Traendo spunto da interessanti discussioni su bici, ciclisti e rispetto voglio raccontarvi una storia.
Ad agosto sono stato in Alta Badia.
Ho trovato naturalmente sentieri da sogno, aperti a bici e pedoni.
Secondo voi mi costava fatica rallentare per lasciar passare un pedone (un escursionista è il termine esatto) anche se aveva tutta la possibilità di stare un po da parte?
Mi pesava attendere che un altro si accorgesse di me e si scansasse senza che fossi io a disturbarlo, oppure mi pesava fare una discesa a 18 allora invece di 38?
La risposta è naturalmente no, ma la cosa interessante secondo me è il perché non mi pesava.
Escludendo che la risposta sia perché sei un pìrla ne rimane solo una.
Io ero così felice di quello che avevo a disposizione che già così era bellissimo.
Me ne sono accorto lì, quando in un pomeriggio di sentieri, bici ed escursionisti a un certo punto è piombato giù un acquazzone estivo breve ed intenso.
Questacquazzone mi ha ripulito i sentieri dagli escursionisti, lo dico in tono scherzoso ma è andata proprio così: per unora (era già limbrunire) e proprio sulla via del ritorno (e quindi in discesa) ho avuto la rete ciclopedonale dellAlta Badia a mia completa disposizione.
Alla fine avevo la classica striscia di fango anche sui denti, e mi sono accorto che mentre scendevo ridevo!!
Ecco, chiaro che il demone che è in me per un attimo ha pensato a come sarebbero belli quei sentieri tutti per noi ciclisti, ma è durata poco, sono troppo razionale per angeli e demoni ed ho subito capito che non solo non sarebbe giusto, non solo io sono anche un escursionista (ed un automobilista, uno scooterista e tante altre facili definizioni) ma soprattutto quei sentieri solo per noi non esisterebbero, perché è insieme che si ottengono le cose, ed insieme poi ci tocca usarle.
Il rispetto per gli altri in questo caso non mi è pesato, perché ho trovato tutto già così bello da non desiderare di più.
Quindi non sono stato un campione di civismo, ho semplicemente ragionato su cosa ho provato, ed ho ragionato che questa cosa è vera come è vero che ci accorgiamo delle cose belle solo quando ce ne capitano di brutte, di quello che abbiamo quando non lo abbiamo più.
Mi è capitata di recente una cosa brutta che però capita prima o poi a tutti i figli che vivono più dei propri genitori, e a me è capitata abbastanza tardi da doverci stare.
Le cose della vita sono così, terribilmente normali nella loro follia, sta a noi cavarne il buono.
Quello che ho capito io è che non cè bisogno di sforzarci di essere rispettosi, di tollerare, di essere solidali, semplicemente dobbiamo pensare a quali sono le cose che davvero contano nella vita e quali no, e come per incanto saremo rispettosi, tolleranti e solidali.
Lì in Trentino ho parlato con ciclisti che siccome gli escursionisti gli occupavano apposta tutto il sentiero, loro gli facevano apposta il pelo.
Poi ho parlato con escursionisti che siccome i ciclisti gli facevano apposta il pelo, loro gli occupavano apposta tutto il sentiero.
Credo che ci sia una legge di Keplero o qualcuno di questi che dimostra che così non si va da nessuna parte.
Se i miei occhi, abituati alla città che amo, ai colli che ho girato in lungo e in largo, alle dignitose escursioni sul medio Appennino, hanno trovato un paradiso in quei sentieri, quello è un paradiso, tutto il resto sono tutte quelle cose di cui faremmo bene a farne a meno, perché ci fanno solo male.
Grazie per lattenzione.
Claudio
Ad agosto sono stato in Alta Badia.
Ho trovato naturalmente sentieri da sogno, aperti a bici e pedoni.
Secondo voi mi costava fatica rallentare per lasciar passare un pedone (un escursionista è il termine esatto) anche se aveva tutta la possibilità di stare un po da parte?
Mi pesava attendere che un altro si accorgesse di me e si scansasse senza che fossi io a disturbarlo, oppure mi pesava fare una discesa a 18 allora invece di 38?
La risposta è naturalmente no, ma la cosa interessante secondo me è il perché non mi pesava.
Escludendo che la risposta sia perché sei un pìrla ne rimane solo una.
Io ero così felice di quello che avevo a disposizione che già così era bellissimo.
Me ne sono accorto lì, quando in un pomeriggio di sentieri, bici ed escursionisti a un certo punto è piombato giù un acquazzone estivo breve ed intenso.
Questacquazzone mi ha ripulito i sentieri dagli escursionisti, lo dico in tono scherzoso ma è andata proprio così: per unora (era già limbrunire) e proprio sulla via del ritorno (e quindi in discesa) ho avuto la rete ciclopedonale dellAlta Badia a mia completa disposizione.
Alla fine avevo la classica striscia di fango anche sui denti, e mi sono accorto che mentre scendevo ridevo!!
Ecco, chiaro che il demone che è in me per un attimo ha pensato a come sarebbero belli quei sentieri tutti per noi ciclisti, ma è durata poco, sono troppo razionale per angeli e demoni ed ho subito capito che non solo non sarebbe giusto, non solo io sono anche un escursionista (ed un automobilista, uno scooterista e tante altre facili definizioni) ma soprattutto quei sentieri solo per noi non esisterebbero, perché è insieme che si ottengono le cose, ed insieme poi ci tocca usarle.
Il rispetto per gli altri in questo caso non mi è pesato, perché ho trovato tutto già così bello da non desiderare di più.
Quindi non sono stato un campione di civismo, ho semplicemente ragionato su cosa ho provato, ed ho ragionato che questa cosa è vera come è vero che ci accorgiamo delle cose belle solo quando ce ne capitano di brutte, di quello che abbiamo quando non lo abbiamo più.
Mi è capitata di recente una cosa brutta che però capita prima o poi a tutti i figli che vivono più dei propri genitori, e a me è capitata abbastanza tardi da doverci stare.
Le cose della vita sono così, terribilmente normali nella loro follia, sta a noi cavarne il buono.
Quello che ho capito io è che non cè bisogno di sforzarci di essere rispettosi, di tollerare, di essere solidali, semplicemente dobbiamo pensare a quali sono le cose che davvero contano nella vita e quali no, e come per incanto saremo rispettosi, tolleranti e solidali.
Lì in Trentino ho parlato con ciclisti che siccome gli escursionisti gli occupavano apposta tutto il sentiero, loro gli facevano apposta il pelo.
Poi ho parlato con escursionisti che siccome i ciclisti gli facevano apposta il pelo, loro gli occupavano apposta tutto il sentiero.
Credo che ci sia una legge di Keplero o qualcuno di questi che dimostra che così non si va da nessuna parte.
Se i miei occhi, abituati alla città che amo, ai colli che ho girato in lungo e in largo, alle dignitose escursioni sul medio Appennino, hanno trovato un paradiso in quei sentieri, quello è un paradiso, tutto il resto sono tutte quelle cose di cui faremmo bene a farne a meno, perché ci fanno solo male.
Grazie per lattenzione.
Claudio