Analfabetismo digitale e lacune nel business 2.0

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motobimbo

Biker nirvanensus
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Mi sono occupato di pubblicità e, come corollario, di marketing. Mi sono stati evidenziati alcuni casi macroscopici di aziende leader sparite o quasi dal mercato. Il virus che le ha colpite si chiama PRESUNZIONE :maremmac:. Ritenendosi arrivate in vetta non si sono preoccupate di evolversi, non hanno monitorato i nuovi concorrenti. Questi, più motivati, si sono inseriti negli spazi lasciati incustoditi e si sono allargati. E' ciò che sta succedendo a molte aziende: non comprendono l'evoluzione dei metodi, tra questi la comunicazione mediatica, e perdono terreno.

esatto!
prendi barilla...non hanno minimamente considerato il fatto che la dieta mediterranea va bene anche per quelli che fanno sesso con quelli dello stesso sesso!

:smile::smile:
 

sembola

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Con questo voglio dire che seppur i tempi di sviluppo-produzione e utilizzo di risorse umane vada pian pian verso la rarefazione dei tempi e della presenza dell'uomo nei processi industriali, per un mercato di massa che faccia girare l 'economia e crei una catena di sotto produzioni (l indulto) è comunque fondamentale avere mezzi di produzione e un analisi dei processi produttivi costosi, che un azienda medio-piccola non può permettersi presumo.
Sono d'accordo. Ma la domanda è: siamo sicuri che quello della bici sia un "mercato di massa"? :spetteguless:

Oggi il consumismo è spinto dal web, io manco la guardo più la televisione.
Un certo tipo di consumismo probabilmente, ma che il consumismo tout court sia spinto dal web è un'affermazione difficile da dimostrare, specialmente in Italia. Paese che, meglio ricordarlo, ha un tasso di alfabetizzazione digitale bassino...
 

Motion

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ECCELLENTE ! :celopiùg:
Condivido appieno ! Si sono crogiolate nel mercato atomico, fisico, troppo condizionato dallo stato di salute del paese nel quale si sono messe le radici, e sono rimaste fottute perché non hanno innovato e non si sanno vendere all'estero, non calamitano profitti, investimenti o conglomerazioni con altri aziende.
Aggiungici che non investono adeguatamente nella ricerca e sopratutto nell'accapararsi nuovo personale che porti idee e ventata di novità. Questo succede anche perchè i manager hanno paura di perdere potere. E gli affari calano..
 

giorgibe

Biker infernalis
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Non penso ci siano contraddizioni nel mio discorso. Siamo dei grand esportatori perché coniughiamo qualità e immagine, ma quanti marchi sono identificabili con queste caratteristiche? Come ho già detto il 70% dell'utile di un azienda che effettua mercato interno ed esterno proviene dal territorio nazionale. Provo a prendere in esempio Brembo. Tutti conoscono la bontà dei loro impianti frenanti, riconosciuti ed utilizzati a livello globale con soddisfazione estrema. Sono sicuro che se prendessi in esame un campione (quindi casuale e che rispetti la variabilità dei singoli) la maggiorparte di loro ,a parte i Bergamaschi ovviamente, non sa che è un'azienda italianissima con filiali in NOVE nazioni. Questo perché è riuscita ad imporsi prima come prodotto qualitativamente eccellente e solo in ultimo come portabandiera del made in italy. Senza dimenticare che ha stilato partnership con le più grandi e blasonate case automobilistiche e motocicliste. Con questo voglio ribadire (perché l ho già scritto) che marketing non è solo la vendita on-line in stile Canyon ma predisporre i mezzi e le risorse affinché il proprio prodotto sia soddisfacente e assecondi le leggi del mercato. Un mio amico ha comprato 5 mesi fa una Lombardo Sestriere NUOVA, pagata 300 €, a parte il montaggio molto discutibile, dopo 4 mesi la vernice dello stem ha preso ad incresparsi come fosse intaccata dalla ruggine ! Una bici sempre tenuta al chiuso e che ha all'attivo 200 km forse. Si può fare marketing di ogni tipo ma se una casa vende al 30 % in più delle concorrenti il suo prodotto top di gamma e le sue bici entrylevel cadono a pezzi dopo qualche mese, mi chiedo dove vogliano arrivare.

senza offesa, ma secondo me stai facendo un mix di copia/incolla da vari testi.
secondo me brembo non è questo granchè ( ho venduto moto, i jap sono meglio in tutto anche li ). bici da 300 euro presumo anche vicino alla salsedine marina, che t' aspetti ?

Cè davvero bisogno che alleghi dei dati commerciali fatti di numeri e statistiche? A parte il fatto che non potrei disporre di questi dati, non vengono di certo a renderli al primo scemo che passa, ma senti davvero il bisogno che giustifichi il dilagante mercato online delle biciclette ?
"Bianchi non è più italiana" è una frase che è in se un paradosso. Tutta l'industria italiana sta finendo nelle mani di stranieri, questo dovrebbe ampliarne le risorse, le vedute, le tecnologie, il mercato, invece penso che non faccia altro che distruggere la nostra industria. Il quadrilatero industriale sta finendo in mano ad indiani e asiatici che comprano mezzi di produzione e capitale umano per pochi spiccioli, ne ricavano l'esperienza maturata dopo anni e anni e lasciano tutto com era prima.
Invece di utilizzare questo tono superiore, potresti aiutarmi a capire, io sono qui anche per questo, non mi reputo più acculturato di nessuno, ho solo cercato di propiziare un discorso che riguarda tutti noi da vicino.

ce ne sarebbe bisogno, perché altrimenti si fa teoria astratta, i dati sono disponibili, basta pazienza e qualche visura, e l' online non è ( ancora ? ) dilagante. ti assicuro che non ho toni superiori, ti sto solo dando degli input, vedi tu se e come utilizzarli. per buttar su in rete un ambaradan di vendita che funzioni ci vogliono cospicui investimenti concreti, non so di questi tempi quanti se la sentano, non che non vogliano o non siano in grado. discorso industria lascialo stare, in base alla nostra popolazione e geografia e tutto il resto abbiamo amplissimamente fatto molto più di quello che sarebbe stato "normale", a discapito anche di altre situazioni, ambientali, sociali ecc

Con questo voglio dire che seppur i tempi di sviluppo-produzione e utilizzo di risorse umane vada pian pian verso la rarefazione dei tempi e della presenza dell'uomo nei processi industriali, per un mercato di massa che faccia girare l 'economia e crei una catena di sotto produzioni (l indotto) è comunque fondamentale avere mezzi di produzione e un analisi dei processi produttivi costosi, che un azienda medio-piccola non può permettersi presumo. Io penso che in Italia sia fondamentale assimilare le piccole imprese, con la loro capacità qualitativa e bagaglio culturale, con industrie forti a livello internazionale che possa creare profitti costanti nel tempo e una crescita estensiva ed intensiva. Le nostre piccole aziende sono in grado di sviluppare un livello tecnologico stupefacente, nonostante le risicate disponibilità che hanno, ma se non vengono supportate dal mercato digitale non vedo come possano aumentare i loro proventi dall'estero, visto che in Italia un ragazzo di 23 anni prende ancora la paghetta dal papà e appunto non ha soldi da sperperare in beni di non sussistenza. E' proprio qui il problema ! L'acquisto di una bici è puramente CULTURALE, nessuno ha bisogno di mezzo del genere per vivere, rientra quindi nel consumismo e nel mercato di massa. Oggi il consumismo è spinto dal web, io manco la guardo più la televisione. Se io azienda, non spingo il valore culturale del mio prodotto sui canali digitali, non penso possa essere realmente competitivo sul mercato odierno. D'accordo che l' Italia è l'unico paese al mondo (o almeno così ricordo d'aver letto) quest'anno ad aver avuto un diminuzione di persone che accedono almeno una volta al mese su internet, ma ormai il mercato è globale, bisogna globalizzarsi (in senso buono ovviamente) altrimenti cadiamo nel baratro.
:D

in riferimento a mezzi di produzione e analisi varie le aziende medio piccole se funzionano e stanno in piedi hanno tutto quello che gli serve, il fatto di essere piccoli non è ( sempre o per forza ) indice di arretratezza o scarsa produttività. uno scambio biunivoco tra grandi e piccoli già c'è, essendo spesso i secondi fornitori dei primi. se invece si parla di vera ricerca, gli attori in grado di farla in italia sono meno delle dita di una mano , tipo fiat o finmeccanica. se mi parli di mtb può essere culturale, ma se parli di bici a 360° sta tornando ad essere quello che era in origine: un mezzo di trasporto.

ECCELLENTE ! Si sono crogiolate nel mercato atomico, fisico, troppo condizionato dallo stato di salute del paese nel quale si sono messe le radici, e sono rimaste fottute perché non hanno innovato e non si sanno vendere all'estero, non calamitano profitti, investimenti o conglomerazioni con altri aziende.

secondo me c'è solo stato un iper sviluppo, di conseguenza ora che siamo in fase di contrazione tanti decadono, non sempre per loro colpa, le circostanze aiutano molto, ed a volte va semplicemente a culo.

Aggiungici che non investono adeguatamente nella ricerca e sopratutto nell'accapararsi nuovo personale che porti idee e ventata di novità. Questo succede anche perchè i manager hanno paura di perdere potere. E gli affari calano..

la ricerca vera la fanno in meno di pochi, e comunque in italia non è vero che non c'è una politica industriale, questa bensì consiste in buona parte nel riciclo di tecnologie
della passata generazione. il nuovo personale come no se non lo prendondo, ma solo alle seguenti condizioni: contratto bimensile, alto, biondo, bello, occhi azzurri e nato in luna crescente
 

giorgibe

Biker infernalis
22/8/05
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Esatto, hai colto in pieno. E' alla base del mio discordo difatti. Feci questo discorso con il mio prof di economia (scusate se li metto sempre in mezzo, ma d'altronde io sono anche un loro riflesso) e lui mi riportò l'esempio di un questionario che fecero girare lui e un collega per sondare il livello culturale degli italiani. Erano presenti semplici domande di cultura basilare, come riconoscere la differenza tra un articolo determinativo e indeterminativo. Ebbene c'era una porzione drammaticamente sostanziale di campione che non sapeva identificare differenze così banali. Adesso non vorrei fare demagogia, ma se un giorno dovessi scrivere o occuparmi della gestione di un sito qualunque, dovrò tenere conto che i soggetti a cui mi riferirò avranno tra di loro un divario consistente l'uno dall'altro. Questo sta a dare fondo ancora di più alla situazione d'analfabetismo che viviamo in Italia. Ci credo che le nostre aziende neanche ci provino a buttarsi nel marketing digitale. Se penso solo che siamo uno dei pochissimi paesi europei a non avere ancora un "Agenda digitale", mi schizza latte dalle ginocchia a mò di idrante...
Anzi ci tengo a rettificare che sono troppo propenso ad allargare il mio utilizzo del web anche ai miei coetanei, mi rendo conto invece che non è proprio così dopo aver riletto i vostri pareri.

però la cultura basilare può anche lasciare il tempo che trova, nel senso che uno non sta ancorato li a ricordarsi le regolette che furono, l' importante è che ne capisca il funzionamento e poi lo applichi correttamente ( anche se qui concordo che magari non tanti lo fanno ). se poi invece diciamo che il marketing digitale è complesso da affrontare e che qui in italia siamo indietro, in generale concordo, ma ci sono vari aspetti che inducono il fenomeno tipo costo della connessione, scarsa copertura e velocità, tipologia dei beni venduti, trasporto degli stessi, diffusione mezzi pagamento elettronici ecc ecc, non è che il fattore analfabetismo è predominante, anzi.

La bici forse non è ancora un mercato di massa ma si sta spostando verso quella direzione. Se le assicurazioni continueranno a speculare, se i carburanti continueranno a salire di prezzo, se le famiglie avranno sempre meno potere d'acquisto, il destino sarà quello di riproporre il boom che si ebbe quando ci fu l' assurdo aumento della benzina una quarantina d'anni fa, portando chiunque a spostarsi con mezzi a basso costo come la bici. Non credo si arriverà a quei livelli ma ci avvicineremo sicuramente. Che il consumismo sia spinto da web è dimostrabile dal fatto che se non mi fossi iscritto a questo forum non sarei adesso disposto a spendere più di mille euro per una bici. Non avrei visto i video commerciali o amatoriali che esaltano questo mondo, non avrei conosciuto i dettagli tecnici e la tecnologia dietro quei telai, non avrei potuto attingere ad un sapere collettivo per plasmare un mio gusto. Non pensiamo che siamo tutti ciclisti socievoli, molti di noi fanno per lo più uscite in solitaria. Se non avessi un metro di paragone e di confronto tra me e gli altri, probabilmente rimarrei sempre nella mia visione limitata al mio ambiente e al mio bagaglio valoriale e culturale. Il web permette di espandere i nostri confini, permette a me napoletano di scorrazzare anche solo con l'immaginazione sulle Alpi ,in Canada, in Perù, o in Chile. Molto probabile che non ci andrò mai, ma ormai sono stato contaminato, oramai sono soggetto ad un processo virale e virulento, che abbassi le mie difese di risparmiatore all'italiana e mi porti a spaccare il porcellino e svuotarlo per appagare i miei desideri.

siamo già tornati a livelli da anni '70 per quanto concerne il grado di motorizzazione, c'è ancora molto circolante, ma stante le cose non prevedo che a breve verrà sostituito.
non discuto di come ti sei formato le tue idee e gusti in fatto di bici ( esempio qui su web ), ma sono anche piuttosto certo che la maggior parte degli utenti non lo fa.
ho gareggiato tanti anni, sono uscito in bici con centinaia di persone, cambiato squadre e gruppi, la percentuale di chi "seguiva" regolarmente i forum vari è sempre stata minima, magari in futuro cambierà, ma ora non è così.

ps: ho dato un + a qualcuno, è stato un errore, volevo fare solo un multiquote ed ho sbagliato bersaglio. scusassero.
 

sembola

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Riguardo ai miei presunti mix di copia e incolla, non faccio altro che utilizzare la mia conoscenza (per quanto basilare) per cercare di mettere in discussione anche la mia di parola, altrimenti non avrei aperto un topic. Ben vengano le critiche, ma mi dici che la mia è solo teoria non supportata da numeri, ma anche la tua allora è solo teoria non supporta da numeri. Quello che ho studiato io è che, dati alla mano, misurabili, quantificabili e verificabili (se li trovo ve li posto), un'azienda di qualsiasi genere che faccia marketing digitale (serio e ponderato) ha in media un profitto maggiore rispetto ad altre che non lo fanno o lo fanno male. Non penso inoltre che sia molto costoso, come hai ben detto il lavoro è sempre più basato su una specializzazione flessibile, poco remunerato e a tempo determinato. In giro se ne cade di ingegneri informatici senza lavoro e di esperti in comunicazione più o meno competenti, occupare un posto su un motore di ricerca è costoso se si attua la via dell' adversiting, ovvero pagare per una posizione alta nei risultati di ricerca di google ad esempio, ma se si attua una Seo ben studiata e non forzata, si riscontrano risultati soddisfacenti nell arco di un tempo non troppo lungo.
Io parlo di mtb sia sotto il punto di vista culturale (il nostro) sia sotto il punto di vista del padre di famiglia che decide di ridurre i costi e compra una e-bike.
Siamo si in una fase di contrazione ma è inutile comprimere la depressione rinunciando a strade alternative per il solo fatto che non si sono mai percorse in passato. Non si fa ricerca in Italia perché non attiriamo investitori, e quelli che ci sono qui preferiscono affidarsi a paesi con una legislatura più permissiva e attenta ai bisogni dell'industria (più o meno attenti alla morale).

[MENTION=123202]lecs[/MENTION],
ripeto quello che ho scritto all' inizio, sono d'accordo in teoria ma la pratica è molto più complessa e ricca di sfaccettature.

La mia sensazione è che ci sia un'autoreferenzialità diffusa, si tende a scambiare la propria "realtà" con l' "universo mondo". E questo accade sia a chi rifiuta il fatto che il mondo sia cambiato, sia a chi certi cambiamenti pensa di organizzarli o addiritttura pilotarli.
 

giorgibe

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.. Ben vengano le critiche, ma mi dici che la mia è solo teoria non supportata da numeri, ma anche la tua allora è solo teoria non supporta da numeri. Quello che ho studiato io è che, dati alla mano, misurabili, quantificabili e verificabili (se li trovo ve li posto), un'azienda di qualsiasi genere che faccia marketing digitale (serio e ponderato) ha in media un profitto maggiore rispetto ad altre che non lo fanno o lo fanno male. Non penso inoltre che sia molto costoso, come hai ben detto il lavoro è sempre più basato su una specializzazione flessibile, poco remunerato e a tempo determinato. In giro se ne cade di ingegneri informatici senza lavoro e di esperti in comunicazione più o meno competenti, occupare un posto su un motore di ricerca è costoso se si attua la via dell' adversiting, ovvero pagare per una posizione alta nei risultati di ricerca di google ad esempio, ma se si attua una Seo ben studiata e non forzata, si riscontrano risultati soddisfacenti nell arco di un tempo non troppo lungo.
.....

porta pazienza, ma veramente se parlo così è proprio perché ho visto i numeri, bilanci in mano.
la teoria può anche avere una sua logica, ma se uno prova a realizzare un discorso di piattaforma online l' aspetto informatico è anche il meno, ci vuole la logistica adatta, personale di magazzino e quello per il front desk, che possibilmente sappia un minimo di cosa si occupa ( per un periodo è stato il mio lavoro, far funzionare una piattaforma tecnica multilingue di vendita, assistenza e garanzie di prodotti collegati all' automotive ed al credito al consumo).
quello che sto cercando di spiegarti è che certe situazioni viste da fuori possono anche sembrare abbastanza semplici, ma non lo sono per niente, perlomeno in molti aspetti che risultano determinanti ma non vengono percepiti come tali da un osservatore esterno ( in questo caso tu ), anche se più informato/acculturato delle media.
 

giorgibe

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22/8/05
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Mio zio è un piccolo imprenditore. La sua attività è sul web, ma offre servizi che non possono essere venduti al di fuori del suo contesto territoriale. Il sito gli è costato qualcosa come 2000 € (non di certo una spesuccia da niente). Piano piano sta integrando il lavoro fisico dei suoi operai, con la possibilità del privato di riscontrare via web il servizio che esso paga. Questo potrà sembrare inutile, cadrà nel dimenticatoio e i suoi clienti non lo useranno ma non è questo che importa. L'immagine dell'azienda è stata rafforzata e nel buon vecchio passaparola tra i clienti questo dettaglio ha assunto una sua importanza. Non vorrei fare il presuntuoso ma è stata una mia idea, a fronte di una spesa minima rispetto a tanti altri sprechi, l azienda ha avuto un aumento del 15 % rispetto all' anno scorso, qualcosa come un centinaio di clienti in più. Se non sprecasse soldi in investimenti inutili, che come ha detto Giorgibe, ripercorrono tecnologie ormai superate, andrebbe ogni semestre in positivo e riuscirebbe addirittura ad ampliarsi.
Io ci sono dentro da sempre in questa azienda, mio padre ne è un operaio da 19 anni e sono spesso incappato nei discorsi tra padre e figlio (i proprietari). Mi sono reso conto che da una parte è necessario rimanere ancorati alla tradizione e all attenzione verso l esborso di determinate quantità di capitali per l innovazione, dall altro bisogna rischiare qualcosa altrimenti le tasse e i periodi di magra ti beccano alle spalle e ti buttano giù

ecco, questo lo condivido in pieno: hai portato un caso specifico dove, avendo analizzato i vari aspetti ed i rapporti costi/benefici se ne è tratto un vantaggio. ben fatto e lungi da me non approvare situazioni del genere, ma ogni caso va valutato, ci sono state grandi compagnie che per essersi lanciate in salti troppo ampi hanno semplicemente fatto crack.
 

giorgibe

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22/8/05
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[MENTION=351] :D [MENTION=6457]giorgibe[/MENTION] AH ! Finalmente sei uscito allo scoperto XD. E' esattamente quello che desideravo!
Allorché ti chiedo. Se io ho un azienda di bici affermata, con un tot di dipendenti e un sito di stoccaggio dove vengono a rifornirsi i mezzi su ruote diretti verso i rivenditori (che poi sono quasi sempre gli stessi), quanto è difficile mettere su un sistema per cui ricevo un ordine sul web e una determinata porzione di stoccaggio viene destinata solo e solamente a quegli ordini ?
Serve una piattaforma che dialoghi con l'azienda fisica, che riceva gli ordini e imposti le direttive di trasporto. Invece che farlo a livello nazionale (i cui metodi continuerebbero come in precedenza) si stipulano patti commerciali con ditte secondarie di trasporto a cui affidare il carico nei paesi interessati. Un pò come fa Bike-Discount insomma. Starò sicuramente sminuendo la mole di lavoro che serve per mettere su sto casino ma alla fine di questo si tratta, penso.
Per quanto riguarda l'assistenza, visto che non ne esiste ancora una davvero efficiente nel web, la tralascerei per adesso XD

qui la trama si infittisce ed diventa sempre più complessa.

se tu i prodotti non li hai in casa ma li terziarizzi dall' altra parte del mondo scegliendo il fornitore ( che non è in esclusiva tua ) in base a x criteri, ma questo qui poi non ha comunque i sistemi compatibili con i tuoi che fai ? ( te lo dico io : lavori a mano su fogli excel, con tutto quello che comporta in termini di instabilità ) e per le variabili indipendenti come le dogane ? le fluttuazioni monetarie ? l' andamento del mercato e dei tassi di interesse in funzione dell' investimento fatto ?
questo è il difficile.
 

Motion

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27/7/13
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Negli states si valorizzano le idee, non le persone. Anche in Italia ci sono degli esempi. Mi sono imbattuto in due. Una, in provincia di TV, non ricordo come si chiami esattamente, investe da anni sulle idee. Seleziona le più promettenti tra quelle sottopostegli, guarda caso tutte da giovani, e mette a disposizione un badget, una location con tutti i servizi e collaboratori sulla stessa lunghezza d'onda. Poi dividono gli utili degli eventuali brevetti.
Qualsiasi azienda può farlo, la rete consente di pubblicitare la propria iniziativa. possono finanziare le idee attinenti al loro campo di attività.
 

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