Spagna, Portogallo o Kaiman poco importa, va completamente ripensato un sistema che mercifica il lavoro e consente alle aziende di sfruttare a proprio unico vantaggio le leve fiscali e salariali. Il contratto di lavoro non è solamente uno scambio di prestazioni ma sottende una promessa: ti dedico il mio tempo, magari i miei anni migliori, per un progetto condiviso. In casi come questi l’onere socio-economico e le relative ricadute dovrebbero essere sostenuti dall’azienda, in termini risarcitori, e non dallo stato con gli ammortizzatori sociali e quindi da chi già viene beffato da tali decisioni.
Solo quando il lavoro verrà ritenuto, e normato, quale una forma di condivisione e non semplicemente come merce avremo vero lavoro.