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VertRiding

Tano

Biker tremendus
Non sono proprio d'accordo io.
Oh bella!
Ti posso assicurare che è già tanto che chi va in mtb sia in grado di valutare le proprie capacità!
Ti posso anche assicurare che invece la corretta valutazione del rischio e soprattutto della pericolosità e cosa che veramente pochi sanno e possono fare.
Una scala delle difficoltà che vuole essere pubblica/condivisa se non riconosciuta deve in qualche modo contenere una valutazione della pericolosità quando esplicita.

Fare un passaggio rischioso è una cosa, fare un passaggio pericoloso è un'altra, ed è assolutamente diverso fare un drop di x metri.
quando fai un drop o si è consapevole di quello che stai facendo oppure sei un pirla e in genere i pirla si fanno male e vabbè.
Quando fai un passaggio, un tratto di sentiero la percezione del pericolo è molto più difficle da cogliere.
Tempo fa, col xc risalivo un tratto piuttosto tecnico e con riserve energetiche piuttosto al limite, poi mi fecero notare che uno (poveretto) era caduto giù proprio da lì, dove io c'ero passato mille volte e non mi ero mai accorto (preso dalla fatica, sudore negli occhi, ecc) che subito dietro i cespuglietti c'era il vuoto per decine e decine di metri. Da quel giorno, sono contento di saperlo, e se me la sento lo faccio altrimenti a piedi.
Qualcuno potrebbe pensare meglio non averlo saputo, sana ignoranza. No, io della mia vita ci faccio quello che volglio, ma se ci porto la fidanzata, io lì, adesso, la faccio scendere a piedi.
 

Borich

ModeraturDesaparecido
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Gianduja city
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io metto i miei 2cents...

il passaggio "ipertecnicoemagariunpoesposto" è come il droppone da 5 metri...

se lo prendi da sprovveduto hai buone possibiltà di lasciarci almeno qualche osso, mentre se lo affronti anche da iperesperto metti in conto che può esserci l'imprevisto(che so una formica che sposta una foglia!subdola e bastarda).
quindi come il droppone lo è per il freerider, il suddetto passaggio per chi fa il "vertrider" è una sfida;
uno spostare il limite più avanti.

Ora dove va posto questo limite è una questione personale ma non per questo si deve prevaricare il buon senso che dovrebbe essere insito in ogni attività.

in definitiva, per concludere, io credo che il rischiare anche di rompersi un osso sia sbagliato se si può evitare, e che questa storia del passaggio esposto che se cado rimango su una sedia o mi ammazzo, sia un falso problema;
in fin dei conti saranno uno o due passaggi nella vita di un biker che sono esposti (e per esposti intendo vuoto) e che vale la pena fare, perciò evitarli non è un dramma.
sarebbe da idioti provarli.
insisto poi che anche i vertiriders non rischiano la pelle tutti i momenti anzi.
ciao ciao
 

Happykiller

Biker pazzescus
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io credo che il vert sia per persone pazze, ma responsabili, come l'alpinismo. Bisogna scoraggiare le persone meno coscienziose. Incoraggiare chi non è capace di fare qualcosa, ma scoraggiare chi è supponente, arrogante.

E' una disciplina in cui l'umiltà dev'essere la dote principe, ancora più che la tecnica.

Mi auguro che rimanga un settore di nicchia, onde evitare la fila al pronto soccorso di "sprovveduti", come li chamavamo prima.
 

muldox

Biker nirvanensus
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....se proprio vuoi quella cosa falla pure, ma da solo o con altri, con me a costo di doverti prenderti a pugni, non la fai!

Questi punti di vista mi fanno rizzare i capelli ( o cadere le palle se preferisci ).
Se tutti ragionassero come te il 99% delle grandi imprese dell'umanità non sarebbero mai state compiute. Un solo esempio: quando Messner e Habeler conquistarono l'Everest senza ossigeno, la medicina ufficiale sosteneva che per degli esseri umani la cosa non sarebbe stata possibile. In altre parole era come se stessero andando incontro a morte certa.
E' chiaro che qui stiamo parlando di piccole cose, non certo di imprese che rimarranno nella storia dell'umanità, ma il concetto è il medesimo: il gusto della sfida ed il sacrosanto diritto ad essere padroni della propria esistenza.
Che poi uno possa ritenere inutile o stupido fare certe cose è un suo punto di vista e come tale va rispettato. Ma allo stesso modo va rispettato chi la pensa diversamente, senza avere l'assurda pretesa di vietare qualcosa solamente perchè non la si condivide.
 

Happykiller

Biker pazzescus
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C'è da capire se chi affronta l'impresa è davvero consapevole di cosa va incontro o sopravvaluta le proprie capacità.
Il "divieto" è un consiglio ad un amico che sa cosa solitamente sa fare o non sa fare. Una menzione di prudenza non è mai inopportuna. Serve solo se si vede un amico che vuol fare il passo più lungo della gamba. Sappiamo più o meno cos'è "nei numeri" di chi solitamente raida con noi, quindi puoi incitare con un "vai che puoi farcela" o dare un freno "pensaci bene, non rischiare se non te la senti" ecc.
Credo che sia un "divieto" doveroso.

Questo prescinde dalle scale.
Pensavo che indicare se il tratto è esposto o meno potesse servire a programmare percorsi con o senza difficoltà più alte dei propri abituali limiti.

Cioé scegliere un sentiero che preveda alcuni tratti tossicissimi, ma non letali sarà sicuramente più stimolante per chi è del livello subito inferiore.
 

Danybiker88

Redazione
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Sul fatto che sia inutile correre certi rischi sono d'accordo. Io sono il primo che se il passaggio è troppo rischioso decide di scendere a piedi. Un conto è rischiare di farsi male, un conto è rischiare la vita.
Quello che voglio dire è che certe volte bisogna correre qualche rischio, ma con misura. Se sei consapevole di poter passare, anche se magari è un po esposto passi. E' chiaro che se c'è il vuoto valuti con attenzione, ma se per esempio il sentiero è abbastanza largo, non c'è vento e il fondo è compatto non vedo perchè non passare. Lo stesso vale se il rischio di cadere di sotto è limitato.


Io sono dell'idea che chi pratica il vertriding sia comunque un minimo esperto. Chi pratica Vertriding è pratico di montagna, esperto nel leggere le carte e conoscere la morfologia della zona per potersi orientare anche su sentieri non segnati. Il vertrider è perfettamente in grado di capire quando è troppo, quando non vale la pena rischiare.
Poi c'è lo sprovveduto, quello che vuole emulare. Purtroppo quelli sono ovunque e di sicuro non desistono se invece di S4 leggono S4e.
Sul fatto che certe volte l'adrenalina ti spinga ad osare più del dovuto hai ragione. Ma per questo si gira in gruppo. Se uno si fa prendere troppo la mano e continua a prendere rischi, si dice "occhio che così ti fai male". Se poi quello non ti ascolta allora son cavoli suoi. Ognuno è libero di farsi male, basta che poi non metta in pericolo gli altri.

tano ha scritto:
Una scala delle difficoltà che vuole essere pubblica/condivisa se non riconosciuta deve in qualche modo contenere una valutazione della pericolosità quando esplicita.
Su questo hai ragione. Il problema è che ad indicare tutte le difficoltà presenti sul sentiero, si avrebbero delle sigle incomprensibili. Secondo me una scala di facile lettura è più intuitiva e più chiara.
 

muldox

Biker nirvanensus
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...quindi puoi incitare con un "vai che puoi farcela" o adre un freno "pensaci bene, non rischiare se non te la senti" ecc.
Credo che sia un "divieto" doveroso.

Vediamo di capirci allora, perchè l'affermazione di Tano era ben più perentoria: "....con me a costo di doverti prenderti a pugni, non la fai!"
Un conto è mettere in guardia da un possibile pericolo e magari sconsigliare qualcuno dal tentare un passaggio pericoloso se non lo si ritiene all'altezza, un altro è avere la pretesa di vietare.
 

biker_simone

Biker grossissimus
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Solo in un caso un divieto è motivato e sensato: se io sono alla guida di un gruppo e ne ho la responsabilità posso vietare di fare un passaggio, un salto o quant'altro. Ma andiamo OT.
 

muldox

Biker nirvanensus
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Solo in un caso un divieto è motivato e sensato: se io sono alla guida di un gruppo e ne ho la responsabilità posso vietare di fare un passaggio, un salto o quant'altro. Ma andiamo OT.

Questo è chiaro, ma siamo in tutt'altro ambito e subentra una questione di responsabilità etc. etc.
La stessa cosa accade con le guide alpine, le quali hanno il diritto/dovere di impedire il verificarsi di situazioni di potenziale pericolo per dei clienti che a loro si sono affidati anche per avere delle garanzie dal punto di vista della sicurezza.
 

Domingosh

Biker meravigliosus
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Solo in un caso un divieto è motivato e sensato: se io sono alla guida di un gruppo e ne ho la responsabilità posso vietare di fare un passaggio, un salto o quant'altro. Ma andiamo OT.
OT
allora giri armato quando ci guidi, o' potente luce?
fine OT

Chiedo agli attori della discussione chi ha visto il filmato esplicato S0-S5 sul dvd trailhunter. Io credo che sia molto esplicativo e solo un pazzo da manicomio si butterebbe in certe imprese salvo non avere un "minimo" di certezza nell'esito positivo della sua "mini-impresa"
 

Danybiker88

Redazione
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Su questo quoto, ma non lo chiamerei "divieto". Lo chiamerei piuttosto "consiglio". Con divieto si intende impedire a qualcuno di fare qualcosa, mentre in questo caso si da semplicemente un consiglio del tipo "io non lo farei...", " è troppo pericoloso". Poi comunque nessuno viene mai fustigato se fa un passaggio a piedi anche solo perchè magari è stanco.

Sono d'accordissimo anche con Muldox. Chiunque abbia fatto delle grandi imprese si è sempre scontrato con gli altri che sostenevano che quanto stava per affrontare non fosse possibile. Molto spesso lo stesso concetto di possibile e impossibile varia a seconda della persona. Lo stesso vale, seppur più in piccolo, anche nella MTB.

Diverso è il discorso se uno accompagna un gruppo. In tal caso ci sono anche delle responsabilità legali e quindi è lecito impedire a qualcuno di farsi male per non avere problemi legali. Come ho detto ognuno è libero di farsi male, basta che non metta nei casini gli altri.
 

biker_simone

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Potente luce? Quando volete e quando se ne va un pò di neve.

Il video sulla classificazione vorrei vederlo. E poi è sempre un piacere vedere i vertrider all'opera!
 

nonnocarb

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Muldox mi sembra che ti stai sbagliando, forse hai letto male, tano dice solo che lui non la fa e nessuno lo obbliga, non che la vuole vietare!
 

Happykiller

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Sul discorso dei divieti siamo un po' OT, ma c'è per me un dovere morale che prescinde dalla libertà di farsi male.
Se voglio bene a qualcuno, fanculo, ma io piuttosto gli porto giù la bici in spalla! come staresti a veder un tuo amico che precipita da un dirupo per centinaia di metri? come lo diresti ai suoi parenti?
lasciamo perdere la libertà di farsi male. In un gruppo di amici sono tutti capigita, sono tutti un po' responsabili di ciò che succede all'altro.
D'altro canto c'è da dire che quando si fanno queste cose estreme è fondamentale scegliersi una compagnia adeguata.

Io sarei grato a un mio amico che mi vietasse di osare in un punto in cui, preso dall'adrenalina, da uno moto d'orgoglio, da una parvenza di tranquillità e scioltezza, vorrei far qualcosa di fuori dalla mia portata, con rischi altissimi.


A me piace tanto il freeride perché rischio molto meno di quando faccio alpinismo, durante le cui gite posso farmi meno volte male, ma quando si rischia si rischia davvero grosso.

Col vertriding si vanno un po' ad unire le due cose, i piaceri e i pericoli di queste discipline.
Stiamo attenti a non trascurare il valore della vita in virtù di una libertà che da morti o in carrozzina serve a poco. A te o al tuo amico.
 

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