Ciao a tutti! BUON ANNO!
La fine del 2010 per me è stata splendida e l'inizio, OTTIMO. Sono proprio soddisfatto di quello che ho fatto, della compagnia con cui ho scelto di trascorrere questi giorni. Rispetto ai Capodanni passati, c'è stato un upgrade: una nuova sessione cicloturistica nel prologo del classico Capodanno sul Baldo, una compagnia maggiorata con la partecipazione di Steen, Elena e Vito in aggiunta al "classico" gruppo.
Giovedì
trenta parto da casa con la vecchia Wolf Ridge, la Marin da enduro acquistata nel 2008 e che resiste tuttora ai miei maltrattamenti. Non è proprio la bike ideale per la tappa che ho in programma di fare, ma poi mi permetterà di godermi di più la gita fino al Chierego e successiva discesa.
Montato il carrello (un'operazione semplicissima) e preparate le borse con il vestiario di ricambio, alle 8:30 parto da casa. Musi lunghi quelli dei miei genitori, per nulla contenti della mia idea malsana; avrebbero di gran lunga preferito vedermi salire in macchina, invece quest'anno si cambia!
Uscito dal portone di casa, percorro i primi metri con il rimorchio: sono emozionato, è una sensazione nuova, chissà come deve essere farlo per più giorni in autonomia...
Pedalo per il centro di Cremona e sento su di me gli sguardi delle persone: probabilmente mi confonderanno per uno straniero in vacanza in Italia: mi verrebbe voglia di salutarli in qualche lingua nordica, che ne so: il finlandese! Così da confonderli ancora di più.
Passo a salutare il titolare del negozio in cui lavoravo, beviamo un caffé insieme, bacio la ragazza mia ex-collega e faccio gli auguri. Dopo la prematura pausa è ora di iniziare a far sul serio e mi immetto in via postumia.
In un tratto non proprio simpatico, piuttosto trafficato, finalmente hanno ricavato una pista ciclabile. È la prima novità della giornata, una piacevole sorpresa molto gradita. Bene.
Passo per paesini della bassa, la giornata è uggiosa, peccato perché con il sole la campagna si sarebbe colorata un po' di più. Invece è grigia.
Il carrellino scorre bene e quasi non si avverte, la bici al contrario è pesante da portare avanti, ed il pedale sinistro inizia a fischiare. E pensare di ingrassarlo prima di partire no eh? Si, ma proprio adesso doveva iniziare? Pazienza cerchiamo di resistere il più possibile.
San Felice, San Savino, Gadesco Pieve Delmona, Vescovato, Pescarolo ed Uniti. Il continuo zigzagare tra una stradella e l'altra, per evitare le strade principali più trafficate ha il suo perché. Non solo si viaggia con maggiore tranquillità, ma si riescono a vedere anche i bei paesini di campagna, con le loro chiesette, le case rustiche di una volta, le cascine. A Pescarolo chiedo cortesemente un po' di
olio per il pedale.
Oltre ad una spruzzatina di lubrificante, ricevo gli auguri ed una simpatica frase: "te invidi propria mia...". Esco dall'
officina con il sorriso sulla bocca ed il pedale nuovamente silenzioso.
Transito per Gabbioneta Binanuova, Ostiano; sul ponte dell'Oglio penso: che grandi ostacoli da superare sono i fiumi. Se non ci fosse questo ponte, sarebbe una bella impresa passare da una sponda all'altra...
Appena dopo Ostiano, nei pressi di Volongo, trovo una bella chiesetta:
In un primo momento passo oltre, guardandola da lontano, poi faccio inversione e torno a guardarla. È proprio carina, minuta.
Dopo poco riparto e transito per Volongo, Fiesse e dopo un po' giungo ad Asola. Il paese è piuttosto grande e transito per il centro: saluto chi si sofferma a guardarmi. Sento il cellulare squillare, rispondo, è Dario che mi chiede a che punto sono. Lo aggiorno sulla situazione, leggo qualche messaggio e poi riparto. È bello sentirsi vicini gli amici.
Sempre ad Asola noto un'orripilante casa mal costruita e pure di colore blu: non trovo il coraggio di fotografarla, scuotendo la testa riprendo a pedalare. Ad una grossa rotonda guardo oltre nella direzione che dovrei prendere e vedo che la strada è piuttosto grande e trafficata. Scorgo però una stradina con il segnale di "fine pista ciclabile"
Ok, la pista finisce, ma la strada su cui si transitava, no. Decido quindi di deviare per la Strada Saccole Pignole controllando sulla mappa stampata da Google che arrivi nello stesso paese della grossa provinciale. Molto probabilmente in questo modo allungo la mia traccia, ma almeno evito il traffico. Presso Castelnuovo e Casaloldo rientro sulla traccia che mi ero disegnato precedentemente, e nei pressi di Calstel Goffredo, rimanendo ad Est del centro, percorro qualche Km su una grossa strada. C'è molto poco traffico, ma le poche autovetture transitano piuttosto veloci ed inoltre il paesaggio non è molto rassicurante. Il cemento fa quest'effetto.
Già a Medole le cose migliorano, mi fermo un attimo, ed entro in una chiesa, ovviamente nessuno in giro. Si sente solo un cagnolino abbaiare, poco dopo la padrona esce per controllare cosa lo agiti così tanto, mi vede e capisce tutto..
La Strada Crocevia fino a San Cassiano non è affatto male, un grosso TIR è fermo sul ciglio della strada, l'abitacolo è vuoto. Probabilmente sono tutti in pausa pranzo, io invece proseguo a pedalare con le poche energie di una barretta di cioccolato.
Il paesaggio è in fase di cambiamento, lo si avverte, e anche le nubi grigie della pianura si diradano, spunta qualche timido raggio di sole. Tra Solferino, Pozzolengo e Peschiera ho qualche salitella da affrontare, con le relative discese in cui riesco a tirare il fiato e a notare che la ruota posteriore è decisamente storta e provoca un certo dondolamento del retrotreno...
A Peschiera, nel momento in cui raggiungo il Lago, mi rilasso un po' dal punto di vista psicologico, ma continuo imperterrito a pedalare. In effetti rimane ancora parecchia strada e la salita finale a San Zeno di Montagna che mi mette un po' in apprensione. A che ore riuscirò ad esser là? Speriamo prima che faccia buio...
Quando si viaggia da soli, credo ci si preoccupi un po' di più e si sperimentino stati ansiosi che in gruppo difficilmente si presentano.
Da Garda salgo per errore fino a Costermano, e non sapendo come rimediare al mio "errore", decido di ritornare indietro e cercare la deviazione corretta per Albisano. Il primo tratto di salita è impegnativo, passo alla corona da 22 per riuscire a salire e penso a come avrei potuto affrontare questa salita se avessi utilizzato la Surly singlespeed anziché la Marin di cambio munita...
I tornanti preannunciano la mia rapida salita verso il Paese di San Zeno ed il mio prossimo arrivo, ma proprio all'ultimo ho vissuto momenti di crisi, forse un calo energetico, che mi hanno rallentato non poco. Il sole nel periodo invernale ci abbandona molto presto e già verso le 16-16:30 la luce incomincia a calare... "Dai che manca poco" Mi ripeto, molto spesso a voce alta. Oh quanti bei discorsi che mi son fatto durante questo viaggio.
Finalmente arrivo a destinazione.
Mi accoglie una gentile signora, mi viene mostrato l'alloggio, telefono a casa per tranquillizzare la mamma, telefono a Dario per tranquillizzare l'amico, e poi vado in doccia... La magia dell'acqua calda!
Molto presto esco di casa per dirigermi in pizzeria. Ho un bel pezzetto da fare a piedi in quanto in questo periodo molti locali sono chiusi e l'unico ristorante aperto è a qualche chilometro. Il freddo è pungente, il cielo è sgombero da nubi e penso alla giornata dell'Ultimo, sarà uno spettacolo!
Ordino la pizza "patatosa" (sintomo di grande carenza di patata) e mi scolo 3 birre "weizen" (altro sintomo di grande carenza di patata), dopo di che ritorno con passo veloce a casa. Alle 21 sono già a letto. Lo
zaino è pronto, la bici non ha bisogno di manutenzione, quello che mi serve è solo un po' di sonno...
CONTINUA...