Tre cilindri al Gizzo&Poudzo-day

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meteora

Biker serius
14/7/03
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rastamannia
www.gurila.org
...ossia la storia di tre idioti, che pur di parteciapre al primo raduno canavese dei fratellini Gizzo & Poudzo, decidono di andarci in moto.
Con le bici sopra.



~~~ PROLOGO ~~~

Erano mesi che questi due poveri figliuoli rompevano i maroni.
Il Canaves-day...
dai venite...
ma chi siete...
dove andate...
sì... ma quanti siete?
un fiorino!
restate il sabato...
rimanete la domenica...
c'è la magnata...
prometto la tanga-night...
e non fatevi pregare...
dai....
è pieno di figa...
ecc., ecc. …

Io sono uno stronzo.
Perché questi due mi hanno spedito ottomila mail, chiedendomi che intenzioni avessi, ed io ho sempre glissato elegantemente, dicendo "…ti farò sapere...", come il re dei paccari.

In realtà avevo una gran voglia di conoscere i due fanciulli.
Gizzo&Puzzo erano ormai due leggende, per me.
Il secondo ha tutte le carte in regola per essere la mascotte del ng, mentre Gizzo... beh, Gizzo è Gizzo, con tutti i suoi report Off-Topic a base di gnocche, tanga, ore piccole e tequila sono mesi che mi ribalta l'ormone e non vedevo veramente l'ora di conoscerli, di porre fine a questa mia gravissima mancanza niusgruppara.
Il problema è che c'erano in forse un po' di cazzi&mazzi SDG-style, c'era il BikeFest la settimana prima, il solito padre che si rinchiude nell'autolavaggio... non sapevo proprio come fare.

Sta di fatto che tutti gli sbattimenti si risolvono per il meglio, la vita si mette ad andare in discesa e finalmente, alla 8387a mail, posso rispondere felice:
ci sarò.

Eccome, se ci sarò.



~~~ ANTEFATTI I : L'ORGANIZZAZIONE ~~~

Quando giunge la Canaves-week, io ho la testa in pappa.
Ho da fare tremila cose per l'università, e la mente è completamente ripiena di pensieri felici sul Bikefestival che venne e sul BigioDay che verrà.
Oltre al solito 98% di spazio disponibile occupato da pensieri felici sulle fanciulle dai capelli rossi, ma questo non fa testo.




Lunedì, mi chiama ilGatto:
"Ciao Meteo, per domenica.... stavo pensando di prendere la Gattomobile, passare dal varesotto e prendere te, -ice-, Ciolla, Ciaobob, la Principessa 11emmezza, tua sorella, Carlo Mutti, il Barone, lo Stregatto, Pido, Poldo e Baffoblù, però poi mi ha chiamato il Müz e mi ha detto se andavamo in moto+bici. Tu che fai, ci staresti?"

......
(pausa di riflessione estasiata)
.......

W
O
W
!

Non solo ci stavo, ma ero totalmente estasiato all'idea di quest'avventura... è dal "Giù nei Balcani 2k2" che sogno avventure onzeroad con il fido Torpedo150 e la bici messa su in qualche modo...
"Grande Gatto!
Ci sto@manetta! Ti tengo aggiornato!"




~~~ ANTEFATTI II : IL TOT ~~~

Giovedì, the TOT-Day.
TOT = Truzzi On Torpedo.
È mezzogiorno di una splendida giornata estiva, e mi catapulto in cortile con lo sputer in una mano e dei pezzi di bici nell'altra.
Recupero sul Kastoro 15 km di corda e comincio con i tentativi.
Via le ruote.
Via la sella.
Via i pedali.
Trik!
Truk!
Sbang!
Crash!
Maporc!
Sdleg!
Stok!
Gizz!
Puzz!
3 ore di bestemmie in lingue morte, e poi il miracolo:
è su.
è TOT.

Un gioiello d'ingegneria aerospaziale, il TOT.
A destra la Truzzi, legata come un salame, spogliata di tutti gli accessori.
A sinistra le ruote, un delirio di rotondità che fa da gabbia al posto del Pilota.
Urge collaudo.



Tentativo #1.
In 22 minuti riesco a togliere TOT dal cavalletto, e come la ruota didietro della moto tocca terra, lo fa anche quella della bici.
Spirito di emulazione, credo.
Trik!
Truk!
Sbang!
Crash!
Maporc!
Sdleg!
Stok!
Gizz!
Puzz!
Sistemato.

Tentativo #2
Riesco a montare in sella, esco dal cortile, start! e Torpedo ruggisce.
Parto.
Giretto di collaudo nei paeselli qui attorno, per vedere se tutto tiene.
Lato "sguardi del pubblico", esilarante, mi sembra di essere un marziano...
Lato bici, perfetto.
Lato ruote, non abbastanza solido.
Mi fermo un paio di volte, tiro le corde, ho qualche problemino nelle curve a sinistra, la Gazzaloddi striscia per terra nelle pieghe più furiose, ma nulla di irreparabile.
Proseguo il mio giretto Vergiate-Corgeno-Varano-Villadosia-Vergiate.
A VilladosiaCity, in pieno centro storico, c'è un vigile che fa attraversare i bocia che escono da scuola.
Rallento, con la diligenza del buon padre di famiglia, e sfilo a 4 orari davanti al ghisa.
Silenzio.
Tensione nell'aria.
Sguardo truce.
Occhi che si incrociano.
No.
.....
.....
.....
Si fermi un po' qui, lei!!!

Depressione.

In un quarto d'ora di discussioni filosofiche, scopro con piacere che ho a che fare con uno degli essere più pignoli della terra, che mi appioppa 68,25€ di multa per aver infranto l'Art. 164. comma 3 del CdS.
Balle a 15.000 rpm.
Suppliche, piagnistei e proposte di notti balorde con mia sorella non fanno muovere le acque, e mi fermo a riflettere sulla sfiga, mentre il paesaggio intorno a me è popolato da esseri di quindici anni, che vanno in coppia e senza casco su peto-scuterini con la marmitta del Goldwing.
Mondo crudele.

Rientro, con la coda tra le gambe.






~~~ANTEFATTI III : LA RIVINCITA~~~

A casa ho una sensazione strana.
Mi brucia un po' il culo, quello è vero... però riguardo TOT e penso a come sia messo bene, come non ci sia nulla che dà realmente fastidio, penso alle tipiche borse da viaggio, che in fondo non sporgono mica tanto di meno che la Truzzi...
Un po' di cose non mi convincono, e decido di appendermi al web per chiarire la cosa.
Scarico un estratto del CdS, e dopo ore di consulto scopro di non aver affatto infranto il 164, poiché la bici non è posta orizzontalmente come l'articolo dice, e in più trovo un bellissimo Art. 170, dedicato al carico di oggetti sulle moto, e scopro con gaudio di rispettarne tutte le disposizioni.
Gioia.

Contatto il padre di un'amica, ex-sceriffo di Vergiate, gli mostro tutto l'ambaradan e ottengo la sua benedizione.
Sei a posto, figliuolo.
La saggezza è con te.
Contro quest'ingiustizia faremo ricorso, e per domenica, vai con Dio.

Contatto Müz e ilGatto, e spiego loro tutta la storia.
Si va, è deciso.
Decidiamo un po' di logistica, qualche calcolo dei tempi e scegliamo come un puntello on-ze-road il duomo di Castellengo (BI), luogo di incrocio delle nostre strade, posto esattamente prima della parte tutta curvosa del viaggio, per le 8:30 di domenica.
Un'ora e circa 45km prima dell'inizio del Gizzo&Poudzo-Day.
Ottimo.



~~~ ANTEFATTI IV : LA VIGILIA ~~~

Venerdì e sabato trascorrono sotto il diluvio, ma le previsioni di miglioramento per domenica tengono alto il morale delle truppe.
L'Avventura si farà.
Io perdo un'oretta del sabato pomeriggio aggiungendo metri di corda e legando TOT nella maniera migliore. Il risultato è pregevole, tutto è fissato perfettamente.
Sistemo il carico, che include le NG-maglie per Claude e una boccia di tequila per i fratellini, e rimiro beato la mia opera.
Tutto è pronto.
Manca solo il sabato sera.

Già, il sabato sera.
Su questa parte della vita ilGatto ha taciuto, si vede che avrà trombato come un riccio e si sarà coricato verso mezzanotte, come un qualsiasi essere umano dotato di cervello e di organo riproduttivo avrebbe fatto.
Müz va al concerto dei Massive Attack, cosa che rende la vita già più impegnativa... mi manda sms carichi di rimorsi per aver la marmitta truccata in un momento così delicato della vita di un uomo, e perché teme la pioggia.
Ma lo rincuoro, domani vinceremo noi.
Per quel che mi riguarda, il sabato sera prevede serata-stoppa con i pulzelli, il ché è quasi automaticamente sinonimo di ribaltamento.
I casi della vita fanno sì poi che sia un'occasione di *particolare ribaltamento*, e che io mi ritrovi nel mio giaciglio che sono ormai le 4:10, in botta totale.
Mando un sms al Ciaccio, per narrare le mie gesta, e uno a Gizzo, per fargli capire che se il giovedì sera lo vede re ed indiscusso protagonista, sul sabato ha ancora da lavorare.

Punto la sveglia alle 6:25, e felice atterro nel mio letto, orgoglioso dell'oggi e del domani, e di questi momenti di mezzo, in cui non si sa mai cosa significhino queste parole esattamente.
...
Il mondo gira.
A manetta!
...
Chiudo gli occhi, con la mente invasa da immagini di isole tropicali popolate da pulzelle dai capelli rossi...



~~~ EASY LIKE SUNDAY MORNING ~~~

Apro gli occhi.
Non so esattamente la ragione, ma ad un certo punto li apro.
Istinto, prendo il telefono.
C'è un messaggio, lo apro.
Müz, 6:50: "Sei andato a letto alle quattro? Bene, sono felice, fa sempre bene sapere che c'è chi sta peggio di te.".
Sorrido.
....
…
Perdo il sorriso.
....
C'è qualcosa che non quadra.
......
mumble, mumble...
Muz.................. ok.
6:50.................. non ok.
6:50???????
merdamerdamerdamerdamerdamerda!!!!!!!!!!!!
caz, saranno le 10?
le 11?
le 8 del lunedì?
....
no.
sono le 7:15.
merdamerdamerdamerdamerda!!!!!!!!!!!!

Dovevo partire alle 7!!!!

Delirio.
Mi alzo.
Cerchiointestalavoidentilavolafacciamivestoscendomontoinmotoeparto.
Ho un ricordo sbiadito di questi momenti...

Però ricordo perfettamente un istante.
Un attimo.
Ero io, in autostrada.
11 maggio 2003, ore 7:40.
Intorno a me campagna, sole basso basso alle mie spalle.
Aria frizzante, e un cerchio in testa di dimensioni planetarie.
E un pensiero.
Pensavo ad un fesso che si ritrova su uno scuter in compagnia di una rossa (bici), alle 7emmezza di una domenica mattina, in botta totale, che non sa nulla di nulla su ciò che lo aspetta, in preda a crampi allo stomaco e movimenti intestinali sospetti, su un'autostrada deserta, sfrecciante a 90 orari in direzione Ovest.
Ma soprattutto pensavo: ma chi gliel'ha fatto fare...???



~~~ GLI EROI SI RIUNISCONO ~~~

Brum brum, prot prot, senza nemmeno rendermene conto arrivo a Castellengo, luogo del puntello, persino in anticipo, sono le 8:20.
Ora devo trovare la chiesa e aspettare Müz e ilGatto, sempre che non siano già arrivati.
Il problema è che Castellengo non è un paese, ma...
Eccheccazz'è?????
Boh!
Non so bene come chiamarlo...
È un castellengo, non credo ci sia nome più appropriato.
Un castellengo piazzato su un roccione, al limite tra collina e pianura.
Percorro il viale alberato che mi porta sull'uscio, e di chiese naturalmente nemmeno l'ombra.
Moto, zero.
Moto+bici, figuratevi.

Torno alla statale, da lì dovrei beccarli.
Provo a chiamare Mario, non risponde.
Ottimo, vuol dire che è in viaggio.

8:30
8:40
8:45
mi suona il telefono.
Müz.
-Ciao bello, dove sei?
-A Castellengo!
-Merda sei già lì.... vabbè, noi siamo usciti ora dall'autobahn, arriviamo.

Dall'autostrada a Castellengo saranno 10km.
Stimo 10 minuti.
8:50
9:00
Risuona il telefono.
Müz.
-Ehm.... abbiamo sbagliato strada, siamo già a Candelo, raggiungici.

Rimonto sul ferro, godendomi la strada che attraversa la baraggia, e in cinque minuti vedo Candelo davanti a me. Non essendoci detti nulla, presumo un ritrovo sulle scale del duomo, quindi punto il campanile e arrivo in faccia alla chiesa.
Cerco un bradipo, un gatto, un’enduro, uno scuter e due bici smontate.
Non c'è nulla di ciò.
Chiamo.
-Dove siete?
-Alla chiesa.
-Anch'io.
-Uhm..... qualcosa mi dice che ci sono più chiese, qua.
-Meteo, senti le campane, noi siamo alla chiesa che sta suonando... segui la musica.

Io sento le campane in lontananza, ritiro il telefono, appizzo lo sputer, e in quell'istante in cui il quattrotempi emette il ruggito, le campane si fermano.

Ora, immaginate di essere una donnina di settant'anni, in giro con l'amica del cuore per le vie del vostro paese, di domenica mattina. Appare davanti a voi uno sbarbatello, con capello incolto che fuoriesce dal casco, che cavalca una moto con quattro ruote, due sopra e due sotto, e vi chiede:
-Ma qui a Candelo quante chiese ci sono?
panico, logicamente, ma siete forti e ribattete con sicumera:
-Tre, o giovanotto! Lei è in pellegrinaggio?
-Sì, o madama... mi sa dire quale delle tre era, quella che emetteva il dolce scampanamento, poc'anzi?
-Certo, o mio cavalier errante! Trattasi di San Pietro, senza dubbio alcuno! Prenda la strada qui in fronte, e ci arriverà senza difficoltà.
-La ringrazio e riverisco.
-Addio.


E arrivo a San Pietro.
Secondo voi, i due scoppiati erano lì?

Altra telefonata: -Mario, và che sono a san Pietro!
-Arriviamo.


Dopo quaranta secondi, odo la peto-marmitta del Müz.
Dopo quaranta minuti, mi appaiono i motardi all'orizzonte.
Ce l'abbiamo fatta.
Siamo uniti, ora.



~~~ LA SERRA – ANDATA ~~~

Ci aspettano gli ultimi 40 km, abbiamo 2 minuti per percorrerli per essere in orario, e tra noi e la meta c'è la Serra, ossia quella collinona lunga e piatta che si vede dall'autostrada.
Per attraversarla c'è un bellissimo stradone tutto curvoni e tornanti, gioia&delirio del motard.
Sosta benza, attraversiamo Biella evitando di incrociare gli sguardi con con quelli degli agenti delle forze dell'ordine, e ad un semaforo ci si affianca un motard su una KKFGSDGHVBI 1100, con la faccia del Fritrider, completamente basito e incapace di credere ai propri occhi.
Mi chiede lumi: -Ma dove andate?
-Ad un raduno di biker, sir, e per fuggire la noia, noialtri ci si va in moto.

Verde, brooooom!
Al semaforo dopo, non convinto, rifà la stessa domanda al Müz.
Ottiene la stessa risposta.
Verde, broooooom! e sparisce all'orizzonte.

Inizia la Serra-road, io sto in coda e mi godo i compari in azione.
Müz è leggiadro, viaggia eretto e a braccia larghissime, ha un manubrio come quello di Napalm, piega la sua mtb Suzuki con una facilità estrema, fa un rumore scoppiettante e sparisce spesso e volentieri all'orizzonte, essendo quello più dotato di equini, e di manico, della ciurma.
IlGatto è letteralmente sprofondato nella sua Poltrona250, un trono rivestito di plastica con un frullino a quattro tempi sotto al culo. Viaggia tranquillo, anche perché ha legato la bici sul portapacchi, di traverso, cosa che lo rende largo 3 metri e mezzo e lo destabilizza un po' nei piegoni estremi.
Io chiudo il gruppo, godendo un casino nelle curve a destra, e un po' meno in quelle a sinistra perché raggiunto un certo angolo di piega interviene anche la gomma della bici.
Per capirci, il feeling è quello della bici con le rotelle, fa molto amarcord.
Arriviamo a valle, dall'altra parte, ci fermiamo e scopro di aver cotto il tamburo posteriore.
Eccesso di staccata, probably.

Dobbiamo arrivare a Chiaverano, ora, manca poco, però sappiamo solo che è vicino a Ivrea e non abbiamo cartine.
A Ivrea chiediamo.
Giusto.
Infatti la via è facile e in pochi minuti raggiungiamo il paesello.
Ultimo brivido, la strada stringe da 8 metri a 2 in mezzo ad una curva, io entro a manetta e scopro che al di là c'è un pullman, anch'esso a manetta.
Mi fermo a quattro millimetri, poi passo di lato.
I nostri sguardi si incrociano, il pensiero è unanime:
se fosse stato ilGatto davanti, avrebbe una mtb Iveco, ora.
Becchiamo la piazza, e lì tutti cumpañeros.



~~~ CI SIAMO TUTTI ~~~

Sono le 10, una buona mezzoretta di jet-lag, ma ci siamo tutti.
Oddio, non è che si possa partire subito, eh?
Bisogna slegare le dueruote a pedali dalle dueruote a motore, montarle, prepararci, e poi, forse, si può andare... per nessuno ha fretta, l'atmosfera è quella giusta, si incomincia a sparar vaccate della grossa e il tempo dei preparativi vola.
Finalmente do un volto a quel pazzo di Puzzo, e un volto e un pizzo a Gizzo, e non è uno scioglilingua.
Il parcheggio è occupato per metà da zombie col casco e bici con le molle, e per l'altra metà da gente incravattata che accompagna i primogeniti a fare la primacomunione.
Il contrasto è stridente, e in più il sottoscritto si deve levare i panta-antivento e le mutandine di pizzo, per mettersi le braghe col fondello.
E non ha un’auto in cui rinchiudersi.
Riesco a sbrigare il tutto con l'agilità di una gazzella e senza rimediare denuncie.
Forse.

Siamo pronti per partire.
Sennonché faccio notare che ho saltato la colazione, e allora vai con il primo ristoro, dopo 10.357 mm di percorso e 45 mm di dislivello in salita.

Ho fame.
Prendo quattro polli fritti e una coca.
IlGatto brioche, caffè e ghiacciolo.
Müz brioche e poi si fa riempire la borraccia con una spremuta di un aranceto intero, che gli costerà 80 euro.
Poi, finalmente, siamo pronti.



~~~ SI PEDALA ~~~

Sono le undici passate quando ci ritroviamo in sella.
Cioè, la sella della bici, ecco.
Ci aspettano una quarantina di km, più di mille metri di disly, sterratoni a manetta, ed enne ore di felicità appalla. Si parte calmini, la salitona iniziale è quella che ci farà arrivare dritti al GPM, particamente senza mai perdere un metro. Il ritmo è superscialloso, la compagnia perfetta, e le 3 ore e spiccioli che impieghiamo per arrivare in cima volano via tra foto, discorsi figosofici, una riunione di redazione fuori-sede, atti insulsi e vaccate varie.
Non c'è una gran differenza tra le andature, il gruppo di testa va a 5 orari e gli ultimi a 4 e mezzo... ci si aspetta sempre, è un vero piacere affrontare le salite così. Siamo un gruppone di amici, conosco alcuni da pochi minuti eppure mi sembra di aver diviso la vita con loro... il solito, impagabile, effetto ng. Sono tra gli ultimi ma, come fin troppo spesso accade ultimamente, non sono proprio l'ultimo.
Si cambia!
Il fatto è che c'è Müz nelle retrovie, lui è veramente difficile da battere, e poi Marco friend-of-Gizzo, che ha il preciso compito di fare la scopa e chiudere il gruppo.
Tra le perle della salita ci sono un paio di singletrack veramente goduriosissimi, con pendenza moderata e curvette strettissime una dietro l'altra... difficilmente mi è capitato di divertirmi così in salita.
Qualche foto in un passaggio tecnico, sosta con foto porno all'albero-figa con Gatto allupato e poi via, si prosegue.
Si arriva in un prato presso una strada, uno di quei posti da picnic dei milanesi, dove c'è una fontana e ci si rifocilla. Ci sono dei tipi, una versione sessantenne del classico gruppo di zarri, che picniccano su un tavolino, con dietro di loro Clio aperta, autoradio accesa e Gigliola Cinguetta@manetta.
Ripartiamo, e il paesaggio cambia, la vegetazione si dirada, ci ritroviamo in mezzo ai prati e si aprono bellissime viste sulla serra, sotto di noi.
Ad un certo punto Roy e Poudzo vedono una mucca in lontananza e decidono di sfidarsi a singolar tenzone per conquistarla. Si agrappano uno ai freni dell'altro e cascano, morendo in un groviglio di articolazioni e ingranaggi. Roba da foto, peccato che non appena siamo pronti allo scatto si oda un clacson agguerrito e appaia un camion all'orizzonte.
Panico e fuga.
Il camion passa in una nube di polvere, e dopo un po' di inseguimento riesco ad appendermi ad una corda che spuntava dietro e a farmi trainare.
Guadagno 300 metri, ma non di dislivello, purtroppo.
Però ormai siamo vicini alla cima, qualche tornante e ci si arriva.
Sbrano assassino, tutti hanno kili di panini mentre io solo una crostatina del mulino bianco, mannaggia a me e alle sveglie che non suonano.
Per fortuna la Gatto-sister ha pensato a noi e ci ha dedicato una crostata squisita, sbranata in 14 secondi netti.
C'è un venticello pungente e qualche nube minacciosa nell'aria, percui decidiamo di ripartire in fretta.
Sella bassa e protezioni, mi raccomando!
E infatti inizia il discesa.
30 metri di dislivello negativo su sterrata, seguiti da 16 km di salita.
Ma come?
Gizzooooo?
Che scherzo è questo?
Sbuffano tutti.
Ma era solo una finta... dopo poco la discesa inizia, eccome!
All'inizio è uno sterrato che taglia il bosco, piuttosto ripido e accidentato.
Si arriva ad un passaggio difficile, Claude lo fa bene, io un po' meno, gli altri passano a piedi..... ma la chicca è Roy.
Già ci aveva stupito prima, copiando un muretto niente male e atterrando in sella, lasciando i reporter di 103 riviste a bocca asciutta... ora, addirittura, si mette a studiare il passaggio, valuta il rischio, ricognizione a piedi... un vero Frorider!
Monta in sella, vaiiiiiiii!
È convinto, scende bene... passa il peggio..... e zac! sterzata sul più bello e si ribalta, con bici sulla schiena.
Signori, siamo di fronte ad un grande.
Quest'Uomo da un lato migliora a vista d'occhio, fa passaggi sempre più impervi ed affronta gli ostacoli con prudenza, ma con coraggio e tecnica.
Dall'altro vuole tenere alto il suo nome, e offre spettacoli sanguinolenti a tutti i compari di gita.
Roy, grazie di esistere!

Si prosegue, il percorso è bellobbello, attraversiamo vaccai e paeselli, ci perdiamo, ci ritroviamo e dopo un po' siamo di nuovo sull'asfalto.
Ci aspettano 3km di salita bitumata e per riprendere le forze optiamo per una sosta alla fontanella, con relativo immancabile ng-sputtan-moment, ossia la mezz’oretta dedicata alle malelingue sugli assenti.
Tutti.

Ripartiamo, e mentre nel gruppo di testa Müz riesce finalmente a donare un qualcosa di concreto al suo rapporto con ClaudeMarch, io arranco nelle retrovie accorgendomi di essere veramente stanco.
La gamba frulla poco, il cervello si annebbia e penso a quanto mi piacerebbe un letto, in questo momento. E mi si affaccia, per la prima volta, un pensiero che non se ne andrà che 5 ore più tardi: il fatto che, a fine giro, invece che spaparanzarmi sul sedile di una confortevole autovettura del terzo millennio, dotata di autoradio e aria condizionata, dovrò legare di nuovo la bici allo sputer, creare il TOT e farmi 110km per tornare in patria.
ooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhh.......

Arriviamo al secondo GPM, e ci aspetta la seconda parte della discesa.
Müz è dubbioso, abbiamo fatto tantissima salita e troppo poca discesa, come mai?
I locals sorridono beffardi.
Il fatto è che ci aspettano ancora moooooooolte emozioni.
Di discesa ce n'è ancora parecchia, tratti scorrevoli, tratti tecnici, drop@manetta per tutti, foto, momenti di gloria e qualche ribaltone spettacolare...
Noto Poudzo, che è veramente un'anguillina!! Agilissimo, gasatissimo e lanciato su tutti gli ostacoli, è un piacere stargli dietro perché è veramente sgusciante...
E così volano altre ore, e ci ritroviamo sull'ultimo single-track, splendido, la chicca di tutto il percorso, con in mezzo un curvone parabolico che arrivo a definire "la più bella curva che abbia mai fatto"... e subito via! altri drop, altri ostacoli, finalmente un voltone mio... poi Claude, che si schianta in maniera nemmeno troppo simpatica a tre metri dalla fine del single track... nulla di grave, per fortuna.

E siamo in paese.
Gizzo mi punta, e urla: "E ora si stritta!"
Eggià... che altro potevamo fare???
Finiamo nella piazza di Burolo e, distrutti nel fisico dalla gita, ma galvanizzati nel morale dalla presenza di due fichelle locali, ci diamo a trix, o meglio a i jolly, visto che abbiamo rischiato di tutto ma nessuno si è ucciso...
Ci resta la fine, un'infinito trasferimento di 3 km in piano, con salitella finale, che ci conduce dritti dritti nel salone delle feste della Bigio-home.



~~~ SI MANGIA ~~~

La Bigio-home è una cascina old-style, veramente splendida, con due persone sorridenti e una tavola imbandita che ci aspettano. I fratellini ci spiegano che hanno gli animali, e che quindi fanno in casa salumi, formaggi... ogni ben di dio, autoprodotto.
Slurp a mille, ma non fa nemmeno in tempo a formarsi la bava alla bocca, che la tavola viene riempita con cibarie di ogni genere....
Tomini elettrici, pane fatto in casa, focaccia, salamini, coppa, pancetta, torte salate, insalata di riso, peperoni, mocetta, vino, birra, té, torta alla crema, biscotti, budino......... AAAAAAAAHHH!
È il paradiso, lo sento.
È così.

È un momento bellissimo, siamo tutti distrutti, ma la gioia-da-cibaria ci unisce, ed è tutta una risata unica, senza mai fine...
A volte incrocio lo sguardo delGatto, e improvvisamente torniamo seri... anzi, disperati.
È il pensiero di ciò che ci aspetta che è una vera spada di damocle che pende sulle nostre cabeze.
Bisogna risalire fino alla piazza, almeno 30 metri di disly.
Bisogna LEGARE LE BICI SULLE MOTO, no, no, no, no e no!!!
NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!


Stiamo qui, dai.
Una notte.
Beh, magari due.
Lasciamo le bici ai Bigio-bros.
Ci facciamo adottare.
Ci facciamo venire a prendere.
In elicottero.
Dai!

Però i pensieri se ne vanno subito, feriti da pane&salame e affogati fino a morte nel vinello.
Rimanda.
Rimanda.
Rimanda.
E arrivano le otto, è quasi ora di entrare nell'ottica di mettersi in testa di pensare di far finta di iniziare ad affrontare la realtà.
Sissì.
E quindi, con flemma bradipica, ci alziamo, rutto libero, salutamo i Bigioparents ringraziandoli per l'ospitalità e promettendo che torneremo a far loro visita (e chi se li lascia scappare questi???), inforchiamo i ferri, che maldiculo®, scaliamo ottocento rapporti e affrontiamo l'ultima rampa.
La muerte.
Faccio i ruttini allo sbocco, chiaro segno di cedimento strutturale da parte di un fisico ormai devastato.
Rampa infinita, trecento metri, a occhio, e alla fine arriviamo al parcheggio.
Si dia inizio alle danze.



~~~ TOT II ~~~

Un quarto d'ora, e tutti quelli automuniti sono pronti, bici in macchina, cambiati e pettinati.
Un quarto d'ora e noi tre deficienti siamo ancora lì a guardarci negli occhi.
Io ho a malapena smontato la ruota dietro, mi manca ancora quella davanti, sgonfiare la forcella, cambiarmi, ritirare tutti gli attrezzi, i vestiti......... e intanto il tempo passa.
E giunge il momento clou, bisogna issare la Truzzi sul Torpedo e insalamarla ben bene.
Era il momento che temevo, perché per l'andata l'ho legata come mi sembrava meglio, con sei km di corda a caso, e non sarei mai riuscito a rifare le cose come prima.
La provvidenza però mi viene in aiuto e fa sì che io, pur con meno tempo e molta meno voglia della prima volta, in un tempo ragionevolmente breve e stimabile in una mezz'ora scarsa riesca a legare tutto..... meglio di prima!
Infatti accorcio ancora di più la forca, e sistemo la ruota esterna più in alto dell'altra... e mi ritrovo uno sputer in grado di piegare quasi come da scarico!!!
Evvvvvai...
Anche i compari se la cavano egregiamente, ilGatto riesce persino a guadagnare 6 mm in larghezza, fantastico!
Si scaldano i motori, saluti e baci agli amici e si può partire.
Piccolo contrattempo dato dal pedale della K2 che blocca la ruota del DR, brillantemente risolto dal Guru-tech, e alle 9 e dieci siamo di nuovo on ze road.







~~~ LA SERRA II - IL RITORNO ~~~

È bellissimo, c'è la luce del giorno che lascia spazio ad una stellata, ho lo scuter che va bene come una lippa, la temperatura è ideale, il traffico scarso ed in men che non si dica ci ritroviamo di nuovo sui curvoni della Serra, gasatissimi dai piegoni che questa strada permette.
Mi aspettano un centinaio di km di goduria, e sono felicissimo della cosa...
Ogni tanto ci si ferma, ci si riposa un secondo e i sorrisoni che leggo sui volti incorniciati dai caschi degli altri due figuri mi lasciano capire che stiamo provando le stesse sensazioni...
In un attimo ci si ritrova a Biella e qua, purtroppo, le strade si dividono.
IlGatto e Müz vanno verso l'autostrada, per accorciare i tempi e evitare gli sbirri più che altro, mentre io proseguo per la mia via nelle baragge, attraverso il biellese, il vercellese ed il novarese sfrecciado felice, cantando i Derozer a manetta, stupendo i passanti e i sorpassanti, e ripensando a tutto quello che è successo in questa giornata.
Arrivo a casa prima delle 11, distrutto ma felice.
Assolutamente felice.
Bagno di un'ora e poi a nanna, come un bimbo.




~~~ EPILOGO ~~~

Nottata felice.
Molto felice.
Sogni.
Molti sogni.
Avevo una Truzzi biposto, con le Hookworm da 2.5 e un bicilindrico 500 in mezzo al triangolo...
sole in faccia, serbatoio pieno, niente ladri, né gendarmi...
...e mille miglia di curve davanti a me.

...e la fanciulla dai capelli rossi, dietro....
 

Classifica giornaliera dislivello positivo

Classifica mensile dislivello positivo