Sabato siamo stati gli ultimi a ritirare i "pacchi gara" (che non mi apsettavo fossero così pacchi... :???: ). Ed abbiamo preso quella che pensavamo sarebbe stata solo la prima pioggia del week end.
La notte (in albergo) non ho dormito granchè. Preoccupazione per il tempo (soffro il freddo), per il tempo massimo imposto (non sono allenato)... per il gomito che fa contatto con il piede...
Insomma la mattina me ne sarei rimasto volentieri a letto, anche se non pioveva. Alle sette c'erano 7 gradi. Ed ovviamente avevo portato solo la tutina estiva... Vabbè, scemo io! Così dopo vari esperimenti mi sono ridotto a mettere una tshirt sotto la tutina, pantaloni di tuta da ginnastica sopra e kway di quelli che non traspirano neanche se li buchi col trapano. Abbigliamento assai raffazzonato e molto poco professionale...del resto il freddo è freddo!
Si parte (inferno, girone degli escursionisti, ultime file) e da subito il cardiofrequenzimetro, rispolverato per l'occasione, mi dice che sarà molto dura fare anche le salite "al risparmio", come avevo preventivato. Ndr: nonostante la mancanza di allenamento il piano prevedeva la "lunga".
Ci vuole poco e perdo il contatto con il mio amico Wildpurcit. Sin dall'inizio sto nel gruppo di coda, come previsto, ma coi battiti alti...
Circa dal 15° chilometro il mal di schiena comincia a tormentarmi (non sono più abituato alla front). Perlomeno mi sono scaldato e posso spogliarmi, riaquistando le sembianze di un biker. Poco dopo mi molla il cardio. Non lo usavo da un pezzo e penso che le batterie fossero alla frutta. Invece gambe e fiato reggono benissimo. In salita vado lentissimo, in discesa mi sfogo. La front è di una precisione chirurgica ed anche nei pezzetti un po' infangati la metto dove voglio. La schiena però ringrazia sempre meno sentitamente. In un paio di occasioni mi tocca scendere e stare un po' dritto per darle tregua. I ristori sono un'ottima occasione per farla riposare. Mi fermo a tutti e faccio un sacco di bis...
Man mano che i chilometri passano ci credo sempre di più. Sono ampiamente entro la mia personalissima tabella di marcia, la schiena rompe ma è gestibile ed il resto del fisico regge molto meglio di quanto mi aspettassi. Arrivo al 50° chilometro, non manca più molto al bivio tra il corto ed il lungo. Proseguirò per il lungo!
Al 52° km, in un pezzo fuorisella, sento un rumore metallico. Ho perso qualcosa. Mi fermo e guardo. Ho perso un pezzo di reggisella. La sella è rimasta appesa al tubo per il velcro del borsello. Raccolgo il pezzo che era caduto e provo a rimetterlo su con le mani. Ma non c'è verso. Non mi potrò più sedere. Arrivo, pedalando sempre in piedi, fino al fatidico bivio. Ho un'ora di anticipo sul tempo massimo per quel passaggio ma pedalare sempre in piedi è durissimo. Chiedo al commissario di percorso ed a qualche altro biker la brugola per sistemare il reggisella ma nessuno mi può accontentare. Finisco il corto, sempre in piedi sui pedali ed abbastanza incazzato per la sfortuna.
Gianni, alias Semislick qui nel forum, altro mio compagno di squadra e di avventura a Lavarone, ha fatto il lungo tra i tesserati e mi racconta che gli ultimi venti chilometri sono stati i più duri. Forse sarei riuscito a finire, forse no. Forse il reggisella mi ha risparmiato una sofferenza... non lo so, ma sono tornato a casa con un po' di amaro in bocca.
Il percorso era molto bello, almeno quello corto... l'altro non so! :?