o di una moda: "ma si, è uno di quegli sfigati con la barba che si vestono sempre di marrone e/o verde e/o blu che fa un po' di allmountain e di bicidacorsa e che scrive cazzate su un forum marrone".
Nonostante io sia moderatamente paranoico non credo che tutti "gli altri" (o peggio "loro") ce l'abbiano con me.
Naturalmente il fatto che io sia moderatamente paranoico non esclude che qualcuno ce l'abbia veramente con me (anzi ), ma già il fatto di non ragionare generalizzando penso sia una cosa positiva. Perlomeno cosi' asserisce il mio psicologo. Ma ne sono convinto anche io: meglio che ce l'abbia con me solo lo sheriffo Muldox piuttosto che tutti i crosscountristy no? (la statistica a volte frega a volte conforta)
Quindi, per chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, posso proporre una strategia che potrebbe rendere l'uso di questo forum più proficua:
cercare di conoscere o fare quello che non conosco o non ho mai fatto prima di criticarlo o rifiutarlo.
Poi, per carità, una volta conosciuto o fatto si potrà criticarlo senza pietà e litigarci.
Io sono figlio unico, ma mi pare che tra fratelli si faccia cosi'
www.youtube.com/watch?v=CWpND8GhBuU