fuori di qui, nonno! alla tua età non dovresti neanche andare in bici!
Sai quanto ci metti ad aggiustare il femore se cadi?
Eheh...
Scherzo.
Stavo meditando una cosa più o meno utile.
Che ne dite di mappare i percorsi che facciamo indicando le difficoltà lungo il tracciato?
Sulla mappa potremmo disegnare il percorso fatto, indicando il tempo di percorrenza tra i principali incroci, in modo che successivamente si possano preparare altre varianti.
Sulla salita indicherei:
2h - tempo tra due incroci importanti
M - bici spinta a mano [blu]
S - bici portata in spalla [rosso]
Sulla discesa indicherei:
R - Ripidi >45° [nero]
E - pezzi esposti [rosso]
EE - pezzi estremamente esposti (bici a mano) [rosso]
T - passaggi trialistici [giallo]
e combinazioni, TE - passaggio trialistico esposto, ad esempio.
Ponendo queste letterine sulla mappa lungo il percorso, si danno delle indicazioni molto utili per valutare la difficoltà del giro, senza doversi affidare a valutazioni molto personali sulla difficoltà.
In origine pensavo di indicare le difficoltà a mo' di pareti di arrampicata, ma stabilire una scala "universale" e dare una valutazione oggettiva della difficoltà di un passaggio è assolutamente inverosimile.
Mentre un tratto di sentierino stretto e sconnesso su un burrone è chiaramente molto pericoloso. Nello stesso modo è abbastanza oggettivo capire se un passaggio necessita manovre trialistiche.
Se poi mettiamo in condivisione queste mappe, sia raster 2D sia files kml di Google Earth, possiamo scambiarci informazioni molto utili per condividere emozioni meravigliose.
Mentre sulle montagne "comuni", già ciclate e riciclate, l'esplorazione e la nuova traccia sono quasi da tenere segrete per evitare che un fiume di gente ignorante rovini quel versante vergine, nel vertriding non è assolutamente necessario tenere certi segreti, perché chi lo pratica ha un amore per la montagna inequivocabile.
Chi lo pratica dev'essere capace, non è una disciplina per pivelli che scendono con le
ruote bloccate; dev'essere pazzo e forte, e disposto a sudare davvero tanto in salita.. e questo fa selezione. Bisogna amare le pause, la contemplazione... è la cosa più lontana dall'idea di gara. Che poi si voglia mettere fretta anche in questa disciplina... vabbeh, allora di maniaci ce ne son dappertutto. Ma non c'è gara che non lasci una scia di immondizia... e mi auguro che mai si facciano gare di vertriding.
OT: IMHO non esistono "gare di freeride"... è come dire "scampagnata DH"... libertà temporale e spaziale non spossono essere negati senza negare l'essenza stessa del Freeride.
Velocità o lentezza non devono essere a discrezione del cronometro, ma delle emozioni!