Alla fine di marzo l'avvio della commercializzazione dei nuovi sistemi frenanti realizzati a Curno.
La tecnologia sviluppata per le gare di Moto Gp e motocross applicata al «down-hill» e al «free-ride»
Nuovi obiettivi per il gruppo Brembo di Curno (BG).
Dopo anni di lavoro dedicati esclusivamente al mondo delle auto e delle moto l'azienda orobica allarga i propri orizzonti lanciando la sfida in un ambito altrettanto impegnativo.
Questa volta, infatti, non si tratta di bolidi rombanti: questa volta bisogna frenare una «moto senza motore» lanciata comunque in discesa a 80 chilometri all'ora.
Una mountain bike impegnata in una spericolata corsa giù da una montagna.
È l'ultima «diversificazione produttiva» proposta dalla Brembo che ha infatti portato a termine un progetto che riguarda la produzione di un nuovo impianto frenante per mountain bike ad alte prestazioni.
Un sistema frenante per biciclette, dunque, anche se, a dire il vero, questa definizione rischia di apparire da un lato decisamente generica e dall'altro limitativa per la tecnologia applicata al prodotto.
Il nuovo impianto frenante progettato da Brembo, infatti, non verrà applicato alle mountain bike tradizionali, ma sarà la dotazione hi-tech per i mezzi speciali utilizzati per sport estremi come il «down-hill» e il «free-ride»: due specialità ciclistiche particolarissime e alquanto rischiose. I «rider» (corridori) professionisti, durante queste gare scendono da sentieri di montagna ad alte velocità, affrontando pendenze in discesa che toccano il 40% e dislivelli di oltre 1000 metri.
Gare che, in pratica, appaiono essere un'abbinata tra discesa libera e slalom speciale (in termini sciistici) affrontate con una mountain bike e dove i freni diventano elemento a dir poco fondamentale.
Il progetto, nato circa un anno fa, ha risposto in maniera ottimale ad una richiesta di mercato che ormai era diventata importante, garantendo nel contempo alla Brembo l'opportunità di entrare in un nuovo business spingendo il gruppo a mettersi in gioco nuovamente su un prodotto assolutamente innovativo.
Da subito l'obiettivo dell'azienda è stato quello di realizzare un impianto con prestazioni a livello massimo per raggiungere una sorta - come dicono i tecnici - di «motocross feeling»: cioè arrivare ad applicare la sensazione di frenata di una moto a una bicicletta.
L'attenzione si è così immediatamente focalizzata anche sui prezzi per poter proporre un prodotto dalle elevatissime prestazioni a cifre ragionevoli, proponibili ai professionisti della mountain bike. «Abbiamo scelto un'area di applicazione dove il freno ha valore prestazionale - spiega Raffaello Cornolti, responsabile sviluppo tecnico della divisione «Racing» della Brembo -: non potevamo fare un prodotto di questo tipo da utilizzare su bici convenzionali perché le vere caratteristiche tecniche e prestazionali non sarebbero potute essere apprezzato appieno dall'utente normale.
Il progetto è stato sviluppato in Brembo Racing da quelle stesse persone che si occupano di Moto Gp, motocross e SuperBike: ambiti che sono il top delle competizioni motociclistiche mondiale.
L'esperienza maturata con quelle moto è stata fondamentale per il nuovo progetto anche se le difficoltà non sono state poche visto come questo sia un settore ancora poco conosciuto».
Graduali le tappe per arrivare al prodotto finito: innanzitutto lo studio dei migliori impianti presenti sul mercato, quindi la realizzazione di prototipi utilizzando pezzi della produzione Brembo.
Fondamentale il momento dei test fatti da rider professionisti e la rielaborazione dei risultati in laboratorio.
Poi finalmente la prima apparizione ufficiale a Whistler, in Canada, dove ogni estate c'è il «Mountain Bike Park», una sorta di mondo dorato della mountain bike, in quell'occasione Brembo ha allestito cinque biciclette con il proprio sistema frenante che sono state fatte provare a specialisti del settore.
Unanimi i commenti: ottima modulabilità di controllo, ottima potenza frenante e resistenza alla fatica.
Un successo, quindi, che da fine marzo sarà in vendita sul mercato internazionale focalizzando la propria presenza soprattutto in America: «La strategia commerciale è di avere il prodotto anche in Europa - puntualizza Raffaello Cornolti -: in Italia abbiamo avuto già diverse richieste perché per chi esercita questo tipo di sport il freno è fondamentale e fa la differenza.
Il cliente sarà il corridore stesso, il prodotto verrà venduto direttamente ai privati attraverso i nostri distributori».
La tecnologia sviluppata per le gare di Moto Gp e motocross applicata al «down-hill» e al «free-ride»
Nuovi obiettivi per il gruppo Brembo di Curno (BG).
Dopo anni di lavoro dedicati esclusivamente al mondo delle auto e delle moto l'azienda orobica allarga i propri orizzonti lanciando la sfida in un ambito altrettanto impegnativo.
Questa volta, infatti, non si tratta di bolidi rombanti: questa volta bisogna frenare una «moto senza motore» lanciata comunque in discesa a 80 chilometri all'ora.
Una mountain bike impegnata in una spericolata corsa giù da una montagna.
È l'ultima «diversificazione produttiva» proposta dalla Brembo che ha infatti portato a termine un progetto che riguarda la produzione di un nuovo impianto frenante per mountain bike ad alte prestazioni.
Un sistema frenante per biciclette, dunque, anche se, a dire il vero, questa definizione rischia di apparire da un lato decisamente generica e dall'altro limitativa per la tecnologia applicata al prodotto.
Il nuovo impianto frenante progettato da Brembo, infatti, non verrà applicato alle mountain bike tradizionali, ma sarà la dotazione hi-tech per i mezzi speciali utilizzati per sport estremi come il «down-hill» e il «free-ride»: due specialità ciclistiche particolarissime e alquanto rischiose. I «rider» (corridori) professionisti, durante queste gare scendono da sentieri di montagna ad alte velocità, affrontando pendenze in discesa che toccano il 40% e dislivelli di oltre 1000 metri.
Gare che, in pratica, appaiono essere un'abbinata tra discesa libera e slalom speciale (in termini sciistici) affrontate con una mountain bike e dove i freni diventano elemento a dir poco fondamentale.
Il progetto, nato circa un anno fa, ha risposto in maniera ottimale ad una richiesta di mercato che ormai era diventata importante, garantendo nel contempo alla Brembo l'opportunità di entrare in un nuovo business spingendo il gruppo a mettersi in gioco nuovamente su un prodotto assolutamente innovativo.
Da subito l'obiettivo dell'azienda è stato quello di realizzare un impianto con prestazioni a livello massimo per raggiungere una sorta - come dicono i tecnici - di «motocross feeling»: cioè arrivare ad applicare la sensazione di frenata di una moto a una bicicletta.
L'attenzione si è così immediatamente focalizzata anche sui prezzi per poter proporre un prodotto dalle elevatissime prestazioni a cifre ragionevoli, proponibili ai professionisti della mountain bike. «Abbiamo scelto un'area di applicazione dove il freno ha valore prestazionale - spiega Raffaello Cornolti, responsabile sviluppo tecnico della divisione «Racing» della Brembo -: non potevamo fare un prodotto di questo tipo da utilizzare su bici convenzionali perché le vere caratteristiche tecniche e prestazionali non sarebbero potute essere apprezzato appieno dall'utente normale.
Il progetto è stato sviluppato in Brembo Racing da quelle stesse persone che si occupano di Moto Gp, motocross e SuperBike: ambiti che sono il top delle competizioni motociclistiche mondiale.
L'esperienza maturata con quelle moto è stata fondamentale per il nuovo progetto anche se le difficoltà non sono state poche visto come questo sia un settore ancora poco conosciuto».
Graduali le tappe per arrivare al prodotto finito: innanzitutto lo studio dei migliori impianti presenti sul mercato, quindi la realizzazione di prototipi utilizzando pezzi della produzione Brembo.
Fondamentale il momento dei test fatti da rider professionisti e la rielaborazione dei risultati in laboratorio.
Poi finalmente la prima apparizione ufficiale a Whistler, in Canada, dove ogni estate c'è il «Mountain Bike Park», una sorta di mondo dorato della mountain bike, in quell'occasione Brembo ha allestito cinque biciclette con il proprio sistema frenante che sono state fatte provare a specialisti del settore.
Unanimi i commenti: ottima modulabilità di controllo, ottima potenza frenante e resistenza alla fatica.
Un successo, quindi, che da fine marzo sarà in vendita sul mercato internazionale focalizzando la propria presenza soprattutto in America: «La strategia commerciale è di avere il prodotto anche in Europa - puntualizza Raffaello Cornolti -: in Italia abbiamo avuto già diverse richieste perché per chi esercita questo tipo di sport il freno è fondamentale e fa la differenza.
Il cliente sarà il corridore stesso, il prodotto verrà venduto direttamente ai privati attraverso i nostri distributori».