Non penso ci siano contraddizioni nel mio discorso. Siamo dei grand esportatori perché coniughiamo qualità e immagine, ma quanti marchi sono identificabili con queste caratteristiche? Come ho già detto il 70% dell'utile di un azienda che effettua mercato interno ed esterno proviene dal territorio nazionale. Provo a prendere in esempio Brembo. Tutti conoscono la bontà dei loro impianti frenanti, riconosciuti ed utilizzati a livello globale con soddisfazione estrema. Sono sicuro che se prendessi in esame un campione (quindi casuale e che rispetti la variabilità dei singoli) la maggiorparte di loro ,a parte i Bergamaschi ovviamente, non sa che è un'azienda italianissima con filiali in NOVE nazioni. Questo perché è riuscita ad imporsi prima come prodotto qualitativamente eccellente e solo in ultimo come portabandiera del made in italy. Senza dimenticare che ha stilato partnership con le più grandi e blasonate case automobilistiche e motocicliste. Con questo voglio ribadire (perché l ho già scritto) che marketing non è solo la vendita on-line in stile Canyon ma predisporre i mezzi e le risorse affinché il proprio prodotto sia soddisfacente e assecondi le leggi del mercato. Un mio amico ha comprato 5 mesi fa una Lombardo Sestriere NUOVA, pagata 300 , a parte il montaggio molto discutibile, dopo 4 mesi la vernice dello stem ha preso ad incresparsi come fosse intaccata dalla ruggine ! Una bici sempre tenuta al chiuso e che ha all'attivo 200 km forse. Si può fare marketing di ogni tipo ma se una casa vende al 30 % in più delle concorrenti il suo prodotto top di gamma e le sue bici entrylevel cadono a pezzi dopo qualche mese, mi chiedo dove vogliano arrivare.
senza offesa, ma secondo me stai facendo un mix di copia/incolla da vari testi.
secondo me brembo non è questo granchè ( ho venduto moto, i jap sono meglio in tutto anche li ). bici da 300 euro presumo anche vicino alla salsedine marina, che t' aspetti ?
Cè davvero bisogno che alleghi dei dati commerciali fatti di numeri e statistiche? A parte il fatto che non potrei disporre di questi dati, non vengono di certo a renderli al primo scemo che passa, ma senti davvero il bisogno che giustifichi il dilagante mercato online delle biciclette ?
"Bianchi non è più italiana" è una frase che è in se un paradosso. Tutta l'industria italiana sta finendo nelle mani di stranieri, questo dovrebbe ampliarne le risorse, le vedute, le tecnologie, il mercato, invece penso che non faccia altro che distruggere la nostra industria. Il quadrilatero industriale sta finendo in mano ad indiani e asiatici che comprano mezzi di produzione e capitale umano per pochi spiccioli, ne ricavano l'esperienza maturata dopo anni e anni e lasciano tutto com era prima.
Invece di utilizzare questo tono superiore, potresti aiutarmi a capire, io sono qui anche per questo, non mi reputo più acculturato di nessuno, ho solo cercato di propiziare un discorso che riguarda tutti noi da vicino.
ce ne sarebbe bisogno, perché altrimenti si fa teoria astratta, i dati sono disponibili, basta pazienza e qualche visura, e l' online non è ( ancora ? ) dilagante. ti assicuro che non ho toni superiori, ti sto solo dando degli input, vedi tu se e come utilizzarli. per buttar su in rete un ambaradan di vendita che funzioni ci vogliono cospicui investimenti concreti, non so di questi tempi quanti se la sentano, non che non vogliano o non siano in grado. discorso industria lascialo stare, in base alla nostra popolazione e geografia e tutto il resto abbiamo amplissimamente fatto molto più di quello che sarebbe stato "normale", a discapito anche di altre situazioni, ambientali, sociali ecc
Con questo voglio dire che seppur i tempi di sviluppo-produzione e utilizzo di risorse umane vada pian pian verso la rarefazione dei tempi e della presenza dell'uomo nei processi industriali, per un mercato di massa che faccia girare l 'economia e crei una
catena di sotto produzioni (l indotto) è comunque fondamentale avere mezzi di produzione e un analisi dei processi produttivi costosi, che un azienda medio-piccola non può permettersi presumo. Io penso che in Italia sia fondamentale assimilare le piccole imprese, con la loro capacità qualitativa e bagaglio culturale, con industrie forti a livello internazionale che possa creare profitti costanti nel tempo e una crescita estensiva ed intensiva. Le nostre piccole aziende sono in grado di sviluppare un livello tecnologico stupefacente, nonostante le risicate disponibilità che hanno, ma se non vengono supportate dal mercato digitale non vedo come possano aumentare i loro proventi dall'estero, visto che in Italia un ragazzo di 23 anni prende ancora la paghetta dal papà e appunto non ha soldi da sperperare in beni di non sussistenza. E' proprio qui il problema ! L'acquisto di una bici è puramente CULTURALE, nessuno ha bisogno di mezzo del genere per vivere, rientra quindi nel consumismo e nel mercato di massa. Oggi il consumismo è spinto dal web, io manco la guardo più la televisione. Se io azienda, non spingo il valore culturale del mio prodotto sui canali digitali, non penso possa essere realmente competitivo sul mercato odierno. D'accordo che l' Italia è l'unico paese al mondo (o almeno così ricordo d'aver letto) quest'anno ad aver avuto un diminuzione di persone che accedono almeno una volta al mese su internet, ma ormai il mercato è globale, bisogna globalizzarsi (in senso buono ovviamente) altrimenti cadiamo nel baratro.
:D
in riferimento a mezzi di produzione e analisi varie le aziende medio piccole se funzionano e stanno in piedi hanno tutto quello che gli serve, il fatto di essere piccoli non è ( sempre o per forza ) indice di arretratezza o scarsa produttività. uno scambio biunivoco tra grandi e piccoli già c'è, essendo spesso i secondi fornitori dei primi. se invece si parla di vera ricerca, gli attori in grado di farla in italia sono meno delle dita di una mano , tipo fiat o finmeccanica. se mi parli di mtb può essere culturale, ma se parli di bici a 360° sta tornando ad essere quello che era in origine: un mezzo di trasporto.
ECCELLENTE ! Si sono crogiolate nel mercato atomico, fisico, troppo condizionato dallo stato di salute del paese nel quale si sono messe le radici, e sono rimaste fottute perché non hanno innovato e non si sanno vendere all'estero, non calamitano profitti, investimenti o conglomerazioni con altri aziende.
secondo me c'è solo stato un iper sviluppo, di conseguenza ora che siamo in fase di contrazione tanti decadono, non sempre per loro colpa, le circostanze aiutano molto, ed a volte va semplicemente a culo.
Aggiungici che non investono adeguatamente nella ricerca e sopratutto nell'accapararsi nuovo personale che porti idee e ventata di novità. Questo succede anche perchè i manager hanno paura di perdere potere. E gli affari calano..
la ricerca vera la fanno in meno di pochi, e comunque in italia non è vero che non c'è una politica industriale, questa bensì consiste in buona parte nel riciclo di tecnologie
della passata generazione. il nuovo personale come no se non lo prendondo, ma solo alle seguenti condizioni: contratto bimensile, alto, biondo, bello, occhi azzurri e nato in luna crescente