Fino a qualche anno fa le
ruote erano di una sola misura.
E tutti andavamo in bici con quella.
Cioé, non mi ricordo di qualcuno che dicesse cose tipo: "A beh io farei mountain bike ma con quelle ruotine così piccole me ne guardo bene!".
Ad un certo punto ecco a voi un'altra misura, un colpo di genio.
E via a discutere su quanto fondamentale e sostanziale sia la differenza tra 26 e 29.
Nessuno ha fatto osservare che se fosse stata così fondamentale la misura della ruota sarebbe stata più di una da venti anni prima.
Poi, attenzione perché qui c'è il genio del genio, arriva uno che dice: "No, ok un'altra misura, ma quella buona non è quella, ma è esattamente la media tra quella nuova e sbagliata e quella vecchia, che c'è sempre stata, e sbagliata lo stesso".
Fantastico.
E' come dire basta bere con un bicchiere, usate una tinozza, nessuno che si chiede, si vabbé, ma io quanta minchia di sete c'ho?, tutti a litigare tra tinozza e bicchiere, poi, quando iniziano a girare le tinozze gli stessi che te l'hanno vebduta ti dicono no, la tinozza era troppo, la misura ideale è il catino.
A me me ce viè da ride.
Personalmente credo che la misura delle ruote sia importante, come altre misure.
Ma discutere solo di ruote è ridicolo.
L'autore del post dovrebbe interrogarsi proprio sul suo tipo di bici, e al centro ci dovrebbe essere l'altezza certo, ma anche la gamba, il fiato, e i percorsi.
Invece qui si discute solo di diametro, come se fosse un motore.
Ed è divertente leggere come a supporto della validità di un nuovo formato si facciamo gli esempi dei campioni che pedalano e vincono con le 29.
Ma che c'entra?
Se mi vesto Dolce e Gabbana perché ci si veste il divo di Hollywood non è detto che funzioni, o meglio, funziona con lui, se io c'ho la panza faccio ridere.
Claudio