Tre Giorni Tre Valli

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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Tre Giorni..Tre Valli (Alto Adige, 9 – 11 luglio 2010)

Dopo lungo cogitare e preparazione accurata, questa estate il binomio “Demone” e “Luis” ha diretto le proprie bike alla volta dell’AltoAdige per tentare una impresa da tempo nel cassetto: valicare i tre passi che immettono nelle Valli di Funes, Badia e Gardena in tre giorni, facendo ricorso alla sola attrezzatura, ricambi e vestiario, caricata negli zaini.
Tre giorni zaino in spalla con pernotto nei rifugi in quota, per coprire 85 km di distanza e 4400 metri di dislivello.
Le dritte di “NonnoCarb” e di Renzo “il Capitano” dei Gumasiani saranno fondamentali per tracciare sulla carta un giro duro e tecnico ma garanzia di panorami incomparabili (grazie ragazzi !). Così è andata…..

Giorno 1
L’ appuntamento con la squadra che affronterà questa Trail Adventure 2010 è alle 15:30 a Santa Magdalena in Val Badia (circa 1200 mslm), sulla piazzetta del paesino, in realtà poche case lungo un torrente trasparente sotto la catena delle Odle.

Presenti all’appello:
Francesco “Demone”, Luisiana “Luis”, Valerio “CubeSting” altrimenti detto OMO, Giulia “Manzanilla”, Renato “Salitomane” e Paolo “Guerriero” di SpeedySport.
L’atmosfera è allegra e tra lazzi e frizzi, montaggi e merende, parcheggi e gonfiaggi, la squadra è quasi pronta alle 17 ! L’inconveniente dell’ultimo minuto (una pasticca sbriciolata e una foratura in partenza di Renato) mettono il gruppo in movimento alle ore 18 !!
Qualche perplessità (tenuta nascosta) da parte del “Demone”: ci aspettano sulla carta 14 km e 800 mt di dislivello..ce la faremo ? Siamo tutti in un buono stato di forma e dunque ci si dice che siamo sicuramente in tempo, ci aspettano infatti al Rifugio Gampen per la cena.



La salita inizia subito ripida, una bella forestale tra le conifere a fianco del torrente. Unica nota (incredibile) negativa, nugoli di mosche che ci aleggiavano intorno e che scopriremo esserci affezionate per tutti e tre i giorni. Comunque scherziamo e ridiamo, anche quando lo zaino di Renato (?!) si schianta a terra per rottura di uno spallaccio. Sistemata la rottura con un cordino di fortuna ci avviciniamo alla prima deviazione del percorso, la salita al Rifugio Odle sui prati di Casnago.


Le ultime lunghe rampe obbligano a dei tratti a piedi per la pendenza prossima al 25 per cento ma arrivati in cima lo spettacolo è magnifico: siamo ad un passo dalle grigie vette, possiamo quasi toccarne i ghiaioni ed i nevai alla base ed i colori in questo fine pomeriggio di luglio sono incredibili.







Ai 2000 mt del Rifugio scattano le foto di rito, le WeissBier di rito (l’OMO si fa un the!) e poi avanti sul famoso sentiero 35 detto anche “Sentiero delle Odle”.
Scopriamo che il sentiero è un single molto tecnico con tornantini e salti continui dentro e fuori il bosco ai margini dei ghiaioni. Che meraviglia !
Il “Guerriero” con la sua Mojo fa i numeri, il “Demone” con la nuova Trance X cerca i limiti della nuova fork da 150 mentre dietro (a volte davanti..!) la “Luis” con la fida Viper fa i miracoli di equilibrismo con i soli suoi 100 mm d’escursione.






Appena a ridosso l’OMO con la sua nuova Cube Sting, su cui sta prendendo confidenza, e Giulia e Renato un po’ penalizzati dalle loro piccole front.
Il sentiero è lungo e stanca parecchio le braccia, la discesa è faticosa e richiede tempo e concentrazione. Ci ricompattiamo dunque sulla forestale alle ore 20,30 !
Azz….che ritardo ! non c’è campo e non possiamo avvisare il Rifugio, siamo peraltro discesi a quota 1790 mt e dobbiamo arrivare a quota 2050…
Mmmmh, il sole è già sceso ma abbiamo ancora un po’ di luce: per fortuna i 6 km che ci separano dalla malga sono solo ripidi ma di sterrata liscia e dunque alle ore 21,30 (fuori tempo massimo) arriviamo a Gampen Alm sgommando e vociando, lasciando di sale Peter, il proprietario del Rifugio che già ci dava per dispersi. Alle spalle ci lasciamo 14 km e 1005 mt di dislivello !
Assegnazione delle camere (una sola in realtà per sei), doccia veloce (fredda), roba messa ad asciugare nel corridoio della camerata…..
Siamo alloggiati in realtà nel piano sopra del fienile e dunque non distinguiamo più gli odori umani dagli aromi della natura..va bene così !


Tutti a cena serviti da Miss Speck 2009 (è vero lo giuro): pasta con sugo allo speck, knoedel, bistecche e patate, insalata, dolci, tutto innaffiato da Weiss (ma và) e vino rosso SantaMagdalena. Buona cena, grappa al pino mugo finale e poi a letto, distrutti ma felici di questo inizio di vacanza !





La notte in realtà la passiamo a ridere e scherzare, dormiamo veramente poco vuoi per gli inevitabili rumori che il dormire in sei comporta, vuoi per l’OMO che fa avanti ed indietro dalla stanza per gestire lo smaltimento della cena (con beata incoscienza abbiamo assistito ad un quasi totale processo di sublimazione..). Oltretutto L’OMO cerca rimedio ad un ipotetico, presunto, probabile, futuro mal di testa cercando chi potesse avere un’aspirina cautelativa: cominciamo a sospettare che abbia anche un amico immaginario e dunque lo cazziamo pesantemente !
Buona notte, o quasi.




Giorno 2
Sveglia alle 7, ci si lava con l’acqua fredda e quel che rimane del sapone, ci infiliamo i completini del giorno prima (argh!) fortunatamente asciutti e poi dopo robusta colazione approntiamo i nostri mezzi: Renato dal suo zaino di Mary Poppins tira fuori uno scopettino e pulisce a tutti il pacco pignoni. Geniale come Eta Beta !







Salutiamo Peter e Miss Speck e saliamo in sella nei 15 gradi del mattino per aggredire le micidiali rampe che ci porteranno a quota 2300 del Rifugio Genova. A freddo 2 km e 250 mt di dislivello, ci volevano proprio.
Da quassù comunque il panorama spazia verso la val Gardena, siamo alti e ci gustiamo il dedalo di sentieri che segna le montagne intorno a noi.
Via allora in gran discesa, tratti tecnici e toboga lisci si alternano per portarci prima a Passo Poma e a Passo Goma poi.








Qui diverse tracce si intersecano e quella definita a tavolino sembra la più ostica (anche perché suggeritami da “Carb” notoriamente un uomo che osa..), dunque con un rapido cambio di rotta e breve consultazione con OMO e “Guerriero” si decide di prendere la via che sembra più facile.







Così non è, questa in realtà è un single trak a mezza costa sulla montagna, largo 60 cm circa e in alcuni tratti veramente esposto, tanto da consigliare di scendere di sella (ci consoliamo ipotizzando che il pezzo di “Carb” lo avremmo fatto in corda doppia..). L’adrenalina è tanta, i mezzi si comportano bene ed anche i frontisti hanno rotto gli indugi e scendono velocemente.





Tante frane interrompono però il sentiero e ci mettono un po’ sul chi va la, ma tutto finisce bene e dopo due ore di guida tecnica ed impegnativa sbuchiamo sulla forestale che ci porta di volata a S.Martino in Badia a quota 1100 mt.

Qui ci lascia Giulia che l’indomani parteciperà alla Dolomiti SB e dunque rientra al suo albergo a Bressanone (da sola, un po’ pedalando, un po’ in autobus, troppo forte ‘sta ragazza !).
La compagine dopo essersi rifocillata, si rimette in marcia sul versante opposto della montagna: ore 12, un caldo boia e la sterrata che doveva condurci verso i 2000 mt dell’ “Armentara” è stata bitumata probabilmente due ore prima, ed è nera, puzzolente e calda.
Saliamo con passo lento, sappiamo che ci aspetta ancora tanto dislivello, e il caldo ci appanna la voglia di scherzare. Arrivati nella frazione di Costa torniamo su sterrato ed a Campei troviamo una fonte freschissima: ora si ragiona !
Rinvigoriti nello spirito e nell’equilibrio idrosalino, attacchiamo l’antipatica rampa che ci porterà a Tolpeit: qui svalichiamo su una valletta che sembra una cartolina, un paesino con un lungo campanile, sentieri e malghe disseminate sui versanti della montagna, il verde della foresta che lascia il passo al grigio/bianco delle rocce e dei ghiaioni. Uno spettacolo !
Sosta ad un altro fontanile e “Luis” comincia ad avvertire qualche dolorino alle gambe, gli fanno eco l’OMO e Renato, insomma un po’ tutti siamo provati dalla durezza della strada sin qui percorsa.
Si va avanti, manca poco, sentenzia falso il “Demone” e dunque si parte all’attacco di una cementata “terrific” di 500 mt al 25% con sfida tra i cinque a chi arriva primo in cima. Un trattore sbucato magicamente dal bosco interrompe la salita e mette tutti d’accordo, dunque mestamente a piedi arriviamo in cima all’appettata.
Siamo in dirittura d’arrivo, sulle paline troviamo scritto il nome della nostra prossima destinazione, il Rifugio della Crusc (a fianco del Santuario della Croce).
Arriviamo alle 17,30 provati dalla fatica, abbiamo fatto 35 km per 1700 mt di altimetria, la gran parte in queste ore più calde. Siamo a quota 2045 mslm ed anche qui il panorama è spettacolare: siamo esattamente sotto la Croda di Santa Croce, un massiccio imponente che sale dritto dal bosco, ancora illuminato dal sole mentre noi alle sue falde rimaniamo in ombra.


Stesa la biancheria in sala caldaia ci distendiamo sulle panche fuori dal Rifugio e ci dedichiamo allo sport locale: WeissBier ad ondate da ½ litro.





Il Rifugio è molto bello, frequentato dagli amanti dell’arrampicata un po’ stupiti di vedere dei biker qui, ma lo troviamo forse un po’ troppo turistico o meglio caro rispetto ai servizi e alla cena che offre.





Comunque mangiamo di gusto: la “Luis” si fa fuori un OPS (ova polenta e speck) di tre uova, tre etti di speck e tre fettone di polenta fritta. Tutto tre !
W il colesterolo !!
E poi, dopo aver fatto fuori mezza polenta salsiccia e formaggio del “Demone”, si mangia una Kaiserschmarren di almeno due uova e frutti di bosco !!
ALE’ coi trigliceridi !!

Ecco dove prende le energie per starci davanti !
Di contro l’OMO si fa fare due scodelle di minestra di verdure (una per l’amico immaginario forse)…e beve the ! Boh !
Di normali rimangono gli altri eroi che a colpi di polenta, OPS e vinello rosso si rimettono in forze per la giornata finale. Dopo le grappe di rito il gruppo si concede una passeggiatina serale ed un piccolo briefing per capire dove si scenderà all’indomani (sentiero 5 per San Cassiano) e poi a nanna.
La camerata è tutta per noi cinque, si dorme un po’ di più rispetto alla notte precedente anche se c’è chi russa, chi sfiata, chi parla, chi evapora,...insomma un bel concertino anche stanotte.
Siamo contenti, ce la ridiamo di gusto prendendoci bonariamente un po’ tutti in giro e ci sentiamo di essere anche in forze per il terzo e ultimo giorno di tour.







Giorno 3
Sveglia alle 7, colazione misera misera rispetto alla Gampen Alm, e così dopo aver saldato il conto L ripartiamo un po’ amareggiati in direzione San Cassiano.
Subito il sentiero si fa filante e ripido, ci spariamo in poco tempo i 600 mt di dislivello in discesa affrontando radici, scalini naturali e rocce che ci fanno divertire.



Arrivati a Rudiferia la sorpresa del giorno: tacchette dei freni cotte sulla bike di Renato, l’unico senza dischi !

Dopo le dovute imprecazioni, parte l’affannosa ricerca di un ricambio, di un meccanico, di un qualcuno o qualcosa che possa risolvere il problema, di un miracolo insomma.
Fatica che si rivelerà infruttuosa e che ci fa accumulare due ore di ritardo sulla tabella di marcia, e dunque arrivati tramite la ciclabile lungo il rio Gadera fino a Pedraces, il buon Renato mestamente aspetta la corriera per rientrare a S.Magdalena da solo.
Non ci voleva, ci siamo disuniti nel momento di maggior sforzo. Comunque i fantastici 4 continuano l’avanzata per quella che doveva essere la cavalcata vittoriosa sino al traguardo.
In realtà abbiamo forse un po’ sottostimato lo sforzo che una tre giorni così organizzata comportava, e le fatiche di tanta altimetria si sono alla fine palesate tutte insieme.
Dai 1300 mt di Pedraces la salita al Col de Juel con i suoi 450 mt di dislivello è stata affrontata bene, di slancio così come la successiva discesa verso il villaggio di Seres a quota 1400 mslm. Da qui ci aspettava una salita di circa 9 km su forestale fino ai 2421 mt dell’Alpe de Medalges. Dunque ulteriori 1100 mt di dislivello tutti di un fiato ?! che si sono fatti sentire parecchio, anche perché l’ultimo km lo abbiamo fatto tra le nuvole e sotto la pioggia a circa 12 gradi di temperatura.
Arrivati in cima (“Demone” e “Luis” avevano pure perso la strada nella nebbia..) nel calduccio della baita Medalges ci si cambia con vestiario asciutto e per ingannare l’attesa si passa alle WeissBier, ½ litro a testa il “Demone” e il “Guerriero”,tanto per non perdere l’abitudine. L’OMO e “Luis” invece da veri atleti si sono bevuti il succo di mirtillo fatto in casa, l’OMO sempre due razioni...



Dopo una ulteriore abbondante fornitura di torta di grano saraceno con mirtilli, e sotto un cielo plumbeo fortunatamente senza più pioggia (15° però), rimontiamo in sella per valicare di nuovo a Passo Poma su uno spettacolare single trak a strapiombo nel nulla, lungo e stretto e difficile. Tanta adrenalina per tutti, in più per la “Luis” una scivolata senza grosse conseguenze, pantaloncino rotto ma solo qualche escoriazione al fondoschiena !
Il tempo sembra stazionario ma non promette nulla di buono, dunque vista anche l’ora tarda (sono già le 15e30) decidiamo di riscendere a S.Magdalena per la forestale della Malga Zannes e di risparmiarci l’ultimo passo della Forcella de Putia.
Accorciamo così il giro di 5 km e di 200 mt di dislivello ma non ce ne importa nulla, abbiamo gli occhi e il cuore pieni di single trak, di strapiombi, di panorami da favola, e le braccia e le gambe pieni di acido lattico, dunque ultima sosta alla Malga Zannes, vi lascio indovinare cosa abbiamo ordinato, stavolta tutti e 4, e poi come da road book, in discesa veloce alle ore 17 alle auto.







Chiudiamo la giornata con 32 km e 1500 mt di dislivello per un totale di 79 km per 4200 mt di altimetria totale.
A S.Magdalena ritroviamo Renato che, pur senza freni, era riuscito a fare in sella tutta la strada in salita da Pedraces al nostro starting point, e a piedi le discese.
Un mito !
Dunque di nuovo in cinque, brutti sporchi e cattivi, sentiamo i messaggi di Giulia che ci dice della sua grande prestazione alla SB Dolomiti e ci complimentiamo a lungo, siamo soddisfatti e si vede anche da come siamo restii a rimontare in auto e a tornare verso Roma. Siamo stati bene, abbiamo realizzato nel nostro piccolo una grande impresa e già iniziamo a sognare il tour del prossimo anno. Dunque appuntamento al prossimo North Trail Adventure 2011 !
Ciao a tutti.
 

abraradam

Biker ultra
16/7/05
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Roma
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vista delle ODLE

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in viaggio
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vista dalle ODLE
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Sentiero 35
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Rifugio Gampen
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serata sulle ODLE
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Rifugio Gampen
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Passo Poma
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la direzione giusta
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single track
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Rifugio S.Croce
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Birraaaa
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Birra bis
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Radici
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Ristoro Finale
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