Il tour è in previsione da mesi e io e Andrea decidiamo che è giunto il momento di fissare la data di partenza per fine giugno 2015 sperando che nei giorni stabiliti il meteo sia dalla nostra parte.
Mancano 4 giorni alla partenza e l'X9 della Canyon del mio compagno di viaggio si spacca durante un'uscita : pensiamo sia meglio così, si fosse rotto alla prima tappa del tour saremmo dovuti tornare a casa.
Il meteo promette alta pressione in arrivo e tanto sole, ci riteniamo fortunati vista la settimana di tempo brutto appena trascorsa.
1° TAPPA: Villarisson - Les Chapieux
La partenza è prevista da Villarisson una frazione di La Salle a 17 km da Courmayeur.
I kg di zavorra sono 11, quelli di Andrea una decina: avremmo potuto fare con qualcosa meno, l'inesperienza in tour di questo tipo non ci permette di ottimizzare il carico e di selezionare le cose realmente indispensabili e lasciare quelle superflue.
Si parte! Procediamo in discesa fino a Morgex e qui, da prima su statale e poi con passaggio verso Dailley, manteniamo l'asfalto per essere più veloci possibile, fino a Courmayeur. Giunti a destinazione attraversiamo il centro del paese e imbocchiamo la strada per la val Veny. Si inizia a fare sul serio, le pendenze si fanno importanti e gli 11 kg cominciano a farsi sentire .
Mancano 4 giorni alla partenza e l'X9 della Canyon del mio compagno di viaggio si spacca durante un'uscita : pensiamo sia meglio così, si fosse rotto alla prima tappa del tour saremmo dovuti tornare a casa.
Il meteo promette alta pressione in arrivo e tanto sole, ci riteniamo fortunati vista la settimana di tempo brutto appena trascorsa.
1° TAPPA: Villarisson - Les Chapieux
La partenza è prevista da Villarisson una frazione di La Salle a 17 km da Courmayeur.
I kg di zavorra sono 11, quelli di Andrea una decina: avremmo potuto fare con qualcosa meno, l'inesperienza in tour di questo tipo non ci permette di ottimizzare il carico e di selezionare le cose realmente indispensabili e lasciare quelle superflue.
Si parte! Procediamo in discesa fino a Morgex e qui, da prima su statale e poi con passaggio verso Dailley, manteniamo l'asfalto per essere più veloci possibile, fino a Courmayeur. Giunti a destinazione attraversiamo il centro del paese e imbocchiamo la strada per la val Veny. Si inizia a fare sul serio, le pendenze si fanno importanti e gli 11 kg cominciano a farsi sentire .
Evitiamo il fondovalle e optiamo per le salite che ci porteranno al Colle Checrouit percorrendo la balconata sulla Val Veny.
Qui la catena della mia specialized si spezza , attimi di sconforto ma la falsa maglia mi salva: fiuuuuuu.
Mi sento già messo alla prova psicologicamente, Andrea e sempre davanti e io quasi mi faccio prendere dallo sconforto e comincio a pensare di aver sottovalutato l'impegno che il viaggio richiede. Ma si prosegue, un po' in sella e un po' a piedi a causa delle forti pendenze e si giunge pian piano al punto più alto nei pressi di Arp Vieille Superiore a circa 2300 mt.
Finalmente scolliniamo e inizia una bella discesa tecnica che ci porta a fondovalle nei pressi del lago Miage. Il divertimento fa tornare la voglia di mettercela tutta!:-?
Siamo sul fondovalle, vediamo in lontananza il rifugio Elisabetta ma non sappiamo quanto ancora ci vorrà per il col de Seigne e per il passaggio in Francia.
La strada è quasi interamente pedalabile fin oltre il rifugio quando all'ultimo km il sentiero ci obbliga a salire con bici in spalla fino ai 2515 del col de Seigne.
Giunti al colle, la discesa di 10 km a les Chapieux è uno spettacolo e fa dimenticare tutta la fatica: è come essere ragazzini su una giostra!
In circa 45 minuti siamo all'albergo la Nova a Les Chapieux.
Chiudiamo la giornata con 50,10 km e 2200 D+ .
2° TAPPA: Les Chapieux - Les Contamines
Alla seconda tappa il sole splende, siamo riposati e ci siamo ricaricati!
Per evitare di partire con la bici in spalla percorriamo la comoda salita su asfalto poco trafficata fino al Cormet de Roselend a 1968 mt.
Le pendenze intorno all'8% si pedalano bene e arriviamo abbastanza agevolmente in cima dove incontriamo un gruppone di ciclisti da strada.
Da qui scendiamo al lago de Roselend e lo costeggiamo fino allo chalet du Roselend per poi aggirare la montagna sulla nostra destra e raggiungere la diga Gittaz.
Dopo aver abbandonato l'asfalto inizia la parte più impegnativa: la bella salita di oltre 7 km sino al colle Gittaz a 2350 mt.
Perdiamo il conto delle mucche al pascolo e dei greggi incontrati fin qui, sono tantissimi!
Anche qui, come al Seigne dobbiamo affrontare l'ultimo tratto con bici in spalla, ma arrivati in cima, la vista a 360° è davvero spettacolare.
Qui incontriamo il primo ed ultimo biker che come noi sta facendo il TMB, un signore svizzero che ci segue fino al col du Joly.
Per oggi non sono previste altre salite e da qui scendiamo da prima lungo una strada sterrata e poi lungo un sentiero in mezzo al bosco fino al centro abitato di Les Contamines dove decidiamo di fermarci al Rifugio CAF per un po'; di manutenzione alle bike e per passare la notte.
I dati ci dicono che abbiamo percorso 42,20 km e 1420 D+
3° TAPPA: Les Contamines - Col de la Forclaz
Pronti per la terza tappa. Il meteo oggi storce il naso e le nuvole ci accompagneranno fino a metà pomeriggio senza mai però scaricare acqua.
Attraversiamo il centro di Les Contamines che di sabato mattina alle 8.30 è quasi deserto.
Usciti dal paese e giunti a La Villette un rampone dalla pendenza improponibile ci spezza subito il fiato e ci obbliga a condurre la bici a mano: qui i pedoni sono decisamente più veloci di noi a salire.
Arriviamo a Le Champel paesino oltre il quale la comoda strada sterrata in mezzo al bosco si presenta davvero piacevole e quasi sempre pedalabile.
L'obiettivo è a questo punto il col de Voza. Seguiamo le indicazioni e ci addentriamo in una strada sterrata dove una cartello fa intendere che ci sarà da sudare:
accesso consentito solo ai mezzi 4X4.
Sarà la salita meno interessante e piacevole di tutto il tour.
Come promesso la pendenza si fa immediatamente ardua, il fondo è molto polveroso e offre poca aderenza e io finisco per farmela quasi tutta con la bici a mano. Andrea non molla ed è determinato a proseguire in sella, sono pochi i tratti in cui decide di arrendersi: questa sarà però una scelta che gli farà avere qualche problema alla sua Canyon e quasi ci obbligherà a concludere prematuramente il nostro tour.
Arrivati al col De Voza si apre nuovamente uno scenario dai panorami superlativi e scopriamo che di li passa il Tramway du Mont Blanc, il trenino a cremagliera che porta i turisti fino al
Nid d'Aigle a 2.372 m di quota.
Dopo una breve sosta oltrepassiamo il colle e ci accorgiamo che per scendere si può optare per la divertentissima pista di downhill!
Il gioco finisce troppo presto, siamo a fondo valle, a les Houches e qui ci accorgiamo che il forcellino del cambio della canyon è letteralmente piegato: PANICO! Non ne abbiamo uno di scorta ma abbiamo un pizzico di fortuna perché ci troviamo in prossimità di un negozio di bici che ci da una mano a raddrizzarlo.
Capiamo che l'X9 montato di fretta prima della partenza del tour non è perfettamente compatibile e che l'eccessivo sforzo della pedalata nella salita precedente aveva provocato la torsione del forcellino.
Siamo ancora in pista e proseguiamo verso Chamonix e poi oltre, lungo un piacevole percorso quasi pianeggiante a fianco del torrente che porta all'ultimo tratto di strada prima di giungere a Le Tour.
Ci sono un po' di nuvole minacciose e pensiamo sia cosa giusta forse prendere la comoda cabinovia per passare dai 1480 mt ai 2200 mt del col de Balme. La cabinovia è una forte tentazione ma il suo aiuto ci lascerebbe probabilmente l'amaro in bocca.
Basta questo per farci prendere la bici in spalla e salire per il sentiero pedonale in meno di 2 ore sino al col de Balme : siamo in Svizzera e ora giù verso Trient!
Qui il vento forte ci da poco tempo, ci vestiamo e decidiamo di scendere lungo il fianco destro della montagna.
5 km di discesa impegnativa che non permettono di staccare nemmeno un attimo le dita dalle leve dei freni tant'è che giunto a Trient mi accorgo che il mio disco anteriore si è deformato per il calore della frenata!
Siamo cotti ma decidiamo di lasciarci il paesino alle spalle e fare un ultimo sforzo per passare la notte e fare il pieno di calorie al col de la Forclaz.
Sono 47,50 i km percorsi e 2100 i metri D+
4° TAPPA: Col de La Forclaz - Rifugio Elena
Siamo già al 4° giorno. Sistemo il mio disco anteriore, l'idea di portarmi una piccola pinza è risultata provvidenziale. La salita al col de la Forclaz fatta il giorno prima ci ha procurato un leggero vantaggio sulla tabella di marcia, l'obiettivo di oggi è arrivare quanto prima possibile a La Fouly e di tentare già il passaggio al Gran col Ferret.
Percorriamo i 9 km di discesa fino a Martigny un po' su asfalto un po' su sentiero che scende a fianco della strada principale e giunti sulla statale imbocchiamo la lunga salita asfaltata di 12 km, per fortuna poco trafficata nonostante sia domenica, sino a Champex en Lac , un paesino svizzero da cartolina in cui il le montagne fanno da sfondo alla vista del lago.
Dopo una piccola sosta ristoro oltrepassiamo il paese e ci addentriamo in un piacevole sentiero in discesa quasi interamente pedalabile: qui incontriamo lungo tutto il percorso una serie di bellissime sculture ricavate dal pieno di tronchi di alberi tagliati: capiamo che in svizzera sono un passo avanti perché da noi probabilmente sarebbero già state sventrate.
Giunti a fine discesa ci mettiamo nuovamente sulla strada principale che decidiamo di mantenere sino a la Fouly.
E' da poco passata l'una, in cielo non c'è una nuvola e la vista sull'Aiguille de l'A Neuve è uno spettacolo, abbiamo tempo per riposarci e ripartire per il Gran col Ferret.
Dopo un piatto di spaghetti alla Bolognese costati la modica cifra di 21 euro ripartiamo e percorriamo gli ultimi 3 km di strada asfaltata prima di salire per una comoda strada sterrata sino a quota 2080 dove un alpeggio segna l'nizio del sentiero per il gran col Ferret: poco più di 3 km in cui i tratti pedalabili sono ben pochi, per arrivare a quota 2537 mt e passare il confine.
E' da poco passata l'una, in cielo non c'è una nuvola e la vista sull'Aiguille de l'A Neuve è uno spettacolo, abbiamo tempo per riposarci e ripartire per il Gran col Ferret.
Dopo un piatto di spaghetti alla Bolognese costati la modica cifra di 21 euro ripartiamo e percorriamo gli ultimi 3 km di strada asfaltata prima di salire per una comoda strada sterrata sino a quota 2080 dove un alpeggio segna l'nizio del sentiero per il gran col Ferret: poco più di 3 km in cui i tratti pedalabili sono ben pochi, per arrivare a quota 2537 mt e passare il confine.
La salita tuttavia non è massacrante riusciamo a procedere bene (forse grazie agli spaghetti!)...
vediamo il colle che passo dopo passo si avvicina
c'è ancora qualche nevaio e poi ci siamo, un ultimo strappo da fare con bici in spalla sopra una spessa lingua di neve
[FONT="]Ci siamo, ecco la val Ferret! [/FONT]
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Là in fondo si intravede la val Veny attraversata 4 giorni prima, e di fianco la maestosità del monte Dolent! Uno spettacolo, e una grande soddisfazione.
Sono le 17, c'è ancora tanta luce e potremmo quasi chiudere il tour percorrendo il fondovalle ma optiamo per una comoda sosta al bellissimo rifugio Elena, che si trova qualche centinaio di metri più in basso. Domani vogliamo godere ancora un po' e i rifugi Bonatti e Bertone ci aspettano!
Sono 48,40 i km percorsi e 2420 i mt D+.
5° TAPPA: Rifugio Elena - Villarisson
Siamo all'ultimo giorno, quasi ci spiace pensare di lasciare questi sentieri e queste montagne.
Le bici sono state messe a dura prova così come i nostri sederi .
La scelta di girare sempre con doppio fondello ci è stata d'aiuto!
Scendiamo di prima mattina lungo il sentiero dietro il rifugio e poi bici in spalla fino all'alpeggio di Arpnuva a 2008 mt. Da qui torniamo in sella e a parte alcuni tratti riusciamo a pedalare un divertente saliscendi fino al rifugio Bonatti.
Anche oggi il sole ci accompagna, incontriamo ancora turisti a piedi. Ne abbiamo incontrati tanti lungo il tour e nei rifugi, chi faceva solo una semplice gita chi una parte di TMB, chi il tour per intero. Lo scenario sulla val Ferret con Le Grandes Jorasses di fronte e il monte Bianco un po' più in la è forse il più bello di tutto il tour.
Lasciamo il Bonatti, il sentiero è bello, scorre bene sotto le ruote ma è sempre meglio non farsi prendere troppo e mantenere la concentrazione visti i frequenti dirupi al nostro fianco.
Percorriamo i 6 km che ci separano dal Bertone e da qui, salutata la val Ferret e la Val Veny, scendiamo verso Courmayeur lungo l'unico sentiero possibile, impegnativo e poco pedalabile nel primo tratto tanto che ci sentiamo dire da alcuni inglesi che ci vedono con le mtb: “you are crazy!”
E' finita, o quasi. La mente è concentrata sull'arrivo e questo non aiuta. Mancano ancora 17 km dapprima in discesa e poi nuovamente in salita fino a Villarisson.
Siamo arrivati, questa volta è finita davvero, siamo stanchi ma
felici e soddisfatti, chiudiamo l'ultima giornata con 35,20 km e 1040 D+
MAPPA DEL PERCORSO - 224 KM 9250m D+
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