Val di Zoldo vietata alle biciclette

  • Cannondale presenta la nuova Scalpel, la sua bici biammortizzata da cross country che adesso ha 120 millimetri di escursione anteriore e posteriore in tutte le sue versioni. Sembra che sia cambiato poco, a prima vista, ma sono i dettagli che fanno la differenza e che rendono questa Scalpel 2024 nettamente più performante del modello precedente.
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ottomilainsu

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Scrivo in questa sezione perché non ho idea di quale sia la più adatta.
Nel caso moderatori e redazione la spostino nella sezione più adatta.
Ebbene, questa è la situazione.
Oggi ho fatto un giro su strada, ma vale per tutti i mezzi su due ruote, moto comprese!
La SP251 che da Longarone sale verso Zoldo è vietata alle biciclette e alle moto nel tratto iniziale tra Igne e Soffranco, comune di Longarone.

Ovviamente ho scoperto il tutto scendendo da Zoldo in bicicletta, mi sono trovato davanti a questo divieto che non era minimamente annunciato a monte, e non lo è nemmeno a valle se uno entra in valle senza passare per l'incrocio principale.

La cosa assurda è che il divieto riguarda sia le biciclette sia le moto, e sarebbe motivato dal rischio di caduta sassi in conseguenza di un incendio boschivo avvenuto alla fine dell'inverno scorso.
Quale sia la ragione per cui un'auto sia "al sicuro" e una moto e una bicicletta no, non è dato sapere.
Fatto sta che se uno vuole salire a Zoldo per fare i passi Staulanza, Cibiana, Duran non lo può fare.

Bello vero?
Personalmente ho cancellato la val di Zoldo dalle mie mete, nemmeno in auto ci passerò, e suggerisco a tutti di pensarci bene.
Un sasso in testa non distingue tra una bici, una moto e un'automobile (anzi, se uno gira in cabriolet, è pure peggio perché non porta il casco)

Non pensavo che a Belluno si fosse arrivati ad imitare la Basilicata, con i suoi noti divieti alle bici su tante strade (con rispetto parlando per la Basilicata, s'intende).
E poi i bellunesi si lamentano se la gente va a Trento e Bolzano, dove hanno ben capito come far arrivare i turisti in bici.

P.S.: sono bellunese, di Ponte nelle Alpi, a pochi chilometri da quel posto.
Ma in Zoldo non mi vedranno più, nemmeno in auto, se è pericolosa per le moto lo è anche per le auto, quella strada.

Sorvolo sul guazzabuglio di cartelli e sulla loro collocazione, già su questo si potrebbe contestare la non conformità alle norme del CDS.
E sorvolo sul fatto che sul retro del cartello manchi l'indicazione dell'ordinanza, e quindi sia praticamente nullo.


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marco

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Nel caso moderatori e redazione la spostino nella sezione più adatta.
Ebbene, questa è la situazione.
Oggi ho fatto un giro su strada, ma vale per tutti i mezzi su due ruote, moto comprese!
La SP251 che da Longarone sale verso Zoldo è vietata alle biciclette e alle moto nel tratto iniziale tra Igne e Soffranco, comune di Longarone.

Ovviamente ho scoperto il tutto scendendo da Zoldo in bicicletta, mi sono trovato davanti a questo divieto che non era minimamente annunciato a monte, e non lo è nemmeno a valle se uno entra in valle senza passare per l'incrocio principale.

La cosa assurda è che il divieto riguarda sia le biciclette sia le moto, e sarebbe motivato dal rischio di caduta sassi in conseguenza di un incendio boschivo avvenuto alla fine dell'inverno scorso.
Quale sia la ragione per cui un'auto sia "al sicuro" e una moto e una bicicletta no, non è dato sapere.
Fatto sta che se uno vuole salire a Zoldo per fare i passi Staulanza, Cibiana, Duran non lo può fare.

Bello vero?
Personalmente ho cancellato la val di Zoldo dalle mie mete, nemmeno in auto ci passerò, e suggerisco a tutti di pensarci bene.
Un sasso in testa non distingue tra una bici, una moto e un'automobile (anzi, se uno gira in cabriolet, è pure peggio perché non porta il casco)

Non pensavo che a Belluno si fosse arrivati ad imitare la Basilicata, con i suoi noti divieti alle bici su tante strade (con rispetto parlando per la Basilicata, s'intende).
E poi i bellunesi si lamentano se la gente va a Trento e Bolzano, dove hanno ben capito come far arrivare i turisti in bici.

P.S.: sono bellunese, di Ponte nelle Alpi, a pochi chilometri da quel posto.
Ma in Zoldo non mi vedranno più, nemmeno in auto, se è pericolosa per le moto lo è anche per le auto, quella strada.

Sorvolo sul guazzabuglio di cartelli e sulla loro collocazione, già su questo si potrebbe contestare la non conformità alle norme del CDS.
E sorvolo sul fatto che sul retro del cartello manchi l'indicazione dell'ordinanza, e quindi sia praticamente nullo.


Vedi l'allegato 551203
Vedi l'allegato 551202

è una cosa piuttosto comune dove c'è pericolo caduta sassi. In Svizzera ad esempio la strada che da Lenzerheide va verso Davos passando per Brienz è chiusa alle bici. È un concetto un po' fragile, e cioé che se sei in macchina sei più veloce e più protetto.
 

ottomilainsu

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è una cosa piuttosto comune dove c'è pericolo caduta sassi. In Svizzera ad esempio la strada che da Lenzerheide va verso Davos passando per Brienz è chiusa alle bici. È un concetto un po' fragile, e cioé che se sei in macchina sei più veloce e più protetto.
Sono passato in agosto da quelle parti, ho fatto l'Albula salendo da Thusis, a Tiefencastel ho visto il bivio per Davos ma non c'erano indicazioni di divieti per le bici.
Mi par di capire che si tratti di una strada facilmente aggirabile, mentre qui le alternative si chiamano passo Cibiana e passo Duran, vale a dire 80 chilometri di allungamento, mica bruscolini.
E su quella strada c'è anche il divieto per le moto o vale solo per le biciclette?
 

marco

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Sono passato in agosto da quelle parti, ho fatto l'Albula salendo da Thusis, a Tiefencastel ho visto il bivio per Davos ma non c'erano indicazioni di divieti per le bici.
Mi par di capire che si tratti di una strada facilmente aggirabile, mentre qui le alternative si chiamano passo Cibiana e passo Duran, vale a dire 80 chilometri di allungamento, mica bruscolini.
E su quella strada c'è anche il divieto per le moto o vale solo per le biciclette?

solo per bici, ma non è la salita da Tiefencastel per Davos, bensì il raccordo della strada per Davos a Lenzerheide senza passare per la valle.
 
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avalonice

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con le ruote
Ci sta che per ragioni di sicurezza una strada sia chiusa al transito di certi veicoli, il vero problema è come viene affrontata la situazione, mi ricordo ad esempio che anni fa quando ero a Vancouver fu chiusa per lavori una pista ciclabile su un ponte ma fu instituito un servizio di navette gratuito per pedoni e ciclisti.
Ora se la chiusura fosse temporanea (qualche mese, 6 massimo) giusto il tempo di mettere in sicurezza la strada la limitazione sarebbe fastidiosa ma accettabile; probabilmente quel divieto resterà in vigore per anni, servirà soprattutto alla PA per scaricarsi delle responsabilità e su questo non commento oltre.
 

Pietro.68

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serve a mettere il culo al riparo alle amministrazioni.
invece di risolvere il problema della caduta dei sassi mettono un bel cartello. Così tutti sono tranquilli.
Per lo stesso motivo la strada degli scarubbi che porta al Pasubio è vietata a chiunque (anche ai pedoni). Nessuno fa rispettare il divieto ma se sali (o scendi) e ti becchi un sasso in testa non puoi fare causa a nessuno.
 
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serve a mettere il culo al riparo alle amministrazioni.
invece di risolvere il problema della caduta dei sassi mettono un bel cartello. Così tutti sono tranquilli.
Per lo stesso motivo la strada degli scarubbi che porta al Pasubio è vietata a chiunque (anche ai pedoni). Nessuno fa rispettare il divieto ma se sali (o scendi) e ti becchi un sasso in testa non puoi fare causa a nessuno.

ripeto, spesso non c'è altra soluzione. Le montagne si erodono, franano e non le fermi neanche se vuoi.
Vedere strada che porta al lago del Gries, sempre in Svizzera. Ufficialmente chiusa ma tutti ci passano perché è l'unico modo per raggiungere il lago senza dover fare una deviazione impegnativa
 

ottomilainsu

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serve a mettere il culo al riparo alle amministrazioni.
invece di risolvere il problema della caduta dei sassi mettono un bel cartello. Così tutti sono tranquilli.
Per lo stesso motivo la strada degli scarubbi che porta al Pasubio è vietata a chiunque (anche ai pedoni). Nessuno fa rispettare il divieto ma se sali (o scendi) e ti becchi un sasso in testa non puoi fare causa a nessuno.
Il problema è questo.
La gente che fa causa, fosse anche al padreterno, perché non ha vigilato.
Di questo passo sarà tutto vietato, perché un giudice in cerca di un colpevole non mancherà mai.
Sono dell'idea che se uno si mette nei guai per propria imprudenza e poi cerca di fare causa per essere risarcito, è doppiamente un pirla e dovrebbe essere lui il condannato.
Ma io vivo in un mondo ideale con solo gente consapevole di quello che sta facendo...
 

ottomilainsu

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Ci sta che per ragioni di sicurezza una strada sia chiusa al transito di certi veicoli, il vero problema è come viene affrontata la situazione, mi ricordo ad esempio che anni fa quando ero a Vancouver fu chiusa per lavori una pista ciclabile su un ponte ma fu instituito un servizio di navette gratuito per pedoni e ciclisti.
Ora se la chiusura fosse temporanea (qualche mese, 6 massimo) giusto il tempo di mettere in sicurezza la strada la limitazione sarebbe fastidiosa ma accettabile; probabilmente quel divieto resterà in vigore per anni, servirà soprattutto alla PA per scaricarsi delle responsabilità e su questo non commento oltre.
In quel punto i fianchi della valle sono alti un chilometro.
Un chilometro di costoni a precipizio.
Un sasso da un chilo che cade anche solo da 100 metri se ne fotte se sotto c'è un'auto, sfonda e devasta anche quella.
Se è pericolosa lo è per tutti, quindi o si chiude per tutti o per nessuno.
Statisticamente la sezione d'ingombro di un ciclista è un ventesimo circa di quella di un'auto media, pertanto anche la probabilità di essere centrati da un sasso è più bassa.
Ovviamente ho semplificato di brutto, il discorso reale è un po' più complicato.
 
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Maiella

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Ebbene, questa è la situazione.
Oggi ho fatto un giro su strada, ma vale per tutti i mezzi su due ruote, moto comprese!
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Ovviamente ho scoperto il tutto scendendo da Zoldo in bicicletta, mi sono trovato davanti a questo divieto che non era minimamente annunciato a monte, e non lo è nemmeno a valle se uno entra in valle senza passare per l'incrocio principale.

La cosa assurda è che il divieto riguarda sia le biciclette sia le moto, e sarebbe motivato dal rischio di caduta sassi in conseguenza di un incendio boschivo avvenuto alla fine dell'inverno scorso.
Quale sia la ragione per cui un'auto sia "al sicuro" e una moto e una bicicletta no, non è dato sapere.
Fatto sta che se uno vuole salire a Zoldo per fare i passi Staulanza, Cibiana, Duran non lo può fare.

Bello vero?
Personalmente ho cancellato la val di Zoldo dalle mie mete, nemmeno in auto ci passerò, e suggerisco a tutti di pensarci bene.
Un sasso in testa non distingue tra una bici, una moto e un'automobile (anzi, se uno gira in cabriolet, è pure peggio perché non porta il casco)

Non pensavo che a Belluno si fosse arrivati ad imitare la Basilicata, con i suoi noti divieti alle bici su tante strade (con rispetto parlando per la Basilicata, s'intende).
E poi i bellunesi si lamentano se la gente va a Trento e Bolzano, dove hanno ben capito come far arrivare i turisti in bici.

P.S.: sono bellunese, di Ponte nelle Alpi, a pochi chilometri da quel posto.
Ma in Zoldo non mi vedranno più, nemmeno in auto, se è pericolosa per le moto lo è anche per le auto, quella strada.

Sorvolo sul guazzabuglio di cartelli e sulla loro collocazione, già su questo si potrebbe contestare la non conformità alle norme del CDS.
E sorvolo sul fatto che sul retro del cartello manchi l'indicazione dell'ordinanza, e quindi sia praticamente nullo.


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Fino al 2020 una delle 3 ascese al Blockhaus, la strada provinciale dal lato del comune di Pretoro in provincia di Chieti, era interdetta (ambi i lati di marcia) con tanto di segnaletica di divieto per bici e moto a causa dell'asfalto rovinato.
Anche qui grandi polemiche da parte di coloro che si facevano il lungo in bici con la salita finale verso la Maielletta, e scoprire a metà ascesa il divieto.
Fortuna che nel 2020 passò il Giro con la conseguenza che la strada venne riasfaltata e riaperta a bici e moto.

 

Tc70

Entomobiker
20/4/11
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Provincia di Bs
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Picola ma carattarastica...
So che forse alzerò un polverone, ma quando i divieti sono cosi inutili e veramente non regolari come questo, basta fregarsene e passare comunque...e che caz...un pò si, ma quando è troppo è troppo...cosa rischio di più rispetto un automobilista, a parte il sasso? Una ammenda vero, ma la probabilità che me la elevino è bassa in Itaglia...altrimenti lo avrebbero già fatto ovunque, sugli Scarrubbi o sulla strada per lo Scannuppia e su molti altri divieti esistenti, vero è, che un divieto lo è per un motivo, ma vero anche, che non tutti lo siano veramente, non esiste nemneno un associazione nazionale che possa far delle dimostranze, che so stile FIAB, anche se quelli le norme le osservano a prescindere e a dovere...
Se vietano una strada cosi in bitume, è ancora tanto non vietino tutti i single e sentieri in montagna/collina d' Itaglia, dove il rischio sassi è veramente più probabile che su una strada tipo quella in questione.
Io credo che quei cartelli sian proprio li per parare il cubo a qualcuno delle amninistrazioni stradali/comunali/provinciali...
 
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akirosan

Biker superis
16/6/10
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Venezia
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Rockrider XC940LTD / Rockrider 8.2 LTD Team
A me non pare che il divieto faccia riferimento al pericolo di frana, ma più semplicemente come ad esempio più a valle sul Montello si impedisce il transito ai mezzi a due ruote, le moto perché "troppo veloci" e le bici perché "troppo lente". Certo puoi anche far finta di niente e tirar dritto, forse solo le domeniche d'estate trovi il controllo a fine divieto, ma se nel mentre un automobilista ti arrota non solo avrai il torto di esserti messo in pericolo da solo ma anche altri guai
 

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