"Hi, I'm Daniele from Italy"
E' un caldo finepomeriggio di agosto quando, viaggiando lungo la freeway n. 15, comunico alla mia famiglia: Sapete, forse è un po tardi per arrivare a San Diego, oggi. Che ne dite di uscire alla prossima e fermarci in un comodo motel? Tamicul... temincull ... Fràa, guarda un po come si chiama questo posto?
Ovviamente Fràa mi sgama allistante, confermando i suoi sospetti, nati fin da quando ho inavvertitamente sbagliato svincolo e preso questa lunga deviazione sulla strada per San Diego.
E così eccomi qui, a fissare lanonimo edificio al 42380 di Rio Nedo Road, Temecula, California del Sud. Universalmente noto come il Posto dove vengono fatte le INTENSE!
Nessuna insegna, nessun marchio, nulla che possa ricondurre alla fabbrica dei nostri sogni. Così deserto che mi vien quasi da pensare che tutto ciò non sia altro che una bieca frode commerciale, orchestrata dal solito avido orientale senza scrupoli, per spacciare come made in USA 100% bici fatte in Estremo Oriente!
Una folata di vento mi porta un eco di musica heavy metal proveniente da un antro laterale e così eccomi al cospetto di Mr Jeff Steber, President-Designer del mitico brand.
Lui ed un compare armeggiano intorno ad una meravigliosa M9 da gara.
"Hi I'm Daniele from Italy". Dopo avermi guardato un po sbigottiti del fatto che un turista italiano si sia fermato apposta in questo angolo del deserto per una visita, molto gentilmente mi spiegano che ora è tutto chiuso ma posso ripassare domattina alle 9.00 per un giro in fabbrica.
E così eccomi qua puntuale e preciso allappuntamento. Il mio giro inizia dal reparto dove si sviluppano i prodotti e si curano gli allestimenti e le modifiche ai mezzi da gara. Se vi immaginate tecnici in camice bianco, computers e provette ... ecco vi siete sbagliati! Il reparto studi&evoluzioni è come il garage di casa mia, solo un po più grande e con moooolti più pezzi di bici appesi al soffitto.
La mia fantasia di ex giocatore di meccano vola felice al pensiero di quante cose potrei fare con i migliaia di pezzi che vedo. Nella parte alta del capannone che ospita la factory, intuisco la presenza di un qualche apparato informatico. Dietro gli scuri vetri del mezzanino mi pare di intravedere unombra che mi scruta, ma subito vengo riportato alla realtà dellofficina. Qui si ha la sensazione che tutto sia fatto in base ad esperienza e prove, partendo da unidea e sviluppandola sul campo, un po come sono riuscito ad intravedere laltro giorno a Santa Cruz, ma questa è unaltra storia che un giorno forse vi racconterò.
Mr JS mi accompagna nel giro e mi spiega che a breve si inizierà lo sviluppo e la realizzazione di telai in carbonio, per i quali si stanno già attrezzando ... unimmagine fulgida dei miei figli che chiedono lelemosina fuori della chiesa, mi offusca per un momento la vista.
Rumore di metallo tagliato e musica heavy sono comunque la costante dellintero edificio. Vai tranquillo e fotografa tutto quello che ti pare, dice il mio Amico Jeff.
Come in un manga giapponese (ma forse, vista letà matura sarebbe meglio fare riferimento a superpippo) mi trasformo in turista giapponese. La macchinetta scarica freneticamente foto e filmati mentre la memorycard ulula avvisi di un prossimo collasso. Guardo tutto, tocco tutto, fotografo tutto. Nel mentre il mio Amico Jeff continua a mostrarmi i vari reparti, mi fa vedere i tubi easton preformati dai quali ricavano i telai, i blocchi di alluminio grezzo che usano per scolpire vari pezzi minori,
qui puliamo i telai grezzi, qui li dipingiamo, qui assembliamo le bici complete (solo per gli USA).
Decine e decine di telai, grezzi o brillanti di sfavillanti colori, riempiono il mio campo visivo.
Uzzi, Tracer, Spider, Tazer e poi 951 e Slopstile a decine e di ogni colore e taglia. VOGLIO ESSERE SEPPELLITO QUI!!!
Ma più di tutto sento il richiamo della luce blu e, come una falena nel buio, mi dirigo ipnotizzato verso la luce azzurrognola dellangolo de I Saldatori.
Sono loro che materialmente hanno saldato la mia biga. E lui che ha lasciato quel piccolo residuo di saldatura che fa della mia biga un pezzo unico.
Passo un bel po di tempo a guardare affascinato la luce bluastra del loro lavoro.
Poi, intuisco che è ora di andare, non tanto per i trilli telefonici della moglie, lasciata in mezzo ad una strada straniera con tre figli alle parole amore, torno tra un attimino quanto perchè capisco che, se non me ne vado, rischio di passare il resto della vacanza a rompere le balle a stì poveretti che, in fondo in fondo ... lavorano.
E' un caldo finepomeriggio di agosto quando, viaggiando lungo la freeway n. 15, comunico alla mia famiglia: Sapete, forse è un po tardi per arrivare a San Diego, oggi. Che ne dite di uscire alla prossima e fermarci in un comodo motel? Tamicul... temincull ... Fràa, guarda un po come si chiama questo posto?
Ovviamente Fràa mi sgama allistante, confermando i suoi sospetti, nati fin da quando ho inavvertitamente sbagliato svincolo e preso questa lunga deviazione sulla strada per San Diego.
E così eccomi qui, a fissare lanonimo edificio al 42380 di Rio Nedo Road, Temecula, California del Sud. Universalmente noto come il Posto dove vengono fatte le INTENSE!
Nessuna insegna, nessun marchio, nulla che possa ricondurre alla fabbrica dei nostri sogni. Così deserto che mi vien quasi da pensare che tutto ciò non sia altro che una bieca frode commerciale, orchestrata dal solito avido orientale senza scrupoli, per spacciare come made in USA 100% bici fatte in Estremo Oriente!
Una folata di vento mi porta un eco di musica heavy metal proveniente da un antro laterale e così eccomi al cospetto di Mr Jeff Steber, President-Designer del mitico brand.
Lui ed un compare armeggiano intorno ad una meravigliosa M9 da gara.
"Hi I'm Daniele from Italy". Dopo avermi guardato un po sbigottiti del fatto che un turista italiano si sia fermato apposta in questo angolo del deserto per una visita, molto gentilmente mi spiegano che ora è tutto chiuso ma posso ripassare domattina alle 9.00 per un giro in fabbrica.
E così eccomi qua puntuale e preciso allappuntamento. Il mio giro inizia dal reparto dove si sviluppano i prodotti e si curano gli allestimenti e le modifiche ai mezzi da gara. Se vi immaginate tecnici in camice bianco, computers e provette ... ecco vi siete sbagliati! Il reparto studi&evoluzioni è come il garage di casa mia, solo un po più grande e con moooolti più pezzi di bici appesi al soffitto.
La mia fantasia di ex giocatore di meccano vola felice al pensiero di quante cose potrei fare con i migliaia di pezzi che vedo. Nella parte alta del capannone che ospita la factory, intuisco la presenza di un qualche apparato informatico. Dietro gli scuri vetri del mezzanino mi pare di intravedere unombra che mi scruta, ma subito vengo riportato alla realtà dellofficina. Qui si ha la sensazione che tutto sia fatto in base ad esperienza e prove, partendo da unidea e sviluppandola sul campo, un po come sono riuscito ad intravedere laltro giorno a Santa Cruz, ma questa è unaltra storia che un giorno forse vi racconterò.
Mr JS mi accompagna nel giro e mi spiega che a breve si inizierà lo sviluppo e la realizzazione di telai in carbonio, per i quali si stanno già attrezzando ... unimmagine fulgida dei miei figli che chiedono lelemosina fuori della chiesa, mi offusca per un momento la vista.
Rumore di metallo tagliato e musica heavy sono comunque la costante dellintero edificio. Vai tranquillo e fotografa tutto quello che ti pare, dice il mio Amico Jeff.
Come in un manga giapponese (ma forse, vista letà matura sarebbe meglio fare riferimento a superpippo) mi trasformo in turista giapponese. La macchinetta scarica freneticamente foto e filmati mentre la memorycard ulula avvisi di un prossimo collasso. Guardo tutto, tocco tutto, fotografo tutto. Nel mentre il mio Amico Jeff continua a mostrarmi i vari reparti, mi fa vedere i tubi easton preformati dai quali ricavano i telai, i blocchi di alluminio grezzo che usano per scolpire vari pezzi minori,
qui puliamo i telai grezzi, qui li dipingiamo, qui assembliamo le bici complete (solo per gli USA).
Decine e decine di telai, grezzi o brillanti di sfavillanti colori, riempiono il mio campo visivo.
Uzzi, Tracer, Spider, Tazer e poi 951 e Slopstile a decine e di ogni colore e taglia. VOGLIO ESSERE SEPPELLITO QUI!!!
Ma più di tutto sento il richiamo della luce blu e, come una falena nel buio, mi dirigo ipnotizzato verso la luce azzurrognola dellangolo de I Saldatori.
Sono loro che materialmente hanno saldato la mia biga. E lui che ha lasciato quel piccolo residuo di saldatura che fa della mia biga un pezzo unico.
Passo un bel po di tempo a guardare affascinato la luce bluastra del loro lavoro.
Poi, intuisco che è ora di andare, non tanto per i trilli telefonici della moglie, lasciata in mezzo ad una strada straniera con tre figli alle parole amore, torno tra un attimino quanto perchè capisco che, se non me ne vado, rischio di passare il resto della vacanza a rompere le balle a stì poveretti che, in fondo in fondo ... lavorano.