Difficoltà tecnica (salita/discesa) * : MC / OC
* scala delle difficoltà tecniche CAI
Descrizione:
Il percorso si svolge nel Parco dei Monti Simbruini, per lo più in territorio laziale, anche se la partenza è fissata presso i Piani della Renga in Abruzzo.
Come arrivare:
Si parte dai Piani della Renga, facilmente raggiungibili in auto sia dal versante abruzzese (Capistrello) che da quello laziale (Filettino)
Cartografia consigliata:
Carta dei Simbruini 1:25000 ed. Il Lupo
Roadbook:
Si parcheggia l’auto di fronte l’accesso ai Piani della Renga. Si attraversano interamente i Piani su sterrata che, dopo un tratto in linea retta, punta nettamente a dx. Si entra nel bosco e, in salita sempre più ripida, si superano due rifugi e una piccola “piazzola” (cfr. waypoint). In questo tratto si incontrano un paio di bivi ed ogni volta si sceglie l’alternativa di dx.
Si giunge a delle segnalazioni per Fonte della Ceria (tabelle di legno), da cui parte una delle varianti proposte, si superano, sempre in salita, e dopo un ultimo strappo si giunge ad un valico. In discesa si raggiunge Campo Rotondo.
Attraversato il paese e seguendo le segnalazioni stradali, si imbocca la strada per la SS. Trinità, inizialmente in salita. Superato il punto più alto della strada (divenuta sterrata) si inizia a scendere, ma in prossimità di un tornante a dx su fondo cementato, la si abbandona per imboccare di fronte a noi un sentiero che sale verso Piano delle Scagne. Con successivi saliscendi si giunge ad incrociare un altro sentiero, che si segue sulla sx, fino ad arrivare ad un ceppo pontificio.
Si piega nuovamente a sx e si raggiunge il volubro del Ceraso (ruderi di abbeveratoio) da dove si scorge il vicino rifugio. Qui si gira a dx fino ad incontrare delle nuove segnalazioni su tabelle di legno. Si ignora il sentiero di sx, che conduce a Campo Staffi, e si prosegue dritto fino ad imboccare la bellissima discesa per Valle Forchitto.
Nella parte alta della stessa si procede sempre con cautela, ma in relativa sicurezza. Più avanti, però, la discesa diventa impegnativa, di tipo freeride, per cui è necessario valutare bene se affrontarla in sella sulla base delle proprie capacità di guida.
Il percorso resta difficile fino a raggiungere, dopo due ponticelli in legno, un’area pic-nic. Qui finalmente ci si può rilassare e si continua a scendere di fianco ad un bel torrente, in un ambiente davvero spettacolare. La strada diviene asfaltata e si giunge ad incrociare la statale per Filettino.
La si segue in salita (svolta a sx) per un brevissimo tratto, fino ad incontrare, alla nostra dx, una deviazione su strada cementata. Si imbocca quest’ultima, si supera una fonte e poco più avanti una sbarra di metallo e si procede in salita su fondo, ormai, sterrato.
Ad un primo bivio si prende a sx, ad un secondo a dx ed infine, ad un terzo, nuovamente a dx, quasi invertendo il senso di marcia, in salita sempre più ripida. Dopo alcuni tornanti, la sterrata termina, al culmine della salita, ed inizia un bel sentiero segnato, in discesa, divertente, ma notevolmente più facile della Val Forchitto. Lo si segue fino a raggiungere di nuovo l’asfalto.
In salita si imbocca in direzione Valico Serra di Sant’Antonio, fino ad un tornante in corrispondenza di un grosso edificio (probabilmente un albergo, ma non ci ho fatto caso) dove si supera un segnale di divieto di accesso e si imbocca un sentiero che, con un ultimo tratto da fare a spinta, ci porta fino a Fonte della Moscosa. Qui si prosegue in piano su una larga e comoda sterrata fino al valico da dove, in discesa, si raggiunge il punto di partenza.
Varianti:
A) giunti alle tabelle segnalatorie per Fonte della Ceria, invece di proseguire dritto, si può abbreviare il giro svoltando a sx, raggiungendo Croce Campitelli e, in discesa, Monna di Campo Ceraso (ceppo pontificio). Non conosco la ciclabilità di questo tratto.
B) dopo aver iniziato la discesa su asfalto da Valico Serra di Sant’Antonio e poco prima del nido dell’aquila, in corrispondenza di un tornante a sx, si può imboccare una bella stradina sterrata che passa sotto Colle Mozzone e raggiunge il Vallone delle Monache che, con bella e divertente discesa, riconduce ai Piani della Renga. Questo tratto è interamente ciclabile.
* scala delle difficoltà tecniche CAI
Descrizione:
Il percorso si svolge nel Parco dei Monti Simbruini, per lo più in territorio laziale, anche se la partenza è fissata presso i Piani della Renga in Abruzzo.
Come arrivare:
Si parte dai Piani della Renga, facilmente raggiungibili in auto sia dal versante abruzzese (Capistrello) che da quello laziale (Filettino)
Cartografia consigliata:
Carta dei Simbruini 1:25000 ed. Il Lupo
Roadbook:
Si parcheggia l’auto di fronte l’accesso ai Piani della Renga. Si attraversano interamente i Piani su sterrata che, dopo un tratto in linea retta, punta nettamente a dx. Si entra nel bosco e, in salita sempre più ripida, si superano due rifugi e una piccola “piazzola” (cfr. waypoint). In questo tratto si incontrano un paio di bivi ed ogni volta si sceglie l’alternativa di dx.
Si giunge a delle segnalazioni per Fonte della Ceria (tabelle di legno), da cui parte una delle varianti proposte, si superano, sempre in salita, e dopo un ultimo strappo si giunge ad un valico. In discesa si raggiunge Campo Rotondo.
Attraversato il paese e seguendo le segnalazioni stradali, si imbocca la strada per la SS. Trinità, inizialmente in salita. Superato il punto più alto della strada (divenuta sterrata) si inizia a scendere, ma in prossimità di un tornante a dx su fondo cementato, la si abbandona per imboccare di fronte a noi un sentiero che sale verso Piano delle Scagne. Con successivi saliscendi si giunge ad incrociare un altro sentiero, che si segue sulla sx, fino ad arrivare ad un ceppo pontificio.
Si piega nuovamente a sx e si raggiunge il volubro del Ceraso (ruderi di abbeveratoio) da dove si scorge il vicino rifugio. Qui si gira a dx fino ad incontrare delle nuove segnalazioni su tabelle di legno. Si ignora il sentiero di sx, che conduce a Campo Staffi, e si prosegue dritto fino ad imboccare la bellissima discesa per Valle Forchitto.
Nella parte alta della stessa si procede sempre con cautela, ma in relativa sicurezza. Più avanti, però, la discesa diventa impegnativa, di tipo freeride, per cui è necessario valutare bene se affrontarla in sella sulla base delle proprie capacità di guida.
Il percorso resta difficile fino a raggiungere, dopo due ponticelli in legno, un’area pic-nic. Qui finalmente ci si può rilassare e si continua a scendere di fianco ad un bel torrente, in un ambiente davvero spettacolare. La strada diviene asfaltata e si giunge ad incrociare la statale per Filettino.
La si segue in salita (svolta a sx) per un brevissimo tratto, fino ad incontrare, alla nostra dx, una deviazione su strada cementata. Si imbocca quest’ultima, si supera una fonte e poco più avanti una sbarra di metallo e si procede in salita su fondo, ormai, sterrato.
Ad un primo bivio si prende a sx, ad un secondo a dx ed infine, ad un terzo, nuovamente a dx, quasi invertendo il senso di marcia, in salita sempre più ripida. Dopo alcuni tornanti, la sterrata termina, al culmine della salita, ed inizia un bel sentiero segnato, in discesa, divertente, ma notevolmente più facile della Val Forchitto. Lo si segue fino a raggiungere di nuovo l’asfalto.
In salita si imbocca in direzione Valico Serra di Sant’Antonio, fino ad un tornante in corrispondenza di un grosso edificio (probabilmente un albergo, ma non ci ho fatto caso) dove si supera un segnale di divieto di accesso e si imbocca un sentiero che, con un ultimo tratto da fare a spinta, ci porta fino a Fonte della Moscosa. Qui si prosegue in piano su una larga e comoda sterrata fino al valico da dove, in discesa, si raggiunge il punto di partenza.
Varianti:
A) giunti alle tabelle segnalatorie per Fonte della Ceria, invece di proseguire dritto, si può abbreviare il giro svoltando a sx, raggiungendo Croce Campitelli e, in discesa, Monna di Campo Ceraso (ceppo pontificio). Non conosco la ciclabilità di questo tratto.
B) dopo aver iniziato la discesa su asfalto da Valico Serra di Sant’Antonio e poco prima del nido dell’aquila, in corrispondenza di un tornante a sx, si può imboccare una bella stradina sterrata che passa sotto Colle Mozzone e raggiunge il Vallone delle Monache che, con bella e divertente discesa, riconduce ai Piani della Renga. Questo tratto è interamente ciclabile.