Le premesse non erano delle migliori: l'allerta meteo del 26 dicembre ci aveva costretto a cambiare il programma e ridurre il giro di un giorno e aveva di fatto dimezzato l'equipaggio (la componente nordica del gruppo ha comprensibilmente preferito non rischiare vista la notevole distanza da coprire in macchina).
Ma noi, Marco (Delne74), mio cugino Fede (Fede77) e il sottoscritto, non ci siamo lasciati scoraggiare e ancora una volta la perseverenza (o meglio incoscienza) e' stata premiata.
Il tempo e' stato clemente e ci ha concesso una piacevolissima tre giorni in una delle zone più belle e ricche di fascino e di storia del centro Italia.
L'idea originale era di ripercorrere per intero il sentiero dei briganti, da ora in poi SdB, che da Fabro porta a Montalto di Castro (in realtà il sentiero vero e proprio parte dal monte Rufeno e finisce a Vulci) ma visti i problemi atmosferici abbiamo optato per un anello di tre giorni intorno al lago di Bolsena con l'idea di percorrere comunque una buona parte dell'SdB.
Lasciate le macchine a Bolsena abbiamo percorso in direzione nord ovest una parte della via Francigena, passando da S.Lorenzo Nuovo, per poi immettersi nell'SdB poco sopra a Gradoli (si segnala il buonissimo aleatico, da noi assaggiato a Farnese) che abbiamo seguito per quasi tutta la prima giornata passando prima dal lago di Mezzano, lago di origine vulcanica come del resto la maggior parte dei laghi della zona, per poi attraversare la bella e particolarissima selva del Lamone con le sue caratteristiche murce, cumuli di rocce di origine vulcanica ricoperte di abbondante muschio, da cui spuntano quasi per magia grossi cerri. Selva intricata e senza punti di riferimento che fu rifugio per molti briganti tra cui il famoso Tiburzi a cui è anche dedicato questo tratto di sentiero.
Al termine della selva con una breve deiazione dall'SdB abbiamo poi raggiunto le affascinanti rovine di Castro (città che ebbe una discreta importanza in epoca medioevale e che fu rasa al suolo dal papa Clemente X per poi essere inglobata dalla vegetazione e in tempi più recenti depredata dai tombaroli).
Da qui abbiamo momentaneamente abbandonato l'SdB per raggiungere Farnese, bel paese arroccato famoso anche per esservi stato girato il Pinocchio di Comencini, dove ci siamo concessi un'ottima cena in una delle poche trattorie aperte e abbiamo trascorso la notte in una locanda di cui eravamo gli unici abitanti.
Piccolo aneddoto in trattoria.
Eravamo pochissimi nel locale, noi, una coppia di tedeschi ed un gruppo di amici del proprietario.
Con quest'ultimo abbiamo avuto un breve scambio di battute durante il quale il discorso si è spostato sul come fosse triste vedere le rovine di Castro così in abbandono con sedicenti lavori di restauro abbandonati da tempo.
Lui dandoci ragione ci ha detto che si sarebbe dovuto intervenire diversi anni prima quando ancora i tombaroli non erano entrati massiciamente in azione, anche con la dinamite, portando via di tutto.
In quel mentre è arrivata la figlia che aveva capito di cosa stavamo parlando ma probabilmente non del come ne stavamo parlando e indicandoci delle palle di cannoncino murate sopra la nostra testa ci ha esclamato baldanzosa "quelle vengono da Castro" e poi indicando un capitello e una sort di acquasantiera, anch'essi murati ha aggiunto "anche quelli!".
Non so se il buon oste ha letto sui nostri volti ciò che tutti e tre abbiamo simultaneamente pensato comunque non si è fatto ne in qua ne in là e dopo qualche altro breve convenevole è tornato alla sua tavolata.
Eh si .... mannaggia li tombaroli
L'indomani abbiamo ripreso l'SdB che scendendo nella bellissima forra scavata dall'Olpeta risale per una affascinante tagliata etrusca, in parte purtroppo franata, per poi attraversare la verde e pianeggiante campagna lungo un bel sentiero che lambisce alcune grosse fattorie e poi giungere alle rovine di Vulci antica cittá etrusco/romana sita sulla riva destra del Fiora.
Qui oltre agli scavi archeologici e al bel selciato che attraversa il sito si trovano il ponte romano della badia e l'omonimo castello, che per mancanza di tempo non abbiamo potuto visitare, e un bellissimo laghetto (lago del pellicone) formatosi sulla Fiora in una spettacolare conca con colonne di travertino frammisto a roccia effusiva.
Vi sono stati girati parecchi film come ad esempio "Non ci resta che piangere" o "Tre uomini e una gamba".
Dopo un tentativo fallito di attraversamento a piedi del Fiora, eseguito dal povero Fede, in prossimità di un enorme ponte letteralmente divelto dalla forza della Fiora in piena e denominato, non a caso, "ponte rotto" abbiamo dovuto modificare leggermente il tragitto tornando sui nostri passi e prendendo l'asfalto fino a Canino, regno dell'olio d'oliva dell'alto lazio.
Da qui attraverso una carrareccia in parte scavata nel tufo e poi per sentierini e sterrate ed un breve tratto di asfalto siamo arrivati sul tramontar del sole a Tuscania, giusto in tempo per apprezzare la bellissima chiesa di San Pietro illuminata dagli ultimi raggi sul colle di fronte. Purtroppo l'incombere del buio non ci ha permesso di soffermarci piu a lungo per visitare Tuscania come avrebbe meritato. Ci siamo solo concessi la visita di San Pietro, bellissimo anche l'interno e la cripta, e della sottostante piu' piccola, ma altrettanto affascinante, Santa Maria maggiore.
Personalmente le considero due fra le più belle chiese romaniche che ho visto.
Da Tuscania dopo una salita breve ma intensa abbiamo percorso ormai nelle tenebre, per fortuna egregiamente illuminate dal Magicshine di Marco, i 15 km di carrareccia che ci dividevano da Marta sulla sponda Sud del lago di Bolsena dove abbiamo
trascorso la seconda e ultima notte non prima di esserci rifocillati a dovere con una cena a base di Coregone, una sorta di spigola di lago, a cui, memore di una favolosa mangiata, ho quasi costretto i miei due compagni di viaggio con alterne fortune: ottimi i primi, un po' più anonimi i secondi.
Trascorsa la notte in un resort 4 stelle alla esorbitante cifra di 26 euro a testa siamo ripartiti alla volta di Montefiascone e della sua famosa rocca dei Papi, 350 mt sopra il lago, raggiunta assai rapidamente a causa del ritmo gara impostoci da Fede improvvisamente ripresosi (roba buona? ) da due giorni difficili dovuti ai postumi di un attacco influenzale.
Dopo aver visitato la rocca Fede è tornato direttamente alla macchina mentre io e Marco abbiamo proseguito come da programma in direzione di Civita di Bagnoregio.
Nel frattempo si era messo a piovere ma mai intensamente e la cosa non ci ha turbato ne ha modificato il programma. Più fastidioso è stato invece un cancello inatteso, combinato ad una battuta di caccia al cinghiale, che ci hanno impedito il passaggio dalla zona dei calanchi ad est di Civita, tra l'altro set di parecchie scene del film Brancaleone,
che era nostra intenzione esplorare.
Ritornando sui nostri passi ci siamo imbattuti in un ciclista, che dovrebbe far parte del gruppo locale denominato "trombadores", e
che ci ha gentilmente accompagnato per un tratto indicandoci un sentierino molto bellino per arrivare al ponte che unisce Civita
alla "terraferma" evitando così in toto l'asfalto.
Pagato il biglietto di ingresso (1,5€) abbiamo preso il ponte che sale bello tosto e affollato. Abbiamo anche tentato di uscire in sella dall'altra parte del paese e scendere giu nella valle ma abbiamo miseramente fallito perchè non avevamo capito che per scendere era necessario attraversare un tunnel, che non abbiamo probabilmente neanche visto, e comunque essendo tardi non abbiamo insistito più di tanto.
Ritornati sui nostri passi abbiamo raggiunto su asfalto Bagnoregio e da qui semrpe su asfalto abbiamo risalito una collina (monte Rado)
e ci siamo immessi sul bel tracciato della GF "Est Est Est" che ci ha riportato a Bolsena giusto al tramontar del sole.
Degna chiusura di un gran bel giro.
I meri dati numerici sono questi:
Bolsena-Farnese 64.09 km 998 mt
Farnese-Marta 79.59 km 864 mt
Marta-Bolsena 69.83 km 1.323 mt
Era la mia prima tre giorni invernale e onestamentre ero un po' preoccupato.
Il bilancio invece è stato estremamente positivo sia per la compagnia, ma lì andavo sul sicuro, che per quello che abbiamo visto e aggiungerei bevuto, mangiato e si .... anche "odorato".
Sono zone ancora molto veraci dove si sta bene, si spende il giusto e la bellezza dei paesaggi viene impreziosita dai moltissimi segni lasciati dagli etruschi prima e dai romani poi.
Morale: vivamente consigliato!!
Per info sul Sentiero dei Briganti:
http://www.tuscia.it/art/sentiero-briganti
(Occhio! nella Selva del Lamone, ma anche in diversi altre zone , organizzano battute di caccia il giov-sab e dom. A noi è andata di lusso perchè siamo passati il Venerdì).
Io metterò in cantiere un bis un po' più lungo a primavera inoltrata che comprenderà anche la ferrovia dismessa Civitavecchia / Capranica.
Un grosso grazie a Fede, per esser partito nonostante l'influenza, a Marco che ha sapientemente cucito il giro una volta saltato il progetto originale di 4 giorni e al @trapper che lo aveva fatto quest'estate e mi ha messo la pulce nell'orecchio.
Ah dimenticavo grazie anche @Fiacca che si è fatta in 4 per fornirci la traccia del Bagnoregio - Orvieto che poi causa cambio programmi non abbiamo usato
Se sei arrivato sin qui come giusto premio eccoti un vagoncino di foto
* * Fotoracconto * *
Sulla via Francigena direzione San Lorenzo Nuovo. Sullo sfondo il lago di Bolsena.
Campi coltivati ovunque
Entriamo nella foresta
Le caratteristiche murce
E' proprio vero che vi si incontrano brutti ceffi
ah no, sono novelli Indiana Jones ..... a Castro
Tracce dello splendore che fu
In & ......
...... Out
Si riparte alla volta di Farnese
accompagnati da bellissimi colori
Farnese
La strada dove aveva la bottega Geppetto nel Pinocchio di Comencini
come è oggi
e com'era
Si riparte col freddolino
in discesa
attraversando una valletta gelata
per giungere alla bella cascata di Salabrone sull'Olpeta
il primo sole mattutino ci riscalda l'anima
e ci offre belle scene di vita agreste
Marco impone l'andatura
e in breve scendiamo nella forra dell'Olpeta
che guaderemo senza troppi problemi
per poi percorrere la bella tagliata etrusca
La cui parte finale è franata
Pastorello con pecore ....
... pecore ....
... e ancora pecore!
si ricomincia per campi
ma anche sentierini
fino a raggiungere Vulci (castello e ponte della Badia)
il sito archeologico
il lago del Pellicone con le sue improssiananti colonne
piccola arrampicata fuori programma
per vedere la cascata formata dalla Fiora
e il pianoro di roccia lavica sopra al lago scavato dalla Fiora
il trio lescano al lago del Pellicone
è stato un set per molti film figuriamoci se noi potevamo andar via senza farci un po' di scatti
il "ponte rotto" sulla Fiora
e il tentattivo coraggioso ma vano di Fede di attraversarlo
sempre in zona
finalmente con discreto riatrdo sulla tabella di marcia si ricomincia a pedalare
ma anche a spingere
foto al volo
poco prima di entrare a Tuscania
Nelle vie di Tuscania
San Pietro
ù
Lo skyline di Tuscania
L'unica foratura del giro in piena notte.
Il lungolago di Marta
La mattina si riparte sotto una leggera pioggerellina
e in men che non si dica siamo in quel di Montefiascone
da dove si gode di una bella vista sul lago (a dx l'isola Martana a sx la Bisentina)
breve streettata
salutato Fede ci avventuriamo alla volta di San Michele in Teverina un po' su sterrato e un po' su strade deserte
San Michele in Teverina
I calanchi che non riusciremo a raggiungere
Il biker che ci ha accompagnato per un tratto
e il sentiero da lui consiglito
Civita di Bagnoregio avvolta nella nebbia
Il ponte verso l'ignoto
tentativo fallito di uscire dalla parta opposta
ritorniamo sui nostri passi
si rientra verso Bolsena, il cielo si fa plumbeo
ma la vista sul lago è affascinante
e infine uno scoop clamoroso:
girellando nella selva abbiamo trovato in terra una vecchia foto sgualcita del Tiburzi il più noto dei briganti dell'alta Tuscia
alla prox
Nofix
Ma noi, Marco (Delne74), mio cugino Fede (Fede77) e il sottoscritto, non ci siamo lasciati scoraggiare e ancora una volta la perseverenza (o meglio incoscienza) e' stata premiata.
Il tempo e' stato clemente e ci ha concesso una piacevolissima tre giorni in una delle zone più belle e ricche di fascino e di storia del centro Italia.
L'idea originale era di ripercorrere per intero il sentiero dei briganti, da ora in poi SdB, che da Fabro porta a Montalto di Castro (in realtà il sentiero vero e proprio parte dal monte Rufeno e finisce a Vulci) ma visti i problemi atmosferici abbiamo optato per un anello di tre giorni intorno al lago di Bolsena con l'idea di percorrere comunque una buona parte dell'SdB.
Lasciate le macchine a Bolsena abbiamo percorso in direzione nord ovest una parte della via Francigena, passando da S.Lorenzo Nuovo, per poi immettersi nell'SdB poco sopra a Gradoli (si segnala il buonissimo aleatico, da noi assaggiato a Farnese) che abbiamo seguito per quasi tutta la prima giornata passando prima dal lago di Mezzano, lago di origine vulcanica come del resto la maggior parte dei laghi della zona, per poi attraversare la bella e particolarissima selva del Lamone con le sue caratteristiche murce, cumuli di rocce di origine vulcanica ricoperte di abbondante muschio, da cui spuntano quasi per magia grossi cerri. Selva intricata e senza punti di riferimento che fu rifugio per molti briganti tra cui il famoso Tiburzi a cui è anche dedicato questo tratto di sentiero.
Al termine della selva con una breve deiazione dall'SdB abbiamo poi raggiunto le affascinanti rovine di Castro (città che ebbe una discreta importanza in epoca medioevale e che fu rasa al suolo dal papa Clemente X per poi essere inglobata dalla vegetazione e in tempi più recenti depredata dai tombaroli).
Da qui abbiamo momentaneamente abbandonato l'SdB per raggiungere Farnese, bel paese arroccato famoso anche per esservi stato girato il Pinocchio di Comencini, dove ci siamo concessi un'ottima cena in una delle poche trattorie aperte e abbiamo trascorso la notte in una locanda di cui eravamo gli unici abitanti.
Piccolo aneddoto in trattoria.
Eravamo pochissimi nel locale, noi, una coppia di tedeschi ed un gruppo di amici del proprietario.
Con quest'ultimo abbiamo avuto un breve scambio di battute durante il quale il discorso si è spostato sul come fosse triste vedere le rovine di Castro così in abbandono con sedicenti lavori di restauro abbandonati da tempo.
Lui dandoci ragione ci ha detto che si sarebbe dovuto intervenire diversi anni prima quando ancora i tombaroli non erano entrati massiciamente in azione, anche con la dinamite, portando via di tutto.
In quel mentre è arrivata la figlia che aveva capito di cosa stavamo parlando ma probabilmente non del come ne stavamo parlando e indicandoci delle palle di cannoncino murate sopra la nostra testa ci ha esclamato baldanzosa "quelle vengono da Castro" e poi indicando un capitello e una sort di acquasantiera, anch'essi murati ha aggiunto "anche quelli!".
Non so se il buon oste ha letto sui nostri volti ciò che tutti e tre abbiamo simultaneamente pensato comunque non si è fatto ne in qua ne in là e dopo qualche altro breve convenevole è tornato alla sua tavolata.
Eh si .... mannaggia li tombaroli
L'indomani abbiamo ripreso l'SdB che scendendo nella bellissima forra scavata dall'Olpeta risale per una affascinante tagliata etrusca, in parte purtroppo franata, per poi attraversare la verde e pianeggiante campagna lungo un bel sentiero che lambisce alcune grosse fattorie e poi giungere alle rovine di Vulci antica cittá etrusco/romana sita sulla riva destra del Fiora.
Qui oltre agli scavi archeologici e al bel selciato che attraversa il sito si trovano il ponte romano della badia e l'omonimo castello, che per mancanza di tempo non abbiamo potuto visitare, e un bellissimo laghetto (lago del pellicone) formatosi sulla Fiora in una spettacolare conca con colonne di travertino frammisto a roccia effusiva.
Vi sono stati girati parecchi film come ad esempio "Non ci resta che piangere" o "Tre uomini e una gamba".
Dopo un tentativo fallito di attraversamento a piedi del Fiora, eseguito dal povero Fede, in prossimità di un enorme ponte letteralmente divelto dalla forza della Fiora in piena e denominato, non a caso, "ponte rotto" abbiamo dovuto modificare leggermente il tragitto tornando sui nostri passi e prendendo l'asfalto fino a Canino, regno dell'olio d'oliva dell'alto lazio.
Da qui attraverso una carrareccia in parte scavata nel tufo e poi per sentierini e sterrate ed un breve tratto di asfalto siamo arrivati sul tramontar del sole a Tuscania, giusto in tempo per apprezzare la bellissima chiesa di San Pietro illuminata dagli ultimi raggi sul colle di fronte. Purtroppo l'incombere del buio non ci ha permesso di soffermarci piu a lungo per visitare Tuscania come avrebbe meritato. Ci siamo solo concessi la visita di San Pietro, bellissimo anche l'interno e la cripta, e della sottostante piu' piccola, ma altrettanto affascinante, Santa Maria maggiore.
Personalmente le considero due fra le più belle chiese romaniche che ho visto.
Da Tuscania dopo una salita breve ma intensa abbiamo percorso ormai nelle tenebre, per fortuna egregiamente illuminate dal Magicshine di Marco, i 15 km di carrareccia che ci dividevano da Marta sulla sponda Sud del lago di Bolsena dove abbiamo
trascorso la seconda e ultima notte non prima di esserci rifocillati a dovere con una cena a base di Coregone, una sorta di spigola di lago, a cui, memore di una favolosa mangiata, ho quasi costretto i miei due compagni di viaggio con alterne fortune: ottimi i primi, un po' più anonimi i secondi.
Trascorsa la notte in un resort 4 stelle alla esorbitante cifra di 26 euro a testa siamo ripartiti alla volta di Montefiascone e della sua famosa rocca dei Papi, 350 mt sopra il lago, raggiunta assai rapidamente a causa del ritmo gara impostoci da Fede improvvisamente ripresosi (roba buona? ) da due giorni difficili dovuti ai postumi di un attacco influenzale.
Dopo aver visitato la rocca Fede è tornato direttamente alla macchina mentre io e Marco abbiamo proseguito come da programma in direzione di Civita di Bagnoregio.
Nel frattempo si era messo a piovere ma mai intensamente e la cosa non ci ha turbato ne ha modificato il programma. Più fastidioso è stato invece un cancello inatteso, combinato ad una battuta di caccia al cinghiale, che ci hanno impedito il passaggio dalla zona dei calanchi ad est di Civita, tra l'altro set di parecchie scene del film Brancaleone,
che era nostra intenzione esplorare.
Ritornando sui nostri passi ci siamo imbattuti in un ciclista, che dovrebbe far parte del gruppo locale denominato "trombadores", e
che ci ha gentilmente accompagnato per un tratto indicandoci un sentierino molto bellino per arrivare al ponte che unisce Civita
alla "terraferma" evitando così in toto l'asfalto.
Pagato il biglietto di ingresso (1,5€) abbiamo preso il ponte che sale bello tosto e affollato. Abbiamo anche tentato di uscire in sella dall'altra parte del paese e scendere giu nella valle ma abbiamo miseramente fallito perchè non avevamo capito che per scendere era necessario attraversare un tunnel, che non abbiamo probabilmente neanche visto, e comunque essendo tardi non abbiamo insistito più di tanto.
Ritornati sui nostri passi abbiamo raggiunto su asfalto Bagnoregio e da qui semrpe su asfalto abbiamo risalito una collina (monte Rado)
e ci siamo immessi sul bel tracciato della GF "Est Est Est" che ci ha riportato a Bolsena giusto al tramontar del sole.
Degna chiusura di un gran bel giro.
I meri dati numerici sono questi:
Bolsena-Farnese 64.09 km 998 mt
Farnese-Marta 79.59 km 864 mt
Marta-Bolsena 69.83 km 1.323 mt
Era la mia prima tre giorni invernale e onestamentre ero un po' preoccupato.
Il bilancio invece è stato estremamente positivo sia per la compagnia, ma lì andavo sul sicuro, che per quello che abbiamo visto e aggiungerei bevuto, mangiato e si .... anche "odorato".
Sono zone ancora molto veraci dove si sta bene, si spende il giusto e la bellezza dei paesaggi viene impreziosita dai moltissimi segni lasciati dagli etruschi prima e dai romani poi.
Morale: vivamente consigliato!!
Per info sul Sentiero dei Briganti:
http://www.tuscia.it/art/sentiero-briganti
(Occhio! nella Selva del Lamone, ma anche in diversi altre zone , organizzano battute di caccia il giov-sab e dom. A noi è andata di lusso perchè siamo passati il Venerdì).
Io metterò in cantiere un bis un po' più lungo a primavera inoltrata che comprenderà anche la ferrovia dismessa Civitavecchia / Capranica.
Un grosso grazie a Fede, per esser partito nonostante l'influenza, a Marco che ha sapientemente cucito il giro una volta saltato il progetto originale di 4 giorni e al @trapper che lo aveva fatto quest'estate e mi ha messo la pulce nell'orecchio.
Ah dimenticavo grazie anche @Fiacca che si è fatta in 4 per fornirci la traccia del Bagnoregio - Orvieto che poi causa cambio programmi non abbiamo usato
Se sei arrivato sin qui come giusto premio eccoti un vagoncino di foto
* * Fotoracconto * *
Sulla via Francigena direzione San Lorenzo Nuovo. Sullo sfondo il lago di Bolsena.
Campi coltivati ovunque
Entriamo nella foresta
Le caratteristiche murce
E' proprio vero che vi si incontrano brutti ceffi
ah no, sono novelli Indiana Jones ..... a Castro
Tracce dello splendore che fu
In & ......
...... Out
Si riparte alla volta di Farnese
accompagnati da bellissimi colori
Farnese
La strada dove aveva la bottega Geppetto nel Pinocchio di Comencini
come è oggi
e com'era
Si riparte col freddolino
in discesa
attraversando una valletta gelata
per giungere alla bella cascata di Salabrone sull'Olpeta
il primo sole mattutino ci riscalda l'anima
e ci offre belle scene di vita agreste
Marco impone l'andatura
e in breve scendiamo nella forra dell'Olpeta
che guaderemo senza troppi problemi
per poi percorrere la bella tagliata etrusca
La cui parte finale è franata
Pastorello con pecore ....
... pecore ....
... e ancora pecore!
si ricomincia per campi
ma anche sentierini
fino a raggiungere Vulci (castello e ponte della Badia)
il sito archeologico
il lago del Pellicone con le sue improssiananti colonne
piccola arrampicata fuori programma
per vedere la cascata formata dalla Fiora
e il pianoro di roccia lavica sopra al lago scavato dalla Fiora
il trio lescano al lago del Pellicone
è stato un set per molti film figuriamoci se noi potevamo andar via senza farci un po' di scatti
il "ponte rotto" sulla Fiora
e il tentattivo coraggioso ma vano di Fede di attraversarlo
sempre in zona
finalmente con discreto riatrdo sulla tabella di marcia si ricomincia a pedalare
ma anche a spingere
foto al volo
poco prima di entrare a Tuscania
Nelle vie di Tuscania
San Pietro
Lo skyline di Tuscania
L'unica foratura del giro in piena notte.
Il lungolago di Marta
La mattina si riparte sotto una leggera pioggerellina
e in men che non si dica siamo in quel di Montefiascone
da dove si gode di una bella vista sul lago (a dx l'isola Martana a sx la Bisentina)
breve streettata
salutato Fede ci avventuriamo alla volta di San Michele in Teverina un po' su sterrato e un po' su strade deserte
San Michele in Teverina
I calanchi che non riusciremo a raggiungere
Il biker che ci ha accompagnato per un tratto
e il sentiero da lui consiglito
Civita di Bagnoregio avvolta nella nebbia
Il ponte verso l'ignoto
tentativo fallito di uscire dalla parta opposta
ritorniamo sui nostri passi
si rientra verso Bolsena, il cielo si fa plumbeo
ma la vista sul lago è affascinante
e infine uno scoop clamoroso:
girellando nella selva abbiamo trovato in terra una vecchia foto sgualcita del Tiburzi il più noto dei briganti dell'alta Tuscia
alla prox
Nofix