aaahhhh....ma allora ci sono già!!!!Visti dal vivo sono realmente molto belli!!!!!!
mi hai spezzato il quore...non vorrei dire fesserie,ho visto un rider con pedali moooolto simili a questi gli ho chiesto che marca erano e la risposta e' che erano dei pedeli test..................
Vorrei dire la mia. Non ho letto tutto, ho buttato l'occhio qua e là, quindi potrei ripetere pensieri già espressi.
Marco, sei molto estroso, e capace, se progetti e realizzi con una fresa dei pedali come quelli, nulla da eccepire.
Ma.
Un ricordo che ho della mia facoltà di architettura, corso di design industriale, è che un oggetto di design, per essere veramente innovativo e non mero esercizio estetico, deve soddisfare un'esigenza, almeno una, oltre appunto quella di "essere bello".
Non ho capito, e lo dico umilmente, per farmelo spiegare, qual è l'esigenza che i tuoi pedali soddisfano, innovativa rispetto ai pedali in commercio.
Peso ridotto? Purtroppo su un oggetto così piccolo è difficile abbassare percentualemente il peso, e forse la fatica tecnica di togliere pochi decimi per lato, non ripaga lo sforzo compiuto.
Faccio un esempio di cosa un pedale innovativo potrebbe offrire: farsi trovare orizzontale, quando lo si cerca. Forse è una cazzata, non importa, scrivo solo per esempio. Per sesempio appunto, mi piacerebbe provare un pedale che dopo un salto nel quale per motivi vari ho dovuto staccare il piede, posso trovare già in posizione orizzontale, grazia a un sistema di molle, o di giroscopio, o di cardano latente o qualche altra diavoleria, cacchioneso, sono mica ingegnere...
Oppure, sempre a mo' di esempio, che forse è una cazzata peggio di quella di prima, un pedale che come una pedalina di una moto si pieghi all'interno (anche se capisco che l'interno di un pedale è indifferentemente il sopra e il sotto dello stesso) in caso di forte impatto con un ostacolo, per evitare danni al pedale stesso.
Oppure ancora, cazzata delle cazzate, un pedale con una "L", anch'essa dotata di pin, che farebbe da battuta al piede verticale sul lato della pedivella: quante volte buttando a casaccio il piede sui pedali in atterraggio da un salto ci troviamo il piede troppo vicino alla pedivella, la sentiamo strusciare sul collo del piede e in fretta dobbiamo correggere la posizione del piede, causa attrito eccessivo tra scarpa e pedivella.
Insomma, se dovessi studiare un pedale, mi metterei lì, e prima di azzardare "forme", cercherei di chiedermi: cosa serve di nuovo?
Solo perchè il design è questo: soddisfare esigenze, non l'occhio.
Una buon progetto di design nasce da una buona idea, e spesso diventa una forma strepitosa. Guarda la Tizio di Sapper (Artemide): la pima lampada che portava la corrente alla lampadina attraverso i bracci della lampada stessa, senza fili.
Guarda la lampada Parentesi, dei f.lli Castiglioni (Flos), che sfrutta il semplice attrito di un cavo di acciaio epr essere posizionata alla altezza voluta.
Guarda la Panda Fiat, il primo modello degli anni 80. A Giugiaro era stato commissionato il progetto di un'auto che con lo stesso peso e propulsore della allora "uscente" 126 fosse più capiente. E lui inventò il sedile posteriore ad amaca, i pesi ridotti all'osso. Era la Panda 30, presa per il culo da generazioni di noi ragazzi degli anni 80, ma che successo!
Oppure potresti pensare a dei pedali esageramente economici, roba da 5 euro, ancorchè podotto in Italia. E allora giù di pezzi industriali già prodotti e da assemblare: il pedale ricavato per fusione e non per modellazione, il perno ricavato da una vite già in commercio e così via.
Sono stato prolisso, e forse esageratamente "pedagogico". Magari risulto pure presuntuoso.
Il mio vuole solo essere il consiglio a un credo giovane progettista: prima di disegnare, pensa a cosa deve servire.
Con il mio pensiero. Spero di aver aggiunto qualcosa.
Accrocchista...reputo una buona esigenza quella di avere un pedale ripegabile, non tanto per gli urti, giacchè il oedale di per se mi sembra un oggetto particolarmente resistente, quanto per poter caricare la bici in macchina senza strisciare i pedali sui sedili piuttosdto che sulla carrozzeria!!
detto questo l'analisi della esigenza dell'innovazione del prodotto è buona, ma anche la ricerca estetica può essere una molla per produrre qualcosa di alternativo a quanto presente sul mercato.
p.s.: se non dai "in giro" pedali gratis, come fai a fare le prove sul campo?
Lascio a lui la risposta, perchè io ne aggiungerei anche un'altra, quella estetica che a me non dispiace e che spesso, oltre a far parte di un progetto, ne governa il successo.Lo hai detto: costo inferiore, o peso minore, o robustezza maggiore.
Almeno una delle tre.
Ribadisco, non sto criticando l'operato di Marco, mi sto solo chiedendo qual è, o qual era, il progetto di Marco.
perchè ci sono in giro tante auto?, tante bici, tante asirapolveri, tanti spazzolini da denti?
Questa è una domanda facile: per il profitto.
Non credo sia l'obiettivo di Marco, però.
mi stavo chiedendo che fine avessi fatto!!
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