Finalmente ho un po’ di tempo per scrivere la mia recensione della Claymore 1 MY2013. L’impatto estetico della bici è decisamente positivo, i colori sono secondo me ben amalgamati tra loro e le finiture sono all’altezza della nomea del brand
Cannondale. Nella scatola oltre ai vari manuali di istruzioni e la pompetta dedicata per il Dyad ci sono delle plastiche protettive per il tubo obliquo e per il fodero orizzontale lato
catena. Questo non mi ha comunque impedito di avvolgere la bici nel 3M.
Una volta montata ci si rende conto che la componentistica è davvero tutta di alto livello, infatti il tendicatena MRP 2X è già montato e le gomme di serie sono le
Schwalbe Hans Dampf 3C, che ho provveduto a cambiare con i miei fidati
Maxxis Ardent EXO 2.4 latticizzati senza alcun problema sugli ottimi cerchi Sun Ringle Charger Pro. Le
ruote sono decisamente leggere (1700g la coppia) ed hanno un’ottima rigidità.
Passiamo alle cose serie, ho settato il Dyad una tacca sotto la pressione indicata dalla tabella, nella forca ho pompato circa 90 PSI (peso intorno agli 80kg armato) e sono partito per il test.
In Salita:
Sulle salite scorrevoli con l’ammo settato a 110mm e la forcella abbassata si procede molto bene senza alcuna sensazione di bobbing o di perdita di potenza legata all’assorbimento degli ammortizzatori a patto di pedalare seduti in sella, nella pedalata in piedi la mancanza del blocco forcella si fa leggermente sentire soprattutto se non si riduce la corsa. Nel complesso sono molto soddisfatto anche se ovviamente l’inclinazione dell’tubo sella e di conseguenza la posizione non sono, evidentemente, quelle di una front XC.
Nelle salite tecniche la bici si comporta in modo egregio è molto stabile e il Dyad sempre in modalità elevate, funziona alla perfezione copiando molto bene gli ostacoli ed offrendo un ottimo grip alla ruota posteriore nonché un buon confort sulla sella. In questo caso la trasmissione della potenza l’ho sentita molto bene anche alzandosi in piedi ed il baricentro “basso” aiuta a mantenere l’equilibrio nei passaggi tecnici. L’unico appunto è che bisogna fare attenzione a dove si passa con i pedali, ma non si può avere “la moglie ubriaca e la botte piena”, giusto??
In discesa:
Aperte tutte le sospensioni si scopre che la bici è bilanciata in modo perfetto e risponde ai comandi come ci si aspetta, già dalla prima discesa la sentivo come mia ed ero pienamente in grado di “fidarmi di lei”. I
freni hanno una potenza notevole e sono molto modulabili danno quindi molta confidenza (per chi conosce le zone di Riva del Garda posso dire di essere sceso in nose manual dal fortino in cima al monte brione alla prima uscita). Sul tecnico il comparto ruote/telaio offre un’ottima reattività che consente di cambiare facilmente direzione o bunny-hoppare gli ostacoli con estrema facilità. Sul veloce gli angoli aperti aiutano a dare una sensazione di stabilità e di conseguenza ad aprire il gas senza paura di impuntarsi o perdere il controllo.
In definitiva mi sento di consigliare questa bicicletta a tutti, indiscriminatamente dal fatto che prediligano le lunghe risalite. La bici sale davvero bene in qualsiasi situazione e regala emozioni forti in discesa.