Da "Rime" : Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
Fossimo presi per incantamento
E messi in un vasel, ch'ad ogni vento
Per mare andasse al voler nostro e mio;
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento
di stare insieme crescesse 'l disio.
E monna Vanna e monna Làgia poi
con quella ch'è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i' credo che saremmo noi. (Dante Alighieri)
Figlio dì un Giovanni Ricevuti, amico del Cavalcanti e di Dante, il quale lo ricordò in un suo notissimo sonetto giovanile e più tardi nel De Vulgari eloquentia, fu giudice e pubblico notaio. Cantò una donna Lagia o Alagia, che rappresentò gentile e pietosa.
Come poeta, ha una sua personalità distinta anche se non molto rilevata per la schiettezza di certi suoi atteggiamenti, in cui traspare l'uomo amante della vita e delle gaie brigate, per la leggiadria delle immagini e per l'armonia dei versi, in cui sono ritratte non di rado situazioni reali o passa come un'eco di poesia di popolo.
Se il bambino è stato così battezzato, spero sia in onore di questo, non di quell'altro (purtroppo) più celebre...................