Doping Competere alla Straccabike dopandosi con una sostanza cancerogena

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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pavlinko80

Biker grossissimus
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Tante
Ci sono molti modi per ottenere ‘’ingaggi’’ leggi alla voce rimborsi spesa per iscrizioni,trasferte,manutenzione o correre con bici di proprietà della squadra(leggi di solito negozio che la sponsorizza).
Rimanere al concetto del salame e della passata non fa capire che il problema è anche ottenere quello…che se ti fai culo quadro è anche giusto ma bisogna capire che non è doparsi solo per soddisfare il propio ego…è sbagliato dire che lo abbia fatto per la Straccabike…ha partecipato a parecchie gare anche la HERO quarto M3 se non sbaglio…a quei livelli qualcosa ti torna indietro come gratifiche, ripeto per me giusto per chi se lo merita.
Il problema che i controlli sono quasi inesistenti…
ti torna indietro solo un po di ego, a quell età o sei un pro mancato, il che corrisponde all 2/3% dei amatori o un dopato furbetto e frustrato della vita, che non giustifica in nessun modo il gesto
 

BOGIA NEN

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PASTURANA PIEMONTE
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CANNONDALE SCALPEL 2022
ti torna indietro solo un po di ego, a quell età o sei un pro mancato, il che corrisponde all 2/3% dei amatori o un dopato furbetto e frustrato della vita, che non giustifica in nessun modo il gesto
Ferma mica lo giustifico! Sto dicendo che è sbagliato dire ‘’per il salame’’ quando magari ti danno un mezzo da 12k da tenere sotto al culo…propio per questo andrebbero fatti più controlli!i casi purtroppo ci sono se si parla solo del salame dovresti cercare propio dei folli che lo facciano per quello o solo per ego…invece ci sono tanti che lo fanno propio perchè c’è ben altro dietro…
 
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ottomilainsu

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(...) ultracycling non saprei non praticandolo…
I sintomi che descrivi semplicemente non sono quelli di una persona allenata e abituata a stare in sella…le piaghe sono anni che non mi vengono così come male al deretano,con abbigliamento di qualità ci faccio anche 5 ore di rulli in inverno quando per forza di cose non riesco a fare volume fuori.
Ginocchia e schiena (...)
Le piaghe ti vengono dopo ben più di 5 ore in sella. E' quando cominci a farne oltre 15 al giorno per più giorni di seguito che è un attimo passare dallo star bene al ritrovarsi che non si riesce più a fare nulla.
Con permanenze così lunghe in sella e magari senza cambiare/lavare i pantaloncini per più giorni, cosa spesso normale nell'ultracycling, ci si disfa in poco tempo.
Anche nel cicloturismo un po' spinto si passano tantissime ore in sella, nel mio caso la media giornaliera normale oscilla tra le 10 e le 12, anche lì se non si sta attenti è facile che ne esca più di qualche semplice irritazione.
Il dolore alle articolazioni elementari viene fuori anch'esso dalla mancanza di adeguato riposo tra un giorno e l'altro, dormire tre ore, per chi lo fa, è comunque nulla e ci si alza come se non si fosse andati a dormire.
Una randonnèe, che non è una gara, ha comunque dei limiti di tempo, se uno vuole concluderla per figurare tra i finisher deve darci dentro. 650 km alla media dei 20 km/h sono 32 ore e mezza in sella, da chiudere entro poco più di 40 ore di tempo massimo.
Alla fine di una cosa del genere puoi essere anche il più allenato e preparato, ma ti ritroverai ad avere qualche problemino di deambulazione. Se ti limiti a un paio di giorni, dopo due giorni di riposo torni come nuovo, se tiri avanti per un paio di settimane ti serve ben più di una settimana per rimetterti in condizioni decenti.
 
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BOGIA NEN

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Le piaghe ti vengono dopo ben più di 5 ore in sella. E' quando cominci a farne oltre 15 al giorno per più giorni di seguito che è un attimo passare dallo star bene al ritrovarsi che non si riesce più a fare nulla.
Con permanenze così lunghe in sella e magari senza cambiare/lavare i pantaloncini per più giorni, cosa spesso normale nell'ultracycling, ci si disfa in poco tempo.
Anche nel cicloturismo un po' spinto si passano tantissime ore in sella, nel mio caso la media giornaliera normale oscilla tra le 10 e le 12, anche lì se non si sta attenti è facile che ne esca più di qualche semplice irritazione.
Il dolore alle articolazioni elementari viene fuori anch'esso dalla mancanza di adeguato riposo tra un giorno e l'altro, dormire tre ore, per chi lo fa, è comunque nulla e ci si alza come se non si fosse andati a dormire.
Una randonnèe, che non è una gara, ha comunque dei limiti di tempo, se uno vuole concluderla per figurare tra i finisher deve darci dentro. 650 km alla media dei 20 km/h sono 32 ore e mezza in sella, da chiudere entro poco più di 40 ore di tempo massimo.
Alla fine di una cosa del genere puoi essere anche il più allenato e preparato, ma ti ritroverai ad avere qualche problemino di deambulazione. Se ti limiti a un paio di giorni, dopo due giorni di riposo torni come nuovo, se tiri avanti per un paio di settimane ti serve ben più di una settimana per rimetterti in condizioni decenti.
Si si io parlavo di GF e Marathon eventi del genere no praticando non ho idea
 

Tc70

Entomobiker
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Picola ma carattarastica...
Le piaghe ti vengono dopo ben più di 5 ore in sella. E' quando cominci a farne oltre 15 al giorno per più giorni di seguito che è un attimo passare dallo star bene al ritrovarsi che non si riesce più a fare nulla.
Con permanenze così lunghe in sella e magari senza cambiare/lavare i pantaloncini per più giorni, cosa spesso normale nell'ultracycling, ci si disfa in poco tempo.
Anche nel cicloturismo un po' spinto si passano tantissime ore in sella, nel mio caso la media giornaliera normale oscilla tra le 10 e le 12, anche lì se non si sta attenti è facile che ne esca più di qualche semplice irritazione.
Il dolore alle articolazioni elementari viene fuori anch'esso dalla mancanza di adeguato riposo tra un giorno e l'altro, dormire tre ore, per chi lo fa, è comunque nulla e ci si alza come se non si fosse andati a dormire.
Una randonnèe, che non è una gara, ha comunque dei limiti di tempo, se uno vuole concluderla per figurare tra i finisher deve darci dentro. 650 km alla media dei 20 km/h sono 32 ore e mezza in sella, da chiudere entro poco più di 40 ore di tempo massimo.
Alla fine di una cosa del genere puoi essere anche il più allenato e preparato, ma ti ritroverai ad avere qualche problemino di deambulazione. Se ti limiti a un paio di giorni, dopo due giorni di riposo torni come nuovo, se tiri avanti per un paio di settimane ti serve ben più di una settimana per rimetterti in condizioni decenti.
Quindi ergo...non è umano...e ciò spiega il ricorso a cose non propriamente regolari...non è una scusante preciso...ma perchè allora portar il corpo al limite fisico umano?? Cos è che scatta dentro la psiche...per dirla alla Pradapappo...MISTERO...
 

ottomilainsu

Biker assatanatus
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Quindi ergo...non è umano...e ciò spiega il ricorso a cose non propriamente regolari...non è una scusante preciso...ma perchè allora portar il corpo al limite fisico umano?? Cos è che scatta dentro la psiche...per dirla alla Pradapappo...MISTERO...
Ah guarda, mistero. Che cosa mi abbia spinto quest'estate a spararmi 200+300+200 in tre giorni consecutivi, o farne 650 quasi in un colpo solo, non riesco a spiegarmelo nemmeno io.
Potrei dire che sono quelle cose da fare almeno una volta, vediamo se mi verrà voglia di ripeterle, fatto sta che ad un certo punto possono diventare molto attraenti, al pari di competere in una gara XC o DH. Ciascuna ha i suoi lati belli e brutti, il denominatore comune è che bisogna faticare e ci si fa male. Lentamente nell'ultra, di botto nel DH e pure nell'XC, se si casca dalla parte sbagliata.
In tutti i casi c'è sempre chi, per spostare un po' più in là il proprio limite, è disposto a ricorrere a degli aiuti non propriamente naturali.
 

Kostola

Biker ultra
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Bergassana
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Visto che il Direttur e' in tema di confessioni,;-) ne approfitto:
Anche io ,... (SIC!) mi sono ... fatto... e senza il bisogno di dover vincere, ma solo per affrontare a tutta la discesa dopo la salita : bivacco con bisteccona e Aglianico DOCG ... :-)
Momento confessione
Ad una gara dh poco prima della seconda manche due golate di Martell e una Marlboro light , tolto 12 secondi !
Però non ho mai controllato se sono nella lista dei prodotti proibiti
 
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morci

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Ah guarda, mistero. Che cosa mi abbia spinto quest'estate a spararmi 200+300+200 in tre giorni consecutivi, o farne 650 quasi in un colpo solo, non riesco a spiegarmelo nemmeno io.
Potrei dire che sono quelle cose da fare almeno una volta, vediamo se mi verrà voglia di ripeterle, fatto sta che ad un certo punto possono diventare molto attraenti, al pari di competere in una gara XC o DH. Ciascuna ha i suoi lati belli e brutti, il denominatore comune è che bisogna faticare e ci si fa male. Lentamente nell'ultra, di botto nel DH e pure nell'XC, se si casca dalla parte sbagliata.
In tutti i casi c'è sempre chi, per spostare un po' più in là il proprio limite, è disposto a ricorrere a degli aiuti non propriamente naturali.
Da un lato il fascino di spingersi oltre i propri limiti lo capisco benissimo.
D'altra parte quando ci metti tanto impegno è quasi inevitabile che ti venga voglia di metterti alla prova con altri e lì, negli sport di fatica, la cosa mi lascia perplesso, soprattutto negli "ultra".
Se infatti tutti gli sport hanno aspetti che combinano tecnica e fisico, inevitabilmente quando si tratta di pedalare allo stremo senza cadere di sella il secondo assume importanza particolare e la prima diventa marginale.
Anche parlando di fisico poi, ci sono due aspetti: la genetica e l'allenamento. Ecco, nelle "ultra" la genetica la fa veramente da padrone: ti serve un particolare rapporto, squilibrato per una persona "normale", fra tipi di fibre muscolari e il tuo fisico deve trasformare "riseve in energia" andando a pescare, anche qui, in modo squilibrato per una persona "normale".
E' vero che con un duro allenamento puoi parzialmente "trasformare" il tuo corpo in modo che funzioni contro la sua normale "programmazione", ma se non hai una predisposizione genetica forte ottieni risultati marginali.
Così, per dire che gli sport di fatica "ultra" non mi sembrano particolarmente "sani" e dal punto di vista della competizione sono fortemente condizionati dal fattore genetico.
Sia chiaro, non voglio mica dare dei giudizi su chi li fa, se uno si diverte fa sicuramente bene a farlo, ci mancherebbe. Era solo una riflessione personale ad alta voce.
 

ottomilainsu

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Se infatti tutti gli sport hanno aspetti che combinano tecnica e fisico, inevitabilmente quando si tratta di pedalare allo stremo senza cadere di sella il secondo assume importanza particolare e la prima diventa marginale.
Potrei dire "ni".
Nel senso che è vero che se pratichi gravity, o hai tecnica e sai quello che fai o fai una brutta fine, e se non hai fisico adeguato non reggi neanche una discesetta. Ma te ne puoi fregare abbastanza dell'alimentazione, mangi, bevi, ma non arrivi mai a consumare ogni tua riserva, l'impegno è talmente breve e discontinuo che recuperi tra una discesa e la successiva, almeno fino ad un certo punto.

Parlo per me: in bike park posso stare ore senza bisogno di mangiare, non sento lo stimolo della fame, mi basta bere un po' di acqua ogni tanto.

Nella lunga distanza magari si pensa che basti solo saper pedalare a testa bassa, forse, la "tecnica" non serve, forse (vediamo dopo).
Invece tutto diventa fondamentale. Se non conosci esattamente le tue possibilità fisiche è un attimo finire la benzina e piantarsi (successo, eccome, dopo 280 km con ancora 35 da fare per arrivare al primo avamposto di civiltà in Lettonia; quella sera ho imprecato, stramaledetto chi mi aveva tirato in quella avventura, ma arrancando sono riuscito ad arrivare 10 minuti prima che l'hotel chiudesse, incapace persini di fare la mia firma... ripensandoci, probabilmente stavo delirando).
Devi saperti gestire con estrema cura, non devi mai superare un certo livello ma nemmeno ti puoi permettere di stare al di sotto del minimo necessario, devi mangiare e bere con assoluta regolarità, devi avere una testa in grado di reggere alla monotonia di percorsi in mezzo al nulla, devi saper affrontare ogni situazione di tempo e temperatura che si possa presentare.

Parlo per me: nei miei giri, parlo per esempio di una giornata in Polonia in cui ho percorso 300 km in solitaria con drittoni interminabili in mezzo a foreste e campagne, mangiando con regolarità a fine giornata avevo ingurgitato, contando pure la colazione, 8 panini formaggio + salame, 5 banane, 7 mars, 4 gelati, 3 croissant, bevuto 8 litri di acqua e 2 litri di coca cola, 1 litro di succo di frutta, e forse mi dimentico qualcosa... dopo l'esperienza precedente avevo preso bene le misure e avevo capito come fare.

Tornando alla "tecnica", sono dell'idea che i patiti si dovrebbero dare una ridimensionata per la loro presunzione, specie i leoni da forum.
Se uno segue gente che va forte in EWS e DH, si accorgerà che sono in grado di prendere su la bici da strada e farsi 300 km senza troppi problemi. Conosco un po' di gente che magari fa lo sborone in discesa e poi sulle risalite grida aiuto, se gli parli di 50 km da pedalare ti guarda storto, e poi a fine giornata in bike park magari è più devastato di me perché fiscamente sfatto o, peggio, si schianta perché non è in grado di sentire che ha raggiunto il limite fisico. Quando ti abitui alle lunge distanze impari molto bene ad ascoltarti e a capire quando bisogna fermarsi (e qui, c'è chi si ferma e chi "spegne" la spia di allarme e va avanti...).
La tecnica ti serve eccome, anche su strada, anzi, a volte ci si trova su strade e percorsi dove la differenza la fa il saper andare con tutti i tipi di bici, per, magari, non cadere quando ti trovi su una strada un po' brutta, o gestire i freni su lunghe discese, o stare in piedi con la pioggia... Chi ha tecnica ha un vantaggio, e non piccolo.
 
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ottomilainsu

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Be … che i politici si droghino è visibile a tutti per le stronzate che fanno :-)
Si drogano pure quelli che giocano a scacchi.
Non parliamo, appunto, dei "top manager" e similari. Mi viene in mente Marchionne, il fumo per lui sarà stato una specie di aiuto per affrontare il lavoro con i ritmi micidiali che richiedeva (e non sarà stato il solo "aiuto"); s'è visto che fine ha fatto.
 
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Ser pecora

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I sintomi che descrivi semplicemente non sono quelli di una persona allenata e abituata a stare in sella…le piaghe sono anni che non mi vengono così come male al deretano,con abbigliamento di qualità ci faccio anche 5 ore di rulli in inverno quando per forza di cose non riesco a fare volume fuori.
Non proprio. Sto parlando ad esempio di randonnnée, che io faccio, quindi anche 90-100h in sella.
 

morci

Biker serius
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Invece tutto diventa fondamentale. Se non conosci esattamente le tue possibilità fisiche è un attimo finire la benzina e piantarsi (successo, eccome, dopo 280 km con ancora 35 da fare per arrivare al primo avamposto di civiltà in Lettonia
Eh quello è il famoso "muro" che conosce bene chi si è confrontato con imprese del genere. Quando il livello di glucosio si abbatte sotto un certo limite inizia a mancare la benzina anche per il cervello e lì il corpo si spegne proprio.
E' chiaro che in qualsiasi disciplina "di fatica" la capacità di gestione è fondamentale. Conta anche che pure la capacità di assorbire dal cibo che incameri "in corsa" è questione di allenamento nel caso di sforzi molto prolungati. Se non abitui il tuo corpo a far lavorare l'apparato digerente anche mentre stai faticando (cosa che lui normalmente non fa, vede che fatichi, lo alleggerisce mettendolo in stand-by e devia la risorse ai muscoli) fai la fine di Schurter o di Rabensteiner all'ultimo mondiale marathon: ti si "chiude lo stomaco", non riesci più a buttare giù nulla e hai voglia a fare programmi di alimentazione "in viaggio".
Tornando alla "tecnica", sono dell'idea che i patiti si dovrebbero dare una ridimensionata per la loro presunzione, specie i leoni da forum.
Su quello poi sfondi una porta aperta. Non avevo certo intenzione di dire roba tipo DH > Marathon (anche perché proprio non lo penso), dico solo che in tutti gli sport ci sono aspetti tecnici e aspetti fisici, io prediligo le discipline più bilanciate. Quelle estreme in ambedue i sensi (pensa a quelli che ora chiamano e-sports, per andare verso il lato "solo tecnico") mi lasciano tiepido. Vale sempre che se chi le fa ci trova soddisfazione, che le faccia!
La tecnica ti serve eccome, anche su strada, anzi, a volte ci si trova su strade e percorsi dove la differenza la fa il saper andare con tutti i tipi di bici, per, magari, non cadere quando ti trovi su una strada un po' brutta, o gestire i freni su lunghe discese, o stare in piedi con la pioggia... Chi ha tecnica ha un vantaggio, e non piccolo.
Onestamente non mi pare roba da vantaggio competitivo, mi paiono precondizioni.
Già la tecnica dice non moltissimo in una coppa del mondo XC che assomiglia sempre di più ad un miniDH: l'unica accortezza è cercare di non spalmarsi in una discesa. Di nuovo: la tecnica è precondizione, se non ce l'hai ti spiaccichi e non arrivi in fondo, ma fra quelli che ce l'hanno raramente ti aiuta a fare davvero la differenza.
Poi ovviamente vengo smentito dall'ultimo mondiale in cui Schurter ha vinto perché Flueckiger non ha guardato abbastanza motoGP in vita sua e non ha saputo proteggere l'interno della curva. Ma diciamo pure che non è tecnica di discesa in MTB.
Quindi anche nelle discipline di granfondo sì, la tecnica serve, può essere è imprescindibile, ma contro avversari che riescono comunque a non spiaccicarsi la differenza vera alla fine la fa il fisico. Oh mica che ci sia niente di male, anche negli spettacolarissimi 100 metri dell'atletica c'è tanta tecnica, ma alla fine anche lì la differenza vera la fa il fisico.
 

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