Certo che parli di analfabetizzazione e poi mi scrivi "lacune" con la G, dai...
Quello che scrivi non è una novità, si può riassumere in due parole: arretratezza culturale
Quello che scrivi non è una novità, si può riassumere in due parole: arretratezza culturale
Apro ..... Cosa ne pensate ?!
Nel particolare è tutto da dimostrare che la rete sia una panacea. Funziona per Canyon o Rose, certamente, ma non è detto che sia l'unica strada per vendere qualsiasi prodotto, per tutte le aziende e per tutti i potenziali clienti. Non tutti, anzi probabilmente in Italia solo pochi quando cercano una bici nuova cercano un video e se lo gustano in HD, così come non tutti, anzi decisamente pochi a giudicare da quello che vedo nei raduni, sono in grado di comperare una semplice catena online e di montarsela correttamente.
Non voglio entrare in polemica con un docente, ma a mio parere il termine è sbagliato.Grazie Sembola :D
Allora la "analfabetizzazione" è il termine utilizzato in riguardo alla e-inclusione dal mio professore di marketing che oltre ad essere un ottimo docente è un professionista del settore, segue aziende di rilievo sul territorio italiano. Questo termine sta a identificare un processo in atto, non è quindi scorretto, ma preferisco lo stesso cambiare onde provocare altre incomprensioni visto che è ai limiti della lingua italiana come hai ben fatto notare! (:
La questione a mio parere è proprio questa. I tuoi coetanei sono un target marginale per il settore ciclo in Italia, perchè solo pochissimi hanno la capacità reddituale per affrontare l'acquisto di prodotti oggettivamente costosi some le bici di un certo livello. Non meraviglia che gli operatori del settore sopravvissuti si affidino anche e soprattutto ad altre strategie.Internet non è una panacea sotto il tuo punto di vista, ma se dovessi prendere in esame tutti i miei coetanei, l'utilizzo di internet come approvvigionamento di risorse informative o materiali è ormai una pratica diffusa...
Si può fare "mercato di massa" anche con aziende mediopiccole. La questione è vedere se il "mercato di massa", inteso come penetrazione capillare sul mercato, si può fare o no. Quando si trattava di vendere i frigoriferi o i televisori a tutte le famiglie italiane, o qualche decennio prima la bicicletta agli operai, il problema non era se ci fossero tante fabbriche piccole (come'era in effetti) o poche grandi, l'importante è che ci fosse una domanda ed una capacità reddituale. Secondo te è possibile far comperare una mtb da 2000 euro a tutti i tuoi coetanei?Se credete che ognuno di noi abbia la piena consapevolezza e libertà dei propri acquisti si sbaglia di grosso. Chi pensa di essere meno influenzato dalle mosse di mercato è probabilmente quello più assoggettato a tali pratiche.
Ancora una volta i marchi italiani non riescono a rientrare in questa ottica, i rari casi come Mde e Gas29 (a cui faccio i complimenti) ne sono la contraddizione ma anche l' esempio lampante. Sono aziende di piccola entità, che lavorano per piccoli-medi numeri e offrono un prodotto qualitativamente alto per soddisfare un determinato target. Il problema è proprio questo, l' Italia non può tirare avanti all'infinito con le piccole imprese (siamo sotto anche alla Grecia per quantità), il mercato di massa è fondamentale per l'economia.