Siamo tornati alla nostra normal Salsomaggiore, siamo tornati alla normale normalità, al normale lavoro di tutti giorni. Sono bastati un paio di giorni di quotidiana quotidianità per far si che 15 meravigliosi giorni di ferie siano già finiti in archivio.
Archiviati, ma non dimenticati. Sono già finiti in quello stupendo luogo della memoria dove tutto viene indorato e abbellito dalla fantasia.
E bello, nei momenti di pausa, fermarsi a ripensare ai nostri passi sui sentieri, ai panorami incredibili, ai fiori, ai cieli azzurri, ai profili aguzzi delle montagne. La mente corre veloce come correvano veloci le ruote grasse della mia mtb lungo i sentieri dolomitici.
Quanti bei giri in giostra abbiamo fatto questanno . Già i giri in giostra.
Il termine giro in giostra è stato definito con precisione dal mio amico Gigi durante una stupenda escursione sui monti attorno a Fanano. Eravamo in pausa panino e guardandoci attorno ammirando il paesaggio, Gigi ha definito con precisione il giro in giostra indicandomi il comprensorio di Sestola.
Mi ha descritto la sua bellezza e la sua pericolosità.
Me lo aveva detto, mi aveva avvertito
Da assuefazione!
Sapevo benissimo come sarebbe andata a finire, e, nonostante professioni di purezza e integrità morale, sono caduto, e ho cominciato a girare in giostra
Ho molte attenuanti dalla mia.
Avevamo acquistato il munta in pass (mountain pass) che costava caro e voleva ammortizzato
A mia moglie piace la mtb, ma con poco allenamento, dopo poche centinaia di mt di dislivello in salita finisce la benzina, e allora . e allora
Allora sbagliare e peccare è un attimo.
Ho peccato.
Anzi, abbiamo peccato, e abbiamo peccato più volte con grande piacere.
Preso il vizio non si smette più!
Ebbene si, abbiamo preso e ripreso gli impianti di risalita più e più volte.
Abbiamo girato su e giù dai Pralongià, avanti e indietro per la Val Badia, fino a Campolongo, poi al passo Gardena, e di volata fino al Sasso della Croce. E i su e giù dal bike park Gardenacia?
Ci siamo divertiti davvero.
Poca fatica in salita e tante belle e lunghe discese.
Le ruote scivolavano e saltavano su e giù per i sassi e le radici dei sentieri.
Che meraviglia, scoprirsi con le braccia indolenzite a fine giornata dopo 2500 3000 metri di discese.
Poi mi sono regalato il grande giro in giostra
Alla fine di una giornata di riposo con gita a Brunico e gelato in latteria, siamo finiti in uno splendido negozio di biciclette e relativi articoli allegati in quel di La Villa. In esposizione cerano degli splendidi completi da donna.
Non ho potuto non regalarne uno alla mia signora.
Era talmente felice che non ho potuto non buttare la proposta indecente: Il Sellaronda con guida e impianti, il grande giro in giostra.
Flora ha accettato di buon grado di restare da sola per tutta la giornata e sono partito
Sono partito di buon mattino, con laria fresca che sferzava le mie scoperte gambette pedalanti e.
La lunga discesa da S.Cassiano a La Villa fila via a gran velocità, facendomi arrivare intirizzito allappuntamento con la guida e col resto della truppa iscritta al giro in giostra.
A dire il vero sono guida anchio, ma sto coperto e non mi manifesto, almeno non subito.
Il sole sorge veloce da dietro i Conturines.
La temperatura sale velocemente e approfitto del giro di presentazione per spogliarmi del superfluo.
Osservo da sotto gli occhiali i partecipanti alla escursioni. Un paio di componenti mi sembrano bikers improvvisati, da una parte una famiglia di tedeschi molto Fit..
Portano in escursione anche un bambinetto di una decina di anni.
Speriamo bene.
La guida è un Ladino biondo molto simpatico e vivace.
Sto sulle mie e osservo. Un po di competizione cè sempre anche in una escursione gioiosa come questa. Non voglio fare figure da pistola!
La mattina presto su a Piz la Ila il panorama è stupendo. Il cielo terso e di un azzurro incredibile porge ai nostri occhi la Marmolada lì proprio lì, sembrava di toccarla. Una meraviglia. La visione a 360° sulle dolomiti riempie gli occhi e fa gioire lo spirito, riempie muscoli e polmoni.
Si va verso il rif Pralongià, e si cominciano a definire le forze in campo.
Davanti con la guida la famiglia tedesca. Il ragazzino sta attaccato alla ruota della guida, mamma e papà appena dietro. Nelle salite tira come un matto. La mamma tende a rimanere un po indietro, ma non molla.
Gli altri faticano non poco, io rimango coperto, con qualche problema al cambio prontamente risolto.
Uno stupendo trail discretamente semplice, ma veramente bello per lambiente stupendo in cui si pedala, ci porta al passo di Campolongo.
Si scende ora ad Arabba.
Il sentiero che inizialmente corre a fianco della strada, è ripido e con ghiaia grossa e smossa. Le ruote tendono ad andare veloci e viaggiano sui sassi che rendono difficoltoso il controllo del mezzo. Bisogna prestare attenzione. Le mie ruote larghe e il perno passante stabilizzano per bene il mezzo che viaggia sicuro e veloce. Mi diverto davvero.
La mia Merida corre senza problemi con le ampie escursione della forcella e della sospensione.
Dietro di me vien giù come un sasso il bambinetto con una bici completamente rigida, e la ruota posteriore costantemente bloccata.
Saliamo a Porta Vescovo. Il mucchio di bici in funivia è davvero impressionante. La gente le guarda, qualcuno ammirato, qualcuno curioso, molti, assai tradizionalisti sono davvero scocciati. I bambini sono incuriositi dalle forme e dalle forcelle e dalle sospensioni.
Alluscita della funivia la Marmolada si presenta in tutta la sua bellezza. Si distinguono benissimo i crepacci del ghiacciaio. Le foto si sprecano. Il ghiacciaio ormai è una piccola distesa di una sostanza sporca e impolverata. Quando sono salito in vetta qualche anno fa, era tuttaltra cosa.
Dopo un paio di tornanti su strada ripida e bianca imbocchiamo un sentiero che ci porterà fin sotto il passo Pordoi. Il trail adesso è abbastanza tecnico e mi diverto davvero a passare tutte le piccole difficoltà che via via si presentano. Il ragazzino tedesco (ha 10 anni e due anni fa è stato campione tedesco di BMX)salta come un grillo da un sasso allaltro. Fisico e grinta non gli mancano. Man mano che i km passano tutto il gruppo prende confidenza e si va sempre meglio.
Arrivati alla strada per il passo, la attraversiamo e ci buttiamo in un volatone su prato che ci porta a grande velocità al sottostante impianto di risalita.
Per risparmiare la batteria della GOPRO, la spengo durante la salita in seggiovia. Allarrivo combino un bel pasticcio. La riaccendo e non mi accorgo di averla accesa. Pasticcio con i tasti, e passando davanti al monumento a Coppi iniziamo la discesa.
La GOPRO è venuta programmata per foto a ripetizione ..mah
La discesa verso Canazei è molto lunga e varia. Si alternano strade bianche e ghiaiate a sentieri ripidi in terra sassi e radici. A metà strada ci fermiamo per pausa pranzo. Siamo in escursione, non in gara e giustamente la pausa pranzo va a riempire gli stomaci vuoti da una colazione ormai lontana.
Una buona porzione di Canederli al burro fuso, una birra fresca, e un buon caffè risistemano le energie .
Il sole è caldo e quasi fastidioso. Quando riprendiamo la discesa godo laria fresca del bosco.
Su una strada bianca ampia e ghiaiata il piccolo tedesco mi passa e scende a manetta.
Continua a bloccare la ruota posteriore per rallentare. La bici sbanda sempre in modo scomposto.
Sbanda una volta sbanda due . alla terza la bici parte di posteriore mandando a terra il bambinetto .
E finalmente il bambinetto torna ad essere bambino e piange disperato come tutti i bambini!
Meno male, è umano anche lui!
I genitori, ma anche tutti noi, lo consolano e lo fasciano .
E veramente spelato sulla coscia e nel sedere
Riprendiamo scendendo con maggiore prudenza; specialmente i tedeschi vanno più cauti. Il bimbo ha preso paura e scende mal volentieri.
I colori e i fiori di Canazei ci accolgono in un paese quasi deserto e assolato.
La salita con la funivia a Col Rodella ci permette di recuperare energie e ammirare il panorama circostante.
Il Sasso Lungo, il Sasso Piatto da una parte, il gruppo del Sella dallaltra danno stupende sensazioni a tutti.
Le foto si sprecano.
A pranzo mi sono accorto che la mia GOPRO dava sul display un preoccupante 999 . Non sapevo cosa fare, e pensando fosse esaurita la memoria lho spenta e messa nello zaino. Sono arrabbiatissimo. La giornata stupenda meritava la realizzazione di un bel filmato invece niente
Decisamente dovrò tornare unaltra volta che sacrificio!!!
La guida ci dice che non percorreremo la Città dei Sassi, ma scenderemo a Selva per simpatici trail successivi.
Bene!
Ben sgranati percorriamo profondi solchi lungo il prato fino al passo Sella, poi sempre per sentieri scendiamo a Selva.
Il gruppo scende sempre più compatto e il divertimento aumenta per tutti.
La guida si è rilassata, e anche il piccolo tedesco si sta riprendendo e ricomincia a saltare di sasso in sasso.
Insiste sempre col blocco della ruota dietro ma lo fa anche la mamma, sua allenatrice quindi
Ora ci attende lultima salita in ovovia fino al passo Gardena.
Una ripida salita ci porta agli impianti. Il caldo è veramente importante e si suda violentemente.
Su al passo unarietta frizzante ci accoglie simpatica e ci ristora.
Il colpo docchio è una favola.
Il gruppo dei Cir, il Pisciadù, con la ferrata Tridentina, la in fondo i Conturines, il Sasso della Croce, il Lavarella, e sullo sfondo il Lagazuoi, e lo scenario della guerra bianca del 15-18 il sasso di Stria . La discesa dal Gardena la conosco bene, lho fatta ieri con Flora vado tranquillamente tranquillo.
Anche i compagni se la sbrogliano bene nelle strette curve e fra i sassi allo sbocco della Val Setus.
Il ragazzino si è ripreso bene e, come tutti i bambini tende ad esagerare.
E comunque sorprendente la forza del bambino. Teniamo conto che ha una bici leggera e completamente rigida. Sui sassi, lui . semplicemente salta, come un trial .
Lo sento che mi viene dietro veloce.
Quando arrivo al parcheggio che da accesso alla val Setus salgo veloce sullargine che lo delimita freno e giro . Il frugoletto che mi segue arriva veloce, velocissimo, troppo mi giro e vedo la bici che vola nel ghiaione, e lui, che fortunatamente è riuscito a scendere in tempo, che la rincorre.
Non so cosa gli abbiano detto i genitori, ma secondo me, dal tono, gliene hanno detto due e forse anche tre.
Anche la guida scuote la testa.
Ci attende ora un pezzo tecnico con curve molto strette in discesa ripida. Mi diverto anche a fare qualche taglio sul ripido.
La truppa scende ormai tranquilla nel bosco mentre l ombra del torrione della ferrata Tridentina, toglie il sole a questa parte della valle.
Le cascate del Pisciadù vanno spopolandosi e si riappropriano del silenzio che gli appartiene. Il solo rumore dellacqua riempie la valle. Il rumore delle nostre ruote prova, senza successo a rompere lincantesimo.
Ora scendiamo veloci verso Corvara.
Allaltezza del campeggio di Colfosco la compagnia si scioglie. Saluti, saluti, e salutoni.
Torno verso La Villa in compagnia di Peter, la guida. Scendiamo chiacchierando. E un ragazzo veramente simpatico. Ai saluti ci scambiamo indirizzi e info.
Ora non mi rimane che tornare al campeggio pedalando.
Rispetto allaltra volta sono molto meno stanco e pedalo tranquillo ma energico.
Grazie allallenamento fatto con i soci del sabato mattino ho molta più energia.
La salita verso S.Cassiano è costante e a volte abbastanza dura .
Ma la felicità è davvero tanta
Gran bel giro in giostra ..
Gran bella giostra
Archiviati, ma non dimenticati. Sono già finiti in quello stupendo luogo della memoria dove tutto viene indorato e abbellito dalla fantasia.
E bello, nei momenti di pausa, fermarsi a ripensare ai nostri passi sui sentieri, ai panorami incredibili, ai fiori, ai cieli azzurri, ai profili aguzzi delle montagne. La mente corre veloce come correvano veloci le ruote grasse della mia mtb lungo i sentieri dolomitici.
Quanti bei giri in giostra abbiamo fatto questanno . Già i giri in giostra.
Il termine giro in giostra è stato definito con precisione dal mio amico Gigi durante una stupenda escursione sui monti attorno a Fanano. Eravamo in pausa panino e guardandoci attorno ammirando il paesaggio, Gigi ha definito con precisione il giro in giostra indicandomi il comprensorio di Sestola.
Mi ha descritto la sua bellezza e la sua pericolosità.
Me lo aveva detto, mi aveva avvertito
Da assuefazione!
Sapevo benissimo come sarebbe andata a finire, e, nonostante professioni di purezza e integrità morale, sono caduto, e ho cominciato a girare in giostra
Ho molte attenuanti dalla mia.
Avevamo acquistato il munta in pass (mountain pass) che costava caro e voleva ammortizzato
A mia moglie piace la mtb, ma con poco allenamento, dopo poche centinaia di mt di dislivello in salita finisce la benzina, e allora . e allora
Allora sbagliare e peccare è un attimo.
Ho peccato.
Anzi, abbiamo peccato, e abbiamo peccato più volte con grande piacere.
Preso il vizio non si smette più!
Ebbene si, abbiamo preso e ripreso gli impianti di risalita più e più volte.
Abbiamo girato su e giù dai Pralongià, avanti e indietro per la Val Badia, fino a Campolongo, poi al passo Gardena, e di volata fino al Sasso della Croce. E i su e giù dal bike park Gardenacia?
Ci siamo divertiti davvero.
Poca fatica in salita e tante belle e lunghe discese.
Le ruote scivolavano e saltavano su e giù per i sassi e le radici dei sentieri.
Che meraviglia, scoprirsi con le braccia indolenzite a fine giornata dopo 2500 3000 metri di discese.
Poi mi sono regalato il grande giro in giostra
Alla fine di una giornata di riposo con gita a Brunico e gelato in latteria, siamo finiti in uno splendido negozio di biciclette e relativi articoli allegati in quel di La Villa. In esposizione cerano degli splendidi completi da donna.
Non ho potuto non regalarne uno alla mia signora.
Era talmente felice che non ho potuto non buttare la proposta indecente: Il Sellaronda con guida e impianti, il grande giro in giostra.
Flora ha accettato di buon grado di restare da sola per tutta la giornata e sono partito
Sono partito di buon mattino, con laria fresca che sferzava le mie scoperte gambette pedalanti e.
La lunga discesa da S.Cassiano a La Villa fila via a gran velocità, facendomi arrivare intirizzito allappuntamento con la guida e col resto della truppa iscritta al giro in giostra.
A dire il vero sono guida anchio, ma sto coperto e non mi manifesto, almeno non subito.
Il sole sorge veloce da dietro i Conturines.
La temperatura sale velocemente e approfitto del giro di presentazione per spogliarmi del superfluo.
Osservo da sotto gli occhiali i partecipanti alla escursioni. Un paio di componenti mi sembrano bikers improvvisati, da una parte una famiglia di tedeschi molto Fit..
Portano in escursione anche un bambinetto di una decina di anni.
Speriamo bene.
La guida è un Ladino biondo molto simpatico e vivace.
Sto sulle mie e osservo. Un po di competizione cè sempre anche in una escursione gioiosa come questa. Non voglio fare figure da pistola!
La mattina presto su a Piz la Ila il panorama è stupendo. Il cielo terso e di un azzurro incredibile porge ai nostri occhi la Marmolada lì proprio lì, sembrava di toccarla. Una meraviglia. La visione a 360° sulle dolomiti riempie gli occhi e fa gioire lo spirito, riempie muscoli e polmoni.
Si va verso il rif Pralongià, e si cominciano a definire le forze in campo.
Davanti con la guida la famiglia tedesca. Il ragazzino sta attaccato alla ruota della guida, mamma e papà appena dietro. Nelle salite tira come un matto. La mamma tende a rimanere un po indietro, ma non molla.
Gli altri faticano non poco, io rimango coperto, con qualche problema al cambio prontamente risolto.
Uno stupendo trail discretamente semplice, ma veramente bello per lambiente stupendo in cui si pedala, ci porta al passo di Campolongo.
Si scende ora ad Arabba.
Il sentiero che inizialmente corre a fianco della strada, è ripido e con ghiaia grossa e smossa. Le ruote tendono ad andare veloci e viaggiano sui sassi che rendono difficoltoso il controllo del mezzo. Bisogna prestare attenzione. Le mie ruote larghe e il perno passante stabilizzano per bene il mezzo che viaggia sicuro e veloce. Mi diverto davvero.
La mia Merida corre senza problemi con le ampie escursione della forcella e della sospensione.
Dietro di me vien giù come un sasso il bambinetto con una bici completamente rigida, e la ruota posteriore costantemente bloccata.
Saliamo a Porta Vescovo. Il mucchio di bici in funivia è davvero impressionante. La gente le guarda, qualcuno ammirato, qualcuno curioso, molti, assai tradizionalisti sono davvero scocciati. I bambini sono incuriositi dalle forme e dalle forcelle e dalle sospensioni.
Alluscita della funivia la Marmolada si presenta in tutta la sua bellezza. Si distinguono benissimo i crepacci del ghiacciaio. Le foto si sprecano. Il ghiacciaio ormai è una piccola distesa di una sostanza sporca e impolverata. Quando sono salito in vetta qualche anno fa, era tuttaltra cosa.
Dopo un paio di tornanti su strada ripida e bianca imbocchiamo un sentiero che ci porterà fin sotto il passo Pordoi. Il trail adesso è abbastanza tecnico e mi diverto davvero a passare tutte le piccole difficoltà che via via si presentano. Il ragazzino tedesco (ha 10 anni e due anni fa è stato campione tedesco di BMX)salta come un grillo da un sasso allaltro. Fisico e grinta non gli mancano. Man mano che i km passano tutto il gruppo prende confidenza e si va sempre meglio.
Arrivati alla strada per il passo, la attraversiamo e ci buttiamo in un volatone su prato che ci porta a grande velocità al sottostante impianto di risalita.
Per risparmiare la batteria della GOPRO, la spengo durante la salita in seggiovia. Allarrivo combino un bel pasticcio. La riaccendo e non mi accorgo di averla accesa. Pasticcio con i tasti, e passando davanti al monumento a Coppi iniziamo la discesa.
La GOPRO è venuta programmata per foto a ripetizione ..mah
La discesa verso Canazei è molto lunga e varia. Si alternano strade bianche e ghiaiate a sentieri ripidi in terra sassi e radici. A metà strada ci fermiamo per pausa pranzo. Siamo in escursione, non in gara e giustamente la pausa pranzo va a riempire gli stomaci vuoti da una colazione ormai lontana.
Una buona porzione di Canederli al burro fuso, una birra fresca, e un buon caffè risistemano le energie .
Il sole è caldo e quasi fastidioso. Quando riprendiamo la discesa godo laria fresca del bosco.
Su una strada bianca ampia e ghiaiata il piccolo tedesco mi passa e scende a manetta.
Continua a bloccare la ruota posteriore per rallentare. La bici sbanda sempre in modo scomposto.
Sbanda una volta sbanda due . alla terza la bici parte di posteriore mandando a terra il bambinetto .
E finalmente il bambinetto torna ad essere bambino e piange disperato come tutti i bambini!
Meno male, è umano anche lui!
I genitori, ma anche tutti noi, lo consolano e lo fasciano .
E veramente spelato sulla coscia e nel sedere
Riprendiamo scendendo con maggiore prudenza; specialmente i tedeschi vanno più cauti. Il bimbo ha preso paura e scende mal volentieri.
I colori e i fiori di Canazei ci accolgono in un paese quasi deserto e assolato.
La salita con la funivia a Col Rodella ci permette di recuperare energie e ammirare il panorama circostante.
Il Sasso Lungo, il Sasso Piatto da una parte, il gruppo del Sella dallaltra danno stupende sensazioni a tutti.
Le foto si sprecano.
A pranzo mi sono accorto che la mia GOPRO dava sul display un preoccupante 999 . Non sapevo cosa fare, e pensando fosse esaurita la memoria lho spenta e messa nello zaino. Sono arrabbiatissimo. La giornata stupenda meritava la realizzazione di un bel filmato invece niente
Decisamente dovrò tornare unaltra volta che sacrificio!!!
La guida ci dice che non percorreremo la Città dei Sassi, ma scenderemo a Selva per simpatici trail successivi.
Bene!
Ben sgranati percorriamo profondi solchi lungo il prato fino al passo Sella, poi sempre per sentieri scendiamo a Selva.
Il gruppo scende sempre più compatto e il divertimento aumenta per tutti.
La guida si è rilassata, e anche il piccolo tedesco si sta riprendendo e ricomincia a saltare di sasso in sasso.
Insiste sempre col blocco della ruota dietro ma lo fa anche la mamma, sua allenatrice quindi
Ora ci attende lultima salita in ovovia fino al passo Gardena.
Una ripida salita ci porta agli impianti. Il caldo è veramente importante e si suda violentemente.
Su al passo unarietta frizzante ci accoglie simpatica e ci ristora.
Il colpo docchio è una favola.
Il gruppo dei Cir, il Pisciadù, con la ferrata Tridentina, la in fondo i Conturines, il Sasso della Croce, il Lavarella, e sullo sfondo il Lagazuoi, e lo scenario della guerra bianca del 15-18 il sasso di Stria . La discesa dal Gardena la conosco bene, lho fatta ieri con Flora vado tranquillamente tranquillo.
Anche i compagni se la sbrogliano bene nelle strette curve e fra i sassi allo sbocco della Val Setus.
Il ragazzino si è ripreso bene e, come tutti i bambini tende ad esagerare.
E comunque sorprendente la forza del bambino. Teniamo conto che ha una bici leggera e completamente rigida. Sui sassi, lui . semplicemente salta, come un trial .
Lo sento che mi viene dietro veloce.
Quando arrivo al parcheggio che da accesso alla val Setus salgo veloce sullargine che lo delimita freno e giro . Il frugoletto che mi segue arriva veloce, velocissimo, troppo mi giro e vedo la bici che vola nel ghiaione, e lui, che fortunatamente è riuscito a scendere in tempo, che la rincorre.
Non so cosa gli abbiano detto i genitori, ma secondo me, dal tono, gliene hanno detto due e forse anche tre.
Anche la guida scuote la testa.
Ci attende ora un pezzo tecnico con curve molto strette in discesa ripida. Mi diverto anche a fare qualche taglio sul ripido.
La truppa scende ormai tranquilla nel bosco mentre l ombra del torrione della ferrata Tridentina, toglie il sole a questa parte della valle.
Le cascate del Pisciadù vanno spopolandosi e si riappropriano del silenzio che gli appartiene. Il solo rumore dellacqua riempie la valle. Il rumore delle nostre ruote prova, senza successo a rompere lincantesimo.
Ora scendiamo veloci verso Corvara.
Allaltezza del campeggio di Colfosco la compagnia si scioglie. Saluti, saluti, e salutoni.
Torno verso La Villa in compagnia di Peter, la guida. Scendiamo chiacchierando. E un ragazzo veramente simpatico. Ai saluti ci scambiamo indirizzi e info.
Ora non mi rimane che tornare al campeggio pedalando.
Rispetto allaltra volta sono molto meno stanco e pedalo tranquillo ma energico.
Grazie allallenamento fatto con i soci del sabato mattino ho molta più energia.
La salita verso S.Cassiano è costante e a volte abbastanza dura .
Ma la felicità è davvero tanta
Gran bel giro in giostra ..
Gran bella giostra