Mio padre è unalpinista. E come tutti gli alpinisti di vecchio stampo segue delle regole non scritte che tutelano-rispettano la montagna. Regole che sembrano assurde, ma non lo sono. Sono regole che sono derivate dalle usanze delle popolazioni delle montagne. Le uniche persone che conosco davvero il limite oltre cui lusufrutto della montagna diventa dannoso per la stessa. Sono regole tradizionali, che sono nate dallesperienza. Lesperienza, parola grossa
..ma spesso sottovalutata. Per me lesperienza è sinonimo di saggezza. E per me il saggio è colui che fa la cosa giusta, magari banale ma che è lunica soluzione figlia di mille sbagli.
Le regole sono impedimenti. Picchetti che limitano la nostra libertà. La voglia di trasgredirle è il sale della vita. Ma per trasgredirle bisogna conoscerle. Altrimenti non si è liberi, ma solamente ignoranti.
Ecco. Il succo del discorso è questo. Perché si deve fare sempre quello che si vuole? Perché se si fa un danno si guarda ai danni maggiori causati dagli altri?
Io sono sempre andato in montagna. Fin da piccolo (3-4 anni) mio papa mi ha portato, e grazie ai suoi preziosi insegnamenti ho iniziato ad amare la natura. Ho iniziato anche a imparare le leggi che regolano siano esse scritte dalluomo che naturali. Leggi in apparenza assurde, inutili, limitanti. Perché portare a valle la carta se cè il cestino al rifugio. Perché non camminare nel prato se è così invitante. Perché percorrere il sentiero + battuto se la scorciatoia è così comoda. Perché fermarsi ad una certa quota anche se il tempo è bello. Perché non passare da quel bel ghiaione. Perché non toccare i fiori, i funghi, o non entrare con gli scarponi nei ruscelli. Leggi fastidiose per tutti, figurarsi per un ragazzo di provincia che a 16 anni è contro il mondo. Leggi in cui era difficile riconoscere il reato, o dove lo fosse riconoscibile era semplicemente ridicolo. Ma le ho sempre seguite, perché le ritenevo anche se inspiegabile portatrici di una verità che conoscevo.
La mtb è una cosa relativamente nuova per la montagna. Un misto tra lescursionismo e la moto da fuoristrada. Si, secondo me la moto è equiparabile alla moto.
In salita il biker non è molto diverso dallescursionista a piedi. Anzi ha alcuni diritti in piu, ad esempio dovrebbe avere la precedenza per evitare di mettere il piede a terra.
In discesa il biker non è molto diverso dal motociclista. Velocità simili, e comunque pericolose per gli escursionisti. Degrado ai sentieri molto simile. Un gazza da 2.6 in sgommata su un fondo erboso o terroso è poco meno violenta di una ruota di moto. Se calcolassimo che passino 50 biker e 50 motociclisti potremmo vedere che il degrado causato dai biker sarebbe minore, ma comunque sufficiente, grazie al dilavamento delle acque meteoriche a causare degradi ben maggiori. Perché gli smottamenti si creano così.
Se penso che un escursionista serio non calpesta i prati, non mi immagino neanche la reazione che potrebbe avere vedendo una ripidone di FRiders.
Poi il fatto che ci siano spot imprescindibili per ogni biker che si rispetti fa si che questi sentieri si trasformino in piste chiuse per biker. Praticamente impraticabili ai pedoni, e fortemente danneggiate.
Non voglio criminalizzare i biker. Voglio solo dire il metro di giudizio di un biker in montagna non si misura in cm di drop superati. Ma si misura in intelligenza. Intelligenza di capire che certi sentieri è meglio non farli, perché si rovinano. Oppure perché diamo fastidio ai pedoni .non che gli escursionisti siano + importanti di noi. Ma hanno i loro diritti, e noi i nostri doveri. Intelligenza di capire che andare in mtb è bello, limitatamente alla possibilità di frequentare determinati sentieri. Intelligenza di capire che le montagne sono piene di sentieri. Basta aprire una mappa, e si notano centinaia di sentieri in disuso che con le nostre ruote potremmo pulire, senza recare danno a nessuno. Basterebbe vivere la montagna non come spot di divertimento ma come MONTAGNA. Come luogo di natura, saggezza, vita e intelligenza.
Poi chiaramente noi abbiamo le nostre ragioni. Valide, sagge, dimostrabili.
La montagna sta morendo. Non è + luogo di vita. La gente di montagna e i giovani non esistono. Muoiono i sentieri, crollano i pendii, muoiono le coltivazioni. Vivere in montagna costa fatica, la gente fugge. Non esiste solo Torbole e Riva, dove la montagna è una fonte di guadagno. Esistono montagne dove puoi pedalare 5 ore senza incontrare nessuno. Montagne dove una sgommata di una Gazza svanisce perché ha il tempo di essere coperta dalle foglie. Esistono montagne dove non è necessario mettere un orrendo cartello di divieto con plinto in cemento (identici agli obbrobri che si vedono in città) per impedire laccesso di biker ..ma dove i biker sarebbero una risorsa. Perché porterebbero ricchezza, pulirebbero i sentieri, farebbero rivivere gli alpeggi.
Ecco, esistono BIKER e biker. MONTAGNE e montagne. AMMINISTRATORI e amministratori.
Le regole sono impedimenti. Picchetti che limitano la nostra libertà. La voglia di trasgredirle è il sale della vita. Ma per trasgredirle bisogna conoscerle. Altrimenti non si è liberi, ma solamente ignoranti.
Ecco. Il succo del discorso è questo. Perché si deve fare sempre quello che si vuole? Perché se si fa un danno si guarda ai danni maggiori causati dagli altri?
Io sono sempre andato in montagna. Fin da piccolo (3-4 anni) mio papa mi ha portato, e grazie ai suoi preziosi insegnamenti ho iniziato ad amare la natura. Ho iniziato anche a imparare le leggi che regolano siano esse scritte dalluomo che naturali. Leggi in apparenza assurde, inutili, limitanti. Perché portare a valle la carta se cè il cestino al rifugio. Perché non camminare nel prato se è così invitante. Perché percorrere il sentiero + battuto se la scorciatoia è così comoda. Perché fermarsi ad una certa quota anche se il tempo è bello. Perché non passare da quel bel ghiaione. Perché non toccare i fiori, i funghi, o non entrare con gli scarponi nei ruscelli. Leggi fastidiose per tutti, figurarsi per un ragazzo di provincia che a 16 anni è contro il mondo. Leggi in cui era difficile riconoscere il reato, o dove lo fosse riconoscibile era semplicemente ridicolo. Ma le ho sempre seguite, perché le ritenevo anche se inspiegabile portatrici di una verità che conoscevo.
La mtb è una cosa relativamente nuova per la montagna. Un misto tra lescursionismo e la moto da fuoristrada. Si, secondo me la moto è equiparabile alla moto.
In salita il biker non è molto diverso dallescursionista a piedi. Anzi ha alcuni diritti in piu, ad esempio dovrebbe avere la precedenza per evitare di mettere il piede a terra.
In discesa il biker non è molto diverso dal motociclista. Velocità simili, e comunque pericolose per gli escursionisti. Degrado ai sentieri molto simile. Un gazza da 2.6 in sgommata su un fondo erboso o terroso è poco meno violenta di una ruota di moto. Se calcolassimo che passino 50 biker e 50 motociclisti potremmo vedere che il degrado causato dai biker sarebbe minore, ma comunque sufficiente, grazie al dilavamento delle acque meteoriche a causare degradi ben maggiori. Perché gli smottamenti si creano così.
Se penso che un escursionista serio non calpesta i prati, non mi immagino neanche la reazione che potrebbe avere vedendo una ripidone di FRiders.
Poi il fatto che ci siano spot imprescindibili per ogni biker che si rispetti fa si che questi sentieri si trasformino in piste chiuse per biker. Praticamente impraticabili ai pedoni, e fortemente danneggiate.
Non voglio criminalizzare i biker. Voglio solo dire il metro di giudizio di un biker in montagna non si misura in cm di drop superati. Ma si misura in intelligenza. Intelligenza di capire che certi sentieri è meglio non farli, perché si rovinano. Oppure perché diamo fastidio ai pedoni .non che gli escursionisti siano + importanti di noi. Ma hanno i loro diritti, e noi i nostri doveri. Intelligenza di capire che andare in mtb è bello, limitatamente alla possibilità di frequentare determinati sentieri. Intelligenza di capire che le montagne sono piene di sentieri. Basta aprire una mappa, e si notano centinaia di sentieri in disuso che con le nostre ruote potremmo pulire, senza recare danno a nessuno. Basterebbe vivere la montagna non come spot di divertimento ma come MONTAGNA. Come luogo di natura, saggezza, vita e intelligenza.
Poi chiaramente noi abbiamo le nostre ragioni. Valide, sagge, dimostrabili.
La montagna sta morendo. Non è + luogo di vita. La gente di montagna e i giovani non esistono. Muoiono i sentieri, crollano i pendii, muoiono le coltivazioni. Vivere in montagna costa fatica, la gente fugge. Non esiste solo Torbole e Riva, dove la montagna è una fonte di guadagno. Esistono montagne dove puoi pedalare 5 ore senza incontrare nessuno. Montagne dove una sgommata di una Gazza svanisce perché ha il tempo di essere coperta dalle foglie. Esistono montagne dove non è necessario mettere un orrendo cartello di divieto con plinto in cemento (identici agli obbrobri che si vedono in città) per impedire laccesso di biker ..ma dove i biker sarebbero una risorsa. Perché porterebbero ricchezza, pulirebbero i sentieri, farebbero rivivere gli alpeggi.
Ecco, esistono BIKER e biker. MONTAGNE e montagne. AMMINISTRATORI e amministratori.