Roberto Caboni aveva bisogno di un po di compagnia per provare alcune tratte della prossima Transardiania.
In particolare bisognava provare il tratto che da Janna Nurai, con un bel single, porta a Pranu Artudè e poi ridiscende a valle per la discesa di Gasile. Premetto che non ci siamo affatto capiti su alcune cose fondamentali (io pensavo che il suo interesse fosse concentrato sul tratto che da Lula porta al Sologo e non sul tratto di Nurai) ma in ogni caso il giro comprendeva tutti e due i tratti in modo da creare un anello che girasse a sud del Montalbo. Tanti anni fa la stessa cosa era stata tentata da me, Man65 e Davis per la guida di MTB di Peter ma senza successo. Io di Gps e carte ci capisco poco ma ero certo di due cose: 1) la possibilità di chiudere il giro c'era 2) sarebbe stato un gran culo.
Per l'occasione si sono presentati Ullallà, Man65 e Cheval e ci siamo mossi dalla casermetta di Monte Pizzinnu alle 9. Pochi colpi di pedale e subito la scoperta, come premesso, che il giro andava affrontato al contrario.
Nessun problema. Questo giro può essere fatto in tutti e due i sensi e poi il senso prescelto era proprio quello del tentativo fallito.
Nonostante qualche piccola difficoltà il giro lo abbiamo concluso e ha segnato 1200 mt di dsl positivo e 33 km. Neanche tanti dirà qualcuno ma, aggiungo, i numeri non dicono tutto. Il giro lo classifico come molto tosto perchè eleva a potenza il concetto di mangiaebevi che a me non è mai piaciuto troppo. Non mi spaventano le salite lunghissime e costanti dove puoi prendere ritmo ma i giri sincopati proprio non li digerisco. Questo giro alterna in modo diabolico brevi e toste salite da pedalare e fare a spinte con stradoni pedalabili inframmezzati ancora da reti e cancelli. Brevissimi tratti di asfalto sono seguiti da portage e poi, una volta in cima e al culmine della stanchezza, arrivano le discese tecniche farcite da alcuni tratti di spintage. Ciliegina sulla torta la discesa finale di Gasile che chiamarla rustica è davvero poca cosa e non prevede di essere affrontata in modalità "stanca".
Insomma io questo giro l'ho sentito più del Supramonte ma credo ci sia anche la complicità di una malefica tavoletta di cotognata (cd. Fruttino) che ho inglobato nel portage di Janna Nurai e mi ha schienato per tutta la giornata di ieri.
Due foto sperando che arrivino presto quelle di Ullallà e Caboni (che ho già visto su fb)
lasciamo monte pizzinnu e ci infiliamo in una forestazione di pini dove iniziano le prime difficoltà ... portage tra la vegetazione
Sullo sfondo S'azza Ruja
Dietro di noi le cime del Corrasi
ancora tratti a spinta per arrivare a punta casteddu
siamo scesi sul fondovalle tra punta casteddu e il santuario di Santu Franziscu ... da qui si risale verso Nudorra
il santuario di su meraculu e Janna Nurai
il sentiero per Janna Nurai ... portage senza altre possibilità
ci siamo quasi ... gli ultimi metri sono pedalabili ma più che altro per esigenze fotografiche
pausa pranzo e poi via sul single verso Pranu Artudè
e infine Gasile che rispetta gli standard di cattiveria che Caboni predilige
In particolare bisognava provare il tratto che da Janna Nurai, con un bel single, porta a Pranu Artudè e poi ridiscende a valle per la discesa di Gasile. Premetto che non ci siamo affatto capiti su alcune cose fondamentali (io pensavo che il suo interesse fosse concentrato sul tratto che da Lula porta al Sologo e non sul tratto di Nurai) ma in ogni caso il giro comprendeva tutti e due i tratti in modo da creare un anello che girasse a sud del Montalbo. Tanti anni fa la stessa cosa era stata tentata da me, Man65 e Davis per la guida di MTB di Peter ma senza successo. Io di Gps e carte ci capisco poco ma ero certo di due cose: 1) la possibilità di chiudere il giro c'era 2) sarebbe stato un gran culo.
Per l'occasione si sono presentati Ullallà, Man65 e Cheval e ci siamo mossi dalla casermetta di Monte Pizzinnu alle 9. Pochi colpi di pedale e subito la scoperta, come premesso, che il giro andava affrontato al contrario.
Nessun problema. Questo giro può essere fatto in tutti e due i sensi e poi il senso prescelto era proprio quello del tentativo fallito.
Nonostante qualche piccola difficoltà il giro lo abbiamo concluso e ha segnato 1200 mt di dsl positivo e 33 km. Neanche tanti dirà qualcuno ma, aggiungo, i numeri non dicono tutto. Il giro lo classifico come molto tosto perchè eleva a potenza il concetto di mangiaebevi che a me non è mai piaciuto troppo. Non mi spaventano le salite lunghissime e costanti dove puoi prendere ritmo ma i giri sincopati proprio non li digerisco. Questo giro alterna in modo diabolico brevi e toste salite da pedalare e fare a spinte con stradoni pedalabili inframmezzati ancora da reti e cancelli. Brevissimi tratti di asfalto sono seguiti da portage e poi, una volta in cima e al culmine della stanchezza, arrivano le discese tecniche farcite da alcuni tratti di spintage. Ciliegina sulla torta la discesa finale di Gasile che chiamarla rustica è davvero poca cosa e non prevede di essere affrontata in modalità "stanca".
Insomma io questo giro l'ho sentito più del Supramonte ma credo ci sia anche la complicità di una malefica tavoletta di cotognata (cd. Fruttino) che ho inglobato nel portage di Janna Nurai e mi ha schienato per tutta la giornata di ieri.
Due foto sperando che arrivino presto quelle di Ullallà e Caboni (che ho già visto su fb)
lasciamo monte pizzinnu e ci infiliamo in una forestazione di pini dove iniziano le prime difficoltà ... portage tra la vegetazione
Sullo sfondo S'azza Ruja
Dietro di noi le cime del Corrasi
ancora tratti a spinta per arrivare a punta casteddu
siamo scesi sul fondovalle tra punta casteddu e il santuario di Santu Franziscu ... da qui si risale verso Nudorra
il santuario di su meraculu e Janna Nurai
il sentiero per Janna Nurai ... portage senza altre possibilità
ci siamo quasi ... gli ultimi metri sono pedalabili ma più che altro per esigenze fotografiche
pausa pranzo e poi via sul single verso Pranu Artudè
e infine Gasile che rispetta gli standard di cattiveria che Caboni predilige