Oggi sono stato a provare il Picchio Morto.
Quando un'idea mi si insinua nella mente non c'è modo per sradicarla, se non assecondandola. Se poi si tratta di sentieri è ancora peggio.
Beh, che dire: non posavo le
ruote su questo single dai tempi della Jekyll (2005), quindi mi sento di affermare che è stato quasi come scoprire un percorso nuovo.
Tralascio la descrizione della salita dal Gorgazzo; avendola fatta decine e decine di volte non saprei come trarne ispirazione, soprattutto considerando il contesto odierno: temperature da freezer
condite da abbondanti velature nel cielo.
L'unico modo per averne ragione nel minor tempo possibile è pedalare, senza fermarsi troppo a guardare il panorama (o forse dovrei dire grigiore), pregustando avidamente ciò che mi aspetta una volta completata l'ascesa.
Niente foto dunque... Pedalo senza strafare ed arrivo nel centro del paese in 40 minuti esatti; la fontana di fronte alla chiesa si rivela secca come la mia gola, ma non ho nemmeno voglia di fermarmi per estrarre la borraccia dallo
zaino; mi attende infatti una breve discesa bituminosa fino al cimitero, che decido di archiviare al più presto.
Giuntovi, imbocco la rotabile per il Cansiglio, ripensando all'ultima volta che ci sono stato nell'autunno scorso (per scendere dal 981+M2); allora non c'era neve, anche se le temperature erano comunque rigide.
Oggi però, temperature a parte, sarà diverso. Non sono sicuro di ricordare l'andamento del sentiero,
ma confido fiduciosamente nei meandri della memoria (pericoloso per uno alle soglie dei 40, ma pazienza...
). Al fatidico tornante mi immetto sulla mulattiera per le Longiarezze, abbandonando il proseguo per il ciglione orlato di bianco. Qualche metro ripido e poi la stradina spiana, iniziando a traversare lungamente. Sono solo 2 Km ma sembrano non passare mai, tra sensazioni di aspettativa e deja-vu estratti da ricordi solo in parte sbiaditi. Poi, come d'incanto, appare l'esile traccia sulla destra.
Scatto una foto e ripenso a tutti i cerimoniali pre partenza fatti con :Ninja: in passato (sgonfiaggio ruote, regolazione di sella, ammo e forcella, nonchè vestizione con
protezioni), accingendomi a ripeterli mentre tento di masticare una barretta che pare più dura di un laterizio.
Finalmente sono pronto per partire; mi butto con slancio ma neanche 100 m dopo devo già fermarmi a causa dei rami... Penso tra me: meno male che il sentiero è stato pulito.
Supero il boschetto iniziale e mi ritrovo all'aperto, dove individuo subito due segnali gialli (uno dei quali -vedasi foto- indica il nulla); la traccia però si rivela pulita ed inizio a prenderci gusto.
Ad un altro passaggio aperto segue presto il temuto canalone, un tempo contrassegnato dal poco rassicurante cartello "discesa pericolosa". Il cartello non c'è più ma non serve: so cosa mi aspetta.
Con attenzione assecondo gli ostacoli del terreno (leggermente contrariato dalla presenza di alcuni rovi), fermandomi una sola volta per scattare un'istantanea,
poi fuoriesco sulla mulattiera che in breve mi riporta al tornante incontrato in salita, dal quale il single riprende.
Escludendo l'inizio un pò tecnico, noto subito la differenza: il sentiero è molto più scorrevole ed invita a prendere velocità.
Il sorriso si fa sempre più strada mentre mi avvicino al bivio finale; la memoria sembra propendere per la la destra, ma non c'è nemmeno il tempo per meditare che arriva una chiamata. Chi è? Il :Ninja: naturalmente, così approfitto per dirgli dove mi trovo. Lui, perentoriamente, sentenzia: a sx c'è lo "spaccatelai", la direzione giusta è a dx.
Lo ringrazio e riparto, prima di congelare.
Ebbene, da qui in avanti è una goduria pura, assoluta. Il sentiero è scorrevole, pulito, si lascia guidare che è una meraviglia, alternando passaggi veloci a tratti guidati, curve con sponde, cambi di direzione, ecc. Una libidine.
Al termine della discesa non mi immetto sulla pedemontana, ma proseguo sul single a fianco del greto asciutto, sbucando infine a Range. Pochi Km ma intensi ed una riscoperta: il Picchio Morto, promosso con 10 e lode.