L'immagine che sovrappone le due bici, maschile e femminile, non evidenzia grossissime differenze. La più evidente, ciclisticamente parlando, è il passo leggermente più corto. Il resto non è nulla che non si possa ottenere cambiando stem e riposizionando eventualmente la sella (anche se l'avanzamento sembra esattamente lo stesso).
C'è da chiedersi, dunque, se valga davvero la pena investire in una bici dedicata, e quanto di tutto questo sia marketing. Lo dico al netto del fatto che è palese che l'anatomia maschile e femminile siano diverse, aggiungere - rispetto all'articolo - anche e soprattutto per via delle gambe proporzionalmente più lunghe delle cicliste rispetto a quelle dei ciclisti. Mi sono chiesto in passato se una bici specifica per genere fosse davvero necessaria, taglia e sella a parte, ovviamente. L'immagine di cui sopra non chiarisce i miei dubbi.
Se la tester avesse provato due bici di taglia analoga regolate per avere la stessa identica posizione in sella, si sarebbe davvero accorta della differenza?
Noto con piacere che i prezzi sono allineati, a parità di componentistica, alla versione maschile (anche se cambia la numerazione dell'allestimento). Non è scontato, visto che - mi pare di ricordare - i modelli femminili sono solitamente più costosi a parità di componentistica.