“Stop alle mountain bike: distruggono la vegetazione”

karalis76

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riporto l'articolo dato che il sito è fuori dalla whitelist

Calamosca, appello dell'esperto: “Stop alle mountain bike: distruggono la vegetazione”

L’allarme arriva dal naturalista Francesco Lecis che ha redatto la valutazione di incidenza ambientale sul progetto di riqualificazione dell’area

Stop alle mountain bike a Calamosca. L’allarme arriva dal naturalista Francesco Lecis che ha redatto la valutazione di incidenza ambientale sul progetto di riqualificazione di Calamosca. La relazione stabilisce che per “preservare l’area nel migliore modo possibile” è necessario di vietare il transito delle mountain bike, infatti”, aggiunge, “sono visibili ovunque i segni lasciati da questi mezzi che, per quanto ecologici e salutari, sono usati sono usati in maniera inappropriata lasciando segni sulle rocce, determinando l’erosione del suolo soprattutto dopo le piogge ed inoltre vengono condotte in punti ove non sono presenti passaggi con la conseguenza di aprire nuove piste e determinando l’asportazione di vegetazione e piante”.
 

aulin74

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mondraker
Se è un area a protezione totale concordo con il dott. Lecis. Non dovrebbero transitare neanche pedoni nè possibilmente eventuale fauna locale. Lo spazio dovrebbe essere interdetto ritengo anche ai volatili ed il vento deviato.
Ma il dott. Lecis, che è un luminare, ne avrà tenuto conto
 
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carpitz

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gaddhura bedda
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in effetti ha trascurato un dettaglio:Le bici scendendo a manetta potrebbero creare scintille e nel periodo estivo creare incendi...Concordo con questo luminare di candela..
 

johnnycrow

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E naturalmente il fatto che una grossa parte della Sella del Diavolo sia zona militare non incide minimamente sull'ecosistema della sella stessa. Oltre a tutte le altre cose già menzionate. Voglio sperare che queste asserzioni del "naturalista" (che vuol dire tutto e niente), siano state estrapolate da un discorso, un ragionamento e un'argomentazione molto più ampi e articolati, e quindi strumentalizzato per screare scompiglio, visto che a Cagliari c'è una parte considerevole della popolazione che odia bici e biciclettari, e che è sempre pronta a manifestare la propria intolleranza verso chi pedala, a prescindere.
Lo voglio sperare, dicevo, perché altrimenti non si capisce perché un "naturalista", un esperto, dovrebbe condurre una valutazione di impatto ambientale e arrivare a questa cagatina di mosca come risultato.
Ci sono tante cose che non vanno, e che andrebbero sistemate, ma queste affermazioni assolutistiche così non si possono sentire. Anche solo il proporre di impedire l'accesso alle mountain bike per motivi di rispetto ambientale, con tutto quello che succede intorno, ha del ridicolo, dell'offensivo, dell'approssimativo.
Spero anch'io, come diceva marcus69, che qualche mente illuminata non prenda sul serio queste buffonate.
 
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sembola

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una nera e l'altra pure
Che la vegetazione venga distrutta dal passaggio di bici, pedoni e cavalli è assodato, esistono pubblicazioni scientifiche in proposito, ed è per questo che qualsiasi escursionista sa che occorre rimanere sul sentiero.

Se il problema è quello dell' uso inappropriato, per coerenza occorre vietare il passaggio anche a pedoni e cavalli, e non fermarsi alle mtb. Come sempre in Italia si sceglie invece il capro espiatorio con minor forza contrattuale e lo si immola all'altare della "bella figura".
 
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il peppone

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Mi piacerebbe sapere quanto e' costata una relazione che dice che una mtb fuoripista rovina la vegetazione....e sopratutto quanti hanni di studio ha dovuto fare il dottor buffami l occi per arrivare a questa sconvolgente relazione

Vi confesso che da oggi ho paura a scender le scale di casa non vorrei consumare anzi tempo marmi e suola delle scarpe
 

nuraghes

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due bimbe nerovestite, una più magrolina, l'altra più grassoccia
la Sella del Diavolo è un ambiente suggestivo e importante dal punto di vista naturalistico, paesaggistico e storico archeologico, ed è certamente in pericolo per varie ragioni.
Tuttavia tra queste ritengo che le mtb siano percentualmente al pericolo totale sull'ordine dello 0,0053 (scusate l'approssimazione).
Ok a creare percorsi specifici e a rispettare la povera macchia mediterranea e le testimonianze storiche (preda di vandali, incendi, immondizia etc etc etc) ma impedire senza appello il passaggio di mtb in uno dei pochi posti adatti allo scopo in tutta Cagliari trovo che sia miope e stupido. Questi luoghi vanno valorizzati, non interdetti.
 

sembola

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una nera e l'altra pure
Mi piacerebbe sapere quanto e' costata una relazione che dice che una mtb fuoripista rovina la vegetazione....e sopratutto quanti hanni di studio ha dovuto fare il dottor buffami l occi per arrivare a questa sconvolgente relazione

Vi confesso che da oggi ho paura a scender le scale di casa non vorrei consumare anzi tempo marmi e suola delle scarpe

Permettimi di dirti che trovo l'ironia completamente fuori luogo. Con questa logica non si dovrebbe fare ricerca su niente se non su quello che poi si può vendere (auto, armi, biciclette... ;-)).
Senza contare che di ricerche in tal senso ne esistono già parecchie, basta avere accesso ai database delle riviste scientifiche per leggerle, e quindi al di là del canone di accesso a tali database (strumenti minimi di base per istituzioni come le Università) non ci sono costi aggiuntivi.
Lo ripeto: il transito ripetuto sul terreno provoca un danno alla vegetazione, sia che avvenga con bici, a piedi o con un cavallo, è un fatto evidente a chiunque frequenti la natura. E gli escursionisti sanno che non devono uscire dal sentiero proprio per questo motivo.

Ma questo, e qui sono d'accordo con tutti voi, non può in alcun modo rappresentare un motivo per vietare solo le bici e non i cavalli ed i pedoni, il cui impatto è stato misurato da altre ricerche scientifiche ed è stato valutato analogo a quello delle mtb. Se la vegetazione è delicata si vieti chiaramente il transito (in QUALSIASI modo) fuori dai percorsi esistenti e non alle biciclette: e non mi si dica che non ci sono le risorse per i controlli, perche se non ci sono non si può far rispettare nè una norma razionale e sensata nè una stupida ed ingiusta.
 

karalis76

Biker superis
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BH RC Ultimate 7.5
In entrambi i casi, sia sella che calamosca, i danni maggiori sono stati fatti negli anni passati da generazioni di coppie e non etero (mi blocca la parola g _ y) che hanno sporcato all'inverosimile la zona, transitando spesso fin dove si riusciva ad arrivare con la macchina, fregandosene di tutto e tutti. Adesso oltre a qualche biker non proprio attento, ci sono spesso escursionisti della domenica che lasciano i sentieri battuti e calpestano qua e la la vegetazione. I nordic walker con le loro belle aste, ne vogliamo parlare, o quelli non rovinano nulla. I proprietari di cani??? le discariche abusive? Le case abusive? Discorso a parte va fatto per i creatori della pista di DH, finchè usano un percorso esistente o degli spunti naturali e li si migliora ok, aprirne di nuovi in maniera incosciente no. Tralasciamo l'argomento militare, rovine militari, solo quello occupa l'80% dei due colli, e se valorizzassero i vecchi fortini, batterie antiaereo, trincee, tunnel e Forte sant'ignazio darebbero lavoro e creerebbero un bel sito. Sulla sella, e credo che nuraghes ne sappia più di me, esistono i resti di un vecchio tempio una cisterna etc lasciati sino a poco tempo fa all'incuria del tempo e dei vandali. Spesso, come già detto però, risulta più facile puntare il dito su qualche categoria di utenti così si fa felice qualcuno. L'articolo riportato per intero e sicuramente un riassunto però se il succo della ricerca è quello, scusate ma è parecchio scarno e con un risultato inconcludente in quanto non prende in considerazione parecchie cose. Spero sia frutto di una ricerca privata o delle considerazioni di un privato sul tema, perchè se finanziata dal pubblico sarebbe l'ennesimo spreco.

:nunsacci: ma la croce sulla sella del diavolo, che fine ha fatto? Mmm...deve essere stato qualche biker maldestro ad averla buttata giù:smile:

cmq il discorso sull'uso dei colli meriterebbe una discussione più ampia e approfondita, una rivalorizzazione delle aree ed un uso più consapevole da parte di tutti, magari così si potrebbe aprire ai bikers anche san michele e monte urpinu
 

il peppone

Biker serius
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Permettimi di dirti che trovo l'ironia completamente fuori luogo. Con questa logica non si dovrebbe fare ricerca su niente se non su quello che poi si può vendere (auto, armi, biciclette... ;-)).
Senza contare che di ricerche in tal senso ne esistono già parecchie, basta avere accesso ai database delle riviste scientifiche per leggerle, e quindi al di là del canone di accesso a tali database (strumenti minimi di base per istituzioni come le Università) non ci sono costi aggiuntivi.
Lo ripeto: il transito ripetuto sul terreno provoca un danno alla vegetazione, sia che avvenga con bici, a piedi o con un cavallo, è un fatto evidente a chiunque frequenti la natura. E gli escursionisti sanno che non devono uscire dal sentiero proprio per questo motivo.

Ma questo, e qui sono d'accordo con tutti voi, non può in alcun modo rappresentare un motivo per vietare solo le bici e non i cavalli ed i pedoni, il cui impatto è stato misurato da altre ricerche scientifiche ed è stato valutato analogo a quello delle mtb. Se la vegetazione è delicata si vieti chiaramente il transito (in QUALSIASI modo) fuori dai percorsi esistenti e non alle biciclette: e non mi si dica che non ci sono le risorse per i controlli, perche se non ci sono non si può far rispettare nè una norma razionale e sensata nè una stupida ed ingiusta.

Ma io non ho detto che la ricerca in generale e' inutile...e' semplicemente come scoprire l acqua calda dire che il transito di una qualsiasi cosa sopra la vegetazione a lungo andare ne rovina la stessa e quindi che vogliamo fare?non si esce piu' di casa?se quella zona si sta rovinando non e' di certo colpa solo delle mtb,quindi o lo chiudi definitivamente a tutto e tutti oppure ne regolamenti il passaggio facendo dei sentieri ben marcati da cui non si deve uscire(come gia' gran parte dei biker ed escursionisti fanno da sempre),lo chiudi a tutti e poi mi dici che te ne fai?
sara' anche una fesseria quella che dico ma secondo me lasciatemi passare il termine con l ambiente si sta iniziando a pisciar fuori dal vaso in entrambe le direzioni,si istituiscono i parchi e non si regola ad esempio la fauna salvo poi ritrovarsi pieni di cinghiali ingestibili che distruggono tutto(vedi asinara) che attraversano il mare a nuoto arrivando a stintino per mangiare,si protegge la cornacchia ad oltranza e poi ti ritrovi gli agricoltori disperati x i danni subiti alle coltivazioni,poi arriva la multinazionale che deve cercare oro e ti lascia devastazione e laghi di acque piene delle peggio cose tipo mercurio arsenico ecc rovinando per sempre le falde acquifere e tutto va bene

Io sono per l ambiente e ci mancherebbe altro ma secondo me in questo momento di problemi ambientali in sardegna non ne mancano e quello delle mtb a calamosca credo che sia tra i piu' stupidi da risolvere;)
 

KATARRUSO

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Rivoli TO
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Non ho capito se il dott lecis sia biologo o ingeniere ambientale (o come si chiama)
Ma fatto sta che ha uno studio tecnico ed è pagato per realizzare opere.
O fare consulenze in ambito ambientale .

Non vorrei che un bel giorno si scoprisse che ha ricevuto soldi per le sue affermazioni...
E non sia mai che tra qualche anno inizino dei lavori...
Non sia mai...

Magari ha solo dato il suo parere alla regione.


Qui da noi hanno riqualificato una collina ...
Beh i sentieri....
Han buttato 20 25 centimetri formando uno strato di ghiaione sassone.
Instabile e molle....
Avete presente le massicciate della ferrovia?
Ecco siamo vicini...
Insomma a piedi e in bici affondi di qualche cm....

Hanno preso fondi europei....
Basta che dimostrano che hanno fatto dei lavori...
Poi se il sentiero e adatto al transito di autoarticolati carro armati
piuttosto che bici e piedi.....

E qualcuno e stato pagato per Sto progetto del caiser
 

tadinanta

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21/11/07
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Se si pensa che a Calamosca ci sono degli sterrati dove tuttora si svolgono esercitazioni militari, con tanto di carri blindati, e che certi punti vengono periodicamente ruspati (per non dire che qualcuno, in passato, vi ha pure appiccato degli incendi) l'idea di questo illustre scienziato, che le bici siano causa di degrado, fa un po' sorridere.​
Sicuramente tutti i frequentatori (e ce ne sono dei più svariati generi) dovrebbero portare rispetto all'ambiente, lasciando la minor traccia possibile del proprio passaggio.​
Parlo anche di semplici fazzolettini, lattine, rifiuti vari ...​
Tuttavia la salvaguardia del territorio non può identificarsi con l'ottuso divieto di svolgervi questa o quella, o addirittura qualsiasi attività.​
Si deve pervenire a un necessario equilibrio tra le esigenze di tutela della natura - dal punto di vista idrogeologico, della flora, della fauna, del paesaggio - e quelle legate alle attività antropiche, rappresentato da un utilizzo razionale consapevole e, direi, coordinato, delle risorse.​
Non si può pensare di vietare l'accesso. Casomai si deve indirizzare il passaggio lungo determinati sentieri, e neppure uno solo, ma tanti (tra l'altro, il giorno che si smette di passare, la flora in genere ricresce...).​
* * *​
Un modello di civiltà lo offrono le regioni alpine, dove è ammesso praticare le più svariate attività dinamiche, che perlopiù sono organizzate, guidate o comunque ben regolamentate da popolazioni e amministrazioni locali sensibili e intelligenti, che sanno cogliere le opportunità offerte dalla presenza di tanti, e più diversi, appassionati della vita all'aria aperta, anziché respingerli o bistrattarli.​
La montagna non è certo un ambiente che evochi poco rispetto. Eppure è consentito sciare, andare in MTB, fare parapendio, arrampicata, rafting, equitazione, solo per citare alcune attività. E, in fin dei conti, tutto ciò porta denaro e lavoro agli autoctoni, che gestiscono i propri alberghi, garnì, bed & breakfast, malghe e quant'altro, senza dover necessariamente aspettare gli investimenti dell'Aga Khan, degli Emiri arabi, degli Americani o dei Magnati Russi per "valorizzare" il proprio territorio.​
Il fatto è che Cagliari (così come tutta la Sardegna) è un luogo dove il creatore ha fatto molto bene il suo lavoro, mettendo a disposizione mare, colline, spiagge, stagni, un clima straordinariamente adatto ad una vita dinamica, ma dove l'essere umano si è spesso distinto per aver sprecato le opportunità che gli sono state regalate dalla natura.​
Questa politica di pseudo tutela dell'ambiente, basata sui divieti assoluti o prescrizioni assurde, ha favorito e favorisce l'abbandono, generando mostri di incuria e degrado, laddove una presenza umana ragionevole, controllata, ed un uso razionale delle risorse del territorio potrebbero generare benessere e una alta qualità della vita.​
Calamosca e la Sella, sono luoghi dove in bici puoi, non solo fare allenamento in ogni stagione e a due passi dalla città ma, puoi soprattutto godere delle albe e dei tramonti memorabili, respirare l'aria che profuma di timo e di salsedine, ammirare la potenza delle maestralate che spazzano il golfo, incontrare una biscia o un coniglio che ti attraversa il sentiero, veder passare a pochi metri da te un gruppo di pernici, mentre stai sudando sui pedali.​
Ma se qualcuno vuole buttarsi giù a capofitto, perché non individuare e/o tracciare un sentiero specifico, lontano dagli animali timidi e dai più delicati fiorellini?! Basta avvisare: qui si fa downhill. Niente pedoni. In un altro sentiero si va solo a piedi. In un altro ancora si va, educatamente, a piedi e in MTB. É così difficile condividere civilmente le risorse?​
 
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johnnycrow

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RR 5.3 2011/Canyon Nerve AM 2009
[MENTION=22549]tadinanta[/MENTION]. Approvo in toto il tuo discorso sensato, intelligente e che offre spunti di discussione interessanti.
Purtroppo chi dovrebbe concepire ragionamenti del genere, o auspicabilmente recepirli, si dimostra essere un muro di gomma.
 

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