Analfabetismo digitale e lacune nel business 2.0

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giorgibe

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Apro ..... Cosa ne pensate ?!

penso che scrivi tanto, e che nel tuo discorso ci sono evidenti contraddizioni, tipo :
- siamo tra i maggiori esportatori...., il che implica che il marketing viene ben fatto nei giusti canali al giusto livello.

altro discorso è la relazione marketing/qualità dei prodotti ( se parliamo di made in italy in ambito tecnologico ), infatti molti marchi prevalentemente esportano per questioni di immagine, ma qui da noi combinano meno (= maggiore conoscenza del prodotto da parte del mercato interno).

fidati, non c'è niente di casuale.
 

giorgibe

Biker infernalis
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la bianchi non è più italiana da un pezzo ( felice di essere aggiornato se ha cambiato proprietario ).

quello che scrivi è teoria, non suffragata da dati certi, ovvero rapporto costo/benefici per varie tipologie di cliente e venditore, % reale delle vendite online ecc ecc

secondo me, prima cosa dopo la laurea uno stage in un ufficio commerciale, così vedi come funziona ( se te lo fanno capire )
 

sembola

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[MENTION=123202]lecs[/MENTION]: il titolo lo puoi cambiare anche da te, clicca su "edit" e poi su "modifica avanzata" :prost: Visto che ci sei, mi permetto di suggerire di usare "analfabetismo" e non "analfabetizzazione", visto che non credo che tu intendessi dire che qualcosa o qualcuno fa scomparire un' "alfabetizzazione" evidentemente esistente in precedenza...:spetteguless:


Se vuoi un parere personale su quanto scrivi, condivido in generale ma non in particolare.

In generale è evidente che una gran parte delle aziende italiane, anche grandi, non comprende il fenomeno del mondo digitale. Per questo ho parlato di "arretratezza culturale", il mondo della rete è un qualcosa con il quale bene o male occorre fare i conti, come occorre fare i conti con le diverse condizioni di mercato rispetto ad altri periodi storici.

Nel particolare è tutto da dimostrare che la rete sia una panacea. Funziona per Canyon o Rose, certamente, ma non è detto che sia l'unica strada per vendere qualsiasi prodotto, per tutte le aziende e per tutti i potenziali clienti. Non tutti, anzi probabilmente in Italia solo pochi quando cercano una bici nuova cercano un video e se lo gustano in HD, così come non tutti, anzi decisamente pochi a giudicare da quello che vedo nei raduni, sono in grado di comperare una semplice catena online e di montarsela correttamente. Oppure, come tu stesso hai rilevato, se vendi delle ciofeche tali continuano ad essere anche se le vendi online o le posti su youtube...

Insomma, le cose non sono mai bianche o nere. E questo tema non fa eccezione.
 

Sciuscia

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Nel particolare è tutto da dimostrare che la rete sia una panacea. Funziona per Canyon o Rose, certamente, ma non è detto che sia l'unica strada per vendere qualsiasi prodotto, per tutte le aziende e per tutti i potenziali clienti. Non tutti, anzi probabilmente in Italia solo pochi quando cercano una bici nuova cercano un video e se lo gustano in HD, così come non tutti, anzi decisamente pochi a giudicare da quello che vedo nei raduni, sono in grado di comperare una semplice catena online e di montarsela correttamente.




Sono d'accordo.

Che si sia giovani o meno giovano, passare molto tempo di quello riservato alla propria passione in rete, è fuorviante.

Per noi che siamo qui ci sono concetti e nozioni che riteniamo assolutamente banali, ma così non è per la stragrande maggioranza dei biker, che comunque ancora è quella fuori da qui, "qui" inteso come il mondo della MTB virtuale.

Ecco quindi che, sì, vedi gente con 20 anni di bici sulle spalle che si riferisce indistintamente a una forcella come "Rock Shox", che ignora il concetto di spurgo di un freno idraulico, che se deve comprare un componente online non arriva più in là di eBay.

Tutte cose che anche il più noob di MTB forum conosce per forza anche per il solo fatto di essere iscritto qui da più di tre giorni.
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Grazie Sembola :D
Allora la "analfabetizzazione" è il termine utilizzato in riguardo alla e-inclusione dal mio professore di marketing che oltre ad essere un ottimo docente è un professionista del settore, segue aziende di rilievo sul territorio italiano. Questo termine sta a identificare un processo in atto, non è quindi scorretto, ma preferisco lo stesso cambiare onde provocare altre incomprensioni visto che è ai limiti della lingua italiana come hai ben fatto notare! (:
Non voglio entrare in polemica con un docente, ma a mio parere il termine è sbagliato.
Da un punto linguistico per prima cosa: se si usa una particella privativa si indica una mancanza (es. an-alfabeta, mancanza di conoscenza dell' alfabeto; an-allergico, che non provoca allergie), mentre se si tratta di un processo con il quale si toglie un qualcosa che esiste si dovrebbe usare de- (esempio de-forestazione).
Da un punto di vista logico poi mi pare abbastanza assurdo parlare di togliere un qualcosa che non esiste. Perchè è evidente che di alfabetizzazione (o se preferiamo, conoscenza) digitale in Italia ce n'è poca, meno che in altri paesi...


Internet non è una panacea sotto il tuo punto di vista, ma se dovessi prendere in esame tutti i miei coetanei, l'utilizzo di internet come approvvigionamento di risorse informative o materiali è ormai una pratica diffusa...
La questione a mio parere è proprio questa. I tuoi coetanei sono un target marginale per il settore ciclo in Italia, perchè solo pochissimi hanno la capacità reddituale per affrontare l'acquisto di prodotti oggettivamente costosi some le bici di un certo livello. Non meraviglia che gli operatori del settore sopravvissuti si affidino anche e soprattutto ad altre strategie.


Se credete che ognuno di noi abbia la piena consapevolezza e libertà dei propri acquisti si sbaglia di grosso. Chi pensa di essere meno influenzato dalle mosse di mercato è probabilmente quello più assoggettato a tali pratiche.
Ancora una volta i marchi italiani non riescono a rientrare in questa ottica, i rari casi come Mde e Gas29 (a cui faccio i complimenti) ne sono la contraddizione ma anche l' esempio lampante. Sono aziende di piccola entità, che lavorano per piccoli-medi numeri e offrono un prodotto qualitativamente alto per soddisfare un determinato target. Il problema è proprio questo, l' Italia non può tirare avanti all'infinito con le piccole imprese (siamo sotto anche alla Grecia per quantità), il mercato di massa è fondamentale per l'economia.
Si può fare "mercato di massa" anche con aziende mediopiccole. La questione è vedere se il "mercato di massa", inteso come penetrazione capillare sul mercato, si può fare o no. Quando si trattava di vendere i frigoriferi o i televisori a tutte le famiglie italiane, o qualche decennio prima la bicicletta agli operai, il problema non era se ci fossero tante fabbriche piccole (come'era in effetti) o poche grandi, l'importante è che ci fosse una domanda ed una capacità reddituale. Secondo te è possibile far comperare una mtb da 2000 euro a tutti i tuoi coetanei? :spetteguless:
 

Motion

Biker superis
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E-bike Specialized
Mi sono occupato di pubblicità e, come corollario, di marketing. Mi sono stati evidenziati alcuni casi macroscopici di aziende leader sparite o quasi dal mercato. Il virus che le ha colpite si chiama PRESUNZIONE :maremmac:. Ritenendosi arrivate in vetta non si sono preoccupate di evolversi, non hanno monitorato i nuovi concorrenti. Questi, più motivati, si sono inseriti negli spazi lasciati incustoditi e si sono allargati. E' ciò che sta succedendo a molte aziende: non comprendono l'evoluzione dei metodi, tra questi la comunicazione mediatica, e perdono terreno.
 
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