Generalmente in queste pagine si parla di tracciati tecnicamente difficoltosi e di abili ed allenati ciclisti che riescono a compiere imprese ardue e che probabilmente si annoieranno un po a leggere quello che sto scrivendo.
Vorrei infatti parlare dei bikers di domani, i nostri bambini per i quali anche un sasso un po più grosso diventa un ostacolo insormontabile e di chi, sacrificando uscite più impegnative e sicuramente esaltanti, si deve occupare di far crescere la loro passione e il loro entusiasmo per le due ruote, sperando così in un futuro con meno auto e più biciclette, più pulito e a misura duomo. E infine, se ci riesco, descrivere dove è possibile pedalare in sicurezza con i nostri piccoli.
Un assaggio di questo mondo ideale lho trovato durante la mia ultima vacanza in Trentino, regione che frequento da anni, però sempre in inverno e con gli sci ai piedi.
Questanno con il piccolo Andrea ormai "cresciuto" (5 anni!) ed in piena sbornia da bicicletta e mia moglie travolta dallonda ecologista, ho finalmente trovato terreno fertile per organizzare una vacanza con le biciclette.
Per loccasione, essendo lui abbastanza alto, abbiamo preso una bici con ruote da 20 e cambio a 6 rapporti che ha imparato in modo sorprendentemente veloce a gestire.
Si parte il 1° settembre con tutta la baracca verso Predazzo, in val di Fiemme, dove si snoda la bellissima ciclabile che entra in Val di Fassa, un tracciato perfettamente asfaltato che parte da Castello di Fiemme, fino a Canazei (da Pera di Fassa è sterrato) attraverso prati verdissimi e Masi di montagna che contribuiscono alla cura e bellezza del paesaggio.
Qui mi corre l'obbligo di complimentarmi con gli amministratori locali che con la loro lungimiranza e saggezza hanno evitato lo spopolamento della montagna, come purtroppo accaduto in altre zone ed hanno creato e valorizzato una serie di attrattive in grado di portare turismo e benessere nella regione.
Oggi si va verso Cavalese (la strada è in leggera discesa) fino alla cabinovia del Cermis dove è possibile salire con le bici al seguito e scendere per un tracciato DH o per un sentiero un po più umano. Il ritorno verso Predazzo è naturalmente sempre in bici, incontrando solo mucche, capre, scoiattoli e... ciclisti!
Da sottolineare, se ce ne fosse bisogno, che nel centro di Predazzo la strada principale è in estate chiusa per metà ed è una pista ciclabile!
Il giorno dopo si parte verso la Val di Fassa in direzione Moena. In questo caso il percorso è in leggera salita fino ad arrivare nel grazioso paesino, poi cè una salita più impegnativa e decidiamo di tornare indietro dopo un buon pranzetto nel centro.
Da segnalare che esiste un servizio di bici-bus che percorre tutta la ciclabile in estate. Così decidiamo di usufruirne per raggiungere Alba di Canazei, dove la ciclabile inizia (o finisce). Da qui ci aspettano circa 30 km quasi tutti in lieve discesa a parte un tratto impegnativo nel bosco dopo Canazei, ma che Andrea supera alla grande. Anche in questo tratto è bello vedere quanti ciclisti si trovano, sopratutto famiglie con bambini.
Oggi ci spostiamo nella Val Venegia, dove, dal centro visite si snoda un bellissimo sentiero nel bosco che porta, in leggera salita fino a Malga Venegia.
In realtà per Andrea non è impresa facile e devo spronarlo (e spingerlo) per alcuni tratti, ma alla fine arriviamo pedalando alla Malga, dove le nostre fatiche vengono ripagate da un ottimo pranzo e dal meraviglioso panorama delle Pale di S.Martino.
Decidiamo di cambiare zona per esplorare in bici altre zone recandoci nelle Dolomiti Bellunesi (e qui mi perdonerete il veloce sconfinamento) facendo base a Cortina. Anche in questa valle è presente una ciclabile che ripercorre lantico tracciato della ferrovia ormai dismessa molti anni or sono che fortunatamente è stata sapientemente recuperata.
Ci rechiamo verso il Lago di Misurina dove poco prima inizia un sentiero nel bosco fino ad arrivare, dopo qualche difficoltà, allo splendido scenario del lago. Anche in questo caso Andrea se la cava alla grande.
Il giorno dopo raggiungiamo le inquietanti tre cime di Lavaredo.
Si sale fino al parcheggio con lauto, poi, scaricate le bici partiamo sul sentiero che dal rifugio Auronzo arriva fino al rifugio Lavaredo.
Il tracciato in se non è difficoltoso, quello che mi spaventava è la scarpata sul fianco della montagna, ma anche in questo caso Andrea si comporta egregiamente ed arrivato al rifugio riceve i complimenti di un gruppo di bikers tedeschi che lo battezzano Strong Boy.
Quando capisce che vuol dire, la sua autostima è alle stelle, il tempo è bello... meglio di così non potrebbe andare.
Rientriamo in Trentino e scendiamo a Torbole sul Garda. Se in Val di Fiemme Fassa avevamo incontrato molti ciclisti, qui rimango letteralmente stupito dalla quantità di due ruote che vedo passare; probabilmente ci sono più bici che auto, la maggior parte sono Tedeschi, in albergo siamo gli unici Italiani e prima di trovare posto dobbiamo girare diversi hotel che risultano tutti pieni!
Da Torbole prendiamo la bellissima e affollata (nonostante sia il 12 settembre) pista ciclabile che porta fino a Riva del Garda, delizioso centro storico che sorge in questo incantevole angolo di lago.
Sulla pista tanti ciclisti colorati, bambini anche piccoli dentro ai loro carrettini trainati dal babbo, guardano felici il bellissimo panorama che li circonda, qualcuno invece se la dorme tranquillo; qui non ci sono rischi.
Da Riva del Garda un altro tratto porta ad Arco ed altri tratti sono in costruzione; evidentemente hanno capito (almeno qui) che le piste ciclabili portano ciclisti (tanti) e che i ciclisti portano quattrini: tra Riva e Torbole ho contato una decina di negozi di bici che offrono vari servizi, dal noleggio al bici-taxi (o come si chiama) fino alle guide che ti accompagnano per i numerosi sentieri che si snodano nei boschi circostanti.
Mentre torniamo verso Trento già ci prende una certa nostalgia, però accanto ci sfrecciano molti bikers sullimmancabile pista e così almeno so già dove mi dirigerò per le prossime ferie con la famiglia. E naturalmente le bici!
Vorrei infatti parlare dei bikers di domani, i nostri bambini per i quali anche un sasso un po più grosso diventa un ostacolo insormontabile e di chi, sacrificando uscite più impegnative e sicuramente esaltanti, si deve occupare di far crescere la loro passione e il loro entusiasmo per le due ruote, sperando così in un futuro con meno auto e più biciclette, più pulito e a misura duomo. E infine, se ci riesco, descrivere dove è possibile pedalare in sicurezza con i nostri piccoli.
Un assaggio di questo mondo ideale lho trovato durante la mia ultima vacanza in Trentino, regione che frequento da anni, però sempre in inverno e con gli sci ai piedi.
Questanno con il piccolo Andrea ormai "cresciuto" (5 anni!) ed in piena sbornia da bicicletta e mia moglie travolta dallonda ecologista, ho finalmente trovato terreno fertile per organizzare una vacanza con le biciclette.
Per loccasione, essendo lui abbastanza alto, abbiamo preso una bici con ruote da 20 e cambio a 6 rapporti che ha imparato in modo sorprendentemente veloce a gestire.
Si parte il 1° settembre con tutta la baracca verso Predazzo, in val di Fiemme, dove si snoda la bellissima ciclabile che entra in Val di Fassa, un tracciato perfettamente asfaltato che parte da Castello di Fiemme, fino a Canazei (da Pera di Fassa è sterrato) attraverso prati verdissimi e Masi di montagna che contribuiscono alla cura e bellezza del paesaggio.
Qui mi corre l'obbligo di complimentarmi con gli amministratori locali che con la loro lungimiranza e saggezza hanno evitato lo spopolamento della montagna, come purtroppo accaduto in altre zone ed hanno creato e valorizzato una serie di attrattive in grado di portare turismo e benessere nella regione.
Oggi si va verso Cavalese (la strada è in leggera discesa) fino alla cabinovia del Cermis dove è possibile salire con le bici al seguito e scendere per un tracciato DH o per un sentiero un po più umano. Il ritorno verso Predazzo è naturalmente sempre in bici, incontrando solo mucche, capre, scoiattoli e... ciclisti!
Da sottolineare, se ce ne fosse bisogno, che nel centro di Predazzo la strada principale è in estate chiusa per metà ed è una pista ciclabile!
Il giorno dopo si parte verso la Val di Fassa in direzione Moena. In questo caso il percorso è in leggera salita fino ad arrivare nel grazioso paesino, poi cè una salita più impegnativa e decidiamo di tornare indietro dopo un buon pranzetto nel centro.
Da segnalare che esiste un servizio di bici-bus che percorre tutta la ciclabile in estate. Così decidiamo di usufruirne per raggiungere Alba di Canazei, dove la ciclabile inizia (o finisce). Da qui ci aspettano circa 30 km quasi tutti in lieve discesa a parte un tratto impegnativo nel bosco dopo Canazei, ma che Andrea supera alla grande. Anche in questo tratto è bello vedere quanti ciclisti si trovano, sopratutto famiglie con bambini.
Oggi ci spostiamo nella Val Venegia, dove, dal centro visite si snoda un bellissimo sentiero nel bosco che porta, in leggera salita fino a Malga Venegia.
In realtà per Andrea non è impresa facile e devo spronarlo (e spingerlo) per alcuni tratti, ma alla fine arriviamo pedalando alla Malga, dove le nostre fatiche vengono ripagate da un ottimo pranzo e dal meraviglioso panorama delle Pale di S.Martino.
Decidiamo di cambiare zona per esplorare in bici altre zone recandoci nelle Dolomiti Bellunesi (e qui mi perdonerete il veloce sconfinamento) facendo base a Cortina. Anche in questa valle è presente una ciclabile che ripercorre lantico tracciato della ferrovia ormai dismessa molti anni or sono che fortunatamente è stata sapientemente recuperata.
Ci rechiamo verso il Lago di Misurina dove poco prima inizia un sentiero nel bosco fino ad arrivare, dopo qualche difficoltà, allo splendido scenario del lago. Anche in questo caso Andrea se la cava alla grande.
Il giorno dopo raggiungiamo le inquietanti tre cime di Lavaredo.
Si sale fino al parcheggio con lauto, poi, scaricate le bici partiamo sul sentiero che dal rifugio Auronzo arriva fino al rifugio Lavaredo.
Il tracciato in se non è difficoltoso, quello che mi spaventava è la scarpata sul fianco della montagna, ma anche in questo caso Andrea si comporta egregiamente ed arrivato al rifugio riceve i complimenti di un gruppo di bikers tedeschi che lo battezzano Strong Boy.
Quando capisce che vuol dire, la sua autostima è alle stelle, il tempo è bello... meglio di così non potrebbe andare.
Rientriamo in Trentino e scendiamo a Torbole sul Garda. Se in Val di Fiemme Fassa avevamo incontrato molti ciclisti, qui rimango letteralmente stupito dalla quantità di due ruote che vedo passare; probabilmente ci sono più bici che auto, la maggior parte sono Tedeschi, in albergo siamo gli unici Italiani e prima di trovare posto dobbiamo girare diversi hotel che risultano tutti pieni!
Da Torbole prendiamo la bellissima e affollata (nonostante sia il 12 settembre) pista ciclabile che porta fino a Riva del Garda, delizioso centro storico che sorge in questo incantevole angolo di lago.
Sulla pista tanti ciclisti colorati, bambini anche piccoli dentro ai loro carrettini trainati dal babbo, guardano felici il bellissimo panorama che li circonda, qualcuno invece se la dorme tranquillo; qui non ci sono rischi.
Da Riva del Garda un altro tratto porta ad Arco ed altri tratti sono in costruzione; evidentemente hanno capito (almeno qui) che le piste ciclabili portano ciclisti (tanti) e che i ciclisti portano quattrini: tra Riva e Torbole ho contato una decina di negozi di bici che offrono vari servizi, dal noleggio al bici-taxi (o come si chiama) fino alle guide che ti accompagnano per i numerosi sentieri che si snodano nei boschi circostanti.
Mentre torniamo verso Trento già ci prende una certa nostalgia, però accanto ci sfrecciano molti bikers sullimmancabile pista e così almeno so già dove mi dirigerò per le prossime ferie con la famiglia. E naturalmente le bici!