Funziona, l'importante è comprimere bene la forcella in modo che in pedalata non si comprima e strattoni la cinghia.
Se tiri poco la cinghia è facile che la forca si comprima (un buco, una canalina) e riestendendosi venga improvvisamente bloccata dalla cinghia, con conseguenti forti sollecitazioni all'archetto.
be' tenete cmq conto che l'archetto sopporta un momento flettente molto più brutale di quello imposto dalla cinghia in una qualsiasi compressione della forca in discesa già che l'elemento elastico è contenuto in uno stelo e quindi la resistenza attiva all'affondamento è affidata a un fodero e alla rigidità dell'archetto che subisce (nel trasmettere all'altro fodero il movimento) una sollecitazione flessionale pari alla forza di compressione x la distanza tra i due foderi (luce di calcolo)...
secondo me il problema vero è che le cinghie, anche quelle a cricchetto da camionista, hanno sempre un minimo cedimento e questo, su percorsi lunghi può causare usura del materiale dell'archetto per strisciamento giacchè e difficile che la sospensione rimanga chiusa a pacco e non abbia mai nemmeno un minimo ritorno (bobbing)
per spiegarmi meglio: basta vedere cosa può fare una tubazione freno fissata male e che sfrega da qualche parte...a segare in due un archetto di
magnesio non ci va poi così tanto...eppoi, magari,dato che è uno dei punti più sollecitati di tutta la bike, indebolirlo è sconsigliabile...