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Culley Hugh Travis
Il messaggero
L'arte di andare in bicicletta & il caos della metropoli
Saggi
Traduzione dall'inglese di Gianni Panofino.
288 pagine
€ 15.00 (Lire 29044)
«Mi chiamo Travis. Per ora ho venticinque anni e quindi non sono nella situazione ideale per generalizzare. Posso solo sperare che la mia prospettiva di girovago, sognatore e portatore di dispacci – esterno e, al contempo, interno a questo picco di progresso – abbia un suo valore. Non possiedo lauree di antiche università che attestino la mia competenza in campo urbanistico, ma posso vantarmi di un’altra cosa: ho un problema e la città a cui riferirlo, ho il marchio che l’industria ha impresso a fuoco nel buio dietro le mie palpebre e sulla mia pelle. Se non altro, per assistere allo spettacolo e alle ingiustizie che rendono questo luogo tanto interessante, occupo uno dei posti migliori del teatro.»
Travis Hugh Culley guarda il mondo da una bicicletta lanciata a tutta velocità attraverso le strade della metropoli. Consegna pacchi e buste girando dai ricchi palazzi del centro alle fabbriche e ai capannoni delle periferie.
Il messaggero racconta al lettore una sottocultura, quella dei pony express su pedali, e al tempo stesso una filosofia: è cowboy postmoderno e individualista che sfreccia libero tra le auto paralizzate dal traffico cittadino, entra ed esce – come fosse invisibile – dalle sedi del potere economico, esplora una nuova frontiera in uno dei lavori più pericolosi del mondo. Racconta le mille avventure del suo mestiere, le amicizie, i colleghi morti all’incrocio, la lotta per difendere i propri diritti e prima ancora la propria dignità.
È un punto di vista insolito, ma utilissimo per capire i meccanismi che governano la vita metropolitana: schemi di comportamento che non riusciamo più a vedere, chiusi come siamo nelle nostre scatole-case e scatole-automobili. Così Travis Hugh Culley - non racconta solo il piccolo mondo di cui ha fatto parte, quello dei «bike messengers», ma osserva anche con sguardo lucido e spietato i flussi delle nostre città - e ci offre qualche consiglio per renderle migliori, più ospitali per gli uomini e le donne che le abitano.
Dicono di questo libro:
toni - Gran bel libro che introduce per la prima volta il grande pubblico italiano in una storia di ciclismo urbano. Non si tratta del ciclismo decantato dalla tivù, quello delle gare e dei premi, ma quello di chi ha deciso di cambiare la società, smantellando uno dei più grossi miti della modernita: che con l'auto si conquisti mobilità e indipendenza. Al contrario sono i ciclisti che, attraverso la rivendicazione della loro esistenza stessa, mettono in pericolo l'esistente società basata sulla prevaricazione, il profitto e la violenza istituzionale. Dopo gli studi dell'Internazionale Situazionista molti gruppi e individualità anarchiche si sono dedicate allo studio dell'urbanistica e all'impatto delle auto nella vita quotidiana. Si va dai Car Busters di Praga a Reclaim the Street londinesi al fenomeno mondiale del Critical Mass (attivo con i suoi raduni casuali fissati via rete in molte città italiane), di cui l'autore fa parte, e da quel crogiolo di idee sono tratte quelle esposte nel romanzo. E' un romanzo, certo, ma trasuda sangue di vita vissuta, e diffonde il messaggio libertario di pensare a sé, qual'è la propria funzione nella società così come è impostata e come viene imposta, e quali possono essere le vie di fuga dalla Grande Menzogna. Se dopo averlo letto vi viene voglia di seguirne l'esempio:
http://www.inventati.org/criticalmass/ Su la testa, ciclista