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42 tornanti

@ntonio

Biker tremendus
29/4/04
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43°50'-10°27'
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max76 ha scritto:
[...]
le dolomiti sono stupende ma credo siano molto belle anche da quelle parti le escursioni e di sicuro paesaggi molto differenti!

Parole sante max, sono rientrato proprio oggi da una indimenticabile ed ennesima settimana di extreme mtb dalle tue parti ma come ogni anno, quando rientro a casa e rimetto piede sulle mie Alpi, "Le Alpi Apuane", mi rendo conto che tale nome non è stato scelto solo perchè quelle montagne, guardate dal mare, avevano una vaga somiglianza con un'altra catena montuosa che si trova più a nord.

Sono stato molte volte sulla Vandelli e lo scorso anno sono tornato di nuovo per provare un nuovo itinerario che mi ero prefissato ma l'approccio più classico per guastare a pieno questa piccola impresa, è il classico percorso ad anello a cavallo fra le provincie di Massa e Lucca che puoi trovare descritto anche sul sito del Gumasio.
Puoi trovare ulteriori informazioni e foto anche in questo post relativo al mio resoconto dello scorso anno .
 

BRETT

Biker poeticus
9/9/03
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MILANO
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sembola ha scritto:
Prendi il treno. Girare in treno non la bici al seguito è ancora più avventuroso che arrampicarsi per le Apuane.

Proprio così!
Assoluta libertà.
Forse qualche limite lo danno gli orari di rientro: più volte ho rischiato di perdere l'ultimo treno.
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
1/11/02
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Maranello
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La Grande Strada Ducale della Montagna, come era chiamata ai tempi, solo in periodo napoleonico è stata chiamata Via Vandelli
Perchè una strada lassu? perchè vi erano una serie di motivi che si riconducono alla situazione Geo politica del tempo.
I secolari rapporti di scambio con Venezia tramite il Canale naviglio di Modena e il Po cominciavano a indebolirsi al pari con la potenza mercantile della città lagunare. Gia' da diverso tempo il porto franco di Livorno attirava una gran quantità di commerci a cui il Duca Francesco III non poteva restare insensibile. Il problema era che per raggiungere il porto di Livorno occorreva passare per territori "stranieri" come il Granducato di Toscana e i territori dello stato pontificio. Tale scambi erano sottoposti a gabelle e alla possibilità che venissero interrotti per il sempre possiblile deterioraramento dei rapporti diplomatici tra stati sotto l'influenza di avverse potenze europee (Francia, Spagna ed Austria). occorre far presente che la Garfagnana (alta valle del Serchio) era di dominio estense già dal XV secolo ad escusione dell'enclave luchese di Castigliore. Ad ogni modo la presenza dei Ducati di Massa e della Repubblica di Lucca impedivano lo sbocco al Tirreno e al porto franco di Livorno. Di fatto agli inizi del secolo il ducato Estense rischiava di restare escluso da condizioni favorevoli di scambio che si erano venute a creare con Olanda e Inghilterra che stava per iniziare la sua rivoluzione industriale. In un primo momento si pensò di riadattare al transito con calessi e carrozze la strada dell'alpe della Croce (Croce Arcana) tramite Fanano passando per Pavullo secondo una direttrice medioevale. A questo fine fu redatto anche uno studio del Vandelli nel 1728prendendo accordi con il Gran Duca. Poi accadde un fatto nuovo. Maria Teresa Cybo-Malaspina era l'unica erede del suo minuscolo fiero ed operoso ducato. Francesco III si adoperò perchè si potessero combinare le nozze tra la Duchessa e il Figlio Ercole Rinaldo III. Gli accordi andarono a buon fine per cui occorreva un percorso che unisse i territori della garfagnana al Ducato della nuora. Una via rapida già esisteva in territorio Modensese ed era la via vecchia di Montefiorinio che ricalcava in larga misura il tracciato della via Bibulca (che ha una storia interessantissima che meriterebbe di essere trattata); per cui venne riadattata per potersi collegare secondo le esigenze dei nuovi territori. Il Vandelli però aveva l'incarico di creare una nuova via che potesse essere usata da calessi e carrozze e non solo a dorso di mulo. Per cui si mise a lavorare riprendendo in parte il suo vecchio studio del 1728. la strada però cambiava itinerario dopo Pavullo piegando verso la Lama (allora detta Serra o Lama del Mercatello), Barigazzo (famosa per i suoi "fuochi" di gas nturale), Cento Croci (antico incrocio di strade), la Serva Romanesca e poi S. Pellegrino dove ritrovava la via di Montefiorino. Venne poi allacciata a Pieve Fosciana e Castelnuovo capoluogo della provincia della Garfagnana. Esisteva già una strada che scendeva verso Castiglione da S. Pellegrino, ma venne scartata perchè Castiglione (come già detto) era fedele ai lucchesi.
Restavano da scavalare le Alpi Apuane. Compito comunque non facile di per se ma reso ancor più difficile dal fatto che il territorio che congiungeva la Garfagnana con quello di Massa era veramente limitato. Infatti l'unico territorio confinante era la Valle dell'Arnetola e poco altro in quanto a sud est c'era la Republica di Lucca mentre a Nord Ovest c'era l'enclave toscana di Pontremoli. Il Vandelli studiò al meglio delle proprie possibilità il tracciato da seguire e dovette usare anche le mine per aprire il passo della Tambura e la Finestra Vandelli (da cui oggi si accede al rifugio Nello Conti del CAI presso i Campaniletti). Per permettere il passaggio di calessi e carrozze fece erigere imponenti muri a secco che stupiscono ancora oggi per l'audacia.
Ma proprio le premesse con cui venne costruita la strada furono le cause del sui declino: doveva essere una strada priva di opere acessorie importanti ove possibile (ponti, muri di contenimento), doveva passare soltanto nei territori ducali... Questi vizi non erano da imputarsi al Vandelli ma alle condizioni geopolitiche. Queste costringevano la Via a passaggi a quotre spesso poibitive nei mesi invernali (Sia il Passo del Lagadello che quello della Tambura si trovano sui 1600 mt). Su terreni che spesso erano esposti a forti venti se non anche instabili (soprattutto sul vesante emiliano). Infatti non appena cambiarono gli equilibri diplomatici lsi pensava già ad una strada che a distanza di neanche 30 anni si presentava totalmente diversa: La Via Giardini. I mutati equilibri politici vedono gli Asburgo premere sul granduca toscano e sul duca estense perchè si adoperassero per costruire un'agevole strada che potesse collegare Innsbruk con Pistoia al fine di percorrere tutti i territori sottoposti alla loro influenza. Si badi bene che sia il duca di Modena con la Vandelli che gli Asburgo poi con la Giardini-Ximenes (oggi statale Abetone Brennero) non avevano in mente solo fini di sviluppo dei commerci ma avevano un occhio anche per il movimento delle truppe in caso di bisogno...
Dire che la Vandelli è stata Abbandonata è un errore in quanto se così fosse stato oggi non ve ne sarebbe traccia.
Sul versante Emiliano venne usata per ampi tratti come strada di interesse locale fino alla metà del '800 e oltre; lo stesso dicasi nel tratto Garfagnino e Apuano. Con riferimento al valico del Tambura c'è da ricordare come durante la seconda guerra mondiale questo venisse usato per trasportare da Massa alla Garfagnana il sale e i pochi viveri che si potevano trovare al mercato nero data la stretta d'assedio della Linea Gotica.
Infine non è vero che , come molti dicono che la Giardini Ximenes portò alla fine della Vandelli: la vandelli fu la il primo tentativo di realizzare una grande arteria trasnappenninica e Transapuana che servì da palestra per quel Pietro Giardini Maggiore di Artiglieria Estense che nel 1766 pose mano alla tratta emiliana della grande strada voluta dagli Asburgo. Per cui la Vandelli fu un prototipo da cui nacque ina strada che ancor oggi gli Emiliani e i Toscani usano per incontrarsi senza passare da Parma-La Spezia o Bologna-Firenze.
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
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Faccio presente che l'ultima volta che Abbiamo Fatto l'attraversata un compare ha visto il telaio dissaldato tra movimento centrale e tubo sella poco prima di valicare il passo Tambura; mentre io mi sono trovato il cambio rotto (ma avevo uno nello zaino di scorta. Poco oltre a Resceto un terzo si è accorto che aveva piegato la corona da 44 su un sasso... Diciamo che è meglio andarci cauti...
Per il discorso Appennini e Apuane diciamo che per conoscere tutti i percorsi cci vorrebbero anni e anni... E ci sono situazioni che non si trovano nemmeno sulle Alpi...
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Grazie Iuppa, la motivazione storica la conoscevo, ho il "pallino" delle vie di valico appenniniche ( e delle ferrovie, ma quella è un'altra storia).

Quello che volevo sottolineare è come talvolta alle "necessità" delle società umane si tenta di dare una risposta "impossibile". Qualche volta le cose non sono impossibili ma solo difficili o nuove. Altre volte la sfida è "impossibile" davvero, ma l'arroganza umana impedisce di valutare bene le difficoltà.
 

iuppareppa

Biker paradisiacus
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Hai il pallino delle ferrovie? allora se passi nel modenese ti faccio vedere una tratta di ferrovia che sale da Maranello verso la montagna: mai entrata in funzione e che si trova solo se si sa dove sono ponti e gallerie
Comunque ormai la Vandelli mi sta inflazionata... Sto valutando altre antiche direttrici per la Toscana... Ne ho almeno tre, il fatto è che ci sono diversi trtti asfaltati e in alcuni casi la strada si è presa (ma ritrovarla è il bello del gioco )
 


sarà mica quella della quale si parla qui :
http://209.85.135.104/search?q=cach...7+elettrovia+pavullo&hl=it&gl=it&ct=clnk&cd=3
?????
 

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