ATTRITO

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kapitain kuch

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ATTRITO

Ormai tutto era perduto,
mesi di contrattazioni a livello internazionale non erano servite a molto. Loro erano i più forti e lo avevano dimostrato più volte. La razza umana avrebbe presto perduto la supremazia del pianeta e sarebbe rimasta confinata sottoterra nei rifugi costruiti appositamente. Non era stata facile la trattativa, e nemmeno molto soddisfacente il risultato, ma almeno qualcuno sarebbe sopravvissuto per perpetuare la specie, almeno fino a quando Loro non avessero deciso diversamente. Per gli altri quattro miliardi di esseri umani non c'era nessuna speranza.
Era cominciato tutto circa quattro mesi prima. Loro erano arrivati a bordo di navi spaziali di dimensioni gigantesche, e subito avevano dimostrato la loro potenza. In meno di dieci giorni avevano modificato l'atmosfera di un grande continente come l'Australia, diminuendo la pressione a valori infinitesimali e ribaltando le percentuali di ossigeno e azoto. La colonizzazione era così iniziata ed ora già esisteva un loro avamposto sulla terra. Qualcuno sosteneva che già erano state costruite città aliene estese per migliaia di chilometri quadrati.
Una timida reazione c'era stata, prima a livello diplomatico, poi si era anche tentato una specie di contrattacco militare, ma era stato tutto inutile, quasi ridicolo. La resa aveva concesso unicamente che le nazioni unite della terra avessero il permesso di costruire dieci rifugi sotterranei dislocati in diverse zone del pianeta, per ospitare il maggior numero possibile di esseri umani, nell'attesa di poter un giorno rivedere la luce del sole.
Mancavano poche ore. Tutti sapevano che alle ore dodici di Greenwich, tutta l'atmosfera del pianeta sarebbe stata velocemente trasformata, e, in pochi minuti, tutto sarebbe finito. In casa non funzionava più niente. Luce gas e acqua avevano sospeso l'erogazione da tre giorni, e radio e televisione ormai non trasmettevano da due settimane. Ognuno a modo suo aveva deciso come morire, in casa, all'aperto, in riva al mare, da solo o in compagnia dei propri cari e amici.
A casa Bruni invece regnava un attività frenetica. Il figlio più giovane, Marco, era stato scelto per essere salvato all'interno del rifugio governativo costruito nella propria nazione, ed era ora di abbandonare i familiari e dirigersi verso il punto di raccolta. Anche se da giorni ci si preparava, nessuno mai avrebbe potuto essere pronto per un momento come quello. La madre aveva voluto che fosse Claudio il figlio più grande ad accompagnarlo al rifugio, forse sperando di vedere entrambi salvi. Ma era impossibile e lo sapeva. Marco indossò la leggera tuta in materiale plastico che lo avrebbe protetto in caso gli alieni avessero deciso di anticipare i tempi. Anche Claudio indossò la sua tuta. Il governo si era premurato di fornire una tuta ad ogni cittadino. Erano tute meno complesse di quelle destinate ai prescelti per il rifugio, con meno accessori e di minor pregio, ma comunque in grado di garantire la sopravvivenza per qualche ora. Praticamente servivano soltanto per evitare la morte causata dalla brusca decompressione, fino a quando un leggero gas inodore, contenuto nell’ultima parte della riserva d’aria, non avesse prima causato l’assopimento e infine il decesso in forma del tutto indolore. Non era importante comunque per Claudio, gli bastava una mezz'ora e poi gli alieni, i sopravvissuti e tutto il resto sarebbero stati solo un lontano ricordo, o forse neanche quello. Era sinceramente contento ed orgoglioso che suo fratello potesse salvarsi, e non provava assolutamente nessun sentimento di invidia. Salutarono la madre ed il padre, immaginando che avrebbero atteso la fine come ogni altro giorno della loro vita, la prima intenta a cucire con l'inossidabile macchina «Necchi Supernova», ed il secondo nell'attesa delle indicazioni per preparare il pranzo. Fu abbastanza comico riuscire ad entrare nell'automobile indossando le tute di sopravvivenza, e la scena era ancora più strana perchè sul tetto dell'automobile troneggiava una scintillante mountain bike da discesa. Era stata preparata in ogni dettaglio: la forcella ammortizzata ad aria era stata completamente sgonfiata, come pure l'ammortizzatore posteriore ed i pneumatici, la catena brillava ripulita da ogni granello di polvere ed ingrassata con l'apposito lubrificante spray. Anche la gigantesca guarnitura da 55 denti, il pacco pignoni e persino le rotelline del cambio erano state smontate, accuratamente sgrassate, lubrificate e rimontate al loro posto. Del resto l'occasione era tragicamente speciale, e nulla poteva essere lasciato al caso.
Il viaggio fino al rifugio governativo fu breve. I due fratelli si salutarono rapidamente con un goffo abraccio, a causa delle tute, ed una commossa stretta di mano. Tutto era già stato detto nei giorni precedenti, ed entrambi avevano molte cose da fare. Claudio ripartì velocemente verso la collinetta, non mancava molto alle dodici, ma aveva calcolato tutto con cura, e sorrise verificando che anche la previsione dell'inevitabile ritardo, era precisissima. Questa volta nessuno avrebbe potuto fare meglio di lui. Da anni gareggiava in compagnia del suo migliore amico, L'Ottimo Century, in gare di velocità in discesa, e da anni si allenavano sulla collinetta vicino casa, tentando di raggiungere velocità sempre maggiori. L'Ottimo era velocissimo con la sua Scottis verde e nera, ammortizzata marzucco e dotata di potenti freni a disco Heyè. Ma anche Claudio, in arte Kapitain Kuch, non gli era da meno in sella alla sua KTT grigio metalliazzato, con forcella marzucco da 170mm, freni Xsì idraulici, e ammortizzatore posteriore DMN a molla. Da troppo tempo L'Ottimo deteneva il record di 93,27 Km orari, ed ora era giunto il momento di tornare sul gradino più alto del podio. Proprio ora quando tutto stava per finire, ognuno aveva deciso di trascorrere gli ultimi istanti nel modo più diverso e Claudio aveva deciso di fare quello che più gli dava felicità e soddisfazione: correre in bici giù dalla collinetta senza curarsi di tutto quello che lo circondava. Ma c'era qualcos'altro. L'idea gli era venuta in mente quando aveva saputo che l'atmosfera terrestre sarebbe stata modificata completamente e la pressione ridotta a livelli infinitesimi. Una pressione minore significava eliminare l'effetto di attrito dell'aria su ogni oggetto in movimento e quindi anche su una bicicletta lanciata alla massima velocità sul sentiero in discesa. Tante volte il capitano aveva cercato improbabili posizioni sulla sua bici, tentando di migliorare il coefficente aerodinamico, e aveva persino costruito delle carenature artigianali per opporre meno resistenza all'aria, spesso più per far sorridere i fedeli amici, che per trarre effettivamente dei vantaggi. Ma ora non ne aveva bisogno. Avrebbe potuto tranquillamente stare seduto sul sellino e dedicarsi completamente alla guida, assaporando la gioia di vedere il tachimetro andare a fondo corsa (aveva solo due cifre e pertanto non poteva segnalare velocità superiori ai 99 km/h), senza curarsi dell'ingombro dell'enorme tuta protettiva. Mancava un solo dettaglio. L'Ottimo Century non avrebbe assistito a quell'ultima ed unica discesa. Questo pensava e mentre raggiungeva la cima della collinetta si mise a ridere vedendo che invece L'Ottimo lo aveva preceduto e lo aspettava già in sella alla sua bici. Erano già dieci giorni che non si sentivano e non si vedevano. I cellulari come tutto il resto erano muti da settimane, e non c'era stata nessuna possibilità di sentirsi o incontrarsi. Si abbracciarono, per quanto possibile con le tute, scaricarono la bici ed attesero i pochi minuti che mancavano a mezzogiorno. Loro non si fecero aspettare. Erano carenti di umanità e compassione, ma certamente non di puntualità. Prima una leggera brezza, poi un vento fortissimo, poi tutto tornò apparentemente normale. In realtà nulla era più come prima. Un rapido e triste pensiero ai genitori e agli amici che ormai non c'erano più, e i due si misero a sistemare le biciclette. Con l'aiuto di una bomboletta di aria compressa dovevano mettere in pressione nuovamente le gomme e gli ammortizzatori ad aria, precedentemente sgonfiati per evitare che il brusco abbassamento della pressione esterna li facesse esplodere. I manuali non riportavano ovviamente alcuna indicazione circa la corretta pressione di gonfiaggio in situazione di vuoto quasi assoluto, ma non fu difficile trovare una taratura soddisfacente. Un ultima stretta di mano sincera e poi il capitano chiuse le mani sul manubrio pronto a lanciarsi giù dalla collinetta. Fu allora che si accorse che a causa dell'abbassamento della pressione l'impianto idraulico dei freni era esploso rendendone impossibile il funzionamento. In fondo alla discesa non avrebbe potuto in alcun modo fermarsi prima del salto di trenta metri scavato a fondovalle dal torrente. Si voltò istintivamente per avvisare l'Ottimo che senza dubbio aveva avuto lo stesso problema, ma poi non gli disse nulla. Tanto a cosa sarebbe servito? E poi, del resto, aveva già visto che quel giorno l'Ottimo non li aveva neanche montati i freni.

K :razz: K
 

Century

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Diverse ...
Provateci a pubblicare qualcosa, io sono anni che ci provo con diverse case editrici, ma ti dicono che sono pieni di lavoro e che i tuoi per il momento non interessano.
Voi direte, "Si capisce che fanno schifo", e può anche essere, ma il fatto è che non lo saprai mai, perchè prima di inviare uno scritto è buona regola mandare una lettera di presentazione in cui chiedi se puoi mandare loro una tua opera, e loro regolarmente non la vogliono neanche leggere.
Frustrante :-(
 

kapitain kuch

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Un ringraziamento a tutti quelli che hanno dimostrato il loro apprezzamento, e a tutti quelli che hanno apprezzato in generale.
Non Vi ho risposto prima per non riportare continuamente il topic in alto.
In particolare
@Durone: non ci avevo pensato alla questione di togliere una sola atm
@Diretur Ziopin12 Kosso Blu Fraska Sergiomato Jirky Vandalicobiker Loco: grazie, il Vostro apprezzamento è il premio più appagante (certo, anche una JT nuova mi avrebbe appagato un pochino! :smile: )
@ ever_k2: grazie, bella la massima della full-front
@ Saliscendi: grazie, ma è tutto qui, per un libro credo serva molto di più, però non me ne intendo.
@ miguel: grazie anche a te, ma ho solo questo, però non si può mai sapere, magari..
Saluti a tutti
K:razz:K
 

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