AM e FR in Vallese e VCO (Gennaio-Giugno 2013) - info e punt

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Dopo aver concluso il 2012 con il giro divertentissimo al Pizzo Pernice in ottima compagnia, il 2013 è cominciato con un più di problemi.
Sergio a Quarna per la Befana dà forfait per mal di stomaco fotonico.
Il mio ginocchio va un pochino meglio, mentre il perone di Max invece fa crack all'Elba, con dolori fortissimi e costringendolo ad un lungo stop.
Guarisci presto!!
Il ginocchio di Pablito non vuole saperne di guarire e dopo poco che si pedala: basta.
Con un inizio così, è facile che non si possa che migliorare.
A Leukerbad ho riscoperto quanto è bello il freeride anche con gli sci (soffrendo poi per 3 giorni, ma ne vale sempre la pena).
La mia pulzella ha cominciato a fare qualche giretto con me in bici e spero si appassioni. Cosa stupenda.

Sto preparando esplorazioni di massima libido in Corsica e in Svizzera. Coi sogni sono già in viaggio.


NON QUOTATE I MESSAGGI INTERI, please. Dal cell poi è una menata!

Giri fatti:
5 Gennaio - NO - Boca-Invorio XC (HK, B) NO - Pogno SE (Bonny, Turi, Sinki, molti altri)
6 Gennaio - VB - Alpe Camasca AM (HK, NomadMax, Turbolenta, Leo, Elisabetta, Sergio+, Francesca)
12 Gennaio - VS - Leukerbad ski (HK, B)
19 Gennaio - BI - Coggiola SE (Sinki, Turi, Busca)
20 Gennaio - NO - Fenera AM (HK) con neve e pioggia
26 Gennaio - VR - Garda XC (HK, B, Pablito) BI - Coggiola SE (Sinki, Turi, Busca)
3 Febbraio - BI - Coggiola SE (HK, Turi, Pol, Smilzo, Mago, Tati...)
16 Febbraio - BI - Bielmonte-Coggiola FR (HK)
17 Febbraio - BI - Coggiola SE (Turi, Mago, Tati, miapatate...)
23/24 Febbraio - NO - unbeneamatoazzo
2 Marzo - VC - Mera FR (ski) (HK)
3 Marzo - VB - Verbania - Pian del Sole - Piazza FR (HK, Pol) BI - Coggiola SE (Turi, Bonny, Tom2...)

Proposte:
poi - VB - Cima Morissolo FR (Balcone sopra Cannero, discesa sul tecnico Sentiero N°5)
poi - VB - Ghiffa explore FR (due interessanti discese da Pollino, mai fatte)
poi - VB - M. Carza FR (balcone su Cannobio. Magari discesa su Viggiona, risalita al Colle e picchiata su Cannero)

estate 2013 - VS - Illhorn 2717m FR
4gg estate 2013 - BE - Oberland Bernese FR
6gg estate 2013 - 2A/2B - Corsica FR



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"L'esplorazione è la via più creativa della conoscenza"

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2012-08-27 wallis - YouTube
ci ho messo un po' a capire che si trattava del Bella Tola, perché anche in HD 1080 non si riusciva a leggere cosa c'era scritto sul cartello dei segnavia.
Poi ho avvistato questa cima, le cui foto mi piacevano e sembrava più accessibile, con meno portage... Illhorn.

Ci studio su un giretto succoso per quando si scioglie la neve.
MTB Tour Hottest trails 2010 Illhorn - YouTube non mi sembrano dei gran manici questi...

E... il Corne de Sorebois???
http://www.flickr.com/photos/bouzuki_deluxe/2755857967/in/photostream/
Che bel posticino!
 

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Giornata primaverile, in compagnia della mia neo-gommata, facciamo Boca-Invorio il più possibile su sterrato (con un breve tratto di portage tra i rovi, per un'esplorazione un po' azzardata).
Inizio di gennaio, sudare in maglietta... roba da matti!


 

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Giornata di sole, con un po' di foschia fastidiosa, ma in ottima compagnia, con un sorprendente numero di presenze femminili (Raymi, Francesca ed Elisabetta), oltre a Max, Sergio e BrasiLeo.
Visti i ritardi al mattino e gli impegni alla sera, cambiamo programma, rispetto al giro a Cannero previsto.
Ci dirottiamo su Omegna e cominciamo a salire su asfalto verso Quarna.



Sergio accusa presto dei dolori feroci allo stomaco, che lo rallentano fino a farlo fermare definitivamente a Quarna Sotto.
Dopo un lungo titubare sul da farsi, alla fine convinciamo Elisabetta e Leo ad abbandonare il cadavere di Sergio nelle mani di Francesca, che provvederà all'inumazione, mentre noi proseguiamo il giro.

robe mai viste!

La somma di ritardi ha superato l'ora e mezza, ma poco importa, rispetto alla preoccupazione per la salute di Sergio. Congestione? Boh. Per fortuna poi ci dirà che non è stato necessario chiamare le pompe funebri e s'è ripreso.
Quel giro è sempre lì, vicino, facile. Si può rifare in qualsiasi momento.

La salita sterrata fino all'Alpe Camasca è lunga e il terreno abbastanza molle rende faticosa l'ascesa.



dura prova

Il tempo è scappato via e i 45minuti che ci separano dalla vetta del Monte Mazzoccone sono fuori orario. Quindi decidiamo di non fare quella deviazione, rimandando l'ultima salita ad una giornata più limpida e più lunga.



Percorriamo il Sentiero Beltrami verso Quarna Sopra, ma deviamo nelle belle pinete e faggete, ritornando a Quarna Sotto, prima di risalire a Quarna Sopra ed imboccare la mulattiera finale.

forgiando nuove freeriders

Turbolenta-no-fear

La bella mulattiera del Santuario della Madonna del Fontegno è facile, con un solo passaggino tecnico. Sono molto belli gli scorci che si aprono sul lago d'Orta. L'acqua è immobile e sembra davvero uno specchio.











Sergio, replicheremo!
PS: a Leo è piaciuto così tanto che la settimana dopo ha guidato i suoi amici di nuovo lì!



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Neve a bassa quota. Strade brutte. È il momento giusto per tornare sul mio vecchio Parco del Fenera, dove sono cresciuto, dove invece recentemente quasi ogni anno vado a smaltire i pranzi di Natale pedalando nella neve.

Ma il tempo previsto per domenica non è amichevole. Non c'è un nevischio leggero, ma un'odiosa pioggerella. Non importa.
Il ginocchio è molto debole, ma rimanere a casa al calduccio mi darebbe ancora più fastidio e rabbia.
Salendo dalla Camiuna trovo un paio di ragazzi che fanno running. Non sono l'unico ostinato irriducibile a cui piace andare andare per boschi bianchi anche quando c'è questo clima pessimo. Umidità e freddo. Nuvole basse.

La neve è tutt'altro che leggera e si fatica come sulla sabbia. Il ginocchio soffre.
È difficile capire come coprirsi/scoprirsi: umido, freddo, sudore, saliscendi... roba da influenza immediata.

Dopo Fonte Chepoli le uniche tracce umane, svoltano a sinistra per guadare e risalire da quella sterrata così ripida che già d'estate è difficile da pedalare.
Proseguo sulla strada principale che va in Soliva sulla neve intonsa.



Poche tracce di cinghiali.
Si mette a piovigginare fastidiosamente.
Non finisce mai quella salita, anche su asfalto fino a Castagnola; sento tutta la mia debolezza.

L'atmosfera spettrale, tra le nuvole basse, la luce irreale nel cimitero innevato, quel silenzio rotto dal guaire di un cane.
Ok, non manca molto a San Bernardo. Comincio il saliscendi su sterrato. Lo strato di neve lì in alto è più spesso e pastoso; sulle rampe ripide do spazio alla mia indecisione sulla salvaguardia dei tendini per arrivare in cima in sella, ingannando quanto possibile il fisico.



A San Bernardo rimango incantato dalla vista sulla Valsesia: una fascia di montagne sospesa tra le nuvole sul fondovalle e quella cappa lattiginosa sopra tutto. Sono l'hamburger limpido nel sandwich di nubi.
Colline dietro casa, col fascino nascosto, dimenticato da chi come me ha nella testa la grandiosità delle vette alpine dei giri epici estivi. È una riscoperta della mia culla. È "il solito", eppure non scontato, anzi mai visto così.
Subito mi viene in mente [MENTION=32171]ZioTeddy[/MENTION], con i panorami mistici sull'Appennino. Semplice, basso, eppure meraviglioso.

Non capisco quanto sono zuppo di pioggia e quanto di sudore. Mi cambio, mangio un pacchetto di Plasmon, come da 16 anni faccio in quel posto, mi corazzo e riparto.



Il 777 è un sentiero che ho sempre adorato. Prima era lunghissimo; ora invece per buona parte è stato sostituito da una sterrata tagliafuoco. Un vero peccato.
Si fatica nei saliscendi sulle creste, ma tra i rami si gode quella vista incredibile sopra e sotto le nuvole, prima di andare a sfondare lo strato inferiore e perdere quell'orizzonte onirico.





Vorrei scendere integralmente sul 777 fino alla Traversania, ma sono fuori tempo massimo e mi aspettano per pranzo, quindi opto per il 778. C'è più sterrata che sentiero, ma con la neve accetto il downgrade.

Un ultimo tratto con la bici in spalla per arrivare al Motto della Pelosa mi fa scivolare ad ogni passo. Perché non aggirare la cimetta sul sentiero comodo? tanto non ho tempo di fermarmi a contemplare il panorama, che cmq non si vede più... Orgoglio? senso di completezza? abitudine? non c'è risposta. Sono stanco morto. I primi metri sono orrendi, con le ruote che scivolano sulla neve un po' marcia, i freni si lamentano come animali scuoiati e il cervello ancora spaesato dalla salita.
Poi riprendo il controllo e comincio a godere con prudenza. ihih



Il toboga è sempre spassoso; più in basso le contropendenze sulle radici saponate sono meno amichevoli. Attivato alla sterrata sono tentato di provare un'altra strada, per non ripercorrere la stessa tratta fatta poche settimane prima con la morosa, ma il tempo stringe e non posso divagare. Giù a fuoco sulla strada bianca, bianca davvero, derapando senza toccare i freni con scodate sciistiche per rallentare. Massì, sopravvissuto anche alla banalità di una discesa su sterrata.
Arrivo a casa zuppo, con una montagna di vestiti sudati e infangati da mettere in lavatrice e un sorriso soddisfatto. Doccia, pigiama, pranzo e beatitudine!
Tutti mi prendono per scemo, sotto quella pioggia, con 3°C... Ma io amo questo sport. Quell'inutile domenica chi è stato a casa pigro se la sarà già dimenticata; io ce l'ho scolpita nell'anima insieme alle altre mille indelebili avventure piccole o esagerate che siano.
Freeride!



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Il povero [MENTION=71297]NomadMax[/MENTION] si disintegra le ferie a causa di una foto acrobatica mai scattata. Perone sbrindellato e tendini della caviglia danneggiati. Sofferenza seria. Lo vado a trovare dopo l'operazione e lo vedo davvero provato da un dolore che non lo lascia in pace neanche 5 minuti. Che brutta cosa.
In quell'occasione la gentilissima [MENTION=73968]TurboLenta[/MENTION] mi presta la sua strabella Nomad bianca, da far provare alla mia ragazza, mentre lei fa l'infermiera o scialpineggia.

[MENTION=11308]dario88[/MENTION] mi consiglia una bella traccia XC sul Garda e il sabato seguente vado a provare questo giro con la mia ragazza e Pablito (che ha ancora una fragilità insuperata al suo ginocchio dx, da quando avevamo fatto il giro sull'Aletsch).









La giornata è fredda e c'è foschia, ma un po' di sole inaspettato ci rallegra ed intiepidisce.
È un giro con continui su e giù, con belle salite e discesine, ma con tantissimi bivi.
Pur tralasciando molte deviazioni, il ginocchio di Paolo comincia a dolere e lui decide di non concludere il giro con l'ultima discesa sterrata/sentiero (che non è solo discesa), ma va giù su asfalto prendendo un gran freddo.
Le difficoltà d'orientamento e il ritmo lento, ma senza soste (per non far attendere troppo Paolo), con la mia ragazza stanca, non ci fanno gustare il bel panorama su Benaco.
Arriviamo all'auto 45' dopo Paolo infreddolito.
Una serie di piccoli disagi sembra abbiano scontentato tutti e torno rabbuiato, perché speravo di trovare entusiasmo nella mia ragazza sulla nomad (che invece non ha avuto il tempo di abituarsi ai freni potenti per la brevità delle discese, ha sofferto i falsipiani sul terreno molle con le gomme da DH e non ha saputo ovviamente fidarsi delle sospensioni quando il terreno si faceva brutto) e ritrovare il mio storico compagno di avventure in uno stato di forma più incoraggiante, invece i problemi al ginocchio sembrano irrisolvibili. Uff.

Una bellissima serata in compagnia ha risollevato l'umore.

Domenica siamo andati a collaudare il nuovo pumptrack di Paolo.
Io sulla bmx facevo troppo ridere!
Con un po' di lavoro con la pala abbiamo rifinito alcune curvature e siamo riusciti a girare bene, nonostante la terra ancora molle (e le gomme da street).














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[MENTION=11970]superturi[/MENTION]... il Martello.
Prima fissato con Pogno, ora è abbonato a Coggiola.
Sempre lì?! Ussignur!
Vabbeh, io non ci sono mai stato, quindi ci andrò volentieri a vedere cos'ha di così stregante quel posto.
Con Pol e lo Smilzo andiamo ad aggregarci all'allegra compagnia milanese.
Pur salendo con il ritmo di Pol e Smilzo, che ben sapete (), la partenza in ritardo non ci permette di beccare il Turi al primo giro. Fa freddo, ma si suda e si può stare senza felpa.
Facciamo la prima discesa (ora PS2) tutta d'un fiato, col Pol che apre la strada. Che spasso!
Pol ha tanto stile e scende forte con la RIP come con la Meta. Smilzo è un fenomeno: in discesa ormai va forte come in salita, oltre i limiti di quella biciclettina da XC. Grandissimi.
Altra salita a ritmo sostenuto, per ribeccare Turi e gli altri e farci quattro risate.
La PS3, quella più lontana, mi sorprende per l'armonia della danza che fa scaturire il percorso ben tracciato. Che bello!
Rifacciamo anche i saltini, mentre aspettiamo il resto della cumpa. Turi fa anche il suo primo droppetto!
Da rifare! Altro giro, altro regalo.
Poi Turi deve tornare all'ovile, gli altri fanno pausa pappa, mentre io, Pol e Smilzo mangiamo rapidamente un panino al parcheggio e via per il quarto giro.
4x400m di dislivello: accuso un po' la stanchezza e l'ultima salita mi pare particolarmente lunga, mentre i miei due compari sono inossidabili.
Pol ci omaggia di due pasticcini appena comprati e siamo pronti per l'ultima discesa a fuoco sulla PS1, con gli ultimi raggi di sole che ci baciano (e abbagliano).
Che ritmo, che divertimento!
Bello Bello!

Ebbravo Turi. o-o
Bellissimo. Sentieri tracciati magistralmente. Però la prossima volta... si cambia!

:-? Explore or cry :-?
 

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Dopo un weekend senza bici, sciando alla grande ad Alagna con una neve bellissima in pista e un sole fantastico, avrei voluto sciare ancora, sabato 16, cercando fresca in Ossola o Svizzera, ma il sabato è un giorno problematico per molti, quindi non ho trovato soci e andar da solo è una spesa inopportuna.
Allora nella notte di venerdì concepisco un giretto bello porco da fare da solo.
Andare a veder l'alba sul Monte Marca, sopra Bielmonte! Wow!
Mmm... cor caz! Sono le 2 di notte... sposto la sveglia e opto per una partenza più umana, che tanto non ho spade di Damocle pendenti sul mio pomeriggio.


traccia registrata

Torno a Coggiola, sperando di trovare qualche biker da convincere e portarlo sulla brutta via. Nessuno. Magari quando torno dal tour, becco qualcuno per fare un giro su una PS...
Lascio la macchina a Coggiola e comincio a salire su asfalto verso Trivero.
Un freddo pungente all'ombra lascia spazio ad un flebile tepore che mi spinge a scrutare i prati alla ricerca di qualche primula.
Salgo con un buon passo deciso. Il ginocchio pare volermi dare fastidio, ma due massaggini lo mettono a tacere e si prosegue.
A Trivero mi attira il cartello "Chiesa sec. XIII". Approfitto dell'essere solitario per una deviazione culturale, ma davanti alla facciata si capisce subito che sul cartello hanno dimenticato una "V", perché è palesemente del settecento.
Il mercato di quattro banchi semplici e i salumi e formaggi sulle assi davanti alla jeep del pastore, dà una dimensione rurale alla piazza, in contrasto con il free-wifi disponibile. Fabbriche, montagne, rododendi, paesini, eremi. Ma che cacchio di idea di costruire tutte questi stabilimenti così lontano dalle grandi strade e ferrovie?! Forse per dare lavoro senza provocare migrazioni verso le città... bah. Logistica pessima e paesaggio non proprio idillico.
Immerso nei pensieri, continuo a pedalare, uscendo dal paese. La Panoramica Zegna sale dolcemente e fa presto dimenticare le brutture delle fabbriche.

Al di sopra della Valle dei rododendri, imbocco la stradina che sale a destra, pestando la prima neve. Coperta di aghi di pino, pigne e qualche centimetro di neve, fa intendere che ci sarà da faticare quando non si starà su asfalto.
Quel pezzo di strada ogni volta mi fa riaffiorare nella memoria quel turbine di petali di ciliegio che nel buio di una notte precoce aveva sorpreso me e fabio-no-drop, alla fine di un tour troppo lungo per la stagione (giro della val Sessera). Sembrava una magia giapponese ad allietare le preoccupazioni e la stanchezza. Avevo ancora la Slayer con la forca nuova. [Ladri bastardi...]
Aggirato il cimitero di Trivero, continuo su asfalto fino allo slargo da cui si diparte la sterrata pratosa verso la Cascina Oro degli Zegna. La strada è coperta da poca neve e la pendenza è blanda, quindi si pedala bene se si sta sulle tracce delle ciaspole. Un allegro signore a passeggio mi rassicura sullo stato del resto del percorso; infatti poi non ci sarà nessun problema di ciclabilità sulla sterrata parzialmente innevata.





Incrocio l'L2, uno dei pochi sentieri della Panoramica Zegna che non ho ancora percorso: mette sesso solo a guardarlo. Ma ci sono sentieri brutti su quel versante?! non credo. Beh, oggi ho altre idee. Il monte Marca è ancora lontano.





Ho dimenticato il gorillapod, quindi ogni autoscatto porta via più la pazienza che il tempo, nel cercare/creare un supporto.

Dopo la Ca d'Oro, il sentiero sale alternando tratti morbidi a strappi tecnici, che quand'ero in forma facevo di potenza, mentre ora mestamente faccio a piedi.





Salendo al Bocchetto Luvera non posso non ricordare tutte le discese esaltanti su quel singletrack (e altri) fatte con Fabio e MarcoVpower. Figate spaziali.
Ora lo sto percorrendo al contrario, in salita, come avevo fatto con Ryu80. Così bello da fare in discesa che sembra demenziale farlo in questa direzione...

Dal Bocchetto Luvera riprendo l'asfalto fino a Bielmonte.
Sulla strada chiacchiero con un pedone a cui chiedo info per aggirare esternamente le gallerie, ma me lo sconsiglia fortemente, perché la traccia è sottile, esposta e disagevole.

Da Bielmonte comincio a pedalare su neve con qualche difficoltà verso la vetta del Monte Marca.



C'è chi scia su quella sottile lingua di neve e mi guarda come un alieno.
Per non attraversare la pista da sci seguendo la sterrata, comincio a spingere su dritto tra neve molle e prato dissestato sotto la seggiovia.
Appena arrivo in vetta, si alza un vento teso e gelido che si sostituisce improvvisamente e malignamente alle piacevoli carezze del sole nell'aria ferma.
Via i guanti, su subito la maglia, un po' di cioccolato, su i guant... dove cacchio è finito l'altro guanto?! Che freddo porco!
Nello zaino non c'è, nei dintorni non si vede, nella maglia schiena/pancia non c'è. Ma non è possibile! Faccio cadere l'altro guanto per vedere se il vento avesse potuto portarmelo via. Non pare che possa portarlo via lontano dalla vista, però, magari una raffica... oh, qui non c'è! Guardo e riguardo dappertutto, mano ghiacciata, scendo un po' per il pendio, ma non si vede. Ma porca miseria. Mi palpeggio la maglia ma non sento imbottiture anomale. Sarà in giro... ricerco intorno.
Niente. Non è possibile! beh, insomma, mi iberno, e alla fine mi tolgo la maglia completamente e ritrovo il guanto nell'avambraccio. Assurdo! si vede che ero così intirizzito dal freddo che non lo riuscivo a percepire. Basta

Mi corazzo e riparto sulle creste.
Si alternano pezzi con la neve ghiacciata dove si galleggia, pezzi con la neve molle dove si sprofonda di colpo e pezzi con l'erba.
Non è banale procedere anche dove potrebbe apparire facile.
Il panorama a 360° è bellissimo, anche se l'ho visto altre volte con l'aria più limpida; ma i ricordi completano quella parte di vista offuscata dalla foschia sulla pianura e da qualche nuvola sulle Alpi.
Mi figuro anche l'appennino e il Monviso, la centrale nucleare di Trino... nella mia mente nella cartella di Bielmonte ho abbastanza dati per mischiare realtà e memorie. Spiace non stupirsi per l'ennesima volta per lo spettacolo totale, ma l'azzurro sopra di me è intenso, mentre i padani sono nella melmosa nebbia e mi sento privilegiato. Poi cmq... è strabello anche così!







La cresta verso est, dopo due dolci dossi, raggiunge la "Baby Pineta" e si fa ripido, tecnico. Le dita ghiacciate come la neve che oscura il sentiero, i guanti invernali che scivolano sulle leve come le gomme sul ghiaccio. Dopo le prime due curve, la traccia sparisce, la pendenza è preoccupante, ghiaccio e rododendri non danno punti fermi sicuri. Scendo prudentemente con la bici per mano per una decina di metri, poi riprovo in sella quando il rischio di cadere sembra non comportare grossi scivolate e traumi.
ma sì. Peso indietro e ruotone, pensaci tu! Surfando su neve e cespugli arrivo alla colmetta dove riappare il sentiero della baby pineta sulla destra. Il bel singletrack F7 sul lato nord è ovviamente coperto di neve, quindi non praticabile in queste condizioni, ma senza neve è sicuramente consigliabile ripiegare free a sinistra per riagganciare quel tratto di sentiero che riporta al Bocchetto di Magrosio senza toccare l'asfalto.
Io invece scendo sul bel sentiero sul lato sud, decisamente più praticabile adesso.





Sul lato sud però non c'è modo di evitare l'asfalto per tornare a Magrosio.
Vado personalmente a constatare che i sentieri all'esterno delle gallerie non sono praticabili in bici... quindi scendo su asfalto per quel pezzetto.



Da Magrosio comincio a pedalare con grosse difficoltà e fatica sul sentiero a nord in falsopiano, per raggiungere il Bocchetto Luvera senza asfalto. Fame e fatica!



equilibrio precario sulla neve un po' pestata e un po' molle. Per lo più devo spingere. Ci vorrebbe la fatbike di yoda.



Dal Bocchetto Luvera salgo sulla strada asfaltata vietata che porta ai radar militari. Aggiro la recinzione seguendo le indicazioni per il Cippo di Fra' Dolcino, ma oltre a questo cippo, non c'è una cippa. fuckoff. Ridiscendo fino all'ultimo tornante e spingo sulla cresta parzialmente innevata. [Con l'asciutto si può pedalare integralmente]. Allora in sella su e giù su queste belle creste panoramiche, con la val Sessera sulla sinistra, coronata dalla moltitudine di vette bianche e a destra il mare di foschia che si alza sempre di più dalla pianura. Sopra BLU.





Su e giù divertente. Ultima breve salita a spinta nella neve, poi giù sul bel trail innevato, ripido, tecnico.



I nosepress non sono il massimo da fare quando la ruota ant scivola sulla neve molliccia, ma si può fare. Per il resto il ruotone e la Dorado tolgono ogni preoccupazione. Goduria!
Forza, un ultima fatica per raggiungere l'oratorio di San Bernardo e finalmente pranzare.
Sono decisamente stanco su quella salita sterrata, fortunatamente con un fondo non troppo appiccicoso. In cima mi gusto finalmente la bresaola e formaggio (pranzo eccessivamente dietetico per lo sforzo fatto), su una panchina al sole, guardando lo stupendo panorama.



Bel sentierino ripido e bianco appena percorso cum magno gaudio

Ho ancora molta strada da fare e l'arietta ghiacciata sottolinea l'urgenza di ripartire.
Sono abbastanza cotto. S'è fatta tanta fatica con quella neve!
Tempo di allacciare il casco e ripartire che l'adrenalina mi ricarica completamente e ricomincio a godere come in un harem di ninfomani finlandesi.
Tornantini, gradoni, neve, macino e vado felice. Abbandono le tracce dei pedoni e mi inoltro nella fresca, seguendo il mio sentiero con un bel jolly (distratto da numerose impronte di ungulati). Poi pratoni sconnessi con un manto candido su cui surfare liberi... emetto adrenalina al posto del sudore.
Al Bocchetto di Stavello sono in estasi e manca ancora un fottio di dislivello!!
Consulto per la prima volta la mappa. Dovrei scendere per 50m su asfalto per prendere il sentierino più diretto verso la mia meta, ma anche se è tardi, non ci penso due volte e aggiro il Monte Tirlo sul lato nord. Devo esplorare. Mi manca quel pezzo, devo andare. Non mi fermo a pensare neanche un istante e, drogato dalla mia adrenalina, subito scatto sui pedali sulla bella sterrata morbida di aghi di pino. Il falsopiano iniziale in salita è pedalabile con poca neve (cmq ciuciaforze), poi sul lato nord-est in ombra la neve è più spessa, ma s'inverte la pendenza e si può galleggiare senza frenare.

Alla bocchetta di Pontiggia lascio la sterrata bianca e proseguo per il bel sentierino che va verso la Punta della Civetta, la cui croce si vede svettare da Coggiola.





Con lievi salite morbidissime si arriva al balcone sulla bassa val Sessera. Si è a picco sopra Coggiola.





"Questa è la mia Coggiola!"
Turi, cazzo, dove sei?
Come sono felice di non essere un appassionato di competizioni a girare sempre come criceti negli stessi posti, con il tipico tappo davanti che ti frena o la supposta dietro che preme.
Freeride.

Dai Kicco, il sole scende e ho una picchiata di 700m di dislivello sotto di me. Via! :-?

[non so se capisce... sono passati 5 giorni dal tour, ma ho ancora un'overdose di adrenalina esaltante. Mi scuso, ma quanto mi fa felice questo sport!?]


L'inizio è maledettamente ostico, ma delle staccionate tolgono la vertigine.
Il secondo tornante è impossibile. Neanche da provare, chiuso in un canale ripido, la bici non si riesce quasi a girare neanche per mano. Dopo un altro breve tratto ripido, un po' preoccupante per la neve e fango e il pendio pendentependente, si inizia a danzare nelle pinete su un singletrack flow superlativo. Giusto per stare in tema del video della settimana "Flow" dei Vertriders: altri parametri, ma con simile inizio trialistico e prosecuzione scorrevole.



I pallini azzurri sul sentiero sono numerosissimi, quindi non si perde neanche un secondo ad orientarsi. Prima un po' di neve, poi morbidi aghi, è veramente un valzer... derviscio.
WOW!

Castagni e querce prendono il posto delle conifere: ci "siamo" quasi.
Negli ultimi metri, mi stacco dalla traccia segnata e seguo un altro sentierino che mi porta nei pressi di una cascina sulla sterrata che da Castagnea si inoltra nella valle della Dolca.
Chiedo info al gruppetto di gentilissimi boscaioli slavi davanti alla cascina, che mi indicano il sentiero che già anni fa avevo cercato senza successo.
Scendo sul falsopiano ghiacciato fino al Santuario della Novareia, dove mi abbevero, prima di riprendere a scendere sull'altro sentiero con segnavia rosso-bianco-rosso, che parte nei pressi di una staccionata poco più avanti.



Questo sentiero non è pulito come il precedente, anzi, un mare di foglie e scarsi segnavia rendono difficile il primo tratto. Di fatto bisogna girare intorno ad una casetta (a destra) e piegare decisi a sinistra in un canale pieno di foglie. Dopo poco le foglie danno meno fastidio, ma il fondo parecchio roccioso è interrotto da gruppi di detriti misti a ghiaccio in corrispondenza di ciascun piccolo ruscelletto immobile. Passo via di slancio su tutti, ma con non poca imprudenza. È discretamente tecnico anche se veloce, soprattutto in virtù di questi attraversamenti delicati.
Superata una passerellina stretta più del manubrio, coi corrimano gialli, si è quasi in paese e stando a destra ho fatto un pezzo dietro le case, col prato gelato in contropendenza, pregando di non scivolare... ma non potevo rallentare... ero troppo esaltato!

Yeah! ultime scalinate in paese, poi risalgo per prendere un ponte pedonale arrugginito che mi riporta sul lato Coggiola. Non è lo stesso che ho fatto andando. Ma quanti ponti pedonali ci sono a Coggiola? poco male, ma chiedendo info, non avrei mai pensato che mi indicassero un ponte sbagliato! Ihih.

Vabbeh. Sono veramente felice e carico. La stanchezza sembra sotto la soglia di attenzione. Quasi quasi ci sta anche un giro sulla SuperEnduro. Massì... vado a lasciare lo zaino in macchina, così salgo più leggero, tanto una fontana su c'è...
Mi rimetto a pedalare tranquillo, insaziabile.
Dopo neanche 100m mi supera a velocità doppia della mia un biker-missile.
Avendo fatto tante ore in sella da solo (sono in giro dalle 9.30 e adesso sono quasi le 16!), scatto ancora per riprenderlo e fare due chiacchiere.
Purtroppo lui deve tenere quel passo per raggiungere la sua ragazza che l'aspetta, quindi io devo adeguarmi al suo passo forsennato (lui aveva la metà del dislivello nelle gambe). Dopo un po' lo mollo e mi faccio progressivamente seminare, benché cerco di tenere buon ritmo. Boia com son stanco! comincio a rendermi conto che non sto per entrare in riserva, ma sto per esaurire la riserva!
Fatico molto ad arrivare alla fontana.
Aver lasciato lo zaino in macchina è stata una pessima idea, perché con me ora non ho provviste. Kicco, vai, insisti!
Arrivato all'inizio dello sterrato vacillo, comincio ad essere appannato. Sono sull'orlo dello svenimento, sono sudatissimo e ogni pedalata sembra farmi cadere. Cammino. Ogni 10 passi devo fermarmi a cercare di fare arrivare sangue al cervello, per non svenire, per far rallentare il cuore, che non è fuori-giri, ma batte forte.
Ad un certo punto devo proprio sdraiarmi. So/spero che gli altri due ragazzi mi stiano aspettando, ma non riesco proprio ad andare avanti. Sono completamente stordito dalla crisi di fame.
Faccio ancora molte pause nella mia ascensione. L'auto del 118 che avvisto in cima alla salita mi dà speranza, ma c'è anche quel ragazzo-missile e la sua ragazza che mi hanno gentilmente aspettato. Mi danno della frutta secca e in stato quasi confusionale, la mangio e mi sdraio due minuti. Il freddo comincia ad entrare nelle ossa. Per fortuna molto in fretta gli zuccheri mi entrano in circolo e mi riprendo.
Vorrei fare la PS più lontana e bella, ma loro due fanno la PS2, allora evito di andare a svenire da solo chissà dove. Parto con loro. La frutta secca mi fa riprendere quasi completamente e in discesa ci do dentro ancora a bomba, sempre meglio, man mano che recupero energie.
Alla terza sosta per aspettare la ragazza, non ho dietro nessuno. Aspetto un po', poi sto gelando e proseguo da solo a manetta. Il fanghetto è bastardo ed è facile sottosterzare pericolosamente, così su una lunga curva veloce, esposta, mi spalmo come la nutella, fortunatamente senza cadere del tutto, nonostante la velocità. Giù solo il gomito. Ok, ultimi toboga a fiamma e via!
Aspetto un po', per vedere se arrivano gli altri due per ringraziarli, ma non si sentono arrivare. Sto congelando, quindi con i crampi che stanno per partire, vado alla macchina e torno a casa sgranocchiando i miei amati Plasmon.

45.2km per 1905m di dislivello. E il ginocchio non mi fa male.
Spettacolo!

Devo tornar a fare questo giro con i miei amici!!!!!


[non quotare il messaggio intero, please]
 

Happykiller

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Dopo infiniti cambi di programma...
...vado a Mera con bici e sci in macchina.
Idea: mattutino, pranzo con mia sorella, poi giro in bici nel pomeriggio.

L'azzurro è stupendo, la temperatura un po' troppo calda, il mare di nuvole sulla pianura raddoppia la gioia di non essere a Pavia (e raddoppia oggi la tristezza per esserlo, con una nebbia da non vedere a 50m stamattina... dopo essere partito da casa con l'aria limpida).



La neve è gessata, non è polverosa, ma è splendidamente intonsa e subito vado a firmare "sto godendo".
I muscoli non più abituati bruciano e il ginocchio fa davvero male, ma con tutto 'sto ben di dio non si può stare in pista!!





Spettacolo! Sono un po' impacciato nelle prime discese, ma poi riesco a trovare una forma più elegante nelle curve. In questi ultimi due anni non ho sciato abbastanza e lo stile ne risente parecchio.
In ogni caso, pur soffrendo, mi sono divertito un casino.

Peccato per l'attesa infinita per pranzare con mia sorella e i suoi amici-mummia, che mi ha fatto perdere più di un'ora, in piedi... vabbeh, lasciamo perdere.
Scaduto il mattutino, faccio per scendere sulla pista del rientro, che alla partenza mi avevano detto percorribile, quando l'addetto della seggiovia del Bimella a cui avevo chiesto info, mi dice che ha più sassi che neve. E mo'?
Gentilmente mi fa risalire sul suo impianto, che però è il più lontano di tutti dalla partenza dell'altra seggiovia che devo prendere per scendere, quindi mi metto a racchettare per mezz'ora nella neve molle fino a raggiungere il Boschetto e seggiovia eterna che mi riporta giù.
Studiando le tracce che si possono intuire dalla seggiovia lentissima, cerco di capire se si riuscirebbe a scendere in bici.
Ormai è tardi, risalire pedalando significherebbe far la discesa con poca luce, non mi fanno salire in seggiovia con la bici fino a che non chiudono le piste, quindi nada, torno a casa, risparmiando il ginocchio per domenica.

Comunque gran bella mattinata nella neve fresca!
 

Happykiller

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Da molto tempo ho in mente di andare ad esplorare quella zona buia nelle mie conoscenze che è compresa tra Verbania e Cannero.
C'è tanta ricchezza in termini di panorami e sentieri in quella zona del Lago Maggiore, tanti ben tenuti e segnati, altri antichi e dimenticati.
Un patrimonio che è stupido ignorare.




[Continuo dopo]

 

yura

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13/2/11
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e tante buone cose.
Intanto ho trovato ciò che mi serviva per avere la certezza della ciclabilità. :-?
Solo la breve parte iniziale verso il M. Moro e pochi attraversamenti di pietraie sono antipatici.

Ho sentito il GDB proprio ieri sera a proposito di questo progetto....lui gira ancora "coperto di pelli di foca", e come dargli torto con le condineve che ci sono !!! Si pensa sempre più seriamente di smezzare il tutto in 2 giorni: ma ti immagini la fighezza di pernottare a Gspon in alberghetto fighizzimo CH inside, e la mattina successiva svegliarsi e ricominciare a girare in giostra dopo un' abbondante colazia sempre Made in Swisse ?

 

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