Ieri sono salito fino a casera Val di Lama, con l'idea di scendere in val Artugna; a Dardago ho girato un pò prima di poter finalmente fermare la macchina, causa cronica mancanza di posti auto, ma anche in conseguenza ai lavori in corso che tormentano il piazzale della chiesa (comunque regolamentato da disco orario, quindi improponibile nei feriali). Visto che altrove non si trovava neanche a morire, mi sono dovuto dirigere sul parcheggio del cimitero, risolvendo così il problema (muldox docet)!
Sono montato in sella abbastanza presto, poiché desideravo prenderla con comodo. Le dense nuvole impedivano persino di vedere le montagne, nonostante si trovassero proprio di fronte a me. Non mi sono preoccupato però più di tanto, sapendo che per la mattinata era previsto bel tempo. Appena fuori dal paese mi sono buttato sulla mulattiera per Mezzomonte (abbastanza scassata, ma non problematica), collegandomi così con la sterrata proveniente dal Gorgazzo, proprio nel punto da cui stacca il Picchio Morto.
Dovevo superare i 1100 m di quota, quindi restava ancora abbastanza salita da fare, ma la giornata era ideale in quanto a temperature ed il cielo andava sempre più aprendosi. Inoltre, era davvero piacevole annusare i profumi del bosco, finalmente risvegliatosi dal letargo.
in salita da Mezzomonte
Può sembrare scontato, ma visto che in queste zone giro quasi esclusivamente in inverno, è difficile che resti indifferente di fronte ad un paesaggio trasfigurato, in modo così evidente da sembrare familiare ed alieno al tempo stesso.
E' stato piacevole vedere la pianura dall'alto completamente immersa nelle nuvole mentre pedalavo, circondato da un paesaggio che pareva essere dotato di vita propria. Improvvise folate di vento animavano a tratti le chiome degli alberi, mentre sentivo le lucertole, disturbate dal mio lento avanzare, rifugiarsi negli anfratti delle rocce carsiche esposte al sole. Si trattava dei soli rumori percepibili nei dintorni, quasi fossero gli unici segni di vita. Che contrasto con la pianura sottostante, in continuo ed affannoso movimento.
nuvole residue sulla pianura friulano/veneta
la trattorabile per casera Val di Lama
Raggiunta la casera, in posizione amena circondata da pascoli magri e rada vegetazione, mi sono fermato; la salita era finita, restavano quindi da fare i preparativi per il sentiero che m'aspettava!
l'arrivo a casera Val di Lama
la via per raggiungere il sentiero
alcuni spettatori osservavano curiosi la scena, per nulla turbati dalla presenza di un estraneo
I primi metri hanno interessato una traccia poco battuta e priva di segnavia, ma una volta raggiunto l'orlo della scarpata non è che la situazione sia migliorata di molto: una sbiadita pittura bianco rossa del C.A.I., complici erba alta e vegetazione circostante, sembrava voler gareggiare in fatto di invisibilità solo con il tracciato stesso! Una volta partito la conformazione del sentiero mi ha costretto ad interrompere talvolta la continuità della discesa; questa situazione "a singhiozzo" si è protratta nei primi 100-150 m di dislivello, ma la musica è poi decisamente cambiata.
in discesa sulla parte aperta di sentiero 984
la traccia comincia a farsi interessante
a breve entrerò nel bosco
Ai panoramici traversi sui verdi, affacciati sulle severe crode di San Tomè, si è sostituito il bosco, mentre il sentiero diveniva inaspettatamente scorrevole, veloce e molto divertente!
il single nel bosco
Al bivio con il single per le Longiarezze sono rimasto a sinistra, proseguendo la discesa nella val Artugna. Non mi sono accorto nemmeno di aver guadagnato il fondovalle, da tanto si è rivelata divertente quest'ultima parte!
in discesa sul 984a
Sono montato in sella abbastanza presto, poiché desideravo prenderla con comodo. Le dense nuvole impedivano persino di vedere le montagne, nonostante si trovassero proprio di fronte a me. Non mi sono preoccupato però più di tanto, sapendo che per la mattinata era previsto bel tempo. Appena fuori dal paese mi sono buttato sulla mulattiera per Mezzomonte (abbastanza scassata, ma non problematica), collegandomi così con la sterrata proveniente dal Gorgazzo, proprio nel punto da cui stacca il Picchio Morto.
Dovevo superare i 1100 m di quota, quindi restava ancora abbastanza salita da fare, ma la giornata era ideale in quanto a temperature ed il cielo andava sempre più aprendosi. Inoltre, era davvero piacevole annusare i profumi del bosco, finalmente risvegliatosi dal letargo.
in salita da Mezzomonte
Può sembrare scontato, ma visto che in queste zone giro quasi esclusivamente in inverno, è difficile che resti indifferente di fronte ad un paesaggio trasfigurato, in modo così evidente da sembrare familiare ed alieno al tempo stesso.
E' stato piacevole vedere la pianura dall'alto completamente immersa nelle nuvole mentre pedalavo, circondato da un paesaggio che pareva essere dotato di vita propria. Improvvise folate di vento animavano a tratti le chiome degli alberi, mentre sentivo le lucertole, disturbate dal mio lento avanzare, rifugiarsi negli anfratti delle rocce carsiche esposte al sole. Si trattava dei soli rumori percepibili nei dintorni, quasi fossero gli unici segni di vita. Che contrasto con la pianura sottostante, in continuo ed affannoso movimento.
nuvole residue sulla pianura friulano/veneta
la trattorabile per casera Val di Lama
Raggiunta la casera, in posizione amena circondata da pascoli magri e rada vegetazione, mi sono fermato; la salita era finita, restavano quindi da fare i preparativi per il sentiero che m'aspettava!
l'arrivo a casera Val di Lama
la via per raggiungere il sentiero
alcuni spettatori osservavano curiosi la scena, per nulla turbati dalla presenza di un estraneo
I primi metri hanno interessato una traccia poco battuta e priva di segnavia, ma una volta raggiunto l'orlo della scarpata non è che la situazione sia migliorata di molto: una sbiadita pittura bianco rossa del C.A.I., complici erba alta e vegetazione circostante, sembrava voler gareggiare in fatto di invisibilità solo con il tracciato stesso! Una volta partito la conformazione del sentiero mi ha costretto ad interrompere talvolta la continuità della discesa; questa situazione "a singhiozzo" si è protratta nei primi 100-150 m di dislivello, ma la musica è poi decisamente cambiata.
in discesa sulla parte aperta di sentiero 984
la traccia comincia a farsi interessante
a breve entrerò nel bosco
Ai panoramici traversi sui verdi, affacciati sulle severe crode di San Tomè, si è sostituito il bosco, mentre il sentiero diveniva inaspettatamente scorrevole, veloce e molto divertente!
il single nel bosco
Al bivio con il single per le Longiarezze sono rimasto a sinistra, proseguendo la discesa nella val Artugna. Non mi sono accorto nemmeno di aver guadagnato il fondovalle, da tanto si è rivelata divertente quest'ultima parte!
in discesa sul 984a