Riporto quanto già scritto nell'altra discussione!!!!
Io alla 24 h di Campiglia D’Orcia c'ero e sono un compagno di squadra di AMEDEO, di MTB Chianciano Terme, lo sventurato biker che è incorso in una brutta caduta nel corso della gara!!!
Io voglio solo raccontare questo brutto fatto come l’ho vissuto insieme ai miei compagni di squadra.
Premesso che chi viene ad una gara di questo tipo sa che si può cadere e ci si può fare anche male, ma sicuramente pensa che l'organizzazione si sia "organizzata" per un soccorso nei tratti ad accessibilità difficoltosa del tracciato. Non è andata proprio così.
Alcuni bikers e poi Mauro Pieri, ci avvertono intorno a mezzanotte che Amedeo era caduto tra il 4 e il 5 km del tracciato, e quindi vicino al posto ambulanza sito sull’intersezione del tracciato dal bosco alla strada asfaltata.
Immediatamente due di noi in bici si sono precipitati sul tracciato per capire cosa era successo, gli altri, tra cui il sottoscritto, hanno raggiunto Amedeo in macchina fino all’ambulanza e poi a piedi nel bosco.
Siamo arrivati sul posto mentre il quod della “semiorganizzazione” aveva trasportato il medico in loco dove già si trovavano due magnifici Bikers che si erano fermati a portare i primi soccorsi. Apprendiamo che il dott. è un medico di Campiglia D’Orcia che aveva appreso la notizia in paese mentre se ne stava andando a letto e di sua spontanea volontà e si era offerto per portare soccorso, tutto questo perché l’ambulanza presente non aveva un medico a bordo che a quanto mi risulta dovrebbe essere obbligatorio (??). Comunque il Dott. ha obbligato Amedeo a restare a terra e ha chiesto l’intervento di una auto medica attrezzata con barella idonea ad immobilizzare l’incidentato, in quanto Amedeo, che era cosciente, aveva riferito di non sentire del tutto, sia le braccia che le gambe. Nel frattempo continuavano a passare bikers sul tracciato, che ci chiedevano come mai non era stato ancora soccorso. Il dottore che non aveva il numero di nessuno dell’ organizzazione si è iniziato a preoccupare perché l’auto medica non arrivava, nel frattempo è iniziato a piovere copiosamente e pensavamo che presto qualcuno ci avrebbe portato una coperta, un ombrello per riparare AMEDEO, che iniziava a tremare di freddo. Non abbiamo visto nessuno per un’altra ora. Ci siamo spogliati per i pochi abiti che avevamo addosso e abbiamo coperto Amedeo che si lamentava dicendoci di non farcela più a sentirsi un fiume d’acqua sulla schiena.
Iniziavano a passare bikers che si lamentavano della discesa pericolosa e scivolosa e si iniziava a vociferare di una sospensione della gara, ma ancora non si vadeva nessun mezzo di soccorso e continuavano a passare bici.
Erano le 2 di notte passate, quando sono finiti di passare i bikers (e quindi abbiamo immaginato l’interruzione della corsa) e poi abbiamo finalmente visto i fari di un defender, proveniente da Abbadia San Salvatore, che si avvicinava. Non ne potevamo più, Amedeo per primo, ma anche noi e il medico, inzuppati, infreddoliti e preoccupati. La Dottoressa del 118 ha voluto accertarsi delle condizioni sul posto e ha deciso di immobilizzarlo sulla barella, dopo le domande di rito per capire lo stato di coscienza o incoscienza dell’incidentato. Abbiamo aiutato gli operatori a caricare Amedeo in ambulanza e poi ci siamo avviati a piedi verso la macchina.
Siamo ritornati al campus per vedere se c’era qualcuno dell’organizzazione, non avendo trovato nessuno siamo andati nella zona cambio dove abbiamo trovato un addetto di Winning time che ci ha riferito di avere avuto indicazioni di sospendere la gara fino alle 6, ma che non c’era nessuno dell’organizzazione e non aveva nemmeno un numero di telefono dove rintracciarli, siamo andati al ristoro e al pasta party per cercare un numero di telefono, ma niente anche lì. Verso le 3:00 mi hanno riferito che quelli del C.O. erano al campus.
Mi sono recato da loro e ho parlato con Mauro Pieri, chiedendogli spiegazioni per l’accaduto, ossia che nessuno dell’organizzazione si sia minimamente preoccupato di prestare la minima assistenza al nostro sfortunato compagno!!! Mi è stato risposto che quanto dovevano fare era stato fatto. Ossia sospendere la gara.
Io ritengo che una gara di questo tipo, dove il rischio di farsi male in posti difficilmente accessibili è alto, si doveva pensare e organizzare qualcosa e non lasciare all’improvvisazione l’assistenza. Se Amedeo fosse stato in pericolo di vita, forse a quest’ora non sarebbe qui con noi. Osservo ancora qualche cosetta: nel bosco non c’era NESSUNO dell’organizzazione!! Non credo che era molto difficile trovare qualche persona per i 3 o 4 km di tratti più tecnici, dove è necessariamente più facile che avvengano cose di questo tipo.
Amedeo per fortuna non è in pericolo di vita, è acciaccato dolorante e stà facendo degli accertamenti, ma credo che in cuor suo questa esperienza se la ricorderà per lungo tempo. Non auguro a nessuno di farsi male e di non ricevere il soccorso adeguato, nemmeno a quelli del comitato organizzatore della 24 h di Campiglia.