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IL GLANDIATORE

Biker immensus
1/1/05
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Balarm
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Per la mappatura non so cosa dire...
devo meditare un po' sulla probabilità di avere valutazioni oggettive... vedeno sulle pareti di arrampicata come queste scale siano del tutto relative... boh. Mumble mumble.
Voi che ne pensate?

dare valutazioni soggettivo e' una parola! dovrebbero essere fatte a parita' di bici e biker.
NElla fattispecie, nel sito trailhunter ,la classsificazionee dei SingleT la fanno utilizzando una front da Xc in maniera che la valutazione non sia falsata da escursioni esasperate o dalle geometrie della bike
 

Happykiller

Biker pazzescus
4/3/05
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per questo dico che dare una valutazione di difficoltà penso sia impossibile rendere obiettiva con una mtb. Almeno nell'arrampicata i fattori variabili son molti meno, e quel che conta è soprattutto tecnica e corpo, senza artifici tecnologici (scarpette a parte).

Se invece si indicano i ripidi maggiori di 45°, i tratti esposti (dove si rotola tanto per un errore minimo), i tratti molto esposti (dove se si cade si chiama immediatamente l'elisoccorso) e i passaggi in cui sono necessarie delle manovre saltellanti equilibristiche per non mettere giù i piedi... credo che chiunque sia in grado di stabilire inconfutabilmente queste situazioni.
 

IL GLANDIATORE

Biker immensus
1/1/05
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Balarm
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per questo dico che dare una valutazione di difficoltà penso sia impossibile rendere obiettiva con una mtb. Almeno nell'arrampicata i fattori variabili son molti meno, e quel che conta è soprattutto tecnica e corpo, senza artifici tecnologici (scarpette a parte).

Se invece si indicano i ripidi maggiori di 45°, i tratti esposti (dove si rotola tanto per un errore minimo), i tratti molto esposti (dove se si cade si chiama immediatamente l'elisoccorso) e i passaggi in cui sono necessarie delle manovre saltellanti equilibristiche per non mettere giù i piedi... credo che chiunque sia in grado di stabilire inconfutabilmente queste situazioni.

ok,inteso
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
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www.picasawebweb.com
LA singletrail skala è una buona idea. Nessuno ha voglia di sbattersi e tradurla in italiano?
Con google translate non è molto chiaro. E' molto utile per farsi un idea della difficolta tecnica del giro, tanto che anche nel nostro gruppo la usiamo come riferimento.

Sul discorso della tracciatura non sono pienamente d'accordo. Una buona parte del divertimento è l'incertezza nel sapere che cosa ci aspetta lungo il sentiero. Se uno sa già cosa lo aspetta c'è meno giusto. Poi non mi è mai piaciuto la filosofia del gps: scarichi la traccia la metti nel gps e la segui. Secondo me è meglio studiarsi il sentiero sulla carta, sentire chi lo conosce e poi andare all'esplorazione. Anche questo fa parte del divertimento. Seguire un giro già fatto, di cui si sa la difficoltà, che su quella discesa c'è un passaggino tecnico, ti toglie un po di quello spirito di avventura che è comunque alla base sia del vertriding, che dell' AM in generale.
E' molto più appagante scoprire un giro basandosi solo sulle proprie capacità, leggendo la cartina, studiando l'andamento del sentiero seguendo le curve di dislivello. Con questo non voglio dire che non sia giusto scambiarsi delle idee o delle proposte (può essere utile anche per non rischiare di finire in posti impraticabili), ma non mi piacciono i giri "preconfezionati".
 

Happykiller

Biker pazzescus
4/3/05
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Lac Leman
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il fatto che uno voglia o meno consultare una mappa virtuale è assolutamente irrilevante.
Una mappatura è utile sia per chi è alle prime esperienze in questa disciplina, sia per chi fa già cose estreme, ma non vuole faticare come un dannato dell'inferno per poi trovarsi una discesa impraticabile. Poi possono essere utili anche per portare magari qualche ospite appassionato, che viene apposta da lontano, e non vuoi portarlo in un posto in cui sei già stato e neppure vuoi rischiare di scontentarlo con una discesa insoddisfacente dopo una terribile salita.
Il piacere pionieristico è immenso. Ma se il luogo merita e la discesa è una figata pazzesca... il fatto che sia stato già percorso da un altro... beh... chissenefrega, no?
 

Happykiller

Biker pazzescus
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e poi... mica si è obbligati a far i sentieri già tracciati da altri tutte le volte! a volte si ha più voglia di tribulare e rischiare, a volte invece si preferisce far un giro più spensierato.

Purtroppo spesso è difficile trovare cartine molto dettagliate e precise, e cmq il parere di un vertrider sulla fattibilità di certi passaggi, ferrate, ecc... è utile. No?
 

Happykiller

Biker pazzescus
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stralcio di raccontino
HK ha scritto:
Già con la Slayer facevo un misto di Enduro+skyrunning+freeride.. perché mi sparavo una lunga salita pedalata, spingevo fin dove si poteva, poi mollavo bici e protezioni in una trincea o dietro a una macchia di rododendri, e proseguivo l'ascesa a piedi, fino ad una vetta. Silenzio assoluto, solitudine e contemplazione. Poi giù di corsa di nuovo, mi armavo con le varie protezioni, e cominciavo a scendere per singletracks tecnicissimi o direttamente per pascoli ripidi. Ho fatto una settimana così, con tutti i giorni un'escursione del genere. Fatica. Tanta fatica... ma tanta soddisfazione.


E con la bici in spalla ne avevo fatta di salita... minkia!! per poi camminare ancora 2 ore dritto sù per prati pieni di buche, per arrivare a dei laghi teoricamente bellissimi... che però, data la forte siccità, erano ASCIUTTI! Sete, delusione, stanchezza, disorientamento nell'infinite vallette uguali con rocce affioranti lunghe che sembravano sentieri... tutti finti sentieri... che calvario!!! avevo perfino perso il polartek in quel labirinto... e ho vagato ancora un casino per ritrovarlo... un vero calvario.
Poi, ritornato alla bici, ho intrapreso la discesa (dov'ero salito con la bici in spalla). Trialistica è un'eufemismo. Una successione di radici e rocce più o meno fisse con gradoni in sucessione di mezzo metro... ovviamente con il burrone di fianco. Il bosco, nel pezzo più tecnico era fatto di tizzoni carbonizzati da qualche incendio. Eppure, in quell'inferno mi son divertito un casino... col cuore in gola per il rischio, ma cazzo, che epico!!!

La Slayer è proprio scomoda da portare in spalla, peché ha l'ammo proprio dove infilerei il braccio... per questo una front mi sembra più comoda da trasportare a mano.

Per gli Ossolani che conoscono la zona... ero in Val Bognanco, in tenda a San Bernardo:
Primo giorno - fino al Passo di Monscera pedalando, poi lago di Agro a spinta, discesa cattiva, i tre laghetti del Paione a piedi, poi di nuovo in sella e ritorno.
Second giorno - sterrata fino al rifugio Gattascosa, bici a spinta fino alla bocchetta, poi a piedi Cima Verosso e ritorno a San Bernardo dal sentiero tecnico, molto divertente.
Terzo giorno - fino al lago Monscera pedaling, poi Pizzo Pioltone di corsa, vedo un acquila che spicca il volo a pochi metri da me, fighissimo! e ritorno con bagnetto ristoratore nel lago di Ragozza
Quarto giorno - agonia ai Laghi di Variola... la trialistica più difficile, come da racconto, sopra.
Ultimo giorno... non mi ricordo nient'altro che una discesa bellissima dal Monscera free nei pascoli.. luuunghissima, che però finiva in un imbuto di rocce e rododendri... e per due ore ho dovuto spingere la bici su questi prati ripidi con l'erba alta da dov'ero venuto... due ore sotto un sole a picco di luglio, da morire. Appena tornato sulla sterrata... pfzssss, pizzico. Che giornata da dimenticare! ma settimana epica!
 

Danybiker88

Redazione
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e poi... mica si è obbligati a far i sentieri già tracciati da altri tutte le volte! a volte si ha più voglia di tribulare e rischiare, a volte invece si preferisce far un giro più spensierato.

Purtroppo spesso è difficile trovare cartine molto dettagliate e precise, e comunque il parere di un vertrider sulla fattibilità di certi passaggi, ferrate, ecc... è utile. No?

Sono pienamente d'accordo. Però non condivido lo spirito di certi biker che scaricano la traccia GPS e, senza neanche portarsi una cartina, partono seguendo la traccia. Poi quando chiedi "che giro avete fatto?" loro ti rispondono "Boh, ho scaricato la traccia di pinco pallino" e non sanno neanche dirti da dove sono partiti.
Il bello è invece studiarasi le carte e scoprire da se i propri giri. Poi se qualcuno l'ha già fatto, si può prendere spunto dalla sua esperienza, ma il giro va sempre valutato carta alla mano anche se si ha un roadbook preciso e dettagliato. Anche perchè da una cartina si ricavano un sacco di informazioni sul giro, anche se spesso le carte a disposizione lasciano a desiderare. Poi è chiaro che ogni tanto anch'io seguo giri fatti da altri, ma c'è molto più gusto a scoprirseli da se. Anche perchè per scoprire un nuovo giro ci vuole molto tempo (ricerce su internet, studio delle carte, ecc) e non è certo un lavoro che si riesce a fare ogni settimana.
Invece può essere utile, una volta individuato il giro, sentire qualcuno della zona per capire se è fattibile o c'è il rischio di dover scendere tutto a piedi. Ma so per esperienza che quando chiedi informazioni sulla ciclabilità dei sentieri è molto soggettivo. Certe discese per qualcuno sono pienamente ciclabili, per altri da fare tutte a piedi. Poi quando a chiedi alla gente del luogo la risposta è quasi sempre: "Quel sentiero li? in bici? ma voi siete pazzi! Lo fate tutto a piedi", quando poi si chiude tutto in sella ed è una discesa divertentissima. Per questo motivo l'idea di una scala oggettiva sulla difficoltà di un sentiero è molto più utile del classico è fattibile/non è fattibile.
 

Borich

ModeraturDesaparecido
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Gianduja city
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Sono pienamente d'accordo. Però non condivido lo spirito di certi biker che scaricano la traccia GPS e, senza neanche portarsi una cartina, partono seguendo la traccia. Poi quando chiedi "che giro avete fatto?" loro ti rispondono "Boh, ho scaricato la traccia di pinco pallino" e non sanno neanche dirti da dove sono partiti.
Il bello è invece studiarasi le carte e scoprire da se i propri giri. Poi se qualcuno l'ha già fatto, si può prendere spunto dalla sua esperienza, ma il giro va sempre valutato carta alla mano anche se si ha un roadbook preciso e dettagliato. Anche perchè da una cartina si ricavano un sacco di informazioni sul giro, anche se spesso le carte a disposizione lasciano a desiderare. Poi è chiaro che ogni tanto anch'io seguo giri fatti da altri, ma c'è molto più gusto a scoprirseli da se. Anche perchè per scoprire un nuovo giro ci vuole molto tempo (ricerce su internet, studio delle carte, ecc) e non è certo un lavoro che si riesce a fare ogni settimana.
Invece può essere utile, una volta individuato il giro, sentire qualcuno della zona per capire se è fattibile o c'è il rischio di dover scendere tutto a piedi. Ma so per esperienza che quando chiedi informazioni sulla ciclabilità dei sentieri è molto soggettivo. Certe discese per qualcuno sono pienamente ciclabili, per altri da fare tutte a piedi. Poi quando a chiedi alla gente del luogo la risposta è quasi sempre: "Quel sentiero li? in bici? ma voi siete pazzi! Lo fate tutto a piedi", quando poi si chiude tutto in sella ed è una discesa divertentissima. Per questo motivo l'idea di una scala oggettiva sulla difficoltà di un sentiero è molto più utile del classico è fattibile/non è fattibile.
beh noi senza pier e mauro avremmo fatto veramente poco......
uscire con loro è come uscire con il gps!
ciao ciao
 

Happykiller

Biker pazzescus
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Lac Leman
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Fare un percorso consigliato da qualcuno esperto, non credo sia mai negativo. Sapendo poi chi è l'autore del roadbook o cmq chi ti dà il consiglio, ci si regola. Se è Brumotti a dire "bello quel sentiero, molto facile" per quanto Brumotti sappia quale sia il livello generale dei bikers e non ti dia indicazioni in senso totalmente soggettivo, è probabile che il "molto facile" suo sia in ogni caso un po' più difficile del mio "molto facile"... e mi regolo di conseguenza.
Idem se chi dice "quasi impraticabile" è un neofita... allora ci si spaventa meno e si prova, che magari un pezzo in sella di più si riesce a fare.... se non tutto.
Per questo sarebbe utile una specie di feedback sull'oggettività della valutazione dei tracciatori... :omero:

Però vabé... :nunsacci:

Sapendo quanto tempo ci vuole per preparare da zero un itinerario del genere, senza lanciarsi alla cieca, non credo sia il caso di pedalare solo un giorno al mese, solo per preparare il giro.
Credo sia bello potersi affidare almeno parzialmente all'esperienza altrui per andare in posti meravigliosi, divertirsi, mentre si prepara altro.

Quando si osa, una mano è sempre ben accetta.
Anzi.... quando facevo arrampicata, mi piaceva di più salire da secondo, perché mi potevo permettere certi azzardi che da primo non avrei potuto rischiare, pur rimanendo in sicurezza.

Se sai che la discesa sarà piuttosto scorrevole, puoi permetterti di attardarti in cima alla montagna, riposarti e goderti il panorama prima di rimetterti in sella.

Non potendoci affidare ai consigli dei trekker... dobbiamo basarci solo sull'esperienza di altri vertrider.
 

muldox

Biker nirvanensus
30/10/02
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Cube Stereo 29
....quando a chiedi alla gente del luogo la risposta è quasi sempre.....

Io ormai ho rinunciato a chiedere informazioni sulla difficoltà, ed in molti casi prendo con le pinze anche le indicazioni date da altri bikers. C'è però un caso nel quale talvolta si riescono ad avere info abbastanza attendibili, vale a dire se già ci si trova su un sentiero e quindi si ha un termine di paragone. In quei casi basta chiedere se il sentiero che si vorrebbe percorrere è più o meno sporco, ripido, sassoso etc. di quello sul quale ci si trova.
 

Happykiller

Biker pazzescus
4/3/05
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questa cosa del "GPS no", mi pare un po' ridicola...
Se scopro un giro che è una figata colossale e ti invito a rifare quel giro, ti guido sul percorso che ho fatto il mese prima... il giro diventa meno bello solo perché c'era un amico che sapeva dove portarti?
E se invece di un amico fisico c'è una traccia gps cosa cambia?

Io credo che chi fa questa disciplina non scaricherà mai una traccia senza perdere il sonno studiando le mappe, le foto, le immagini satellitari, i commenti dei trekker...
Avere una traccia non è altro che una tranquillità.
Se poi non la si vuol seguire, non è mica un dramma, no?

Ma se non ho fatto in tempo a preparare un itinerario, non mi dispiacerebbe farmi guidare da un esperto. Tanto son sicuro che mi divertirei!


DOVREBBE essere diverso il segno lasciato facendo freeride in bici da quello con gli sci... cioé in bici dovresti poter passare quando ti pare nello stesso posto e non trovare mai tracce di chi è passato prima. Sulla neve... il pendio vergine ha tutto un altro fascino... e non c'è niente che possa far preferire una linea solcata a una intonsa...
In bici DOVREBBE rimanere sempre intonso il sottobosco quando si passa, permettendo di godersi "la prima volta" ogni volta.
 

Ryu80

Biker assatanatus
3/8/05
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YT Jeffsy 27'
Mi intrufolo nella discussione, visto che dagli ultimi post sembra che abbia preso una piega più "escursionistica-esplorativa". Ho cominciato anche io pochi mesi fa ad andare a sperimentare sentieri segnati su cartine ma mai percorsi utilizzando un gps cartografico ricavato da un palmare ed un'antenna gps. Non ho accumulato grande esperienza ma ho compreso quanto esplorare in mtb sia un'attività da preparare con cautela onde evitare delusioni ed inconvenienti.
La cartina, per quanto siano segnati i sentieri, non da mai una conoscenza del territorio sufficiente per preparare a naso un giro come lo si desidera. Questo anche perchè potrebbero sbagliare le cartine per esempio segnalando un sentiero che è stato cancellato dal tempo. Ho notato quanto sia utile prepararsi a percorrere eventuali tratti alternativi nel malaugurato caso che il sentiero non sia percorribile, pena uno scazzosissimo retrofront o un'improvvisazione che con la fretta può riuscire male.
Dal mio punto di vista, tracce gps, roadbooks, testimonianze, foto o qualsiasi altra info sul luogo possono sempre tornare utili.

Per il vertriding....
Negli extras del dvd "trailhunter gardasee" c'è una bella intervista con dei vertriders dove spiegano e mostrano la singletrail skala. Uno di loro dice (testuali parole):
"i tratti artificiali non vengono tenuti in considerazione" :maremmac:
 

Danybiker88

Redazione
4/9/04
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La ricerca dei sentieri e lo studio delle carte imho fa sempre parte del vertriding. E' diciamo la fase preparatoria del giro, un po come chi fa alpinismo studia sulla carta da dove salire. Per questo non piace l'idea di scaricarmi la traccia la sera prima del giro senza prima studiare la zona dove è collocato il giro.
Quello che voglio dire è che il gps ti toglie gran parte del gusto dell'esplorazione. Seguire una traccia è una facilitazione, ma è qualcosa di artificiale, è come seguire un giro "preconfezionato". Inoltre studiando le carte impari a conoscere la zona, sai esattamente dove sei e cosa ti circonda mentre col gps al massimo impari a conoscere quel giro e magari non sai che ci sono altri sentieri che collegano altre discese, magari più belle.
Ripeto, non biasimo chi usa il Gps, ma personalmente non lo ritengo importante, se non ai fini della sicurezza in caso di incidente, per la riuscita di un bel giro. Quando hai il giro in testa, il gps diventa superfluo. Poi vuoi mettere quando ti trovi davanti ad un bivio, non sai se andare a DX e a SX, magari sbagli e poi trovi una variante, magari più bella dell'originale?
Comunque i giri veramante hard non ci sono come tracce GPS, l'unico modo per scovarli è leggendo le carte.
 

Ryu80

Biker assatanatus
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YT Jeffsy 27'
.... l'unico modo per scovarli è leggendo le carte.
Vero ma con una carta scannerizzata e georeferenziata su pc, compegps e un gps puoi crearti la traccia del tuo giro. E' un buon modo per andare in avanscoperta senza tirare fuori la cartina dallo zaino tutte le volte. Poi gps o no, la cartina a parer mio è sempre bene portarsela.
 

Happykiller

Biker pazzescus
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Lac Leman
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io, non avendo il gps, studierei le mappe a tavolino, le tracce gps non sarebbero che sentieri "scelti" da analizzare con google earth.
Ho scaricato anche virtual earth per vedere meglio certe zone altrimenti poco dettagliate.
Non è facile come si può pensare, sovrapporre delle immagini cartografiche alla mappa 3D di google earth. Spesso cmq ci sono delle discrepanze e per stabilire su quale fare affidamento, l'unico modo e stabilirne la veridicità andando di persona e tracciando col gps.
Dato che io non ho uno strumento per verificare in loco le coordinate precise, avere un database di tracce gps per google earth, mi consentirebbe di perfezionare lo studio di alcune mappe più o meno approssimative.

Inoltre segnalare alcuni pericoli mortali, può essere sempre utile, no?
Alcune volte mi sono fermato per caso pochi metri prima di un dirupo che non si vedeva nella nebbia, o su un sentiero che pareva proseguire dritto, quando invece girava secco a 90° costeggiando il vuoto... cosa che se fossi arrivato con lo stesso ritmo del resto del percorso avrei fatto un salto di centinaia di metri.
A me è andata di culo, ma quante volte ci si può affidare al culo?
Dove si può essere ingannati e rimanerci secchi è meglio non tenerselo segreto, no?

Poi, come ho già ripetuto, non si ha sempre tempo di preparare un giro nuovo, e i giri "preconfezionati" non per forza fanno schifo. Avere delle tracce e indicazioni non significa non avere la possibilità di esplorare nuovi posti.
 

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