questo è quello che ho trovato sul sito del club che ormai non viene aggiornato dal 2003
(pagina aggiornata il 12 maggio 2003)
ASPETTANDO LA SETTIMA ZERO-TREMILA, NON APPENA SARA' TECNICAMENTE POSSIBILE, ECCO PER GLI IRRIDUCIBILI APPASSIONATI DEL VULCANO ATTIVO PIU' ALTO D'EUROPA...
ETNA 2003: DALL'ACQUA AL FUOCO!
Questo e' il nome della pedalata che nell'anno del Signore 2003 ci portera' dal MAR IONIO profondamente blu ai Crateri di Monte Nero, dai quali e' sgorgato il mare di Fuoco che ha sommerso quel Piano Provenzana ormai scomparso per sempre.
COM'ERA E COM'E', potrebbe intitolarsi questa risalita lenta per le pendici ferite del Vulcano in groppa alle fide mtb, che con emozione guadagneranno quei paesaggi ORMAI PER SEMPRE consegnati alla memoria DEI VETERANI DELLE SEI ZERO TREMILA CHE DAL 1997 SI SONO SUSSEGUITE FINO AL 2002...
IL PROGRAMMA DI MASSIMA PREVEDE:
- ritrovo alle 8 del mattino di SABATO 31 MAGGIO presso Agriturismo
- iscrizioni, consegna mappa e documentazione, consegna bagagli a veicolo di supporto
- partenza alle 9.15 con le
ruote posteriori lambite dal mare di Castel San Marco, vicino Giardini Naxos
- passaggio a Lapide Pasteria
- passaggio a Calatabiano
- sosta a Gole Alcantara e ristoro
- sosta a Castiglione di Sicilia per spuntino prodotti tipici
- trasferimento a Linguaglossa via ex ferrovia tratto "Gallerie Costa"
- sosta a Linguaglossa
- trasferimento in asfalto sino a strada "panoramica" di quota 1000 e ristoro
- salita per strada Piano Felci
- arrivo a quota 1400
- cena e pernottamento
DOMENICA 1 GIUGNO
- ore 7.30 prima colazione e partenza lungo la strada Altomontana
- passaggio su un braccio della colata recente (prossimita' Caserma Forestale Pitarrone
- arrivo bivio Grotta Lamponi (km 10 circa) quota 1760
- salita per Rifugio Timpa Rossa
- sosta al Rifugio
- bici e "cavallo di S. Antonio" sino ai Crateri di Monte Nero 2003...
- rientro sulla strada Altomontana attraversando l'ancora fumante colata che nel 1981 quasi distrusse la mitica Grotta del Gelo
- sosta Casermetta Monte Spagnolo, quota 1440
- discesa per Rifugio Saletti e Cisternazza
- arrivo Rifugio Forestale Case Pirao
- grandioso pranzo
- rientro sino al punto di partenza per viabilita' secondaria e alcuni tratti di strade principali
QUOTE da stabilire, che comprenderanno: trasporto bagagli andata e ritorno, veicolo di appoggio, documentazioni e gadget, ristori di sabato, degustazioni, cena, pernottamento, prima colazione, ristoro e pranzo di domenica.
ETNA ZERO TREMILA!
IL RESOCONTO 2002: LEGGETECI SU:
- MTB MAGAZINE (DALLA PENNA DI SANTI CURRO' CHE E' SALITO INSIEME A NOI SINO IN CIMA!)
ed anche su CICLOTURISMO e CICLISMO UDACE
Gustatevi queste righe cucinate direttamente da noi!
Il Raid dellAcqua e del Fuoco
ZERO - TREMILA! - VI edizione
IN MTB DALLO IONIO AL CRATERE ATTIVO PIU ALTO DEUROPA
25 - 26 maggio 2002
La Scheda Distanza (solo andata) 65 km Dislivello 3000 m - Durata 7h 1° giorno + 3,5h 2° giorno - Difficoltà: duro - Percorribilità: primo giorno: sempre, escludendo in estate i periodi più caldi e in inverno le giornate più fredde - secondo tratto: dal tardo maggio ai primi di ottobre
Il resoconto.
Primo giorno
Manca un quarto alle 8, ora dellappuntamento presso laccogliente agriturismo Galimi di Fiumefreddo del signor Raineri (ss114, km 56+100, tel 095.7762050) e arrivano le prime telefonate di rinuncia.
Va bene partire sotto la pioggerella come gli ultimi due anni, ma è tutta la notte che piove a dirotto.! Forse, questa volta dovremo arrenderci allevidenza
Ma il pedaggio autostradale fa da rito propiziatorio e la tettoia del casello da spartiacque, di qua nel rombo incessante delle gocciolone temporalesche, di la improvvisamente le nuvole si aprono come un benevolo sipario, mostrando il cielo azzurro che ci accompagnerà dal mare al Vulcano per la gioia dei partecipanti alla sesta edizione della 0-3000.
Ora siamo tutti, foto di rito a battezzare le ruote posteriori delle cavalcature nelle acque dello Ionio e si parte per la grande avventura. Lo sguardo è rivolto verso un puntolino bianco che appare in alto e come sospeso nel cielo terso, la terrazza dellosservatorio Vulcanologico, posta a quota 2850 di fronte alla più turbolenta delle quattro bocche etnee, il temibile cratere di Nord - est.
Lo raggiungeremo pedalando lungo il corso dellAlcantara, fiume lavico glaciale per le sue acque, per intraprendere lascesa che prima tra i boschi poi sui lunari scoperti lavici, porterà sempre più in alto sino ad una destinazione cantata da poeti e viaggiatori di tutti i tempi.
Il primo centro abitato che si incontra è quello di Pasteria, dove Francesco del Blue Moon (095.7762050) ha preparato per noi una granita alle nespole, altrimenti rarissima a gustarsi per la facile deperibilità della polpa di questo frutto.
Daniele e Attilio, simpaticissimi e poderosi estremi venuti da Treviso per tentare la conquista del Vulcano in sella al loro tandem, scalpitano, ma li rassicuriamo, ci sarà tempo per misurarsi
Pedalando fra limoneti ed aranceti passiamo per Calatabiano, sovrastato dal castello del sanguinoso assedio saraceno e dove ogni anno a maggio i fedeli più robusti, veri freeriders della scarpa chiodata, portano a spalla la pesante vara di San Filippo per una discesa a precipizio che dura poco meno di 5 minuti
Ci accoglie ora la sponda dellAlcantara, lAl Quantarah degli arabi, che scorre profondamente incassato fra muraglie laviche. La strada compie una discesona (e che porta al Ponte di Mitogio, antico, breve ed ardito arco in pietra che scavalca le gelide acque dellAlcantara), noi ci infiliamo dritti in uno sterrato fra muri.
A sinistra incontriamo ed ignoriamo lostico intreccio di piste di Mitogio, autentiche palestre dove per tutto lanno è possibile mettere alla prova uomini e bici.
Finalmente piove, ne sentivamo quasi la mancanza, ma la pioggia non turba il ristoro approntato sotto la grande quercia, la cui corteccia potrebbe a buon diritto raccontarci levoluzione tecnologica delle ruote grasse avendo subito gli appoggi di sei edizioni della 0-3000!
Si riparte e non è più argine piatto, ma rampacce che mettono alla prova i più testardi, quelli che non devono mai dire scendo! Andiamo veloci per un passaggio in tunnel fra agrumi profumati e rovi meno gentili, alla fine del quale si apre il paesaggio sullabitato di Castiglione di Sicilia.
Arroccato sulla rupe che fu greca da secoli prima di Cristo, le stradine lastricate di scure basole laviche si susseguono ora sotto le ruote ancora gagliarde. Si sale sapendo già cosa ci aspetta. Sono le 13 e Franco e Carmelita, nella splendida cornice di piazza S. Antonio, aprono la Dispensa dellEtna (tel. 0942.984258) per un ristoro a base di prodotti e di vini tipici ottenuti dalle uve cresciute sulle sabbie del Vulcano.
Non finisce qui: per la gioia ed il palato di tutti noi a ancor di piu' di Camillo ed Elena, grandi amici venuti da Mondovì amanti della bici come delle cose buone, il signor Nicotra, vero maestro p asticcere, svela a noi riuniti sulla magnifica terrazza del Belvedere dAlcantara (tel. 0942. 984037) come aggiungere miele alle nocciole soavemente tostate e finemente tritate per farne biscotti irripetibili.
Gusti e panorama incantano, ma è ora di far sul serio. Un breve intermezzo è costituito dalle sei gallerie allagate della tratta dismessa del trenino della Circumetnea, che superiamo in un balzo e molte risate per Serafino che scompare letteralmente sottacqua.
Poi si sale in silenzio da quota 500 a quota 700 in 5 chilometri asfaltati, per ritrovarci tutti, lenti e veloci, alla base della pista che ci porterà a destinazione inerpicandosi per in versante nord del Vulcano.
Siamo ora ai piedi della rampa che in quasi undici chilometri di salita ininterrotta ci condurrà da quota 700 a quota 1450 ed è questo il momento più atteso della giornata. I sali si travasano senza sosta dal veicolo di appoggio alle borracce, il silenzio non si deve solo allora pomeridiana, cè attesa.
Come saltando nello specchio di Alice ad uno ad uno i bikers vengono inghiottiti dalla micidiale rampa in cemento al 20% che presto termina per fare posto a pietrame lavico troppo smosso per stare in sella. Solo dopo un chilometro e passa il fondo comincia a stabilizzarsi e finalmente si spinge sui pedali senza temere di ritrovarsi con i piedi a terra.
Prima le ginestre, poi querce e faggi, finalmente i giganteschi pini, gli stessi della Sila, immense sentinelle che sembrano accompagnare i bikers fra tuoni isolati di un temporale lontano.
Dopo un ora e mezza circa il bosco comincia a restituire i più preparati, mentre passerà ancora un ora per i più provati. Sono poco meno di sette ore dalla partenza, delle quali almeno 3,5 circa passate sui pedali, per un dislivello di 1450 metri in 47 km.
Al Clan dei Ragazzi (tel.095.643611) Santo ben coadiuvato da Nanni prepara la sua ormai mitica boscaiola e fra una forchettata e laltra, ci si sforza per un unico momento di serietà: una tavola rotonda improvvisata fra i presidenti presenti (e immancabili) per proseguire sulla strada intrapresa di un coordinamento fra gruppi al di la di ogni frontiera e per dare luogo ad un unico calendario di iniziative a tutto vantaggio degli appassionati che hanno per tessera la propria bici.
Renato, Nino e Roberto (Mtb Falcone, Benedetto Cicli, Ciclo Tyndaris) rappresentano il migliore cicloscursionismo della fascia Tirrenica, Luca, accompagnato da Rosario e Luigi, quellImera Bike di Caltanissetta fresco dalla riuscitissima granfondo di aprile.
Santi Curro', ciclista valente e penna competente, ci mette del suo e il dibattito sale di quota, ma
presto saliamo le scale dello chalet perché la stanchezza prende il sopravvento anche sui più animosi.
Secondo giorno
Colazione ricca per ciclisti impazienti di mettersi alla prova. Alan sogna il mare della sua Portsmouth e Margaret le montagne del suo Brazil, tutti in testa abbiamo lunico obiettivo, lOsservatorio Vulcanologico di quota 2850 per poi andare avanti in rapporto alle condizioni atmosferiche in alta quota.
Già alla base operativa presso lAlbergo delle Betulle, raggiunta mediante una rotabile che si snoda fra i pini dellEtna per 4,5 km al 10% di pendenza media, con punte che sfiorano il 15%, le
guide ci avvertono: grandine ghiacciata da quota 2600, secondo loro non si potrà andare oltre.
Ma non cè tempo nemmeno per provare delusione, il mtbiker è come San Tommaso e non crede se non mette le ruote
A fianco dellhotel non smorza gli entusiasmi nemmeno la ripida e retta rampaccia tagliagambe che dopo qualche centinaio di metri si regolarizza in un serpentone nel bosco.
Mulinando con regolarità i pedali superiamo il grande faggio di quota 2050 m e poi lentamente, sempre scegliendo con
cura la traiettoria in base al colore più scuro della sabbia del fondo, aggrediamo i tornanti sino a che le rampe portano a poco meno di quota 2.400, a fianco dei casotti di arrivo dello skilift più alto dellEtna nord.
Duecento metri più in alto il pullman lasciato in sosta per noi dalla STAR, società conosciuta per portare fino quasi in cima dellEtna i turisti provenienti da tutto il mondo (signor Di Franco o Angelo Nicotra 095.643430).
E cè la neve. Non si pedala e occorre una decisione rapida. Sappiamo cosa ci attende dopo la curva a nord e non sappiamo resistere. Procediamo a piedi, poi si vedrà.
Arrivano nel frattempo gli amici sul tandem, partiti in ritardo ora letteralmente sgommano potentissimi, è uno spettacolo vederli andare allunisono e allunisono imprecare in vernacolo quando la neve blocca anche la loro caparbietà. Per queste lor capacita' qualcuno si lascia scappare la definizione di "robottini" ed e' con questo affettuoso nomignolo che li ricordiamo!
Insomma, nessuno si arrende, e facciamo bene!
Sulla grande distesa di Pian delle Concazze, sovrastata dal cratere di nord est, macchie bianche si frammischiano al nero delle sabbie vulcaniche e si può pedalare con tecnica e fatica.
LOsservatorio è a portata di mano e infine lo raggiungiamo, ebbri di felicità per non aver dato spazio allo scoramento quando eravamo due chilometri più lontano e trecento metri più sotto.
Indimenticabile è la vista che si offe dalla terrazza dellOsservatorio, fra cratere e mare lontano.
La grande discesa sino al Piano Provenzana è semplicemente entusiasmante, mille metri di dislivello da affrontare dando innanzitutto il massimo in buon senso perché dietro ogni curva o nel mezzo dei tratti più veloci gli improvvisi banchi di sabbia mettono a dura prova le capacità di equilibrio.
E poi prudenza è comunque necessaria anche per rispettare le norme e le raccomandazioni emanate dal Parco dellEtna in tema di mountainbiking.
E tanto per restare in adrenalina, ci si ritrova tutti ancora 1300 metri più in basso, per pranzare a dalla signora Lucia a Sciaramanica (tel.095.643007)
Una trattoria dove, da sei anni a questa parte allultima domenica di maggio arrivano cotti di freddo e di sole un gruppo di mtbikers dagli occhi spiritati e con la mente ancora in cima al Vulcano più alto dEuropa.