Litinerario penitenziale, come appunto viene chiamato, inizia da Boiano, e come ricorda anche la leggenda, nacque grazie ad un gruppo di giovani sanniti pentri che decisero di edificare la città alla fonte del fiume Biferno, proprio nel punto in cui si arrestò il cammino del bue sacro, infatti il nome Bovianum, dal latino, deriverebbe proprio da questo animale.
Attraversiamo per intero Corso Umberto I, percorrendo esattamente una parte del vecchio tratturo Pescasseroli-Candela fino ad arrivare ad una piazzetta in fondo alla strada dove vi è una colonna con una croce, antistante la strada che dovremmo prendere per recarci al paese vecchio, infatti da qui, facendo anche attenzione ai cartelli informativi, inizieremo a salire verso Civita di Boiano. La strada che porterà su al borgo antico, è molto stretta, quindi fate attenzione alle auto che salgono e scendono da qui! Saliamo per circa un chilometro, con una pendenza pari all8-9 % quindi non dovrebbe essere molto faticoso, passiamo davanti alla piccola chiesetta di San Michele, che si trova alla nostra DX e continuiamo a salire, sentendo già nellaria lodore dei camini e il profumo di cucinato delle piccole trattorie che si apprestano a preparare il pranzo, per i turisti che saliranno in visita al borgo.
Già da basso iniziamo a vedere le mura difensive dellabitato, infatti in tempi passati Civita era attestata in posizione strategica a difesa del tratturo che attraversava la piana sottostante labitato, mentre in epoca sannitica era la prima rocca difensiva, precedendo la rocca di monte Crocella, posta a 1040 metri, e la rocca posta in località Tre Torrette di Campochiaro. Questo ci viene confermato da appiano, storico latino, nel suo Bellum Civile, e in più ci viene illustrato anche lo straordinario metodo di comunicazione tra colle e colle, adoperato dagli abitanti del luogo, specchi, fuochi o segnali di fumo.
Arrivati nei pressi di Civita, troviamo una biforcazione stradale. La prima a DX porta al borgo medievale, mentre quella a SX porta su in montagna, verso leremo di SantEgidio (1075 m.)
A piacere è possibile visitare il castello normanno di Civita Superiore, anche se del maniero rimane solo la parte frontale e qualche pezzo delle mura laterali, ma ne vale la pena perché un meraviglioso panorama, che si estende dalle Mainarde alla piana di Sepino, si presenterà dinanzi ai vostri occhi!
Riscendendo dal borgo, ci dirigiamo verso la strada che porterà al rifugio in montagna.
Dora in poi, la strada sarà unica, non ci saranno ne variazioni di percorso e ne altre stradine da prendere, infatti dal cartello posto al bivio di Civita, che indica la direzione da seguire, fin su in cima arrivati nei pressi del rifugio, la strada sarà sempre una, asfaltata o brecciata che sia.
Strada facendo troverete anche qualche cartello informativo del CAI (Club Alpino Italiano), sul tempo e sulla durata del percorso, quindi oltre a questo non dovrebbero esserci altri problemi!
Camminerete o pedalerete in assoluto stato meditativo e vi concentrerete mentre spingete sui vostri pedali scaricando lo stress quotidiano, affrontando la strada che sarà sempre in salita, ma tranquilli, verrete ripagati da tutto questo. La natura in questo posto è magnifica e si presenta in tutta la sua bellezza. Mandrie di cavalli e di buoi allo stato brado, mangiano in tutta tranquillità lerba dei prati circostanti, o arrancati sulle alture rocciose dei monti attorno. Il monte Procella (1040 m.) vi terrà sempre compagnia con la sua chioma rocciosa e con la sua maestosità, mentre laria di montagna vi entrerà a pieno nei vostri polmoni, stufi degli scarichi delle auto e dellaria rarefatta della città!
Dopo circa 4 km, arriviamo presso uno spiazzo dove vi è posta una croce di legno, mentre alla vostra SX, vi è un cancello, che a nostro parere, faccia da ingresso al mondo spirituale. Leremo di SantEgidio è lontano da tutto e da tutti, solo chi ha bisogno di essere purificato dallo stress quotidiano, ci si reca.
Lultimo tratto di strada, è molto stretto e molto ripido, fate molta attenzione se ci andate nel periodo autunnale infatti conviene portare la bici a mano, perché il sentiero è totalmente ricoperto da uno spesso strato di fogliame, quindi non si sa cosa vi si potrebbe celare al di sotto di esse, mentre in inverno, il sentiero è ricoperto di neve e starti di ghiaccio, quindi immaginate cosa potrebbe succedere, visto che alla vostra DX cè un bel dirupo .
Dopo circa unora e mezza di camminata o dopo circa 40 minuti di pedalata, finalmente leremo fa la sua comparsa. Vederlo per la prima volta fa un certo effetto!
Se le vostre borracce sono a secco, state tranquilli perché nelle vicinanze del rifugio ci sono ben tre fontane, dove sgorga unacqua, a dir poco, rigenerante!
Attraversiamo per intero Corso Umberto I, percorrendo esattamente una parte del vecchio tratturo Pescasseroli-Candela fino ad arrivare ad una piazzetta in fondo alla strada dove vi è una colonna con una croce, antistante la strada che dovremmo prendere per recarci al paese vecchio, infatti da qui, facendo anche attenzione ai cartelli informativi, inizieremo a salire verso Civita di Boiano. La strada che porterà su al borgo antico, è molto stretta, quindi fate attenzione alle auto che salgono e scendono da qui! Saliamo per circa un chilometro, con una pendenza pari all8-9 % quindi non dovrebbe essere molto faticoso, passiamo davanti alla piccola chiesetta di San Michele, che si trova alla nostra DX e continuiamo a salire, sentendo già nellaria lodore dei camini e il profumo di cucinato delle piccole trattorie che si apprestano a preparare il pranzo, per i turisti che saliranno in visita al borgo.
Già da basso iniziamo a vedere le mura difensive dellabitato, infatti in tempi passati Civita era attestata in posizione strategica a difesa del tratturo che attraversava la piana sottostante labitato, mentre in epoca sannitica era la prima rocca difensiva, precedendo la rocca di monte Crocella, posta a 1040 metri, e la rocca posta in località Tre Torrette di Campochiaro. Questo ci viene confermato da appiano, storico latino, nel suo Bellum Civile, e in più ci viene illustrato anche lo straordinario metodo di comunicazione tra colle e colle, adoperato dagli abitanti del luogo, specchi, fuochi o segnali di fumo.
Arrivati nei pressi di Civita, troviamo una biforcazione stradale. La prima a DX porta al borgo medievale, mentre quella a SX porta su in montagna, verso leremo di SantEgidio (1075 m.)
A piacere è possibile visitare il castello normanno di Civita Superiore, anche se del maniero rimane solo la parte frontale e qualche pezzo delle mura laterali, ma ne vale la pena perché un meraviglioso panorama, che si estende dalle Mainarde alla piana di Sepino, si presenterà dinanzi ai vostri occhi!
Riscendendo dal borgo, ci dirigiamo verso la strada che porterà al rifugio in montagna.
Dora in poi, la strada sarà unica, non ci saranno ne variazioni di percorso e ne altre stradine da prendere, infatti dal cartello posto al bivio di Civita, che indica la direzione da seguire, fin su in cima arrivati nei pressi del rifugio, la strada sarà sempre una, asfaltata o brecciata che sia.
Strada facendo troverete anche qualche cartello informativo del CAI (Club Alpino Italiano), sul tempo e sulla durata del percorso, quindi oltre a questo non dovrebbero esserci altri problemi!
Camminerete o pedalerete in assoluto stato meditativo e vi concentrerete mentre spingete sui vostri pedali scaricando lo stress quotidiano, affrontando la strada che sarà sempre in salita, ma tranquilli, verrete ripagati da tutto questo. La natura in questo posto è magnifica e si presenta in tutta la sua bellezza. Mandrie di cavalli e di buoi allo stato brado, mangiano in tutta tranquillità lerba dei prati circostanti, o arrancati sulle alture rocciose dei monti attorno. Il monte Procella (1040 m.) vi terrà sempre compagnia con la sua chioma rocciosa e con la sua maestosità, mentre laria di montagna vi entrerà a pieno nei vostri polmoni, stufi degli scarichi delle auto e dellaria rarefatta della città!
Dopo circa 4 km, arriviamo presso uno spiazzo dove vi è posta una croce di legno, mentre alla vostra SX, vi è un cancello, che a nostro parere, faccia da ingresso al mondo spirituale. Leremo di SantEgidio è lontano da tutto e da tutti, solo chi ha bisogno di essere purificato dallo stress quotidiano, ci si reca.
Lultimo tratto di strada, è molto stretto e molto ripido, fate molta attenzione se ci andate nel periodo autunnale infatti conviene portare la bici a mano, perché il sentiero è totalmente ricoperto da uno spesso strato di fogliame, quindi non si sa cosa vi si potrebbe celare al di sotto di esse, mentre in inverno, il sentiero è ricoperto di neve e starti di ghiaccio, quindi immaginate cosa potrebbe succedere, visto che alla vostra DX cè un bel dirupo .
Dopo circa unora e mezza di camminata o dopo circa 40 minuti di pedalata, finalmente leremo fa la sua comparsa. Vederlo per la prima volta fa un certo effetto!
Se le vostre borracce sono a secco, state tranquilli perché nelle vicinanze del rifugio ci sono ben tre fontane, dove sgorga unacqua, a dir poco, rigenerante!